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Autore: SmartisPanda    27/11/2006    21 recensioni
AVEVO DIMENTICATO UN CAPITOLO!!! A PARER MIO ERA MOLTO CARINA COME SCENA^^ SE VOLETE LEGGERLA è SEGNATA COME ULTIMO CAPITOLO...ANCHE SE IN REALTà ERA IL 23° In qst fanfic Ed è il personaggio principale, dovrà vedersela con molti pericoli e sopratutto col Primo Alchimista. il più potente e sopratutto il primo fra gli Alchimisti, sembra che lui abbia inventato la maggior parte dell'alchimia. il Primo Alchimista è entrato nel corpo di Ed e moltissime persone, fra cui suo padre, vogliono possedere il suo potere, il povero Ed si ritroverà nei guai, in guai mooolto grossi. spero che vi piaccia^^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Era ora che il nostro piccolo…ehm ehm… (qui è comparso un nervo sulla tempia di Ed) …scusa Ed…che il nostro fagiolino…Ed: grrr (altri nervi) …SCUSA! ^^’…insomma, che il nostro Ed facesse un piccolo passo avanti…non ho usato la parola “piccolo” su qualcun altro…^^)

Erano a casa della zia da una settimana. Il cielo era sereno, gli uccellini cinguettavano pigramente,le nuvole si spostavano pigramente verso l’orizzonte, ma si vedeva chiaramente che tra qualche giorno ci sarebbe stato un temporale, il vento aveva iniziato ad alzarsi e al di là delle montagne s’intravedevano delle nuvole grigie. Era giunto il momento di ripartire, dopotutto erano solo venuti per aggiustare l’auto-mail di Ed, non volevano approfittare dell’ospitalità più d’un tanto, erano lì da una settimana, un periodo troppo lungo e il fratello maggiore dei fratelli Elric stava già impazzendo dato che non aveva più libri da leggere. Un ragazzo dai capelli biondi uscì dalla porta, con una valigia in mano, i suoi occhi d’orati guardarono il paesaggio, sospirando. Un’enorme armatura gli venne dietro e dietro di lui un omaccione grande e grosso della sua stessa stazza.

-ciao a tutti.- disse Alphonse, la zia venne fuori a salutarli.

-evitate di morire…soprattutto tu nanerottolo.- tutti si zittirono, Ed stava prendendo fuoco dalla rabbia…si voltò, venne trattenuto da Armstrong per evitare che saltasse addosso alla vecchietta.

-sta tranquilla che non morirò prima di te vecchio fagiolo!-le urlò contro.

-che cosa hai detto?- chiese la zia iniziando a surriscaldarsi anche lei, Al volle cambiare argomento, mentre il fratello gridava:

-fatti sotto barattolo!- Al chiese:

-scusa, Winry dov’è?- questo parve calmare il fratello maggiore, il quale divenne tetro, un’ombra calò sul suo volto e non si mosse più, rimanendo appeso alla mano possente di Armstrong che lo sollevava leggermente da terra.

-già, neanche io l’ho vista- disse l’omaccione.

-sta mettendo via gli oggetti che ha utilizzato per mettere a posto il braccio del microbo- (altra sfuriata di Ed) - e poi credo che andrà direttamente a letto, ha lavorato tutta notte dopotutto.-

-oh, salutacela, per favore.- disse Al. Il fratello maggiore si liberò dalla presa di Armstrong, prese la propria valigia e s’incamminò verso il sentiero che avevano attraversato molte volte per andarsene.

-ma lasciala perdere! Almeno non sentirò la sua vocetta che mi dice “oh Ed stai attento all’auto-mail, mi raccomando, difendilo a costo della vita, non rovinarlo!” come se fosse più importante il mio braccio che la mia vita- tutti fissarono il ragazzo che non si voltò per l’ultimo saluto, alzò leggermente la mano, ma non si voltò.

Un minuto dopo che avevano lasciato la casa...

-fratellone?…va tutto bene?…- chiese cauto Al., Ed era in una fase di…depressione totale! Guardava il sentiero senza alzare la testa e ogni tanto gemeva di frustrazione, come se volesse mettersi a piangere, Al cominciava a preoccuparsi per la salute del fratello, secondo lui aveva mangiato troppo, non sapeva cosa stesse frullando nella sua testa.

-sta zitto…-mugugnò. Al non sapeva cosa stesse capitando al fratello, fino a qualche minuto prima non vedeva l’ora di andarsene…non capiva perché era in quello stato, ma poi il fratello si riprese, ma era bianco come un lenzuolo e iniziò a sudare.

-fratellone…stai bene?- Al sperò che non stesse per svenire o per dare di stomaco.

-Al…-gemette, era inorridito.

-che c’è?- chiese preoccupato il fratellino.

-ho…ho dimenticato l’orologio di alchimista di stato da Winry.- Al non poté essere più sconvolto, Ed appoggiò velocemente la valigia a terra e corse indietro, mentre il fratello minore gli gridava:

-CORRI! PRESTO!-sapevano entrambi che se qualcosa di meccanico capitava nelle mani dell’amica, per quell’oggetto era la fine e non avevano tempo per aspettare che lo rimontasse vite per molla. Ma mentre correva sorrise fra sé, era una scusa perfetta, bisognava dire che era un ottimo attore, non si credeva tanto bugiardo, gli dispiaceva tenere nascosta una cosa al fratello…ma si vergognava terribilmente. Il suo mantello rosso si spostò nella corsa, mostrando che nella tasca c’era qualcosa che brillava: l’orologio. Corse a perdifiato fino alla casa che aveva appena lasciato, la zia gli stava chiedendo:

-hai dimenticato qualcosa?- che lui stava già salendo le scale. –come non detto.- disse fra sé Pinako. A metà rampa scivolò su un gradino.

BOOOOM!

Cadde col naso su uno scalino, facendosi un male tremendo, ma si rialzò stramaledicendo lo scalino su cui inciampava sempre, per fortuna non si era rotto nulla. Corse verso l’unica porta chiusa e la spalancò. Una ragazza della sua stessa età, si voltò, i lunghi capelli biondi si mossero col suo movimento, leggermente spaventata per quell’entrata improvvisa.

-Ed…meno male che sei qua!-gli disse con un sorriso, lui chiuse la porta dietro di sé e iniziò ad avanzare, sapeva cosa doveva fare, sapeva cosa voleva veramente, sapeva che se non lo faceva in quel momento non ci sarebbe più riuscito. Dopotutto ci aveva provato tante volte, ma si era sempre tirato indietro. Winry afferrò qualcosa sul tavolo e con un’espressione mortificata s’avvicinò di qualche passo. –scusami, mi ero dimenticata di metterti una…- non l’ascoltò nemmeno, le afferrò la mano velocemente, la ragazza non capì più nulla. Una vite cadde a terra dalla sua mano, interrompendo il silenzio che si creò. Non l’aveva mai fatto, non credeva che ce l’avrebbe fatta, lei era paralizzata, ma lui era un po’ goffo…dopotutto non aveva mai baciato una ragazza. “che cosa sta succedendo?” si domandò la ragazza, sentiva le labbra del ragazzo sulle sue, cosa stava succedendo all’amico?…però…si stava facendo quelle domande, ma cos’era quella sensazione alla stomaco, il cuore che le batteva come quando lui le regalava un sorriso…cosa stava succedendo a lei? Sentì che prese contro al tavolo, l’aveva spinta fin lì, senza che lei se ne accorgesse, appoggiò le mani sul tavolo istintivamente e lui fece altrettanto, come se volesse bloccarla o baciarla di più. Poi lei ricambiò, infine, il suo bacio. Il suo cuore le disse di calmarsi, quello era quello che desiderava… non avrebbe mai immaginato che i baci di Ed fossero così dolci, anche se un po’ goffi… le venne un dubbio: quello era il primo bacio del ragazzo? Il suo lo era sicuro, ma dopotutto lui viaggiava di continuo, di ragazze ne aveva viste, sicuramente, a migliaia…eppure quell’aspetto goffo le fece capire che forse era il suo vero primo bacio. Mise le proprie braccia attorno al suo collo e iniziarono a baciarsi più appassionatamente, sentì che le sue gote erano in fiamme, forse stava arrossendo a vista d’occhio, sapeva solo che il suo cuore batteva come non aveva mai battuto. I baci si fecero più intensi, il ragazzo si staccò e la baciò sul collo…questo le diede un brivido piacevole, non capiva il perché lo stesse baciando, ma il suo cuore le urlava che…no!…non era vero!…che lei…non poteva essere! Lo conosceva da una vita, com’era possibile che lei…lo amava?

Iniziarono a baciarsi sulle labbra, poi…

-EDWARD ELRIC!!!!!!!!!!-venne un urlo da dietro di loro. Si pietrificarono entrambi, entrano entrambi rossi come peperoni, si voltarono verso la porta con orrore…ma quella era chiusa…

-CI SONO AL E ARMTRONG CHE TI STANNO ASPETTANDO! MUOVITI!- riconobbero la voce…la zia, si guardarono entrambi erano molto buffi così rossi, ma si guardarono male: era chiaro che ci sarebbe stato qualcosa a fermarli…ma poi Winry decise di baciarlo di nuovo come saluto, gli prese la maglia nera e tirò verso se stessa, lui seguì quel movimento e si ritrovò a baciarla di nuovo…sentì le sue braccia avvolgerla, le sue mani sulla schiena, lei le appoggiò sulle sue guance, i suoi capelli le solleticarono le dita, ma poi il bacio si fece più intenso, come prima, solo che…

-EDWARD!!!- gridò nuovamente la zia “maledetta nana” pensò con rabbia Ed, appoggiando la propria fronte su quella della ragazza, senza guardarla, non ne aveva il coraggio, era troppo imbarazzato “Non poteva rompere in un altro momento? No, naturalmente.” Prima che ricadessero nella trappola in cui si erano cacciati, Ed prese la mano di Winry e la scostò dal proprio viso, le accarezzò una guancia, lei lo guardò con occhi innocenti, di solito era manesca, fissata…proprio come lui… anche se su casi diversi avevano quasi le stesse caratteristiche. Le toccò le labbra rosee con il pollice e si voltò. Ma volle staccare ma mano dalla sua il più tardi possibile, quando entrambe le braccia furono tese le lasciò la mano.

Winry prese a tremare, non ne sapeva il motivo, seppe solo che prese a tremare a vista d’occhio, lui non la vide, si stava già dirigendo verso la porta. Prese a sudare, non ne seppe la ragione…ma quando Ed fu abbastanza vicino alla porta sentì che doveva chiedergli una cosa, una cosa che per lei era molto importante. Ed aveva già messo una mano sulla maniglia quando…

-Ed…- ma lo disse con voce spezzata, delle lacrime iniziarono a rigarle il volto, appena il ragazzo si rivoltò verso di lei rimase pietrificato nel vedere quelle lacrime, stava per dirle qualcosa quando lei si decise e parlò per prima, ma si mise una mano davanti alla bocca per non singhiozzare. –Ed…tornerai ancora?- il ragazzo stette zitto –ogni volta che lasci questa casa…ogni volta che sorpassi quella porta…io ho sempre…ho sempre avuto…paura. Paura di non rivederti, paura di non rincontrarti più…Ed io…- ma le sue parole le si strozzarono in gola, si coprì il volto con le mani, non voleva che Ed la vedesse in quello stato, finché…delle braccia l’avvolsero e la strinsero, istintivamente mise le mani sul petto di Ed, vicino alle sue spalle…il quale la strinse forte. Era basso, ma riusciva ad abbracciarla forte, stringerla a sé e darle calore e difesa.

-ti prometto che tornerò.- queste parole la colpirono come se le avesse dato un pugno nello stomaco –ti prometto sulla mia vita che tornerò da te, fosse l’ultima cosa che faccio.- questo le causò altre lacrime che soffocò nel suo abito, sentendo il suo odore, l’odore che amava.

-EDWARD!- urlò di nuovo la zia dal piano di sotto –SE NON VIENI SUBITO VENGO Lì E TI PRENDO A CALC…-

-ARRIVO VECCHIA MEGERA CHE NON SEI ALTRO!-

-COSA HAI DETTO MOCCIOSETTO?!- a questo stette zitto, si staccò dalla ragazza che amava da anni, per anni si era bloccato per una promessa…ma il suo cuore era stato un folle, voleva seguirlo e diventare folle anche lui e infrangere, per un pezzo, quella promessa, una promessa che gli era costata molto. Stava per allontanarsi, ma non ce la fece, la baciò di nuovo e corse via, trattenne le lacrime, non era caduto così in basso. Si trattenne. Uscì salutando sgarbatamente la zia, la quale lo salutò nello stesso modo e lasciò la casa con la ramanzina che lo seguì per vari metri.

Raggiunse Al e Armstrong, correndo, senza guardarli in faccia. non voleva che Al lo vedesse in quello stato e nemmeno voleva avere la tentazione di ritornare in quella stanza.

-scusate il ritardo, ci ho messo un po’ per…che c’è?- li aveva guardati…entrambi lo guardavano con la bocca spalancata, pietrificati, allibiti…come se gli fosse spuntata un’altra testa. Ma loro non risposero, continuavano a guardarlo increduli. Si voltò verso la casa. Voleva vederla un’ultima volta prima di partire, sapeva che ci sarebbe ritornato molto presto. Da lì poteva vedere la finestra di Winry, notò che la ragazza la vedeva ancora, era immobile, appoggiata al tavolo e si toccava le labbra, poi si voltò e sparì dalla sua vista fuori dalla sua stanza. Sospirò…ma poi capì…era terrorizzato, sconvolto…si voltò verso i compagni, loro non avevano cambiato espressione, lui si rivoltò verso la casa, con lo sguardo verso la finestra, poi rifissò i compagni di viaggio…con orrore…

-voi…avete…visto…qualcosa?- entrambi annuirono, ma rimanendo con la stessa faccia ebete, lui si pietrificò, iniziò a sudare. –qualcosa di…importante?- annuirono di nuovo –sconvolgente?- annuirono di nuovo e lui iniziò a sudare di più e diventò sempre più rosso. –posso sapere…cosa?- chiese, non voleva tradirsi da solo…

-fratellone…tu…hai…hai…-

-bravissimo signor Edward!- disse Armstrong afferrandolo per la vita e facendogli fare un volo, come se fosse un neonato, poi lo strinse, facendogli scricchiolare qualche osso.

-mi metta giù!- esclamò, poi lo abbracciò in modo da spezzargli due o tre costole.

-aaah la gioventù…anch’io ero come voi, spensierato, un bel uomo con un bellissimo fisico. Anch’io mi sono innamorato, sapete?-

-qui non si è innamorato proprio nessuno!- urlò.

-non menta signor Edward…- disse mollandolo e incamminandosi. –potrebbe diventare sua moglie, sa?-

-CHIUDA IL BECCO!-

-signor Edward! Si controlli!- disse voltandosi e facendo in modo di rendere più visibili i muscoli, lui arretrò, un po’ preoccupato.

-ma certo, ma certo…mi scusi, mi sono lasciato un po’ andare.- disse ridendo, quando in fondo al cuore voleva sgonfiargli muscolo per muscolo. Ma, poi, Ed guardò il fratellino, il quale se ne stava in disparte. –andiamo, stiamo perdendo tempo in sciocchezze…- e s’incamminò, senza guardare in faccia il fratello…non sapeva se si ricordava ancora della sua promessa, ma se la ricordava…era fregato…in parte l’aveva infranta…
  
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