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Autore: eugeal    01/05/2012    1 recensioni
"... la leggenda si e' diffusa lo stesso.
La leggenda che narra di una grotta incantata sotto il mare e degli occhi di una fanciulla, la leggenda della Casa della Sirena."

Questa è una storia che ho scritto nel '98 e mi sono accorta solo ora di non averla mai postata qui, spero che vi piaccia anche se è un po' datata.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Casa della Sirena


Acqua, acqua tutt'intorno al mio corpo.
Gocce d'acqua che scintillano come perle mentre cadono, gocce che si trasformano in cerchi concentrici appena toccano la superficie, gocce gelide sulla mia pelle.
La luce nella grotta e' quasi azzurra e non abbastanza forte da rivelare tutti i particolari del magico mondo creato dalle stalattiti.
L'acqua della polla e' calma e profonda. E' collegata al mare, ma le correnti non bastano a formare le onde. Solo la costante e ininterrotta pioggia delle gocce d'acqua che cadono dalle stalattiti riesce ad increspare la superficie.
E' un posto quasi magico e solo io lo conosco.
E' la mia casa.
In passato qualcuno e' stato qui, ma solo un uomo e' riuscito a tornare a riva.
Nessuno gli ha mai creduto, ma la leggenda si e' diffusa lo stesso.
La leggenda che narra di una grotta incantata sotto il mare e degli occhi di una fanciulla, la leggenda della Casa della Sirena.
Muovo pigramente la mia coda nell'acqua, restando seduta su una roccia e osservo i bagliori e i riflessi che sprigiona.
Due o tre pesciolini si avvicinano curiosi, poi schizzano via quando muovo di nuovo la coda.
Gli esseri umani sono strani, cosi' simili a noi nella parte superiore del corpo, ma cosi' diversi in quella inferiore...
Nuotano goffamente e hanno pochissima resistenza senza aria.
Ne ho conosciuti molti, ma ancora non riesco a capirli del tutto...
Guardo l'acqua sotto di me, come cambia di colore man mano che aumenta la profondita', fisso il punto dove diventa blu scuro, il punto piu' profondo.
E' li' che riposa cio' che resta degli esseri umani che ho conosciuto: bianche ossa rese lucide dal tempo e levigate dal mare.
Non volevo che morissero, volevo solo qualcuno con cui condividere la mia solitudine e loro sembravano felici di essere con me, come se fossero incantati dai miei occhi e dal mio canto.
Purtroppo dopo pochi anni cominciavano a cambiare, il loro corpo avvizziva, i capelli diventavano bianchi e poi morivano.
Allora dovevo cercarne un altro, trovare un compagno nuovo per cercare di far sopravvivere la nostra specie.
Siamo rimasti in pochi ormai, e per trovare un compagno che sia come me dovrei viaggiare a lungo, abbandonare la mia casa come hanno fatto tutte le altre sirene.
Non ci riesco.
Questa grotta ormai e' la mia casa, mi tiene prigioniera col suo fascino magico, cosi' come io incanto gli esseri umani con la mia voce.
Non potrei vivere in un altro posto.
Forse un giorno riusciro' ad avere un figlio con un essere umano, un figlio che contribuira' alla sopravvivenza della nostra specie, forse no.
In ogni caso non lascero' la mia casa.
Salto in acqua e nuoto verso il fondale, poi mi giro lentamente sulla schiena e resto a osservare i cerchi sulla superficie provocati dal mio tuffo che piano piano si attenuano e scompaiono. Poi osservo il movimento delle bollicine d'aria del mio respiro, che salgono fino a ricongiungersi con l'aria nella grotta.
Le chiamo "la pioggia d'aria" perche' si comportano esattamente come le gocce d'acqua che cadono dalle stalattiti per unirsi al mare.
Ogni cosa si riunisce a quelle simili a lei.
Tutto.
Tranne me.
Riprendo a nuotare e cerco l'apertura che collega la grotta con il mare.
Sono stata sola per troppo tempo...
Devo cercare un altro essere umano: ho bisogno di un nuovo compagno.
   
 
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