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Autore: Edelvais    01/05/2012    9 recensioni
Bene, era nella sezione E, Geoff c’era, Bridgette c’era… le sue labbra si incresparono in una smorfia quando lesse il nome del criminale nemico di Geoff. Avrebbe pagato per non avere quel teppista in classe.
“Come hanno potuto metterlo insieme a te dopo quello che ti ha fatto!”
Esclamò la mora guardando Geoff, che sorrise imbarazzato.
“Smorfiosa ficcanaso, fatti gli affari tuoi, credi che le abbia solo prese!?”
Riconobbe quella voce sgraziata e inorridì, pensando al fatto di dover avere in classe per i rimanenti due anni di liceo quel delinquente di Duncan Evans.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Vaneggiando: Ok, ammettiamolo, questa volta ho aggiornato veramente con un ritardo esorbitante. Mi faccio schifo...
Comunque sia, in questo capitolo ci sarà un flashback -scritto in corsivo -, riguardante la coppia Trent/Courtney e, prima di lanciarmi i pomodori, sappiate che in fondo ci sarà anche un momentino DxG e non disperate, questo sarà il primo e l'ultimo capitolo didecato interamente alla TxC! Parola di scout u.u
Un grazie enorme a tutti voi che mi seguite :)
Spero che questo capitolo vi piaccia ^^
Buona lettura!



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Choose what your heart suggests

 







Capitolo 27. Inutili preoccupazioni e sorprese in arrivo


Da quando Gwen e Trent avevano litigato, quest'ultimo aveva sempre cercato di ignorarla, fingendo di non conoscerla nemmeno. Non si parlavano più, non si salutavano ed evitavano persino il contatto visivo.
A Trent dispiaceva moltissimo, poiché Gwen era stata la sua ragazza fino a poco tempo prima, inoltre erano sempre stati buoni amici e rompere quel rapporto era costato molto da parte sua. In un certo senso, quasi si era pentito di averle risposto male quel giorno, in fondo il giovane aveva un cuore d'oro. Tuttavia, non aveva ancora trovato il coraggio per chiarire con lei, discutere in modo da riappacificarsi…

L'unico ostacolo era, si la timidezza, ma altresì la ragazza più invadente, perfettina e puntigliosa dell'Universo, Courtney.
Sin dal giorno in cui Gwen e l'ispanica avevano rischiato di provocare una rissa, la seconda gli era sempre stata vicina, trattandolo come un amico fidato nonostante lo avesse conosciuto da pochissimo tempo. Di conseguenza, essendo lei la peggior nemica della gotica, Trent non poteva certo far pace con Gwen se c'era lei nei paraggi.
A scuola, si vedevano sempre, chiacchierando del più e del meno e di tanto in tanto, Courtney prorompeva con delle imprecazioni dedicate solo ed esclusivamente a Duncan e Gwen.
Durante il pomeriggio, si incontravano spesso, a volte alla spiaggia oppure al parco.
Erano insomma diventati buonissimi amici, e se c'era una cosa fra le mille che li accomunava, era l'odio nei confronti di Duncan.
Stavano appunto passeggiando per il corridoio della scuola, discutendo dei propri gusti musicali, quando Heather si fiondò verso di loro, con un sorriso a trentadue denti che non prometteva nulla di buono.
<< Ciao Court, tutto bene? Da quando giri con degli sfigati? - Continuò alludendo alla presenza di Trent, e in risposta ricevette un' occhiataccia da parte dell'ispanica. - Comunque, volevo invitarvi alla mia festa di compleanno che si terrà domani sera a casa mia. >>
Courtney inarcò un sopracciglio, pensierosa. Se Heather era così tanto gentile ad invitarla al suo compleanno, ma soprattutto a chiamarla "Court", era solo per il semplice fatto che effettivamente era meglio avere la ragazza come amica, piuttosto che guadagnarsi la sua antipatia, dato che era rappresentante della consulta.
 Trent intanto taceva, indeciso su cosa rispondere.
<< D'accordo Heather. >> Sentenziò Courtney incrociando le braccia.
<< Perfetto, allora ci vediamo domani sera! >> Esclamò la mora prima di sgusciare via.
Poi l'ispanica si rivolse al chitarrista.
<< Trent, tu verrai con me, vero? >>
Il moro esitò, prima di rispondere con un balbettato: << V-va bene. >>
Courtney sorrise gioiosa.
<< Fantastico!>>
Trent annuì, convinto che forse grazie a quella ragazza, avrebbe potuto dimenticare Gwen una volta per tutte.
 
Finalmente giunse la sera della festa, e Trent aspettava dinanzi ad un cancello, camminando avanti e indietro, palesemente nervoso.
"Cosa faccio? Suono al citofono, oppure aspetto che esca?"
Pensava, fissando la piccola villetta dietro all'inferriata, sperando di vedere uscire la sua accompagnatrice.
Dopo qualche minuto, si era finalmente deciso a citofonare, quando una voce squillante catturò la sua attenzione.
<< Trent! Finalmente sei arrivato! >>
<< Ciao Court, mi dispiace, ma… ecco io… >>
<< Non sapevi si aspettarmi fuori o se citofonarmi! E' da cinque minuti che vai avanti e indietro indeciso su cosa fare! - Rise. La sua risata appariva angelica all'udito del moro, che arrossì visibilmente. - Non preoccuparti, è normale essere nervosi, dopotutto stiamo andando alla festa di compleanno di quella vipera di Heather! >>
Trent si portò una mano dietro la nuca, in evidente imbarazzo.
<< Eh già! >>
Fino a quel momento il chitarrista non aveva notato l'aspetto della giovane, la quale indossava un semplice vestito color perla, in contrasto con la sua pelle abbronzata, e delle scarpe con tacchi non eccessivamente alti, del medesimo colore; i capelli erano raccolti da un elastico, in modo da lasciarle il viso scoperto.
"Davvero bellissima", si ritrovò a pensare.
Courtney sembrò notare la sua espressione imbambolata e sorrise.
<< Trent, cosa c'è? Mi  sembri pensieroso. >>
Il ragazzo si riprese dalle sue riflessioni con un sussulto.
<< Oh, ecco… Be' la verità è che… stavo pensando a quanto ti stia bene quel vestito. >>
Ecco, l'aveva detto. Non avrebbe mai creduto di riuscire a spiccicare parola per quanto riguardava l'aspetto della giovane.
<< Oh, Trent grazie mille, sei un tesoro! >>
Delle volte Courtney poteva sembrare un po' troppo invadente e fastidiosa, ma quelle rare occasioni in cui dava prova del suo affetto, sapeva essere davvero dolce.
 
Insieme arrivarono alla casa di Heather con la macchina di Courtney, patentata da poco ma abilissima alla guida. Entrambi rimasero sorpresi dallo sfarzo e dall'eleganza che trasmetteva all'apparenza quella villa lussuosa.
Una volta accolti dalla festeggiata, ebbero modo di guardarsi attorno con curiosità, ammirando il raffinato arredamento e le magnifiche decorazioni.
Era già arrivata parecchia gente, e la maggior parte di essa stava già ballando dei lenti, musica evidentemente molto apprezzata dalle coppie.
Trent e Courtney stettero qualche minuto davanti al bancone delle vivande, parlando animatamente come era loro solito, poi due nuovi arrivati attirarono la loro attenzione.
Erano Duncan e Gwen.
<< Tsk, guarda chi si rivede -, sibilò la ragazza - vieni Trent, andiamo a divertirci, non voglio che la presenza di quei due idioti ci rovini la serata. >>
Detto questo, l'ispanica prese il chitarrista per mano, trascinandolo in pista.
Trent sorrise impacciato; poi le prese dolcemente la mano e con l'altro braccio circondò goffamente la sua vita, ritrovandosi il capo della mora appoggiato contro il suo petto.
Era strano, ma in quel momento la prima cosa che pensò non fu a Gwen, come aveva previsto, ma ad un possibile futuro fra lui e Courtney.
Così ballarono quel lento, e non fu certo l'ultimo della serata.
 
<< Court, vado a prendere da bere, tu vuoi qualcosa? >>
Chiese Trent proprio quando finì la musica.
<< No, grazie. >>
Il chitarrista si avviò verso il bancone, e tornò dalla sua accompagnatrice sorseggiando un bicchiere colmo di punch.
<< Courtney, secondo te c'è qualcosa fra Duncan e Gwen? >>
Domandò ingenuamente, sedendosi di fianco a lei. Quest'ultima sospirò amaramente.
<< E' palese che fra loro ci sia qualcosa, Trent. Come fai a non capirlo? >>
Trent annuì tristemente. << Hai ragione. >>
<< Sai, non ti devi preoccupare; Gwen si stuferà presto di quel cavernicolo. E credimi, una volta che l'avrà allontanato dalla sua vita, rimarrà sola… insomma, tutta per te. >>
<< Ma Court, io non ho detto che la rivoglio con me! Io… semplicemente le voglio troppo bene e non mi fido di quel punk. >> La ragazza sorrise comprensiva.
<< E fai bene. >>
<< Già… >>
<< Sei geloso, vero? >>
<< Oh no! Court, devi sapere che… -, balbettò cercando di farsi coraggio - la verità è che non è lei che voglio. >>
Courtney aggrottò la fronte, perplessa.
<< Sei tu, Courtney. >>
Pronunciate queste tre parole, con uno sforzo immane per via della sua timidezza, represse ogni suo impaccio, ogni suo timore, e le prese delicatamente il viso fra le mani, appoggiando le labbra sulle sue.
Tutto era come se fosse stata la prima volta, un attimo talmente intenso e magico da fargli dimenticare dove fosse e soprattutto cosa stesse facendo.
Quando si staccarono, Trent si guardò attorno sperando che Gwen non li avesse visti.
Nonostante l'avesse lasciato da molto tempo, il chitarrista provava ancora affetto per lei e gli sarebbe dispiaciuto che venisse a sapere che stava baciando la sua peggior nemica.
Il suo sguardo si fermò su una ragazza di colore che li stava osservando, capelli color del carbone e occhi della medesima tonalità; doveva essere per forza LeShawna, la nuova amica della gotica.
"Merda." Pensò amareggiato.
Poi il suo sguardo cadde di nuovo sulle iridi scure della ragazza che aveva appena baciato e, in una frazione di secondo il suo sorriso gli aveva fatto dimenticare LeShawna e il motivo per cui aveva tanto timore di essere scoperto da Gwen.
"A quel paese LeShawna." Pensò di nuovo prima di rinnovare il contatto con le labbra di Courtney, la quale non aveva ancora spiccicato parola, il suo sorriso comunicava da sé le emozioni che stava provando.
 
<< Duncan, hai sentito!? >> Esclamò Gwen tornando dal punk.
<< Cosa? >>
<< Trent e Courtney si sono… baciati! >> Continuò gesticolando nervosamente.
Duncan fece spallucce, completamente disinteressato a ciò che era appena accaduto fra la sua ex e il suo acerrimo nemico.
<< E allora? >>
<< Come puoi essere tanto indifferente? Trent… Courtney… >> Rabbrividì al solo pensiero; poi Duncan le si avvicinò, sorridendo sardonico.
<< Cosa te ne importa? Ora ci siamo solo io e te, nessun altro. >> Le sussurrò all'orecchio cingendole i fianchi.
Gwen non fece nemmeno in tempo a replicare che si ritrovò per l'ennesima volta a contatto con le labbra accoglienti di Duncan, e avvertì il calore di esse diffondersi sulle sue.
In un attimo, dimenticò cos'era successo fra Trent e Courtney e ricambiò volentieri il bacio.
<< Gwen, a che ora dovresti essere a casa? >> Domandò il punk allontanandosi improvvisamente da lei.
<< Sophie ha detto che devo essere a casa non più tardi di mezzanotte. >>
Duncan controllò l'orologio.
<< Allora sarà meglio che andiamo, manca esattamente un quarto d'ora. >>
<< Cosa!? Ma perché non mi hai detto prima che era così tardi? >>
<< Se ci muoviamo arriveremo puntuali! >>
Gwen annuì afferrando la mano del punk e trascinandolo fuori dall'abitazione dove era parcheggiata la moto. Vi salirono entrambi e, come aveva previsto Duncan, giunsero a casa della gotica proprio a mezzanotte in punto. Al che, il ragazzo l'accompagnò alla porta.
<< Duncan… non so come ringraziarti. Tranne l' "incidente" in piscina, mi sono divertita molto stasera, e devo stare attenta a non rovinare i vestiti di Heather se non voglio rischiare la morte prematura -, rise, poi le si oscurò lo sguardo, spostandolo a terra - però sono preoccupata per Trent; Courtney lo farà solo soffrire. >>
Il punk le fece sollevare delicatamente il capo.
<< Gwen, mi sembra di avertelo già detto. Non ti devi preoccupare, loro due non contano niente per noi, ricordatelo. >>
Per "noi"? Ma cosa stava farneticando?
<< D'accordo. Però vorrei chiarire una cosa con te a proposito del "noi"… >>
Non riuscì a terminare la frase che Duncan le appoggiò un dito sulle labbra, zittendola.
<< No mia cara, di questo ne parleremo sabato. Ci sarà una bella sorpresina ad attenderti, vedrai. Però, ogni cosa a suo tempo. >> Mormorò sorridendo.
Le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sfiorò la sua fronte con le labbra, per poi voltarsi e sparire nel buio, lasciando Gwen, sola con le sue riflessioni.
"Non ce la farò mai ad arrivare a sabato senza morire di curiosità…" Pensò entrando in casa.




   
 
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