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Autore: kaos3003    06/05/2012    2 recensioni
Trittico di scene Snarry per la scoperta di un rapporto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Harry/Severus
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Titolo: So many words are left unspoken
Fandom: Harry Potter
Personaggio/Coppia: Severus/Harry
Beta reader: kimbnr
Prompt: 033-Troppo per FanFic100_ita, “stella cometa” per fanworld
Rating: verde (per tutti)
Genere: introspettivo, romantico, spaventosamente fluff
Avvertimenti: slash, relazione adulto/minore
Conteggio Parole: 540 (calcolatore)
Disclaimer: i personaggi appartengono a JK Rowling e a chi ne detiene i diritti legali. Questa storia non ha nessuno scopo di lucro.
Riassunto: La pesante cappa dell'afa estiva soffoca tutto, eppure c'è sempre posto per un'epifania, per una cometa che, leggera, attraversa la mente e l'orgoglio.
Note: Il titolo è preso dalla canzone “Star” dei Simply Red. La storia è ambientata in un ipotetico ottavo anno, senza però tenere conto del finale del settimo libro.
La storia è stata pubblicata il 6/08/10 su Nocturne Alley e Amaranth Tales e consta di tre parti.
Tabella: qui

“La signorina Weasley le sta sempre molto vicino.”
Harry sbatté le palpebre, confuso. Era ormai la quarta notte che si incontravano nel giardino della Tana e solitamente trascorrevano quelle ore in completo silenzio. Eppure ora Severus se ne usciva con quella frase senza un motivo apparente.
Il cielo era sgombro di nubi e la pressante afa estiva si faceva sentire chiaramente; perfino gli gnomi da giardino avevano preferito ritirarsi all'ombra delle siepi, piuttosto che infestare quel piccolo terreno.
“Beh, è normale, credo.” rispose, preoccupato per le occhiate torve che Severus gli lanciava. “Siamo amici, al momento abitiamo nella stessa casa... insomma, è normale vedersi.”
“Amici.” mormorò sarcastico l'uomo, fissando il cielo. Quella notte le stelle non si vedevano. “Sa, dalle mie ultime informazioni gli amici non si baciano in quel modo.”
Harry sbarrò gli occhi a quella frase: era nei guai, grossi e pericolosi guai.
L'aria sembrava essersi fatta più pesante e rarefatta, mentre l'uomo lo squadrava. Ricordava bene quello che era successo quella mattina: Ginny lo aveva praticamente bloccato appena fuori dal pollaio con una scusa qualsiasi, baciandolo come se per loro fosse la cosa più naturale del mondo. Merlino, Hermione lo aveva avvertito che la ragazza non aveva preso bene la loro rottura, ma certamente non si aspettava che scendesse al livello di un'invasata come Rodmilla Vane.
Fortunatamente non erano andati oltre, ma Piton doveva avere qualcosa da ridire... sarà stata per la mancanza di moralità ad infastidirlo, o forse perché odiava i ragazzini in “perenne tempesta ormonale”, come li definiva spesso un imbarazzato signor Weasley per scusare certe scoperte nelle camere dei figli. Beh, questo avrebbe spiegato l'acidità durante le lezioni.
Harry deglutì e sperò di non balbettare. “Veramente è lei che... Aspetta, tu come fai a saperlo?”
Era stata un'epifania, forse più improvvisa dell'affermazione di Piton. Come poteva il pozionista sapere di un fatto avvenuto quella mattina? Lui doveva avere qualcos'altro di più importante da fare, qualcosa di importante che non fosse stare dietro a lui per un'intera giornata.
No, non era da Severus interessarsi di questioni tanto sciocche e nemmeno mostrarsi così... senza difese, come se potesse cadere. Se lui cadeva, come potevano tutti loro rimanere in piedi, come poteva uno sciocco ed infantile Harry Potter sopravvivere a quella pace che lo svuotava lentamente di senso?
Ok, lo aveva raggiunto e gli aveva tenuto compagnia in quelle sere, ma sicuramente era per non essere disturbato dai suoi gufi lamentosi non perché... ne avesse bisogno? No, era semplicemente assurdo.
Improvvisamente Harry scattò in piedi, afferrando Piton per un braccio. L'uomo lo osservava dall'alto con uno sguardo strano, quasi spaurito... no, doveva per forza essersi sbagliato; Piton non poteva avere uno sguardo spaurito, non lui.
In quel momento nemmeno il frinire dei grilli li circondava, lasciandoli così soli con i loro problemi. Piton, il brillante doppiogiochista, si era scoperto con un errore da novellino e ora guardava il suo avversario con uno sguardo stranito, conscio forse del proprio svantaggio.
Il ragazzo lo fissava ancora con insistenza, quando Severus lo costrinse ad allentare la presa sul suo braccio. “Devo andare, farebbe bene a tornare in casa.” disse secco, avviandosi poi verso il limitare del giardino.
Harry rimase a fissare il punto dove fino a poco prima si trovava l'uomo: ancora non sapeva che non si sarebbero visti per il resto dell'estate.
   
 
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