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Autore: katnisspeeta_krlove    10/05/2012    3 recensioni
Salve a tutti, questa è la mia prima fanfiction in assoluto, spero vi piaccia.
Parla della vita dei nostri protagonisti principali dopo la guerra!!
ATTENZIONE SPOILER per chi non ha letto Mockingjay!!
Recensite in tanti, mi raccomando!! Accetto ogni tipo di consiglio, grazie, un saluto!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Inizio Flashback#

Erano passati quattro mesi da quando la guerra era finita. Me ne stavo sdraiata sul divano della mia casa nel Villaggio dei Vincitori, aspettando l'arrivo di mia madre e Peeta, li avevo invitati entrambi a cena, così, per stare un po' in compagnia.
Stavo per andare a controllare la zuppa quando il campanello suonò; andai ad aprire la porta e mi trovai davanti l'ultima persona che mi sarei mai immaginata di vedere : Gale.
Era esattamente come lo ricordavo, alto e dalla pelle olivastra, con quei grandi occhi grigi identici ai miei che mi guardavano intensamente, la bocca socchiusa e quei suoi lisci capelli neri, che notai erano cresciuti molto dall'ultima volta che l'avevo visto, erano mossi dal leggero vento primaverile che aleggiava nel nostro distretto.
Restammo a guardarci finchè non fu lui a interrompere quel silenzio : "Ehi Katniss, è un po' che non ci si vede" disse accennando un sorriso, "Mi fai entrare o vuoi che resti qui fuori?" disse in tono ironico.

Rimasi immobile a riflettere : i miei ospiti sarebbero arrivati alle otto, mancava un quarto d'ora. Bene, quindici minuti erano più che sufficienti per liberarmi del mio ex-migliore amico, anche perchè Peeta non sarebbe stato contento di trovare quello che lui riteneva "quello che voleva rubare la mia ragione di vita" a casa della sua quasiragazza e non penso che mia madre sarebbe felice di vedere uno dei responsabili della morte della sua figla minore.
E neanche io.

Ero ancora persa nei miei pensieri quando mi sentii spostare di lato e vidi Gale entrare tranquillo in casa mia.
"Non mi sembra di averti detto di entrare" risposi dura
"Ah, allora Ranuncolo non ti ha mangiato la lingua" disse ridendo.
Il nome del gatto della mia sorellina mi fece venire in mente proprio Lei, la mia dolce Primrose, e, presa da un moto di rabbia e dolore al ricordo della Sua scomparsa, ribattei immediatamente, attaccandolo " Come osi presentarti qui di punto in bianco, dopo MESI che non ci sentiamo, dopo avermi fatto quasi impazzire del tutto contribuendo alla morte di una delle persone più importanti della mia vita?! Se non ci fosse stato Peeta con me, sarei morta! TU NON HAI IDEA DI QUELLO CHE HO DOVUTO PASSARE! NON NE HAI IDEA!" urlai con tutto il fiato che avevo, delle lacrime avevano cominciato a scendere sulle mie guance.

Era rimasto immobile tutto il tempo, con lo sguardo addolorato puntato su qualcosa alle mie spalle. Seguii il suo sguardo e vidi che lo stava alternando sulle due foto dalle cornici dorate appoggiate sulla mensola del camino del mio soggiorno.

Una raffigurava una Prim di otto anni abbracciata a una me di dodici, entrambe sorridenti e spensierate, mentre nell'altra c'eravamo io e Peeta. Ce l'aveva scattata un alquanto seccato Haymitch qualche giorno prima, nella foresta. Nella foto ci tenevamo per mano e ci stavamo guardando intensamente, con le rispettive bocche a pochi centimetri l'una dall'altra.

"Beh, ti stai gustando il panorama?" dissi cercando di sembrare scocciata, ma con la voce ancora scossa dallo sfogo di poco prima e con il viso ancora coperto di lacrime. Forse lo stavo trattando male, ma non riuscivo a perdonargli quello che aveva fatto.
"Così..adesso stai insieme a Lui, non è vero?" chiese abbassando lo sguardo.
Non sapevo cosa rispondergli. Insomma, sono piena di contraddizioni, cioè.. avevo appena deciso che non sarei riuscita a perdonarlo, però d'altronde è stato il mio migliore amico per tanti anni, mi ha supportato dopo la mietitura e si è anche preso cura della mia famiglia quando io ero nell'arena. In più si può dire che ci piacevamo e comunque gli voglio ancora bene, in fondo.
Qualcosa glielo dovevo, quindi optai per la sincerità.

"Io sono innamorata di Peeta, Gale" risposi infine.
Stavo guardando le foglie cullate dal vento fuori dalla finestra, quando lo sentii sospirare
"Katniss, tu sei sempre stata più di un'amica per me. Tu mi piaci molto, però.. è giusto che tu faccia quello che ti rende felice e che tu stia con la persona che ami. Grazie per la sincerità, comunque io devo andare adesso. domani me ne vado. Mi trasferisco a Capitol, ma prima dovevo sapere cosa ne pensavi di me.".

Si avvicinò alla porta, afferrò la maniglia e, quando fece per girarla e andarsene, mi buttai di slancio tra le sue braccia e lo stringei con tutta la forza che avevo.

"Mi dispiace di tutto. Ti voglio bene, addio Catnip" e detto questo se ne andò, facendo in tempo a sentire solo l'unica parola che era uscita dalle mie labbra, quell' "Addio" che segnava la fine del capitolo della mia vita intitolato "sofferenza".

Ero ancora imbambolata sulla soglia quando vidi un preoccupato Peeta venirmi incontro correndo e abbracciarmi, per poi chiedermi ansioso "Cos'è successo, Katniss? Stai bene?"
"Niente, tutto a posto" dissi tra le lacrime "Ti amo"
"Anche io" rispose prontamente lui, appena prima che un appassionato bacio ci travolgesse entrambi.


#Fine Flashback#

Ritorno alla realtà giusto in tempo per accogliere in casa mia madre, seguita da un uomo alto e biondo dall'aria simpatica
"Katniss, tesoro, lui è Chris" disse mia madre, che poi si girò verso questo Chris e disse "Chris, lei è mia figlia Katniss".

  
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