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Autore: jas_    03/05/2012    29 recensioni
«Visto che le piace così tanto fare l’insegnante, credo che non le dispiaccia se dovrà dare ripetizioni di matematica a Malik che non ha ancora preso una sufficienza dall’inizio dell’anno» osservò Miss Barely, con uno strano sorriso dipinto sul volto, come se fosse fiera dell'idea che aveva appena avuto.
«Sta scherzando spero!» sbottai alzandomi di scatto dalla sedia.
Avrei dovuto spendere il mio prezioso tempo a spiegare a quello lì, che si atteggiava come se fosse Dio sceso in terra, perchè qualcunque numero moltiplicato per zero facesse, appunto, zero?
Pensai tra me e me indignata.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stavo ancora spazzolando accuratamente i miei capelli color castano chiaro quando sentii il campanello di casa mia suonare e successivamente mia mamma gridare.
«Amanda è per te!»
Lanciai un’occhiata all’orologio che segnava appena le sette e un quarto, troppo presto perché fosse Zayn, eppure il sorriso che aveva stampato mia madre in volto quando fece capolino alla porta del bagno lasciava intendere tutt’altro.
«E’ Zayn» continuò raggiante.
La guardai confusa per alcuni secondi prima di buttare la spazzola nel cassetto e lavarmi velocemente i denti.
«Uscite insieme?» continuò mia madre, non prestando attenzione al fatto che stesse facendo un monologo e che io non avevo ancora detto niente. Per poco non mi strozzai con il dentifricio; mi sciaquai la bocca e chiusi il rubinetto prima di rispondere.
«Andiamo a scuola insieme» spiegai.
«Alle sette e un quarto di mattina? Mi sembra un po’ prestino.»
Alzai gli occhi al cielo e uscii dal bagno dirigendomi in camera mia senza darle una risposta. Erano due giorni che mia madre insisteva particolarmente sull’argomento “Zayn”, soprattutto da quando lui la mattina precedente mi aveva portato il pane a casa e avevano fatto conoscenza. Da allora sembrava essersi innamorata di quel sorriso rassicurante, di quella pelle ambrata e di quegli occhi color cioccolato. Non faceva altro che chiedermi di “quel giovanotto” e cosa ci fosse esattamente tra di noi, nonostante la mia risposta fosse sempre stata una sola e cioè “niente”.
«Allora, ti decidi a parlare?» mi spronò ancora una volta.
Sbuffai mettendomi una felpa larga e prendendo la borsa appoggiata sulla sedia, «niente mamma, un bel niente.»
Lei si buttò sul letto visibilmente scocciata, «sto cercando di avere una normale conversazione con mia figlia, vorrei cercare di capire cosa ti passa per la testa e farti capire che con me puoi parlare, ma non mi dici niente!» piagnucolò.
La osservai confusa per alcuni secondi, il rapporto con mia madre non era mai stato dei migliori, non litigavamo né niente ma diciamo che non le raccontavo niente della mia vita fatta eccezione dei voti che prendevo a scuola e delle verifiche che era tenuta a firmare. Non che la odiassi, ma non mi ero mai sentita di raccontarle le mie cose, come invece si vedeva fare in tutti i telefilm di questo mondo. E l’interesse che sembrava nutrire negli ultimi tempi verso i fatti miei mi lasciava sorpresa, non sapevo come comportarmi, non avevo davvero qualcosa da raccontarle ma anche se fosse stato non me la sarei sentita, mi sarebbe sembrato troppo strano. E poi, mia mamma aveva più di quarant’anni, avevo i miei dubbi che riuscisse a capirmi, e avevo il timore di dire qualcosa di sbagliato che l’avrebbe delusa o fatta arrabbiare con la conseguenza di finire in punizione.
«Non c’è niente mamma» dissi flebilmente, «io e Zayn siamo soltanto amici, niente di più né niente di meno. Sono stata costretta a dargli ripetizioni per una verifica che avremo dopodomani, dal suo esito dipenderà la mia borsa di studio per Parigi e mi sto impegnando al massimo sia per mantenere una media alta per far sì che lui vada bene a questo test perché ne dipende il mio futuro. Quindi non c’è niente tra di noi, lui è il più popolare della scuola e io un fantasma per la maggior parte dei miei compagni, non vedo perché debba succedere qualcosa tra noi due. E’ carino e simpatico, certo, ma non ci metto la mano sul fuoco che dopo che avremo fatto la verifica mi rivolgerà ancora la parola e mi saluterà quando mi incontrerà per i corridoi come fa adesso.»
Mi lasciai andare ad un sospiro sconsolato e stranamente mi sentivo più leggera, come se mi fossi tolta un peso di dosso dicendo ad alta voce quelle cose che avevo sempre pensato. Guardai per alcuni istante mia madre, visibilmente dispiaciuta da ciò che avevo appena detto, tutta la sua curiosità e spensieratezza di prima aveva lasciato spazio a una maschera di tristezza. Le sorrisi leggermente, alzando un angolo della bocca prima di guardare le lancette dell’orologio che segnavano le sette e venticinque. Zayn era di sotto ad aspettarmi da dieci minuti e forse era giunta l’ora di andare.
«Adesso devo scappare che sono in ritardo» le dissi, «ci vediamo stasera» e con quelle parole uscii dalla stanza.
Scesi le scale di fretta e furia rischiando di andare a sbattere addosso a Zayn che mi aspettava seduto infondo ad essere.
«Era ora!» mi disse alzandosi e dandomi un bacio sulla guancia come se niente fosse.
Sentii un brivido partire dal punto in cui le sue labbra avevano toccato la mia pelle ed espandersi in tutto il mio corpo. Avevo una strana sensazione all’altezza dello stomaco, forse erano le cosiddette farfalle di cui tanto si sentiva parlare in giro ma in quel momento il mio cervello era rimasto indietro di alcuni secondi per pensare davvero.
«Esistono anche le sedie in questa casa» osservai, quando riuscii a riappropriarmi della capacità di parlare.
Zayn sorrise prima di dirigersi verso la porta, «ci conviene andare se non vogliamo fare ritardo. Alla prima ora c’è matematica.»
Annuii sorridendo prima di seguirlo fuori di casa.
Mi sentivo strana quel giorno, ero stranamente allegra e la presenza di Zayn mi rendeva più nervosa del solito. Lo osservavo di soppiatto con la coda dell’occhio, stando attenta a non farmi cogliere in flagrante, e non potevo fare a meno di pensare a quanto fosse bello ma allo stesso tempo a quanto fosse impossibile che uno come lui, che poteva avere tutte le ragazze che desiderava, stesse a perdere tempo con una come me.
«Andiamo da Starbucks?»
La voce di Zayn interruppe il mio flusso di pensieri, girai velocemente la testa davanti a me ma era sicuro che si fosse accorto che lo stavo osservando. Annuii insicura prima di seguirlo all’interno del locale.
«Cosa prendi?» mi domandò, estraendo il portafoglio dalla tasca posteriore dei jeans.
Alzai la testa verso il menu appeso in cima al muro, «una spremuta d’arancia e un muffin con la mela e la cannella.»
«Niente caffè?» chiese, prendendo una banconota da cinquanta sterline.
Scossi la testa, «sono già abbastanza schizzata di mio.»
Zayn sorrise, «me lo dice sempre anche mia mamma, ma io lo bevo lo stesso.»
«Infatti si vede» lo presi in giro, prima che lui mi mandasse a prendere il posto.
Era una situazione assurda, quella, e completamente nuova per me.
A volte mi sentivo a disagio con Zayn, imbarazzata e impacciata, proprio come una bambina; poi l’attimo dopo ero sfacciata e insolente, lo prendevo in giro e scherzavamo come amici di vecchia data. Non mi era mai capitata una cosa del genere, non che avessi avuto molto a che fare col sesso opposto in passato ma anche le mie poche esperienze trascorse non potevano essere paragonate neanche lontanamente a quella.
Smisi di riempirmi la testa di paranoie quando vidi Zayn avvicinarsi al tavolo con un vassoio colmo di roba.
«Hai svaligiato Starbucks?» gli chiesi, spostando leggermente una sedia vuota così da farlo passare.
«Mi servono zuccheri e caffeina per svegliarmi» si difese, porgendomi la spremuta e il muffin mentre lui si impossessava dei restanti caffè, pancake, muffin e spremuta.
Cominciammo a mangiare in silenzio, l’unica cosa che ci impediva di sentire le mosche volare era il chiacchiericcio di fondo provocato dagli altri clienti. Fu lui il primo a parlare, con la bocca piena.
«Quando ci troviamo per matematica? La verifica è mercoledì.»
Bevvi un sorso della mia spremuta, mandando giù insieme ad essa il dispiacere che avevo sentito quando di nuovo, la dura verità, mi aveva colpita come un macigno in pieno petto. Avevo sperato che avremmo cominciato a parlare del più e del meno, come due amici, o almeno conoscenti, invece l’argomento clou era la matematica. Cominciavo seriamente a pensare che il motivo per cui Zayn avesse deciso di fare pace con me era per passare l’esame ed evitare di dover ripetere l’anno. Mi sentivo usata e presa in giro, ma più di tutto una stupida. Per aver creduto che da delle semplici ripetizioni sarebbe potuto nascere qualcosa, invece, se a volte mi sembrava che fosse vero – come il nostro quasi bacio a scuola – subito dopo succedeva qualcosa che ribaltava la situazione, facendomi capire che stavo sbagliando tutto.
Ero una frana in tutto ciò che riguardava il sesso opposto, anzi, ero una frana in tutto ciò che non riguardava la scuola, solo lì ero in grado di brillare.
«Quando preferisci» borbottai semplicemente, cominciando a giocherellare con la busta di zucchero ormai vuota.
«Mi ha scritto Mercy ieri sera» disse, come se niente fosse.
Alzai di scatto lo sguardo, incontrando il suo, così profondo e limpido. Rimasi in silenzio, in attesa che lui continuasse a parlare, non poteva sganciare una bomba del genere e poi starsene lì con le mani in mano. Stavo morendo dalla curiosità ma Zayn non sembrava avere intenzione di fare qualcosa.
«E..?» lo spronai.
«E.. Niente. Ho voluto dirtelo perché nel caso debba ancora importunarti e rinfacciarti qualcosa tu sia già pronta. Voglio essere sincero con te, Amanda, come te lo sei stata con me anche se mi ci è voluto un po’ a capirlo e..» si bloccò.
Avevo il cuore che batteva a mille, e per quanto Zayn mi mettesse in agitazione, la tachicardia non era esattamente dovuta a quello, almeno per quella volta. Stavo morendo dalla curiosità, odiavo rimanere sulle spine e nonostante il locale affollato, le voci della gente mi sembravano soltanto un suono lontano.
Alzai le sopracciglia sporgendomi leggermente verso di lui, incitandolo silenziosamente a finire di parlare.
«E voglio che tu sappia che sei molto di più di quello che pensi. Credi di essere bruttina, impedita e impacciata ma non sei niente di tutto questo. Beh, forse un po’ impacciata sì, ma io ti trovo adorabile. Ma a parte questo io ti trovo perfetta. Sei bella, simpatica, divertente, e pagherei oro per avere un decimo della tua intelligenza. Non so che razza di specchio hai a casa, o che criterio utilizzi per misurare le tue capacità ma volevo solo farti capire, esplicitamente, che tra noi due quello fortunato sono io. Devi smetterla di sminuirti e sottovalutarti così perché finirai per convincere anche gli altri di cose che non sono assolutamente vere.»
Zayn si lasciò andare addosso allo schienale della sedia, come se fosse reduce da uno sforzo sovrumano. Io, nel frattempo, ero rimasta con il fiato sospeso, un po’ per la sorpresa e un po’ per il piacere nel sentire quelle parole. Mi chiedevo chi avesse dato a Zayn la dote dell’onniscienza, sembrava avermi letto nella mente e avermi detto le cose che speravo sentirmi dire.
«Quale strano potere hai, Malik?» gli domandai, in imbarazzo.
Zayn scosse la testa, sorridendo, «vuoi veramente saperlo?»
Annuii con foga, in preda all’ansia dalla risposta che avrei ricevuto.
«Le pareti di casa tua sono fatte di cartongesso, probabilmente stamattina la porta di camera tua era socchiusa e la tua voce è piuttosto squillante» spiegò.
Rimasi esterrefatta da quelle parole, non potevo crederci. Non sapevo se essere più arrabbiata con me stessa per avere detto quelle cose senza preoccuparmi del fatto che Zayn fosse al piano inferiore oppure per aver capito che quelle parole molto probabilmente non erano così vere come credevo fossero fino ad alcuni secondi prima.
«Senti Amanda», Zayn prese le mie mani tra le sue, sporgendosi leggermente verso di me, «anche se non ti avessi sentita, quelle cose le avrei pensate comunque soltanto che non te le avrei dette, o almeno non così apertamente e forse così subito. Non c’è niente di male nell’esternare i propri dubbi e le proprie paure, sappi soltanto che giovedì io ti saluterò ancora quando ti vedrò a scuola, continuerò a parlarti come faccio adesso e potremo uscire insieme tutte le volte che vorrai, se non sarai tu a stancarti di me.»
Sorrisi a quelle parole e non riuscii a non arrossire, abbassando lo sguardo imbarazzata.
«E se non passi l’esame?» domandai.
«Beh, in quel caso sarei costretto a punirti per non aver operato secondo la diligenza professionale che ti è stata richiesta dalla Barely.»
Annuii seria, «mi sembra giusto.»
Finii in un boccone il restante muffin che avevo lasciato e Zayn bevve tutta d’un sorso la spremuta.
«Allora, andiamo?» mi domandò.
Presi le mie cose ed insieme uscimmo fuori dal locale. Le strade erano abbastanza affollate e i marciapiedi colmi di studenti che si dirigevano verso la scuola.
Intravidi alcuni metri davanti a noi la coda perfetta di Mercy e la sua andatura composta. Sentii la rabbia ribollirmi dentro e strinsi le mani in due pugni per cercare di scaricarla in qualche modo. La sola vista di quelle lunghe gambe snelle e di quell’atteggiamento superiore mi mandava in bestia e mi cambiava l’umore. Rallentai leggermente il passo per evitare di avvicinarmi troppo, se non di sorpassarla. Zayn mi assecondò senza tuttavia evitare di voltarsi nella mia direzione e di guardarmi con fare interrogativo. Feci finta di niente ma lui seguì il mio sguardo fino ad accorgersi della presenza di Mercy.
Con la coda dell’occhio mi fu impossibile capire che espressione avesse fatto alla sua vista, ma di una cosa ero certa: sentii le sue dita intrecciarsi con le mie.

 

***


STO AGGIORNANDO, NON E' UN MIRAGGIO!
Chiedo scusa per il capitolo un po' insensato ma sto seriamente cominciando a chiedermi a cosa mi serva la scaletta se poi quando scrivo ribalto tutto HAHAHA
Diciamo che i fatti che accadono, anzi, le paranoie di Amanda, sono causate dall'episodio di Glee che ho visto oggi pomeriggio in cui Quinn si fa i complessi col rastone cristiano uù
Come al solito non ho riletto, ho appena finito di scrivere e di guardare Grey's Anatomy quindi chiedo perdono per eventuali errori.
Il TAAANTO atteso bacio Zamanda non è ancora arrivato, sto aspettando il momento giusto che non so neanch'io quand'è ma spero presto altrimenti mi uccidete e.. basta.
Per vostra fortuna/sfortuna adesso non vado più da nessuna parte fino a Luglio ma gli aggiornamenti credo che saranno comunque così lontani l'uno dall'altro perché non ho capitoli pronti, sono stra piena di roba a scuola e il tempo libero che ho lo passo in giro dato che finalmente sembra essere arrivato il caldo :D
Comunque mi sono preposta di finire la fan fiction prima di scomparire dal fandom per un po' quindi don't worry :)
Siete stupende,
Jas

   
 
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