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Autore: Rozen Kokoro    07/05/2012    3 recensioni
Cara Kokoro,
riceverai tantissime lettere da ragazze disperate che cercano consigli da un’esperta come te. Quindi mi chiedo… Perché scegliere proprio me? Beh, mi chiamo Lucinda e sono una comune adolescente di sedici anni, con una abnorme cotta per un ragazzo.
Ti prego, ho bisogno di te!
Lucinda.

[Presenza di OC]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucinda, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Capitolo 4
 

Il profumo della notte inebriava la camera di Kokoro, mettendole ancor più sonno e facendola sentire dannatamente rilassata. Le luci dei lampioni illuminavano appena la sua camera, che aveva assunto un aspetto a dir poco … magico. E così la mora dormiva profondamente; solo il suo respiro riusciva a rompere quel silenzio armonico.
… Solo il suo respiro?
I really wanna be with you! Trust me, Trust me, Trust me, Yeah!
“EEEEKKK!”
Kokoro scattò in piedi sul letto, urlando come se avesse visto un fantasma. Il telefono era illuminato e continuava a fare fracasso per tutta la stanza della mora. “Ora voglio sapere chi cavolo mi chiama alle due di …Oh.” Appena vide il nome di Lucinda sul cellulare, una gocciolina di sudore le attraversò la fronte. Accese la sua lampadina(viola, come tutte le cose della sua tetra stanza) che si trovava alla sua destra e rispose. “Mmh… pronto…?”
“KOKORO!”
La ventenne allontanò il telefono dall’orecchio. “Non strillare Baka! Sono le due, che cavolo vuoi?!”
Lucinda balbettò “Scusa”, per poi urlare nuovamente. “E’ successa una cosa gravissima!”
“E non puoi dirmela domani?”
“NO!”
“Ma io ho sonno!”
“Non mi interessa!”
Kokoro portò istintivamente la mano sulla fronte, sospirando esasperata. “E vabbè, dimmi…”
“InpraticahoscopertochepiaccioaKenny!”
“Cosa?”
Lucinda prese fiato, scandendo bene le parole. “In pratica ho scoperto che piaccio a Kenny!”
Silenzio. Kokoro spalancò la bocca dalla sorpresa. Era un disastro, un enorme disastro! Nel frattempo era entrata una ragazza nella camera di Kokoro. Sembrava neanche sfiorarlo il pavimento, ogni passo era tanto leggero da non essere udito. Nel buio della camera spiccavano dei capelli rosa pesco. “Kokka mia, è successo qualcosa?” Sussurrò  appena. La mora guardò la giovane implorandola con gli occhi di salvarla. “Nii-chan, nulla di che… torna a dormire. Piuttosto, perché sei ancora sveglia?”
La rosa la guardò stralunata, sistemandosi gli occhiali. “Non avevo sonno…” disse ancora con un timbro pacato. “Anche Kaito è sveglio…”
“EEEH? CHE STA FACENDO KAITO?!” Scattò in piedi la mora.  “Scusa Luh, resta in linea.” Detto questo, si precipitò nella camera del fratellino, spalancando la porta con rabbia. Questo non si prese neanche la briga di girarsi per assistere alla furia omicida della sorella maggiore, mentre l’altra avrebbe cercato inutilmente di fermarla.
“ANCORA CON QUESTI VIDEOGIOCHI?”  Urlò la mora al fratellino.
Kaito Love, l’ultimo componente della famiglia Love. Un ragazzino davvero carino dai grandi occhi neri e capelli castani e arruffati. Emanava dolcezza solo nel guardarlo. Ma guardarlo era impossibile, poiché stava sempre davanti alla console, o ai manga. Passava il resto della sua giornata lì davanti; solo quando doveva nutrirsi, nel suo gergo, si staccava. Però Kokoro non sopportava l’atteggiamento del fratellino, non lo tollerava. Il suo comportamento indifferente verso tutti le dava ai nervi. Così, d’impulso, prese e staccò la spina della televisione.
Cataclisma.
Alla ragazza in rosa non le restò che consolare il fratellino, in preda a una crisi isterica mentre una Kokoro soddisfatta usciva dalla stanza.
“Allora, dicevi?” Domandò a Lucinda, riprendendo il telefono.
“Che è successo?”Domandò l'altra.
“Mah niente…”
Così la chiacchierata continuò fino all’alba. A Lucinda toccò andare a scuola, pur non avendo chiuso occhio. Kokoro invece si rimise sotto le coperte soddisfatta, constatando che ormai il suo l’aveva fatto e che si meritava una bella dormita.
 

Lucinda entrò titubante dentro casa di Kokoro. Una casa molto strana, ovunque ti giravi c’erano colori. Da un lato della casa c’era il viola, da un altro il verde, da un altro ancora il grigio e il blu, e infine il rosso acceso. Rimase incantata a vedere tutte quelle foto sparse a destra e a manca, su muri, termosifoni, televisori vari e anche sulle sedie. Una voce rauca la riportò con i piedi per terra. Così si avvicinò al viola, entrando nella stanza più tetra della casa. Quella di Kokoro, per l’appunto. Appena entrò, vide una Kokoro avvolta nel piumone, con il naso rosso, il termometro in bocca e una sciarpetta avvolta al collo.
“Koh… come stai?”
“Bene, stavo meglio prima.” Disse con sarcasmo. “Comunque non ti ho convocata qui per niente. In questi giorni Mikami prenderà il mio posto, almeno fino a quando non starò meglio.” Infatti vicino a Kokoro c’era sua cugina, splendente come al solito.
“Mia piccola innamorata, con me non c’è pericolo!” Esclamò con tono frivolo. Lucinda sorrise imbarazzata, sentendo man mano le guance diventare rosse. Che imbarazzo… e non finì lì, ovviamente.
Difatti entrò, con il suo solito entusiasmo e il suo charm da fare invidia a chiunque, Nowaki Love, il fratello più grande della casa. “BUONASERA, FAMIGLIA!”
Nowaki era un ragazzo dannatamente bello, in tutto e per tutto. Perfetto, con i suoi capelli neri arruffati e uno sguardo viola ammaliatore. Assomigliava tantissimo a Kokoro, erano due gocce d’acqua. Nowaki si precipitò nella camera della mora, mantenendo il suo sorriso smagliante. “Koh, mia cara Koh, come stai?”
“Mh, me la cavo.”
Per Lucinda fu come vedere il paradiso in terra. Era troppo perfetto. Rimase con la bocca semiaperta per un po’.
“Lei è la mia protetta, Lucinda.”
Il ragazzo, sempre mantenendo la sua “fighezza”, si avvicinò alla ragazza, stringendole la mano. “Che bella ragazza! Sicuramente riuscirai a conquistare il tuo amore!”
Gli occhi di Lucinda cominciarono a brillare. “Oh, grazie!” Disse sognante. Kokoro li guardava disgustati. “Ragazzi, troppo dolce la mattina fa male. Baka –riferendosi al fratellone- non hai faccende da sbrigare?”
“Io ho sempre faccende da sbrigare! Ti adoro Nii-chan!” E detto questo uscì. Lucinda continuò a guardare la porta sognante.
“Non ci sperare, è gay.”
La blunetta si pietrificò a quella dichiarazione. Ehhh? “COSA?”
Kokoro ridacchiò. “Gli voglio tanto bene, solo che a volte è troppo espansivo, come hai potuto vedere.”
Lucinda sospirò, osservando il salotto. Seduto sul tappetino c’era un bimbo intento a leggere un Manga; vicino a lui Mikami giocava con una sua ciocca di capelli. Kaito, infastidito, le urlava di andarsene con scarsi risultati; intanto Nowaki si sedeva vicino ai due, sorridendo.
Che bella famiglia.”Kokoro, la tua famiglia è fantastica.”
“E non hai conosciuto mia sorella…”
Lucinda si girò verso la mora. “Hai una sorella?”
“Gemella. Però non ci somigliamo affatto. Ora lei è… impegnata.” Disse Kokoro, accennando un sorriso perverso, che Lucinda non notò.
 

SBANG!
 Kokoro stava tranquillamente sonnecchiando, ormai quasi guarita del tutto. Era un pomeriggio assai freddo e piovoso e per Kokoro era un piacere immenso restare al letto… un piacere che fu interrotto, sfortunatamente, dalla sua porta che sbatteva contro il muro della camera. La mora spalancò gli occhi dalla paura, trovandosi ai piedi del letto una Lucinda stanca e rossa come non mai. “Che…?!”
Dietro di lei Mikami aveva uno sguardo eccitato e di pura felicità, che stava per scoppiare a minuti. “KOH! NON PUOI CAPIRE CHE E' SUCCESSO!” Urlò la mora.
“Cosa?”
Lucinda saltò al collo di Kokoro, cominciando a ridere di felicità. Ma che diamine era successo?
“Mi volete spiegare? Grazie.” Kokoro alzò un sopracciglio.
Lucinda prese fiato. “ E’ successa una cosa….”
 
 
Mikami e Lucinda stanno camminando da un bel po’; stanno cercando Paul, ma pare che sia sparito nel nulla.
“Mikami, andiamo a casa, tanto non c’è…” dice Lucinda in preda alla depressione.
“Ooooh zitta! Lo troveremo!”
“Uff…”
Ma, improvvisamente, una chioma viola scende dall’autobus, dirigendosi verso le due ragazze.
“Mikamiiiii che facciamo? Oddio, oddio, oddio!”
“Primo calma, secondo…. Maacciao Paul!” Esclama la mora.
Paul alza lo sguardo verso le due, trasalendo appena. Di certo non aveva mai immaginato che Mikami conoscesse Lucinda. “Mh, ciao…”
Lucinda, per tutta risposta, alza timidamente la mano.
“Cosa ci fai tutto solo soletto?” Nel tono di Mikami si può avvertire una nota perversa, messa in evidenza dal sorrisetto.
“Eh, perc-!!!” La voce di Paul gli muore in gola e comincia a sentire un dolore lancinante all’anca. E’ andato a sbattere contro lo specchietto della macchina che si trova vicino a lui. “Ehm…” Dice in preda all’imbarazzo.
Mikami, stranamente, si preoccupa se si sia fatto male. Lucinda, al contrario, tenta inutilmente di nascondere una risatina. Questo porta le guance di Paul a toccare un rosa acceso, cosa che mai era successa al viola. Per Lucinda vedere un Paul così impacciato è divertente; un dolce divertimento, come ha sempre definito Kokoro.
“Eh… Behoradevoandareciao!” E Paul si dilegua fra i vicoli della cittadina.
Silenzio.
“Stava guardando te quando è andato a sbattere.” Dice Mikami con innaturale calma.
“Cosaaaa?!”
 
 
“…più o meno è andata così.” Concluse la blunetta, mordendosi il labbro inferiore.
Kokoro rimase un attimo in silenzio a fissare le sue due amiche. Lucinda si aspettava chissà che dalla sua amica, conoscendola… e invece se ne stava lì, ferma, a fissarle?
Ma, grazie al cielo, Kokoro tornò quella di sempre, infatti scattò in piedi sul letto. “BENE! Basta stare al letto senza fare niente. Bisogna tornare all’opera!”
Schizzò fuori dalla camera, osservata dalle due ragazze. Scese le scale come una furia, ma fu bloccata all’improvviso. Era Nowaki. La prese per le spalle, mentre rideva tra i capelli della mora. “Nii-chan! Dove credi di andare! Hai ancora la febbre.”
“Oooh taci Baka! Posso andare dove mi pare, come mi pare e quando mi pare!” Ma, come se avesse detto il contrario, il fratello la prese in braccio, cominciando a salire le scale. “Guarda che se non stai al letto peggiori…”
La mora cominciò a scalciare. “Dannato!”
“Che scena disgustosa…” Sussurrò Kaito dal salotto.
“Ha parlato quello che sta giocando contro dei vermi ninja…”
Kokoro fu letteralmente catapultata sul suo letto da Nowaki, che sorrise soddisfatto.
“Questa me la paghi Onii-san!”
Lucinda sorrise, sentendo che man mano anche lei stava entrando a far parte di quella famiglia. Forse aveva fatto bene a chiamare Kokoro: da quel momento cominciò a sperare, per la prima volta nella sua vita.
 
 
 
Angolo sclerotico di un'autrice sclerotica(?):
Massalve. Sono qui, a pubblicare il seguito. Tengo tanto a questa storiella♥ A differenza di altre Long, magari riuscirò a finirla. Magari. Comuqnue volevo fare pubblicità occulta(?). Io ed una mia amica, che qui su EFP si chiama EnneBaka, abbiamo scritto la Lezoni di Spionaggio Paulverse. Ed è faiga. Se non la leggerete Sas'kè si vendicherààHH!(?) Ok, basta sclerare. Come avete potuto vedere ci sono innumerevoli OC, e spero non siano Mary Sue o Gary Stu °^° (Nowaki, tu non sei Gary Stu... *patta Nowaki*) BENE! Vi abbandono(?).
E vi ringrazio come al solito, ma penso che sia scontato.
Kohchan♥

P.s. Ma guarda! Mi è venuto più lungo del solito!
Comunque la suoneria di Kokoro è anche la mia; stiamo parlando dell'Ending di Durarara!! Trust Me. (tantoamore.)
 
   
 
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