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Autore: Eternal_Blizzard    09/05/2012    2 recensioni
«Sveglia, sorella, sei una ragazza!» quasi le urlò in faccia. «Dico, ti sei resa conto di quanto hai rischiato? Ti ha detto bene che non avessero davvero cattive intenzioni e che sono passato io, altrimenti te la saresti vista brutta!» le disse spostando in avanti la testa in modo da avere la fronte poggiata sulla sua. «Non sei un ragazzo, anche se ti ci comporti» le sorrise.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Prima non sei stata affatto carina, sai signorinella?» sentenziò seria la ragazza dai capelli azzurri e la pelle scura. «Scusa, a cosa ti riferisci..?» domandò perplessa la sua amica dai folti capelli rosa. L’altra la guardò indispettita, sbuffando ed incrociando le braccia al petto.
«Possibile che tu non capisca? Touko, svegliati!» le urlò in un orecchio. «Prima hai incoraggiato tutta l’Inazuma Japan!» dichiarò allargando un braccio per dare maggiore enfasi. L’altra però continuò a non seguirla, inarcando un sopracciglio come a chiedere dove fosse il problema. «Hai addirittura detto “grande presa Endo!” ad una delle sue parate!» continuò facendole il verso nella parte dove l’aveva citata ed allargando anche l’altro braccio. Touko annuì.
«Non vedo cosa ci sia di male, Rika» disse tranquilla, con successivo sospiro dell’altra. Questa si portò una mano alla fronte e scosse nuovamente la testa.
«Tsunami.» disse poi, ovvia. «A lui non ci pensi, poverino? Chissà come si sarà sentito, vedendo che tifi per lui allo stesso modo degli altri. Anzi, forse che tifi più per Endo!» spiegò. Dopo qualche istante di sbigottimento, la rossa roteò gli occhi seccata.
«È ovvio che tifi per tutti alla stessa maniera. Inazuma Japan, sai? È una squaaaadraaaa di caaaalciooo» le rispose, scandendo attentamente le ultime parole sperando che entrassero bene in mente alla ragazza di Osaka, che schioccò varie volte la lingua, agitando ben bene il dito indice di fronte al volto dell’amica.
«Dolce, cara, ingenua Touko. È palese che bisogni fare il tifo per il ragazzo che ci piace con maggiore enfasi! Un po’ come faccio io con tesoruccio, anche se tu e Tsunami non arriverete mai al nostro livello d’amore!» decretò.
«Se ti ripetessi per la centomillesima volta che lui non mi piace?» domandò scocciata, portandosi le mani ai fianchi.
«Ti direi che sei una sciocca» disse secca. «Agli allenamenti di domani vedi di incoraggiarlo o ci rimarrà male» ordinò.
«Sì» annuì Touko. «Infatti s’è visto oggi. Immagino che stringesse così forte il braccio intorno al collo di Tachimukai e ridesse così tanto mentre gli dava pacche sulla schiena perché gli avevo spezzato il cuore e doveva distrarsi» affermò con tono fintamente ovvio. «Ma dai!» terminò agitando una mano all’aria.
«Fai poco l’ironica mia cara… So che in realtà sei gelosa e vorresti che quelle braccia ti stringessero dolcemente, invece di avvolgere il collo di Tachimukai…» le disse sorridendo sorniona ed alzando e abbassando le sopracciglia.
«Ancora? Ma la smetti o no d’insister…» cominciò ad innervosirsi, ma abbassò il tono al vedere che gli occhi sgranati dell’altra e la sua espressione imbambolata, mentre guardava un punto fisso dietro di lei. Volendo capire cosa stesse guardando si voltò, ma, non vedendo niente e nessuno, fece per rigirarsi. Prima di poterlo fare, però, si sentì scuotere con veemenza. «R-Rika..?!»
«È qui!» le gridò ancora nell’orecchio, stavolta con voce stridula. «Il mio amorino è tornato dall’America solo per me!» dichiarò con gli occhi lucidi, continuando a scuotere la rossa, che dati i decibel della voce di Rika era costretta a tapparsi l’orecchio a lei rivolto.
«Beh, dubito fortemente sia così…» sospirò, ma già sapeva che non avrebbe ricevuto ascolto. La bruna, infatti, si staccò da lei senza rivolgerle nemmeno uno sguardo mentre iniziava a muovere i primi passi verso il punto che Touko non era riuscita ad individuare. «Scusa, non ti spiace se per adesso torni a casa da sola, vero..?» le domandò Rika con supplichevole battito di ciglia. Al sospiro sconsolato accompagnato dallo scuotimento di testa della rossa la ragazza s’illuminò, unendo le mani all’altezza del volto. «Grazie, Touko, sei un’amica! Ci vediamo dopo e ricorda: presto finirai tra le braccia di tsunami, quindi non disperare!» la rassicurò iniziando a correre via, prima salutandola con un ampio gesto del braccio e poi iniziando a gridare diversi “tesoruuucciooo”. La rossa bofonchiò un “ma chi ci vuole finire” e poi emise un lamento dal petto, mentre osservava accigliata la figura dell’amica che si faceva man mano più piccola. Aspettò qualche minuto e riprese a camminare calciando un sassolino ai suoi piedi, senza staccargli gli occhi di dosso, imbronciata. «Non tutte le ragazze pensano all’amore… è lei che è fissata» brontolò, per poi fermarsi. Magari però era una di quelle situazioni da manga, dove la ragazza non si accorge di essere innamorata del ragazzo in questione finché non se lo sente dire. «Pf!» scosse il capo dandosi dell’idiota; mica andava così il mondo! Però… tentare di verificare non costava nulla e, ovviamente, nessuno l’avrebbe mai saputo. Fece un bel respiro e chiuse gli occhi in modo da figurarsi ben bene l’immagine del ragazzo di Okinawa di fronte a lei, in attesa di chiari segni di eventuali sentimenti. Attese e attese, ma non le venne il batticuore, non avvampò, arrossì o altro. Non s’irrigidì o sudò e il respiro era rimasto regolare. Non le era venuta nemmeno voglia di stringergli la mano o altro. «Cvd, Rika, non mi piace» decretò facendo spallucce e riprendendo a camminare. Non che si fosse mai innamorata e quindi non era una grande esperta, ma almeno sapeva che al provare qualcosa per qualcuno si accompagnava qualche reazione anche solo ripensandogli. «Insomma, sì. Tsunami è simpatico ed è un buon amico, per carità, ma… tutto lì, proprio non riesco a vederlo come un possibile ragazzo» rifletté ad alta voce, per poi annuire convinta: «Al limite è un fratello maggiore, come per Tachimukai!» si disse. Chissà se invece… Si mise a ripensare allo stesso modo a tutti gli altri ragazzi con cui aveva legato di più, ma anche lì niente. Scosse la testa. «Ma che faccio? Mica penso ai ragazzi come lei. A me non interessano, mi basta giocare a calcio e divertirmi con gli amici! Non mi serve e non lo voglio, un ragazzo!» dichiarò stringendo i pugni. A distrarla da quei pensieri furono una serie di “ehi” urlati da due ragazzi dall’altra parte della strada. Le venne naturale lanciargli un’occhiata e vide che salutavano verso la sua direzione. Fece spallucce, pensando che magari su quel marciapiede vi fosse un loro amico, quindi optò per il continuare dritta per la sua strada.
«Oh, ma ci ignori?! Roscietta, ce l’ho con te!» gridò ancora il più alto dei due, al che Touko si fermò, guardandosi intorno ed appurando che l’unica “roscietta” in giro fosse lei. «Ecco, fermati lì che arriviamo!» aggiunse quello, iniziando ad attraversare la strada. Con uno sbuffo, la ragazza riprese a camminare, ma presto si sentì premere una mano sulla spalla sinistra. «non hai capito eh…» sorrise il ragazzo che da subito si era rivolto a lei. «Sarai anche piccoletta, ma sai che sei caruccia?» disse l’altro, leccandosi il labbro superiore. «Vieni a bere qualcosa con noi?»
Touko, con uno strattone della spalla, si liberò dalla presa dello spilungone e si voltò nuovamente, tornando sui suoi passi. «Scusate, non ho tempo da perdere» sentenziò, ma subito si ritrovò bloccata dai tipi che le tenevano ferme le braccia e tappata la bocca, trascinandola in un vicolo lì vicino.
«Vedi? L’avevo detto io che non avevi capito…» ridacchiò lo spilungone. Menter l’altro teneva ancora i suoi arti superiori immobilizzati, quello le avvicinò il volto, osservandola attentamente ed annuendo. «Mi piaci. Sai, forse è per questi…» cominciò a dirle, mostrandole due incisivi lunghi il doppio di quelli di Kurimatsu e separati tra di loro «che non mi vuole nessuna ragazza. Mai… ma ho deciso che io e te da adesso stiamo insie-» non riuscì a finire la frase che la ragazza gli aveva tirato un violento calcio allo stomaco, facendolo cadere sulle ginocchia. Le braccia erano quel che erano, ma nelle gambe aveva parecchia forza. Fece per tirare un secondo calcio, stavolta a quello che la teneva da dietro, ma il ragazzo a terra si era allungato giusto in tempo per bloccarle anche le gambe. «Caspita che calcio… Però mi spiace, sono resistente e sicuramente più forte di te!» le disse, menter quella si dimenava invano. Spostandosi in modo da tenerla solo con un braccio, così da avere l’altro libero, le sbottonò la giacca nera che era solita indossare e, con l’aiuto del compagno, gliela tolse.
«N-non toccarmi, porco!» gridò, cercando ancora di liberarsi. «Lasciami!»
«Per chi mi hai preso? Mica ti faccio nulla, siamo fidanzati da appena due minuti! E poi sei troppo giovane!» disse, come se fosse scontato, stringendole la camicia in modo da farla aderire al corpo. «Vedi? Volevo solo vedere quant’eri donna da quel punto di vista» ridacchiò, ammiccando al suo petto. Gli occhi di lei divennero lucidi dalla rabbia e l’altro avvicinò nuovamente il suo viso a quello della rossa. «Sei davvero carina, ma con ‘sti vestitacci non ti valorizzi…» spiegò, strappandole via il capello e spostandole poi i capelli volati sugli occhi. S’illuminò. «Zaizen. Tu sei Zaizen Touko, la figlia del primo ministro!» disse tutto contento. «Certo che però, girare senza scorta…»
«Abbiamo fatto bingo! Ce la teniamo e chiediamo un riscatto!» esultò il più basso, venendo fulminato. «Giusto, la fedina penale pulita…» disse mogio.
«Ti spiego che faremo ora: innanzitutto ribadisco che siamo fidanzati» riprese l’altro. «ed innamoratissimi. Poi andiamo da papino Sousuke, ci presentiamo e potrò godere di privilegi, fama e denaro, ok?» domandò angelico. «Te lo scordi, lurido verme!» ringhiò la ragazza, ma l’altro ridacchiò.
«Bene! Visto che siamo d’accordo sugelliamo con un bacio e andiamo!» annuì, iniziando ad avvicinare le proprie labbra a quelle di lei, che però voltava la testa ogni volta che rischiava di toccarla. Dopo uno schiocco di lingua del dentone, quello che le teneva le braccia passò a bloccarle la testa, in modo che non potesse più girarla. Lo vide avvicinarsi sempre, sempre di più senza che lei potesse fare nulla. Serrò gli occhi ma prima di sentire la lurida bocca di quel tipo sulla sua sentì un rapido spostamento d’aria vicino al suo volto insieme al rumore di un tonfo. Anche le sue gambe erano finalmente libere dalla presa. Senza che se ne rendesse conto le era stata lasciata totalmente e si era ritrovata in terra. Titubante aprì un occhio e vide il l’uomo topo a terra che si teneva la guancia sinistra, il bassetto che era corso ad alzarlo ed un pallone da calcio.
«Oh, scusa amico, non avevo capito che quella fosse la tua faccia» disse una voce conosciuta. «Però sai, fratello, non mi piace si usi la forza sui miei amici…» disse un ragazzo dalla pelle scura e i capelli rosa. «Tutto ok, Zaizen?» domandò infine, sorridente.
«T-Tsunami…» sussurrò lei. Annuì piano, in risposta al ragazzo.
«Meglio così, altrimenti penso che questi tipi si sarebbero fatti davvero male…» ridacchiò, facendo spallucce. «No, lasciali stare! Kidou mi ha detto che se i giocatori del Football Frontier partecipano ad una rissa, poi devono essere allontanati dalla squadra!» tentò, ma l’altro andò a riprendersi il pallone e scosse il capo.
«Ma dai, noi stiamo solo giocando a calcio, giusto amici?» domandò ai due. Quello che era stato colpito dal pallone si morse il labbro, per poi partire velocemente verso il surfista e caricare un pugno che il ragazzo riuscì ad evitare tranquillamente, calciando un’altra volta il pallone, colpendolo dritto allo stomaco. «E poi se devo scegliere tra il giocare a calcio o salvarti, scelgo la seconda, amica, che dici?» le chiese retorico, ma in quel momento fu colpito alle spalle dal tipo più basso, che aveva approfittato della distrazione per raccogliere un pezzo di legno da terra. Tsunami accusò il colpo, ma si girò svelto e colpì con un calcio diretto il suo “avversario”, facendolo cadere. Volò qualche altro calcio qua e là, ma presto il ragazzo dai capelli rosa mise in fuga gli altri due, i quali avevano ricevuto più botte di quante non ne avessero date. «Phew, erano tosti i tipi, ma un po’ fifoni dopotutto» affermò, osservandoli correre via. Massaggiandosi la testa si voltò verso la ragazza in terra. «Tutto ok?» le domandò, stavolta serio. Lei annuì nuovamente, ma subito assunse un’espressione imbronciata.
«Sei uno stupido. Dovevi lasciarmi fare, potevo difendermi tranquillamente. Cosa vuoi che mi facessero quei due smidollati?!» chiese, infastidita. Il giovane andò a raccogliere il cappello e la giacca della ragazza, posandole la seconda sulle spalle e poi infilandole il primo in testa, alla buona. Si piegò sulle ginocchia in modo da poterla guardare dritta negli occhi e le sistemò meglio il copricapo.
«Sveglia, sorella, sei una ragazza!» quasi le urlò in faccia. «Dico, ti sei resa conto di quanto hai rischiato? Ti ha detto bene che non avessero davvero cattive intenzioni e che sono passato io, altrimenti te la saresti vista brutta!» le disse spostando in avanti la testa in modo da avere la fronte poggiata sulla sua. «Non sei un ragazzo, anche se ti ci comporti» le sorrise. La rossa rifletté su tutto quello che era appena accaduto e sentì gli occhi diventare lucidi e caldi, ma non avrebbe permesso alle lacrime di uscire. Si stava rendendo davvero conto di cosa avesse vissuto, realizzando che in effetti, si era spaventata e nemmeno poco.
«T-Tsunami..! Q-quello ti ha colpito con del legno..!» piagnucolò, tentando di mantenere la voce il più ferma possibile e stringendosi nella giacca.
«Capirai, era tutto marcio, non mi ha fatto niente!» la rassicurò muovendo la mano come per scompigliarle i capelli, da sopra il cappello. «Sinceramente mi fece più male la tavola da surf in faccia che qualcuno aveva fatto cadere» asserì, facendo il finto serio. Riuscì a strappare una risata alla fanciulla, che parve calmarsi.
«Grazie…» riuscì solo a dirgli, ma lui si limitò ad alzarsi.
«Ce la fai a camminare?» domandò. Touko provò, invano.
«Credo che per lo spavento, abbiano ceduto…» spiegò, scuotendo la testa. Senza farsi problemi, Tsunami le passò il pallone in modo che fosse lei a tenerlo e la caricò in braccio, con assoluta naturalezza.
«In questo caso ti porto a casa, così poi posso andare a surfare tranquillo» enunciò senza lasciare modo di controbattere alla ragazza, che dovette semplicemente accettare di stare tra le sue braccia. Come aveva detto Rika. Avvampò, scuotendo con veemenza la testa. No, no e no. Non c’entrava assolutamente nulla e quello che aveva era batticuore per la paura provata, non per altro! Puntò lo sguardo sul volto di lui, che fischiettava allegro come se non fosse successo nulla di anomalo. Ok, doveva ammettere che quel giorno sembrava particolarmente figo.


«Touko…» piagnucolò mogia Rika. «Non era il mio tesoruccio… era solo uno che gli assomigliava…» tirò su col naso. «A te com’è andata oggi invece? Che hai combinato..?»
La rossa fece spallucce. «Niente, niente. Ho solo appurato che tu sei una vegg- niente, sono stata in giro» si corresse rapida, voltandosi.
«Non me la racconti giusta…» le si avvicinò l’azzurra, posandole una mano sulla spalla. «Beh?» Con un colpo di tosse, Touko si liberò dalla presa dell’amica, ignorando il pensiero di Tsunami che le si era formato in testa. Ridacchiò e le sorrise, sorniona. Non me ne sono innamorata, non ancora. Però direi che per quello… «…c’è ancora tempo!»


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Allora, che dire. Salve a tutti! (?) Uhm, è un periodo in realtà che sforno idee quindi ho bisogno di scrivere tutto e... beh, talvolta rischio di farlo in fretta, quindi non so, spero che il risultato non sia scadente. BEH. Ho scritto questa fic perché a me la Tsunami/Touko piace. Sarà che il rpimo episodio di Inazuma che ho visto era quello dell'arrivo di Tsunami, ma... (e pensavo che Ichinose e Rika fossero fidanzati davvero, MA DETTAGLI). A parte questo dicevo, l'ho scritta perché loro sono una coppia che mi piace molto, ma non ce li vedo a sbaciucchiarsi, fare gli sdolcinati dirsi "ti amo tanto" e roba del genere, ma sono straconvinta che sia Tsunami a far capire a Touko di essere una donna perché, diciamocelo, lei non è consapevole. Ebbene, sono conscia di non essere riuscita a rendere quest'idea, ma... non so, spero solo vi piaccia e vi venga voglia di recensire x° Poi sarà che io non sono mai soddisfatta delle mie opere e quindi le critichi da morire (cosa che qui evito *coff*) ma spero che vi piaccia >< [e come sempre (?) non so mettere il genere, quindi... se fosse sbagliato chiedo venia]
  
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