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Autore: Nihal_Land of Wind    01/05/2012    3 recensioni
"Scusi, che è successo qui?"
"C'è stato un incidente poche ore fa e il treno è deragliato."
Fu come se tutto il mondo si fosse messo a girare su se stesso. Susan non capì più niente... Si girò e incominciò a correre.
Questa fanfiction parla di un finale diverso per la saga... Spero vi possa piacere!!
Genere: Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I’LL COME BACK TO YOU
 
OTTO
NOTA DELL’AUTRICE: [arriva in punta di piedi cercando di non farsi notare troppo] Ehm... sono imperdonabilmente in ritardo!! Vi faccio tante tante tante scuse ma la scuola mi ha investito come un rullo compressore! Spero comunque che continuerete a leggere v.v
Buona lettura a tutti! [si prepara a scansare i pomodori J]
 
 
POV SUSAN
“PERCHE’- SEI- USCITA- DI CASA???” gridò Adam, cioè Caspian. “TI AVEVO RACCOMANDATO DI NON FARTI VEDERE!”
Non avevo avuto il tempo di chiedergli nulla, perché lui mi aveva riportato di corsa dai miei zii e aveva mantenuto per tutto il tragitto un’espressione spaventosa: era arrabbiatissimo con me.
Ora eravamo nella cucina, davanti a due tazze di tè fumante che mi ero affrettata a preparare, ma Caspian non l’aveva ancora bevuto. Zio Harold fortunatamente era ancora al lavoro, mentre zia Alberta doveva essere da amici; meglio così, avrei dovuto spiegare la presenza di un re di Narnia comparso improvvisamente da chissà dove che aveva rischiato di buttare giù la porta per la fretta.
Facevo ancora fatica a parlare, nonostante ci provassi da diversi minuti e la mia voce era fievole come dopo una lunga malattia. “Volevo... volevo venirti a cercare perché... non ti avevo più visto... e volevo sapere...”
“MA TI AVEVO DETTO CHE SAREI VENUTO!!!” era letteralmente fuori di sé! “PERCHE’ NON MI HAI ASCOLTATO??”
“Ma... ma...” alla fine decisi di ribattere. “Mi devi delle spiegazioni! Perché non ti sei mostrato prima?”
Caspian sospirò, l’ira finalmente sbollita dopo lo sfogo, come il suo tè: “In realtà, Susan, eri tu che non mi vedevi. O meglio, non mi riconoscevi.”
Lo guardai senza capire.
“Ho scelto di trasformarmi in Adam perché sapevo che lo conoscevi, dato che me ne avevi accennato quando ci siamo conosciuti a Narnia. Però era una trasformazione valida solo per le altre persone, perché volevo che tu capissi chi ero fin dal primo momento. Anche ora, se entrassero i tuoi zii mi vedrebbero come Adam, mentre solo tu mi vedresti come Caspian. Però evidentemente c’era qualcosa che ti impediva di ricordare, forse lo shock dell’incidente.”
“Va bene” risposi io; finalmente iniziavo a venire a capo della questione. “E credimi, sono contenta sul serio di vederti qui, ma ancora non capisco alcune cose. Ad esempio, il significato degli orecchini.”
Caspian tacque per qualche istante. “Il giorno di Natale” continuò poi, forse cercando le parole giuste “sono venuto a casa tua sperando di farti un regalo migliore di quello che avresti trovato nel pacchetto: speravo di riuscire a farti ricordare Narnia. Ricordi cosa ti dissi? Che gli orecchini forsenon sarebbero stati come ti aspettavi. E ti ricordi cosa dissi il giorno del nostro primo incontro?”
Mi sforzai: avevo ancora memorie piuttosto vaghe. “Peter ti aveva attaccato con la spada e avevate iniziato a duellare...”
Caspian annuiva fissandomi intensamente.
“Ma non lo avevi riconosciuto, non pensavi fosse uno dei passati re di Narnia... Poi la spada di mio fratello si conficcò in un albero, proprio sopra la tua testa e...” mi sforzai ancora.
“Ti prego Susan, è fondamentale che tu ricordi tutto.” fece Caspian con aria preoccupata.
“Perché? Cosa succede?” domandai.
“E’ una storia complicata... ma inizia tutto, non indovinerai mai, dalla Strega Bianca. Non è stata sconfitta completamente, dobbiamo...” ma si interruppe, vedendo dalla mia faccia che non stavo capendo nemmeno quello. “Oh, per la criniera del Leone!!!” gridò perdendo la pazienza. “Non è possibile che non ricordi neppure chi sia la Strega Bianca, Susan!”
“Bè?” chiesi io sulla difensiva. “E’ così grave?”
“Certo che lo è, per il semplice fatto che ha già tentato di uccidervi in passato e ora sta spendendo tutte le sue energie per uccidere te!”
Un sospetto improvviso mi serpeggiò in testa. “Vuoi dire... che è stata lei a fare in modo che i miei fratelli morissero su quel treno?”
“No, no.” Mi tranquillizzò Caspian. “E’ stato Aslan, per motivi che capirai poi. SAI chi è Aslan, non è vero?”
Ci fu un attimo di silenzio, poi io scossi la testa.
Caspian era esasperato. “Ok, mi hai costretto. Vediamo se questo riesce a farti tornare la memoria una volta per tutte.” E prima che potessi rendermene conto, si avvicinò e mi diede un bacio.
Fu come essere investiti da un fiume in piena; in un istante ricordai tutto: Lucy che aveva scoperto l’armadio a casa del signor Kirke, il primo viaggio a Narnia, Aslan, Edmund catturato dalla Strega Bianca e la battaglia finale contro di lei, poi l’incontro con Caspian e l’inganno del nano nero Nikabrik per fare tornare la Strega, e anche come era andata a finire la mia ultima avventura nel mondo fantastico.
Caspian, di fronte a me, sorrise e disse compiaciuto: “Forse avrei dovuto farlo subito. Ma Aslan non lo riteneva un buon metodo, pensava che ti avrebbe fatto andare ancora di più fuori di testa.”
“Ah- ah” confermai, sorridendo anch’io, stavolta realmente per la prima volta da mesi. “Ma ora ricordo tutto, tutto quanto!”
Sì, anche quell’ultima memoria era chiara: ero stata io a interrompere lo scontro tra mio fratello e Caspian, il quale aveva realizzato dopo la nostra identità.
 
“Sei re Peter...”
“Credo tu ci abbia chiamati.”
“Bè, sì, ma... credevo che foste più vecchi.”
Sorrisi ripensando alla faccia di mio fratello a quella frase.
“Se preferisci, possiamo tornare tra qualche anno.”
“No! E’ solo che... non siete come mi aspettavo.” *
 
“Perché ridi?” mi chiese il re. “Niente” risposi “stavo solo pensando all’ultima cosa che hai detto prima di guardarmi, quando ci siamo conosciuti a Narnia.”
“Che non eravate come mi aspettavo? Sì, in effetti era un indizio... un po’ complicato forse, ma speravo che tu avessi colto il messaggio nonostante tutto.” Sorrise ancora.
“Sì ma... quando ti ho detto, anzi scritto, che gli orecchini li avevo messi a un ballo di fine anno scolastico tu sei parso deluso...”
“Certo” rispose lui scherzosamente piccato. “Perché gli orecchini li hai messi al ballo della mia incoronazione. E secondo la mia modesta opinione, erano perfetti con i tuoi occhi.”
“Ah, ecco perché avevo degli strani presentimenti...” A pensarci bene, la vigilia di Natale avevo fatto un sogno in cui avevo visto Caspian: era il sogno della mia famiglia che correva nel rifugio.
Caspian chiuse gli occhi per un momento, come in attesa di qualcosa. Poi rabbrividì.
“Ti senti bene?” chiesi preoccupata.
“Sì. Ma ora dobbiamo andare.”
“Ma se quel folletto ci sta cercando? E poi, dove dobbiamo andare?”
“Non dove, ma da chi” mi corresse lui. “Ci sono ancora un po’ di cose che devi sapere, ma non spetta a me spiegartele. In quanto al folletto, devi solo coprirti bene in modo che non ti si veda il volto e soprattutto i capelli. E non parlare finchè non siamo arrivati, ok?”
Imbacuccata con cappello calzato quasi fino al naso e altrettanto con la sciarpa, seguii Caspian fuori dalla porta dopo che lui ebbe dato un’occhiata intorno per sicurezza.
Mi prese sottobraccio e iniziammo a camminare nella direzione opposta rispetto alla stazione, ovvero verso il cimitero. Era decisamente l’ultimo posto in cui volevo andare in quel momento, ma per una volta non feci domande. Varcammo il cancello e Caspian si diresse immediatamente verso le tombe della mia famiglia; probabilmente durante il periodo in cui aveva vissuto nel mondo terrestre era venuto a visitarli, perché oltre ai consueti fiori che la zia portava quasi ogni giorno ce ne era un altro mazzo accanto. Giunti di fronte alla tomba di Peter, una lastra di pietra grigia, Caspian si inginocchiò e toccò la P con una leggera pressione. Subito con un rombo si rivelò di fianco alla tomba uno spazio piuttosto stretto, ma sufficiente a fare passare una persona della corporatura del re. Uno dopo l’altra, saltammo giù e atterrammo sul pavimento di un corridoio di pietra illuminato da fievoli torce, mentre la tomba si richiudeva sopra di noi. Mi faceva uno strano effetto essere là sotto. “Ma... da quanto la sua tomba è così?” domandai.
“Da quando è stato sepolto” mi rispose lui. “Anche questa è stata opera di Aslan. E’ un passaggio più sicuro per arrivare alla stazione; si allunga il giro ma così il folletto non ci vedrà: in ogni caso, è meglio essere prudenti.”
“Meno male che nessuno ha mai sospettato niente”.
Mentre procedevamo, riflettevo su quello che avevo richiamato alla mente quel giorno: Aslan, il creatore di Narnia, colui che aveva reso possibile il nostro arrivo là e che però ci aveva anche costretti ad andare via. Una volta avevo detto a Lucy:
 
“Hai sempre saputo che saremmo tornati vero?”
“L’ho sempre sperato.”
“Ero riuscita ad accettare l’idea di vivere in Inghilterra.”
“Ma sei felice di essere qui, no?”
“Finché dura.” **
 
Era sempre durata troppo poco per me. Non appena tornammo a Finchley dopo il nostro primo viaggio cercai di riprendere a vivere normalmente, come se non avessi mai combattuto battaglie e non fossi mai stata regina di un paese magico. Era troppo difficile; quando finalmente riuscii a fare finta di avere dimenticato tutto, ci ritrovammo di nuovo catapultati là. Nemmeno allora volli ammetterlo, ma speravo fosse per sempre, tuttavia mi ripetevo di non illudermi. Infatti, un attimo dopo pareva, ero di nuovo in Inghilterra.
“Eccoci” la voce calmante di Caspian interruppe il filo dei miei pensieri. “Siamo sotto la statua del leone che è fuori dalla stazione.”
Era una stanzetta quadrata alta e stretta con una rampa di scale su di un lato, illuminata da una lanterna e per il resto completamente spoglia. Ebbi giusto il tempo di rendermi conto delle dimensioni della stanza, quando una luce abbagliante invase le scale: sul gradino più alto comparve una zampa di leone, poi scese un’altra e infine tutto il corpo...
Aslan in persona.
In realtà sapevo da quando avevamo lasciato casa mia che sarebbe stato lui ad attenderci là, ma non ero comunque preparata a vederlo, né tantomeno a parlarci, non dopo tutto quello che avevo pensato su Narnia negli ultimi anni. Per questo abbassai gli occhi e sentii le mie guance diventare rosse.
Passò molto tempo prima che qualcuno decidesse di proferire parola; Caspian si era ritirato in disparte e aspettava apparentemente tranquillo, le mani dietro la schiena.
“Finalmente sei qui” esordì infine Aslan con la sua voce possente e calda. “Ti abbiamo aspettato per tanto tempo.”
Anche se dal tono non traspariva, io percepivo comunque la profonda delusione per quello che avevo fatto e seppi che non me lo sarei mai perdonato. Senza contare che non sapevo come rimediare.
“Ti conosco, Susan” continuò il leone. “E so che nonostante il tuo carattere deciso e la tua costanza a portare avanti le tue idee, anche se a volte infondate, che tanto spesso ti hanno portato a discutere con i tuoi fratelli... so che c’è qualcosa che vuoi dirmi.”
Forse fu l’accenno alle liti con i miei fratelli, ma qualcosa mi spinse a lasciarmi cadere a terra in ginocchio e a parlare: “Sì, è vero” La coda di Aslan scattava da sinistra a destra, da sinistra a destra. “So molto bene che quello che ho fatto è imperdonabile, nei tuoi confronti ma anche in quelli dei miei fratelli che non hanno mai smesso di credere in un ritorno a Narnia; io ho sempre respinto questa possibilità perché ci avevi detto che non saremmo più tornati e ho smesso di sperare... ma comunque non sono giustificazioni.”
Il fatto che Caspian non fosse vicino a me e che il leone non dicesse più nulla ma si limitasse a fare frusciare la sua coda sul pavimento mi fece smettere di parlare.
Per qualche minuto regnò il silenzio, senza che riuscissi a riempirlo. Poi la voce possente disse: “Susan, tu tendi a vedere tutto con troppa logica. Il che non è un male, beninteso, però non sempre è totalmente utile. Spesso c’è qualcosa che ci permette di andare oltre ciò che si può intendere con la ragione.”
Non riuscii ad alzare gli occhi su di lui.
“Credere a Narnia deve essere una scelta solo tua. Il fatto è che tu e i tuoi fratelli appartenete da sempre a quel mondo e quindi non puoi fare a meno di crederci. Hai capito il tuo errore? Hai avuto poca fede in ciò che sei stata e che hai vissuto. Perciò ora ti spiegherò cosa dobbiamo fare.”
Sentii pesantissima la sua zampa destra sulla mia spalla; Aslan si chinò su di me e mi solleticò la fronte con i baffi. Quando sollevò la zampa, con mia grande sorpresa e sollievo sentii tutto il senso di soffocamento e di colpa degli ultimi mesi svanire, come se il Grande Leone lo avesse preso su di sé. “Grazie” dissi.
“C’è una questione molto urgente da risolvere” esordì lui dopo che mi fui finalmente alzata e Caspian corse vicino a me. “Caspian ne conosce già una parte, ma era necessario che ci fossi anche tu perché completassi la spiegazione.” Iniziò a camminare avanti e indietro.
“Quel folletto non è una creatura comune. E’ stato creato dalla Strega Bianca ancora prima dei tempi di Digory Kirke e Polly Plummer, i primi a vedere Narnia nascere. Jadis a quel tempo era regina di un mondo governato dalla distruzione che aveva provocato lei stessa, combattendo una battaglia sanguinosa contro la sorella. Avrete notato che gli occhi del folletto sono azzurri: sono frammenti dello scettro della Strega Bianca ed è il contatto visivo che dovrete assolutamente evitare. Anche se piccolo, è un essere pericolosissimo in grado di portare la sua creatrice e padrona al suo obiettivo, ma in realtà c’è qualcosa che dovete temere ancora di più.”
Io e il principe ascoltavamo senza perderci una parola.
“Caspian, tu sai che esiste un luogo da cui si può accedere a tutti i mondi esistenti, anche se lontani anni luce l’uno dall’altro: la Foresta con i laghi, dove ogni lago è l’ingresso a un mondo. Quando creai Narnia, uno di questi si riempì di acqua per costituire l’accesso, ma per caso o per destino quello era proprio il mondo distrutto da Jadis. La Strega aveva un alleato potente nella guerra contro la sorella ed è una creatura immonda ora relegata nelle profondità della terra. Si chiama Dark Shadow.”
“Alla Strega Bianca servono tutte e due per ottenere ciò che ha sempre voluto, la sua ossessione, il tarlo che l’ha rosa da dentro ogni singolo giorno della sua vita: avere il dominio su tutte le terre esistenti e i loro abitanti, dall’animale più imponente a quello talmente insignificante da confondersi col terreno. Tutte le terre. Un dubbio ti sorgerà spontaneo, Susan, visto che hai visto con i tuoi occhi la Strega Bianca morire.”
Annuii; cominciavo a sentirmi inquieta.
“Il fatto è che è a causa tua se Jadis ha ancora un sottile filo che la lega alla vita.”
Caspian insorse: “Cosa?! Come può essere colpa sua?” nello stesso momento in cui io esclamai incredula: “Causa mia?!”
“Lasciatemi spiegare, vi prego” continuò il leone. “Sì, in gran parte è causa tua Susan, mi dispiace infinitamente dovertelo dire in questo modo. E’ anche grazie al folletto in realtà.
Il giorno dell’incidente ferroviario non è stato un caso che Peter, Edmund, Lucy, Jill ed Eustachio si trovassero insieme nello stesso treno: li avevo chiamati io perché tutti i re e le regine di Narnia, insieme a coloro che avevano contribuito alle sue vittorie nei secoli, dovevano essere presenti alla fine di Narnia stessa, il Giorno del Giudizio se preferisci. Però mancavi tu... eri a casa di un’ amica giusto?”
“Sì...”
“Esatto! Tutte le volte che in questi anni hai pensato di non avere più fiducia in Narnia, tutte le volte che hai fatto finta di non ricordare le vostre avventure là, era la Strega Bianca che agiva su di te! Non poteva farlo lei direttamente, ma poteva farlo il folletto. Quel giorno è stato lui a convincerti ad andare dalla tua amica, a distaccarti dai tuoi fratelli, a separarti da te stessa! Ed è questo il suo più grande potere, è in grado di dividere l’anima fino a staccarla completamente dalla vita reale: in altre parole ve ne può privare. Hai corso un grandissimo rischio che però potevi evitare, se avessi tenuto bene a mente ciò che vi ho sempre detto: quando si è re e regine di Narnia, si è re e regine per sempre.”***
“Il tuo compito perciò è questo: recidere il filo a cui Jadis si sta aggrappando disperatamente. Puoi farlo solo tu. Se la Strega Bianca raggiungerà il suo obiettivo, userà il folletto e Dark Shadow per gettare ombra su tutto, per creare mondi in cui regna la disperazione più profonda e in cui lei sia venerata come l’unica regina e l’unica in grado di riportare la pace. Ricorda il potere che aveva su Edmund: se accadrà questo, non ci sarà alcuna speranza di uscirne.”
Rimasi qualche attimo senza parole, assimilando tutto quello che mi era stato detto. Non avrei mai potuto immaginare le conseguenze delle mie azioni, ma ora ero io a potere e dovere rimediare.
“Come faccio a sconfiggere Jadis?”
“Questo lo saprai solo tu.”
Sospirai.
“Cosa ne sarà di te se fallirò e la tenebra calerà su tutti?”
“La Strega mi getterà al posto della creatura chiamata Dark Shadow, nel mondo fatto di oscurità e da cui l’oscurità proviene. E con me butterà anche voi, i quattro re della profezia che annunciava il suo annientamento.”
Sentii il bisogno di guardare Caspian per sapere il da farsi. Lui non aveva più detto nulla. “Io cosa devo fare?” chiese ad Aslan.
“Tu la accompagnerai in questo lungo e difficile viaggio. Ma sarà lei e soltanto lei a decidere cosa fare, mi sono spiegato? A un certo punto sarai posta di fronte a una scelta, Susan, e starà a te stabilire le tue azioni, che influenzeranno il corso della guerra forse in modo irreversibile. Io non potrò intervenire, ho fatto il possibile. Puoi credere a Narnia, ma puoi scegliere a chi essere fedele.”
“Un’ultima domanda” dissi. “I miei fratelli sono a Narnia?”
Aslan sorrise enigmatico. “Sì, ma nella vera Narnia. Quella che hai conosciuto tu è solo una copia. Loro si trovano in un luogo simile a quello che su pianeta Terra chiamano Paradiso.”
“Ma la Strega Bianca può far loro del male.”
“Solo se non la fermi in tempo. Lei vuole il controllo su tutti i mondi, ricorda, e Narnia è sarà il punto di partenza. Vuole la vendetta contro coloro che provocarono la sua sconfitta.”
Avevo capito. “Ora?”
“Adesso seguitemi” Aslan ci condusse su per le scale. “Ho sciolto le statue di ghiaccio, nessuno si ricorderà di nulla. Comunque, Caspian sarà di nuovo Adam e mi potrete vedere solo voi.”
Uscimmo dalla statua del leone e ci incamminammo. La guerra era iniziata.
 
 
 
 
 
 
*= tratto da “Le Cronache di Narnia: il Principe Caspian”
**= tratto da “Le Cronache di Narnia: il Principe Caspian”
***= tratto da “Le Cronache di Narnia: il Leone, la Strega e l’Armadio”
Writer’s Space:
Come dicevo prima, sono poco cortesemente in ritardo... credo che questo sia il capitolo su cui ho spremuto di più il cervello, spero che il risultato valga la pena!
Vi chiedo solo due minuti del vostro prezioso tempo per farmi sapere, se volete, cosa ne pensate della storia... recensite per favore, accetto le critiche anzi, sono quelle che aiutano a migliorare!
Ovviamente ringrazio tanto coloro che hanno recensito prima che pubblicassi questo capitolo e coloro che leggono silenziosi!
A presto
Nihal_Land of Wind
P.S.: Per colei che mi ha dato l’idea del folletto: il suo potere descritto in questo capitolo non è una caratteristica che hai anche tu, che sei un’amica fantastica xD xD
  
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