E' il ricordo che sorride sulla neve
Dominique Weasley amava il Natale, preferiva però di gran lunga la mattina del ventisei dicembre, quando la città babbana di Londra ancora dormiva sotto le calde e candide coperte, mentre la neve, danzando dall’alto del cielo, copriva i vecchi residui per lasciarne di nuovi.
Camminava affianco a James, che aveva il naso completamente rosso – e per questo si lamentava ogni tre secondi –, osservando la grigia e sporca neve e quei fiocchi dorati e argentei sparsi per terra (sicuramente dai bambini la notte precedente).
« Ma smettila! » protestò, tirando su col naso.
Le piacevano tutti quei magnifici colori: verde, bianco, rosso, oro. I canti natalizi, che solitamente cantava ancor prima dell’arrivo di Natale, la deliziavano. E poi la sua famiglia riunita… Non esisteva miglior modo per farla sorridere.
Tutto questo era meraviglioso, trovava tuttavia uno spazio da dedicare al suo migliore amico.
« Perché ho accettato di venire con te? » sussurrò più a se stesso che alla cugina, ma fu sentito in ugual modo da ella.
« E’ la nostra unica tradizione. Lasciamela vivere, per favore » supplicò, così da farlo smettere una volta per tutte.
James abbandonò il lamento e cominciò a ricordare alla ragazza i bei momenti trascorsi a Hogwarts: parlarono degli scherzi fatti e ricevuti, dei rimproveri, della partite di Quidditch e, per la prima volta, dei primi innamoramenti, fino ad allora sempre celati.
« Ricordi quando i capelli di Victoire, per causa di Teddy, divennero di color dell’oro e talmente pesanti che dovette rimanere distesa per terra in uno dei corridoi della scuola, fino all’arrivo di Madama Prince? ».
« O quando Fred a inizio gennaio nuotò nelle acque gelide del Lago Nero per conquistare Helené, che in quei giorni non era neppure a scuola? »
« Oppure l’anno in cui nonno Arthur pronunciò la frase babbana: “Meglio essere protagonisti della propria tragedia che spettatori della propria vita”, dopo che Albus aveva utilizzato un fuoco d’artificio come scopa volante? Voleva aiutare suo nipote e in cambio ricevette solo una dolorosa padellata da nonna Molly ».
Continuarono così, a parlare del passato, per ore e ore, tentando di dimenticare per un attimo il mondo attorno a loro che si era risvegliato. E non ebbero paura del futuro, di ciò che sarebbe stato.