IF
Salve raga! Come va? Spero che a voi vada meglio che a me
francamente…. Comunque eccomi qui, con una nuova
FAN FIC. Non ho molto da dire al riguardo…. Spero
che vi piaccia, è la mia prima ficcy,
perciò non siate troppo duri…. Buona lettura….
PROLOGO
La ragazza che continuava a camminare imperterrita verso la tana sentì un mantello frusciarle dietro le spalle, e ora che lo stava notando era da un bel po’ che sentiva quel rumore dietro le sue spalle… La stavano seguendo?
Forse anzi quasi sicuramente era così!
Svoltò al primo angolo e si fermò sotto l’architrave di un portone.
Vide la figura coperta dal mantello nero arrestarsi e guardarsi intorno.
La ragazza allora prese in mano tutto il suo coraggio e si stagliò davanti alla figura, la bacchetta era pronta stretta nella mano destra nascosta dalla manica blu del mantello.
- Cercavi me! – la figura parve esitare spiazzata, e poi fece qualche passo avanti, fino a portarsi sotto la luce tenue e verdastra del neon di un lampione arrugginito, disse…
-
Già
cercavo giusto te Granger!
-
Mi aspettavo una
sua visita professore!
-
Non mi stupisce infatti… sei sempre stata piuttosto perspicace.
-
Lo reputo un
complimento, da uno che non lo è affatto!
-
Ehi ehi…buona ragazzina…
come ti permetti stai parlando con…
-
Il principe
mezzosangue… lo so.
-
Come osi….
-
Mi permetto
perché parlo con un mio pari… non si può cambiare le
proprie origini…
-
Taci
brutta so tutto io…
-
È un
complimento anche questo? Oppure devo dargli un'altra
interpretazione?
-
Non sono qui per
giocare con te ragazzina!
- Ma va? Com’è possibile! Era quello che credevo io.- il professore non rispose a questa sua ennesima provocazione, e lo fece con uno sforzo immane, che richiese tutta la sua concentrazione. E le disse.
- Hai pensato alla sua proposta?- la ragazza sorrise beffarda, sapeva che era quello il motivo del loro incontro fin dall’inizio, e in un altro momento l’avrebbe preso sul serio un incontro del genere, ma non ora, non in quel momento, aveva un obiettivo per quella sera, doveva distrarsi, e quale miglior modo per farlo se non quello di far innervosire, l’uomo che per sette anni le aveva rovinato la vita?
- Vuoi dire al suo ridicolo tentativo di portarmi dalla vostra? – disse allora con lo stesso tono beffardo usato in precedenza.
-
Si alludevo a quello… - disse
allora l’uomo con disprezzo, tentando ancora di non dargliela vinta. - beh che hai deciso?
- Di a Voldemort…- disse decisa e ferma, con una sicurezza che fece venire i brividi all’uomo di fronte a lei, che la rimproverò a denti stretti!
- Zitta! Non pronunciare quel nome. Non sei degna di farlo uscire dalle tue labbra. – la ragazza allora con ancora maggior sprezzo.
-
Non sei nella
condizione di dirmi quello che devo fare! Di a Voldemort,- con un tono imperioso che lei stessa non si
aspettava di saper usare.- Che non si avvarrà mai… e
ripeto mai della mia… aspetta come l’ha chiamata?... –
con tono particolarmente ironico.- ….ah si!… gentile collaborazione. – il
professore stava per dire qualcosa ma lei lo
stroncò. - Riferisciglielo filo
per segno…- disse in tono serio e deciso, poi tornò al tono
beffardo dell’inizio del colloquio - ….e mi raccomando… ricordagli che… anzi no.
Non ricordargli niente. Addio!
Hermione gli voltò le spalle, e cominciò a camminare, con il mantello che si stava riassestando dietro le sue spalle.
Piton offeso stava per colpirla da dietro, ma lei si voltò più rapida di lui e….
–
EXPELLIARMUS!- La bacchetta di Piton
ruzzolò ai suoi piedi lei la raccolse e con fare sprezzante la
spezzò – I suoi riflessi
non sono più quelli di una volta professore…
- restituendola al proprietario,
che sorpreso era caduto sulle sue ginocchia, da sconfitto. – addio professore.
Si voltò e ricominciò a camminare, lasciando il professore da solo in mezzo al buio di quella strada desolata, mentre il rumore ritmato dei suoi tacchi e della sua camminata rapida e decisa, echeggiava facendosi eco tra i palazzi grigi e squallidi.