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Autore: MartaKim    01/05/2012    2 recensioni
"Chi avrebbe mai immaginato che mi sarei innamorata? Chi avrebbe mai immaginato che avrei desiderato aver un uomo accanto a me? E chi mai avrebbe pensato che quest'uomo fosse una creatura del cielo? Io non lo avrei mai immaginato,ma non avrei nemmeno immaginato di avere un padre padrone dei Cieli."
Ciao a tutti! Sono qui per pubblicare questa mia nuova storia. Il genere è diverso da quella precedente. Questa è una storia D'amore Sovrannaturale. I protagonisti principali sono Roxanne,un'umana come tanti,Andrè un bellissimo ma scontroso Angelo Caduto e Daniel,suo fratello,un Angelo Maledetto pericolosissimo. Sarà un triangolo d'amore pieno di sorprese,dolori,gioie,pianti e tante altre emozioni sia positive che negative. In breve: Roxanne è la figlia dell'Arcangelo più potente,Raphael. Andrè viene mandato per proteggerla dal male. Daniel deve rapirla e consegnarla all'Omega,il signore del male. cosa succederà? Se vi ho incuriosito leggete questa mia storia!! :D
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il maggiordomo e gli Angeli.

Roxanne spense la sveglia che stava suonando da circa dieci minuti. La notte trascorsa non aveva dormito. Aveva sognato Andrè,l’angelo,poi entrambi,infine, si era svegliata. Una notte a dir poco agitata. Qualcuno bussò alla sua porta.
"Si?" disse,con voce roca,Roxanne. La porta si aprì lentamente e sulla soglia apparve un uomo vecchiotto dagl’occhi castani. Erano occhi di una persona molto saggia e buona.
"Signorina De Andrè,posso entrare?" chiese,umile,l’uomo. Lei annuì,avendo perduto all’improvviso la voce. L’uomo entrò e richiuse la porta alle sue spalle. Si voltò per guardarla e fece uno sfarzoso inchino. Che gentiluomo,pensò Roxanne.
"Sono il maggiordomo di questa umile dimora,signorina." disse l’uomo ,rialzandosi dall’inchino. Sorrise a Roxanne e lei si sentì circondare da tanto calore,che le fece tornare la voce. Lei ricambiò il sorriso,timida.
"Se lei è il maggiordomo,come mai non l’ho vista ultimamente?" chiese Roxanne,sempre con voce roca. Maledizione,si vedeva che si era appena svegliata da una brutta nottataccia. L’uomo sorrise ancora.
"Sono dovuto partire per un servizio,Signorina De Andrè." spiegò,pazientemente,lui.
"Oh,capisco." rispose lei,pensando a che servizio avrebbe richiesto così tanto tempo. Ma infondo non era fatti suoi,giusto?
"Bene,ora che mi sono presentato,le devo riferire che la colazione è pronta. E se ha qualcosa di sporco nel suo guardaroba,me lo metta fuori nella cesta che vi lascerò. Affinché io possa lavarveli e stirarveli con cura,signorina De Andrè." disse l’uomo. Nei suoi occhi lampeggiò una luce,come se quei compiti fossero una gran gioia per lui. Lei per poco non spalancò la bocca. Era sbigottita da tutto questo rispetto,come se lei fosse una nobildonna. Non si poteva vedere.
"Certo." rispose lei. L’uomo si inchinò di nuovo e si voltò per aprire la porta.
"Oh.." esclamò Roxanne. L’uomo si voltò. La guardò inclinando la testa con un sorriso e uno sguardo interrogativo.
"Qualcosa non va,signorina De Andrè?" chiese lui,umilmente,cercando di farla parlare.
"A dir la verità si. Non sono una nobildonna." disse lei,facendo una smorfia. "Quindi mi può benissimo chiamare Roxanne." continuò,sorridendo. All’uomo per poco non venne un infarto.
"Ma,signorina De Andrè,tutti gli ospiti dei miei padroni,diventano miei padroni. È il lavoro di un umile maggiordomo essere rispettoso nei vostri confronti. A Milady e ai Milord non da fastidio essere chiamati così." rispose,un po’ impacciato,l’uomo. Roxanne doveva proprio averlo sconfortato.
"Ma io non sono una nobildonna!" ribatté,testarda,lei. "Per favore,non mi chiami 'Signorina De Andrè' mi da di signora anziana." aggiunse,poi,sorridendo imbarazzata. L’uomo ricambiò il sorriso.
"Bene,Milady,niente Signorina De Andrè. Ma Miss Roxanne e Milady sono i nomi con cui la chiamerò. E a questo non si discute." disse lui,tornando serio. Sembrava il capo di un esercito.
"Sissignore,capo." disse lei,facendo finta di mettersi sull’attenti. L’uomo rise e la guardò,contento. Nei suoi occhi c’era così tanta fiducia da farla svenire.
"Milady mi aveva parlato di voi,prima di venire qui. Anche Milord mi aveva detto che eravate testarda,ma beneducata e molto simpatica. Nessuno dei due si sbagliava." disse lui,sorridendo. Lei ricambiò il sorriso. L’uomo se ne stava per andare,ma lei ancora una volta lo trattene. Di sicuro lo avrebbe fatto impazzire nel giro di poche ore.
"Non mi ha detto il suo nome!" esclamò all’anziano uomo. L’uomo si stupì,ma non si scompose.
"Il mio nome è Philip,Milady." rispose,lui,educatamente. Lei ringraziò e l’uomo,dopo un altro inchino,nonostante le suppliche di Roxanne di non farne più,uscì dalla stanza. Finalmente di buonumore,Roxanne si alzò e si lavò il volto. Scelse di mettersi un top rosa salmone e dei pantaloni bianchi,aderenti. Si pettinò i capelli e se li buttò,sciolti e liberi,sulle spalle. Si mise un po’ di trucco,giusto per coprire le occhiaie,e si diresse alla porta. Quando l’aprì trovò un cesto vuoto e si ricordò delle robe sporche. Rientrò in camera e prese intimo e abiti da lavare. Mise il tutto dentro la cesta,prendendo un bigliettino ed una penna dalla sua scrivania. Sopra vi scrisse 'Ecco,qui. Un bacio,Miss Roxanne.' e,poggiandolo sulle robe nel cesto,sorrise a se stessa. Richiuse la porta e si incamminò. Appena arrivò in cucina l’odore di uova strapazzate le arrivò al naso facendo,automaticamente,brontolare il suo stomaco. Entrò in cucina e trovò Philip ai fornelli e a tavola Steph,Mark e Andrè. Lui era di profilo e quando il suo sguardo cadde su di lui l’immagine dell’angelo,della sera precedente,gli apparve davanti agl’occhi. Il suo stomaco si contorse per i morsi della fame e,anche se non aveva voglia di andare a sedersi vicino a lui in quelle condizioni,si impose di muovere la gambe. Quando si mosse verso il tavolo,Steph la guardò.
"Oh,ben svegliata Roxanne! Non avevo sentito che eri qui." esclamò Steph,sorridendo calorosa. Quella ragazza era davvero un amore.
"Fa niente." rispose lei,sorridendole. "Buongiorno." aggiunse rivolta a Mark e..ad Andrè. Mark le sorrise,alzando lo sguardo dal suo piatto per poi riabbassarlo dopo poco. Roxanne non poté trattenere il sorriso che le affiorò sulle labbra. Lui era davvero un mangione!
"Buongiorno." disse una voce melodiosa e soave,che lei avrebbe sempre riconosciuto e amato. Andrè. Si girò a guardarlo e subito si irrigidì,ma con una scrollata di testa andò a sedersi vicino a lui sorridendo. Naturalmente,non stava sorridendo per davvero e di sicuro sembrava più una smorfia che un sorriso. Andrè,ovviamente,se ne accorse,ma non disse niente,per fortuna. Mangiò la sua colazione (uova strapazzate e pane di ottima qualità,WOW!),partecipando ogni tanto alle conversazioni. Nonostante fingesse di non accorgersene,sentì per tutto il tempo gli occhi di Andrè puntati su di lei. Cercò,con tutta se stessa,di far finta di niente. Finita la colazione si alzò e con la scusa "Sono in ritardo,devo andare a lavoro." scappò via. Salì per prendere le sue cose e si fiondò verso la porta prima che qualcuno le impedisse di uscire. Stava per uscire,ma non fece in tempo. Qualcuno la stava chiamando.
"Milady?" disse il maggiordomo. Si girò per guardarlo e lui era sulla soglia della porta della cucina. Non doveva assolutamente perdere tempo.
"Si,Philip?" chiese lei. Lui la guardò per un po’ in silenzio poi sussurrò qualcosa in cucina. Dopo alcuni versi di assenso,si diresse al comò vicino la porta e prese le chiavi di una macchina. Si girò per guardarla negl’occhi.
"Non vorrà andare a piedi a lavoro,vero Milady?" chiese,naturalmente,in modo sarcastico. Oh,perfetto. Ora non era nemmeno libera di andare da sola a lavoro,pazzesco!
"Anche se avessi voluto,la risposta rimane comunque no. Non è che abbia molte possibilità." disse lei,quasi sbuffando. Il maggiordomo rispose con un sorriso accompagnato da un’occhiata severa.
Si diressero verso una bella Mercedes classe E 220 nero metallizzata. Nel vederla, per poco Roxanne non svenne. Che auto stupenda! Nel garage,notò anche altre macchine :una Porche gialla,di sicuro di Steph, una Jaguar grigio metallizzato,che apparteneva ad Andrè,e un Beverly 500 nero. Non sapevo che Mark preferisse i motori alle auto,pensò Roxanne,fissando il motore. Non aveva parole per esprimersi.
"Andiamo,Milady? O ha cambiato idea riguardo il dirigersi a lavoro?" chiese Philip
"Certo che no." rispose lei ed entrò in macchina.

***

Daniel si alzò per andare a lavoro. Si lavò e si vestì,però dentro si sentiva distrutto. Aveva ferito una sua amica,anche se non era da lui ammetterlo. Negl’ultimi tempi,diciamo da quando aveva conosciuto Roxanne,dentro di se qualcosa stava cambiando. Era più simpatico,solare e…dolce. Si sarebbe volentieri preso a schiaffi per quei pensieri,ma non ci riusciva perché stava cambiando. Sospirò e si diresse alla cucina. Passò davanti alla camera di Paul e Mary,da cui non proveniva nemmeno un rumore, e,infine,passò davanti alla camera di Anne. Bussò,ma non rispose nessuno. Evidentemente,doveva essere già andata a fare il suo lavoro. Tanto meglio,pensò Daniel. Prima faceva il suo lavoro,prima avrebbe avuto Roxanne e prima lei se ne sarebbe andata. Continuò a camminare fino alla cucina. Arrivato vicino la porta,sentì dei singhiozzi e dei sospiri. Entrò e si trovò davanti una scena che mai avrebbe immaginato di vedere: Mary che singhiozzava sulla sedia del tavolo e Paul che la consolava e che sospirava sapendo che lei non lo sentiva. Daniel si immobilizzò. Paul percepì la sua presenza e,appena lo vide,si alzò in piedi,fulminandolo con lo sguardo. Mary,accortasi di questo movimento,alzò la testa e,vedendo Daniel, smise di piangere e abbassò lo sguardo,evitando di incontrare il suo. Tutto questo era…doloroso.
"Mary.." disse Daniel,con voce rauca. Lei sussultò e Paul si infuriò.
"Tu.." disse,arrabbiato,indicandolo "Come osi farti ancora vedere qui?! Dopo tutto quello che hai fatto!" Gli urlò in faccia quelle parole che un tempo non lo avrebbero mai colpito più di tanto. Come mai ora,invece, faceva così tanto male?
Daniel non rispose e neanche lo guardò. Aveva lo sguardo fisso su Mary che adesso singhiozzava di nuovo. Non riuscì a parlare e così si voltò e,durante le imprecazioni di Paul e i singhiozzi di Mary,uscì dalla casa. Incominciò a correre,senza una metà. Non sapeva cosa stava facendo,ma sentiva di doverlo fare. Dopo aver corso per un ora e più,si diresse al parco più vicino e si sedette su una panchina. Si piegò su se stesso,ansimando per la corsa. Casa sua non era tanto lontana da lì quindi riusciva a sentire i pensieri di Paul e Mary. Pensando a quel che aveva fatto,senza accorgersene,si collegò alla mente di Mary. Mary se ne accorse.-Cosa vuoi ancora?- disse lei,con voce spezzata. Daniel si fece coraggio e tentò di risponderle. –Voglio,almeno,riuscire a darti una spiegazione.- le disse,mentalmente. Mary rispose con voce sarcastica -Come se potesse cambiare qualcosa. Non voglio s..- Daniel sapeva cosa stava per dire e,senza volerlo, la fermò. –è per il nostro piano!- le urlò contro. Mary trattenne il fiato per la potenza di quell’urlo. –Cosa? - rispose,con voce tremante. Daniel sospirò,calmandosi. –L’umana. Adesso vive nella casa di Andrè e l’unico modo per poterla rapire è allontanarla da Andrè. Nessuna donna ci riuscirebbe,solo un demone pericoloso quanto Anne c’è la può fare.- le disse,sincero.–Quindi è per il piano.. non per..altro.- gli disse lei,dopo un attimo di silenzio. –Esatto. Sai benissimo che non lo avrei mai fatto. Ho pensato fin dall’inizio a come avresti reagito,ma lei ci serve per questo piano e io non posso fallire,tu lo sai. Dovevi capire che non ti avrei mai fatto un torto del genere,visto che mi avete accolto tra di voi e io..insomma…vi voglio bene.- disse,tutto di un fiato,lui. Daniel si stupì di quello che aveva appena detto. Sentì Mary trattenere il respiro per poi scoppiare a piangere. Daniel era mortificato,la stava facendo di nuovo soffrire. –No,non sto soffrendo ora. Anzi,piango dalla gioia. Finalmente ti sei aperto. Sapevo che non eri tutto di ghiaccio come davi a vedere e credo che quell’umana ti stia cambiando in meglio. Per il fatto di Anna,va bene può rimanere,purché non mi importuni. E per la missione io e Paul siamo sempre con te. Vero Paul?- disse lei. Una terza presenza entrò in quel discorso mentale.- Si. - disse Paul -Eh,Daniel…scusa per prima.- aggiunse dopo. Daniel sorrise soddisfatto e disse-Tranquillo. Mary se Anne fa qualcosa,e quindi non rispetta il nostro patto,tu dimmelo. Ci penserò io a fargliela pagare.- aggiunse. Mary sorrise,mentalmente. –Va bene. Ma non credere di essere la mia guardia del corpo! So badare a me stessa! E ora torna a casa ! Devi fare colazione.-disse lei,severa. Daniel rise,guadagnandosi gli sguardi incuriositi dei passanti nel parco. Si alzò dalla panchina e si diresse,correndo, verso casa. Spero che il piano vada avanti per bene,pensò lui. Arrivato a casa si lavò di nuovo,fece colazione tra discorsi,rimproveri e risate e si diresse a lavoro. Oggi avrebbe visto Roxanne e avrebbe iniziato a corteggiarla,ma senza fretta. Andrè avrebbe rovinato tutto quanto,da solo. Grazie ad Anne. Daniel,pensando queste cose,sorrise ormai solo nella sua macchina.

***

Roxanne rimase muta per tutto il viaggio,continuando a pensare a quello che era successo la sera prima. Allora non stava pensando a nessun angelo e nemmeno ad Andrè quindi,perché mai doveva vedere un angelo avente il volto di Andrè? Si stava convincendo sempre di più che quello non era un sogno. Decise di indagare.
"Philip?" disse lei,richiamando l’attenzione del maggiordomo che guidava. Chi meglio del maggiordomo poteva sapere queste informazioni? Nessuno.
"Si,Milady?" chiese lui,continuando a fissare avanti a se. Roxanne rimase in silenzio,ma poi si fece coraggio. Doveva farcela.
"Lei crede negl’angeli?" chiese lei,con voce titubante. L’uomo la guardò stupito,ma poi sorrise.
"E perché non crederci." rispose lui. Roxanne non capiva se fosse una domanda o un’affermazione. Decise di riprovare.
"Ma,se esistessero, non potrebbero vivere sulla terra oppure farsi vedere dagl’umani. Giusto?" chiese,ancora,lei.
"Dipende. Ci sono angeli che si possono far vedere,ma solo da alcune persone. Come gli angeli della morte o vendicatori,cioè quelli che vengono qui per portarti nell’aldilà. Oppure gli angeli custodi,che di sicuro sai già chi sono. Loro si farebbero vedere solo dalle persone che devono uccidere o aiutare. Non credi?" rispose lui. Quella non era una domanda,suonava come un insinuazione.. Roxanne decise di non arrendersi e di volerne sapere di più.
"Ci sono altri angeli che si potrebbero nascondere tra di noi senza essere angeli vendicatori o custodi?" chiese,interessata. L’uomo sorrise ancora una volta.
"Bhè in antichi libri religiosi,si parla anche di queste cose. Un tempo c’erano Paradiso e Inferno e il loro rapporto era saldo. Molto tempo dopo,nell’Inferno andò un angelo dalla grande bellezza: Lucifero. Lui era nato per quel 'lavoro',chiamiamolo così, perché con la sua bellezza poteva ingannare e attrarre. Presto iniziò ad attrarre non solo umani,ma anche angeli. Nel Paradiso regnavano 7 Arcangeli,i più potenti angeli di tutto il mondo. Ci furono lotte tra Paradiso e Inferno. Molti angeli persero la vita,molti altri furono ingannati o attratti da Lucifero. Con tutta quella cattiveria,Lucifero,perse la sua bellezza e diventò un mostro. Ma ormai nulla aveva importanza: lui voleva tutto il potere per se. Raphael,uno dei 7 Arcangeli,lo combatté e lo sconfisse. Ma temporaneamente. Nel frattempo gli scontri continuarono e molti angeli,evitando guerre e scontri,si affacciarono ad ammirare la vita sulla terra. Molti furono attratti dagl’umani e desiderarono cose e persone della terra. Raphael,indignato, non poté permettere questo oltraggio e cacciò dal paradiso quegl’angeli che lo avevano tradito,desiderando quelle cose. Quegl’angeli caddero per,esattamente, 9 giorni e 9 notti. Dopo la caduta poterono immischiarsi tra gli umani,senza ,però, invecchiare. Gli angeli poterono seguire le persone che desideravano,ma guardandole da lontano. Esse invecchiarono e morirono e a loro non rimase più niente. Così molti si pentirono e supplicarono di tornare in paradiso,ma nessuno vi rientrò. Molti angeli,odiando Raphael,si misero dalla parte del male e divennero Angeli Maledetti. Altri presero il nome di Angeli caduti,visto che rimasero dalla parte del bene." raccontò lui. Roxanne trattenne il fiato per quella storia. Si chiese come potesse sapere tutte quelle cose. "Sa,Milady,questo è quello che so. Da piccolo le creature e le storie divine mi hanno sempre affascinato ecco perché so queste cose. Mio padre era un pastore e mi parlava sempre di queste storie e aveva molti libri che parlavano di Lucifero,del peccato,del perdono e degl’angeli. Una vera passione la mia,non crede?" chiese lui,sogghignando. Roxanne sorrise.
"Si,davvero bella. Grazie di aver risposto alle mie domande,Philip." disse lei. Anche se in realtà,quello che aveva scoperto,l’aveva solo confusa ancora di più.
"Si,figuri. È stato un piacere ricordare i vecchi tempi." rispose lui,sorridendo allegramente. Roxanne guardò fuori al finestrino e fu allora che capì di essere in ritardo. Per fortuna era ormai arrivata alla redazione.
"Oh!" esclamò lei "Philip sono in ritardo! Lasciami qui,siamo arrivati." aggiunse,parlando velocemente.
 L’uomo parcheggiò e dopo averla salutata con l’augurio di trascorrere una buona mattinata,ripartì lasciandola davanti alla redazione. Prima di entrare,si impose di non pensare a quel discorso in macchina. Prima il lavoro e poi i pensieri,si ordinò ed entrò nella redazione. Salutò,con un sorriso pigro,la donna della reception e si diresse nel suo ufficio.
"Signorina De Andrè?" la chiamò la donna. Roxanne la guardò con sguardo interrogativo,senza chiedere cosa volesse. La donna abbassò lo sguardo e incominciò a muovere le mani in modo agitato,nervoso. Roxanne sospirò,alzando gli occhi al cielo.
"Allora? Hai perso la lingua,Marisa?" disse Roxanne,con tono scocciato. Marisa deglutì.
"Io…ehm..ho notato che lei e il postino….insomma.."cominciò lei,balbettando con voce flebile.
"Daniel?" disse lei,ora con davvero interesse. "Cosa c’entra Daniel? Ha fatto qualcosa di brutto?" aggiunse.
"No! Assolutamente,no!" disse lei. Bene,a quanto pare aveva riacquistato la voce.
"E cosa allora? Parli per bene perché ho del lavoro che mi aspetta." disse Roxanne,in spazientita. Incominciò a battere il piede sul pavimento,facendo capire a Marisa che il tempo scorreva velocemente.
"Nulla. Nulla Signorina. Vada a lavoro. Buon lavoro." disse lei,con voce seria.
Roxanne la guardò ancora un po’,infine,con un alzata di spalle,si girò e si incamminò verso l’ufficio. A quanto pare le piace Daniel,pensò lei. A quel pensiero non poté non sorridere. Aveva perfettamente capito cosa voleva dire Marisa. Pensava che ci fosse qualcosa tra lei e Daniel. Lei non stava con Daniel,ma non poteva dire di non esserne attratta. E,Daniel…bhè,sembrava molto attratta da lei. Entrò nel suo ufficio,pensando a Daniel.
"Basta." mormorò lei,a se stessa "Ora si lavora." aggiunse,decisa. Si sedette alla scrivania e cominciò a prendere i fogli. Non fece in tempo a firmare il primo contratto che bussarono alla porta.
"Avanti." disse lei,con voce riluttante. Quando vide sulla soglia della porta Daniel,non poté trattenere un sospiro. Lasciò i fogli che aveva in mano e si appoggiò,con i gomiti, alla scrivania,sporgendosi verso di lui.
"Stavo iniziando a pensare 'come mai non è ancora venuto?' " disse Roxanne,con voce piena di sarcasmo. Daniel sorrise e si avvicinò. Non c’era nulla che lo demoralizzava,neanche del sarcasmo acido e tagliente.
"Qualcosa non va,quest’oggi?" chiese lui,con voce dolce. Perfetto,anche la voce dolce. Cavoli,doveva lavorare!!
"Assolutamente. Solo che mi sento così lusingata visto che tutti quanti,quando si vuol stare da soli,ti impediscono di stare in disparte. Bellissimo,non trovi?" disse lei,sbuffando. Daniel rise. Lei lo fulminò con uno sguardo duro e lui cercò di trattenere altre risate. Si sedette vicino a lei,accavallò le gambe e incominciò a controllare la posta. Passarono diversi minuti in cui Roxanne continuò a guardarlo,mentre lui continuava a far finta di niente. Lei,esasperata,sospirò così forte che quel suono ruppe tutto quel silenzio come una nota stonata. Daniel,continuando a guardare la posta,sorrise e lei,in risposta,fece una smorfia.
"Si può sapere che cosa vuole?" disse lei,esasperata. Lui finì con la posta e mise sul tavolo alcune buste per lei. Oh,stava facendo il suo lavoro. Non poteva farlo con meno calma?
"Oh,grazie." disse lei,arrossendo. Poi si riprese e,cercando il tono più severo che conoscesse,disse "Ora può anche andare."
"Veramente non è solo per la posta per cui sono qui." disse lui,continuando a guardare altrove. Era così serio. Difficile a crederlo,ma era proprio così.
"E per cosa allora?" disse lei,facendo notare la sua irritazione. Possibile che oggi nessuno la volesse lasciare sola?!
"Volevo chiederle di uscire questa sera." disse lui,rialzando lo sguardo. I loro occhi si incontrarono e lei vide nei suoi una luce passare. Gioia? Euforia? Proprio non sapeva dirlo. Quel che sapeva era che non poteva aver sentito bene.
"Come,scusa?" chiese lei,cercando di fargli notare che aveva capito male. Di sicuro. Non poteva averla invitata per davvero.
"Ha capito benissimo,non crede?" ribatté lui. Allora glielo aveva chiesto per davvero! Il suo cuore,involontariamente,incominciò a battere più forte. Perché?
"Giusto." disse lei,incapace di aggiungere alto. Perché si agitava così tanto? Le piaceva Daniel? No,impossibile. A lei piaceva Andrè. Ripensò a lui e riacquisto il controllo. Alzò lo sguardo e lo guardò seria.
"Mi dispiace,ma sta sera sono già impegnata." rispose lei,rifiutando quell’invito inaspettato. Lui parve stupirsi,ma poi tornò se stesso e sorrise.
"Per questa volta è andata. Ma vedrà che presto riuscirò a convincerla." disse lui,con un sorriso strano. Lei rabbrividì. Chissà come mai,ma nulla in quella voce poteva essere tranquillizzante. Nulla.
"Ora vado,così può lavorare." disse lui,alzandosi. Si diresse alla porta e,guardandola da sopra la spalla,aggiunse "Si prenda cura di lei." ed uscì. Lei fece una smorfia,anche se era sola. Dopo due o tre ore era riuscita a finire il suo lavoro. Mancava mezz’ora alla fine  e,quindi, al ritorno a casa. Decise di prendere una pausa. Si alzò ed uscì,dirigendosi verso la macchinetta. Si prese un bel caffè ,poi,ritornò in ufficio. Ripensò a quel che aveva detto Philip in macchina. Se solo ne sapessi di più.. iniziò a pensare,ma poi si diede della sciocca: poteva fare una ricerca su internet! Decise di darla adesso tanto aveva ancora del tempo. Accese il computer e aspettò che caricasse. Nel frattempo bevve il caffè scottandosi la lingua. Quando ebbe caricato,andò su internet e digitò le parole 'Angelo Caduto'. La sua mano tremava,quando spinse Invio. Gli uscirono molti titoli,ma uno solo la colpì. Ebbene,esso diceva "Gli angeli sono tra di noi? Si,Angeli Caduti e Angeli Maledetti sono qui tra di noi." Cliccò su quel titolo e incominciò a leggere. Parlava della storia,la stessa che aveva ascoltato in macchina.
'Molti angeli caduti,e quindi cacciati dal Paradiso,arrivarono sulla terra. Ci furono scontri e lotte per tornare in Paradiso. Molto sangue angelico si versò e gli Arcangeli, non potendo sopportare questo oltraggio,decisero di dare loro una punizione. Gli angeli caduti subirono una maledizione.'
Questo era quello che diceva un paragrafo. Poi parlava delle divisioni degl’angeli. Infine trovò qualcos’altro che le fece venire la pelle d’oca.
'Gli Angeli Caduti ebbero una maledizione orribile: ogni mese,arrivati alla sera,dovevano nutrirsi di sangue. Alcuni Angeli Caduti,non essendo d’accordo,finirono per mettersi dalla parte del male. L’Arcangelo Raphael,oltraggiato da questo gesto,volle far uccidere tutti quei traditori,ma Lucifero glielo proibì. Raphael non gli uccise,ma mandò su di loro una maledizione peggiore. Gli Angeli Caduti,passati dalla parte del male,dovevano bere regolarmente,ogni sera,sangue fresco. Esattamente come vampiri. Per questo presero il nome di “Angeli Maledetti”.'
A Roxanne venne un conato di vomito. E se quello che l’altra sera fosse stato davvero Andrè? Ripensò alle parole di Philip. “Gli angeli che desiderarono persone o cose della terra furono cacciati dal Paradiso.” Infine ripensò alle parole di Andrè. “Si,sono stato impegnato,ma è successo molto tempo fa. Ormai non fa più parte della mia vita.” Roxanne aveva pensato che era impossibile dimenticarsi di qualcuno di importante,anche dopo tanto tempo. Almeno che non si tratti di…secoli e secoli. Roxanne rabbrividì. Forse stava solo diventando paranoica o,peggio ancora,pazza.
Il suo cellulare vibrò e lei si spaventò. Scoppiò a ridere,una risata isterica,prendendo il cellulare,con mani tremanti. Vide chi la stava chiamando e tornò seria. Era Andrè. Coincidenza?
"Si?" rispose al telefono,con voce calma. O almeno provò ad essere calma.
"Roxanne. Vengo a prenderti dalla redazione?"chiese la voce maschile.
"Ehm..si,certo." rispose,titubante,lei. Doveva mettere a dura prova il suo talento nel recitare.

Ecco qui il mio 14esimo capitolo! Spero vi piaccia! Presto pubblicherà il 15esimo!
Un bacione e ringrazio:

-Chi mi ha messo tra le storie preferite :

1-Angelofmylife97
2-Clari_oneD
3-jennifer_davis
4-Rowoonie
5-souleater93
6-Valerie Carstairs

Grazie mille ^^ !

-Chi mi ha messo tra le storie da ricordare :

1-patty15
2-Tattii

Grazie mille,spero che la storia vi piaccia e che voi la stiate leggendo ^^ !

-Chi mi ha messo tra le storie da seguire :

1-Silent_Warrior
2-Vehuel 
3- _Whity_

Grazie mille!!! ^^

E ringrazio coloro che hanno commentato i miei capitoli: 

1- souleater93
2- _Whity_
3- shelter
4- Rowoonie
5- Angelofmylife97

Grazie mille,davvero :')

Vi lascio,al prossimo capitolo!
Ciaaao,
con affetto la vostra Kimmie! <3

  
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