Note dell'autore: Eccovi il
quinto e ultimo capitolo. Spero tantissimo che questa mia versione di Il
viaggio dei Dannati con Rose vi sia piaciuta e che continuerete a leggere la
mia quarta stagione e a recensirla.
Come ho detto
a chi ha recensito il capitolo precedente, muovere Astrid con Rose presente è
stato piuttosto difficile, soprattutto nella parte finale, ma spero davvero che
vi piaccia come ho scritto.
Alla
prossima.
Capitolo V
Sopravvivere
Rose e il Dottore ripercossero la strada fatta al
contrario, diretti verso il ponte 31, sperando che
intanto gli altri riuscissero a inviare una richiesta di aiuto e che i motori
gli avrebbero dato abbastanza tempo. La loro corsa fu interrotta nelle cucine
quando alcuni Host si avvicinarono a loro.
"Dannazione." Sentì imprecare il Dottore, si
voltarono per tornare indietro, ma anche da lì arrivavano altri Host.
"Perfetto. Ora che
facciamo?" chiese Rose, il Dottore prese una pentola da un carrello
vicino.
"Improvvisiamo brillantemente." Le rispose
divertito, dandole le spalle, Rose seguì il suo esempio e prese una pentola
stringendola tra le mani.
"Fermi. Fermi. Fermi." Invitò il Dottore con enfasi.
"Livello di sicurezza 1.
Sentito UNO." Continuò. Gli Host si misero in attesa del Dottore.
"Bene. Questo mi concede tre domande, tre domande per salvarci
la vita, ho ragione." Rifletté a voce alta,
guardandoli attentamente.
"Informazione: Esatto." Disse uno degli Host
dalla parte di Rose facendo un passo in avanti. Il Dottore e Rose si scambiarono
il posto senza perdere di vista gli altri.
"No. Non era una domanda. Non l'ho fatta, non vale.
Ricomincio di nuovo." Brontolò il Dottore.
"Iniziamo bene." Si lamentò Rose a denti
stretti.
"Informazione: No!" gli rispose sempre lo
stesso Host, considerando una domanda, l'affermazione del Dottore.
"No. Nono, neanche questa era una domanda." Si disperò.
"Dottore, ti prego concentrati." Lo richiamò
Rose, stringendo ancora la pentola tra le sue mani.
"Ci sto provando Rose." Si difese.
"Ci resta una domanda. Solo una, non borbottare." Precisò la biondina,
"Allora: Avete l'ordine di uccidere i sopravissuti. Ma i sopravissuti precisamente chi sono. Passeggeri,
personali. No noi." Iniziò a spiegare il Dottore.
"Noi non siamo né passeggeri né personali." Continuò
abbassando la mano che teneva la pentola.
"Esatto siamo clandestini." Affermò Rose
iniziando a capire cosa aveva in mente il Dottore.
"Avanti scannerizzateci. Nei
vostri bioarchivi, noi non risultiamo a bordo."
Continuò lui, allargando le braccia ,consentendo così
all'Host di scannerizzarlo.
"Noi non esistiamo. E quindi
non dovete ucciderci. Siamo dei clandestini. E i clandestini devono essere
arrestati e portati alla più vicina autorità."
Continuò esaltato, buttando a terra la pentola, Rose seguì il suo esempio.
"E io ritengo che
l'autorità più vicina a noi. Sia giù al ponte 31. Domanda finale: Ho ragione?" concluse avvicinandosi all'Host
con soddisfazione.
"Informazione: Esatto!" rispose l'Host davanti
a lui.
"Perfetto. Portatemi dal vostro
capo." Gli suggerì, mentre gli altri Host si avvicinarono, il Dottore era
più che tranquillo, si voltò verso di lei e le sorrise trionfalmente.
"Era da tempo che volevo
ridirlo." Le disse prendendole la mano.
"Bene, facciamo in modo che succeda ancora." Le
rispose lei ricambiando il sorriso.
Gli Host li conducevano giù in fondo, tra corridoi che
sembravano non finire mai, sulla loro strada ancora i corpi di qualche vittima,
Rose strinse il braccio del Dottore.
"Non guardare Rose." Le disse dolcemente. Rose sopirò cercando di cacciare via le lacrime che sentiva
premere.
"Hai già un piano una volta arrivati lì" chiese
con calma, concentrandosi su altro.
"Più o meno." Le
rispose con tranquillità
"Come dire che non lo hai allora." Scherzò lei
facendo spuntare la punta della lingua tra i denti.
"Avrei voluto che restassi con gli altri."
Disse lui, sospirando.
"E lasciarti tutto il divertimento da
solo." Lo richiamò lei con ironia.
"Potrebbe essere pericoloso." Le ricordò lui
seriamente.
Rose capiva che era preoccupato,
ma ormai viaggiavano insieme da tanto, aveva imparato a cavarsela da sola, e
poi lei non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare da solo, neanche per un
secondo.
"Lo è sempre, ma questo non significa che devi
affrontare tutto da solo." Gli rispose lei abbassando la testa
appoggiandola alla spalla.
"Ho promesso che non ti avrei lasciato, e così sarà
sempre." Continuò lei piano, quasi sottovoce. Sentì il Dottore sospirare
ma non continuò il discorso.
L'allarme iniziò a risuonare per tutta la nave, e la voce
del computer avvertiva che i motori erano fuor uso.
"Non puoi fare questo." Disse il Dottore
concitato.
"Ucciderai degli innocenti." Aggiunse Rose,
furono trattenuti dagli Host e allontanati da Capicorn.
"Peccato che non sei più furbo Dottore. Peccato
che non abbiamo lavorato insieme, sei bravino."
disse con derisione. Rose iniziò a sentire la testa
farle male di nuovo, paura e rabbia si riversarono dentro di lei, quasi
soffocandola.
"E poi tutte quelle battute, ma una di troppo."
Continuò con calma e un ghigno malvagio sul volto.
"E' il momento per me di ritirarmi. Il
Titanic sta precipitando, il ciel presto brucerà. Che questo inferno natalizio
cominci. Oh Host uccideteli." Comandò agli angeli che li tenevano per le
braccia, mentre entrambi cercavano di liberarsi da quella presa. Due di loro si
misero davanti prendendo la corona sulla testa, pronti per ucciderli.
"Signor Capricorn." Suonò la voce di Astrid,
più distante da loro, su un montacarichi.
"Astrid." Sussurrò Rose sorpresa.
"Io mi licenzio." Continuò con decisione,
mettendo la marcia e avanzando verso di loro decisa.
"Astrid no." Urlò il Dottore. Astrid però
continuò imperterrita, agganciando Capricorn e avvicinandosi al bordo.
"Astrid." Tentò di chiamarla Rose. Il Dottore
tentò di liberarsi inutilmente. Uno degli Host si mise dietro il montacarichi e
gli lanciò la corona contro la macchina colpendo uno dei tubi dei freni.
Astrid si voltò verso il Dottore e Rose consapevole di
quello che stava per succedere.
"Non farlo." Disse Rose con le lacrime agli
occhi. La cameriera decisa sollevò Capicorn con il montacarichi e si lanciò
contro i motori.
Gli Host li lasciarono liberi, e il Dottore cercò di
raggiungere il bordo, mentre Rose soprafatta dalla paura, da un dolore e rabbia
che mai aveva provato, si ritrovò inginocchiata a terra.
Sentì le braccia del Dottore che la stringevano al petto
e la sua voce chiamarla, si sentiva così confusa.
"Dobbiamo muoverci,
Rose." Le disse tirandola in piedi per le spalle.
"Rose, guardarmi." Le disse prendendole il viso
tra le mani, guardandola negli occhi. Sapeva che non avevano un minuto da
perdere, dovevano impedire che il Titanic cadesse sulla terra.
"Muoviamoci." Disse deglutendo e cercando di
farsi forza per non pensare a quel dolore.
Camminarono per un
po’, gli Host dietro di loro sembravano ascoltare il Dottore, che si guardò
attorno poi si voltarsi verso lei.
"Torna dagli altri, gli Host ti
accompagneranno." Le disse con un po’ di freddezza, Rose scosse la testa.
"Non ti lascio solo." Gli disse sicura di sé.
"Rose, fai come ti ho detto. Devo
fermare il Titanic." Continuò lui seriamente.
"No, Dottore…" tentò di dire lei, ma il Dottore
scattò e si voltò verso di lei.
"Dannazione Rose, per una volta fai
come ti dico. Torna dagli altri." Le disse con rabbia, Rose indietreggiò e
deglutì spaventata dal suo sguardo, raramente aveva usato quel tono con lei,
anzi quasi mai, abbassò la testa sapendo che non poteva contestarlo stavolta.
Ora non era il momento di discutere, dovevano risolvere la situazione. Lascò il
Dottore e seguì silenziosamente gli Host.
Il Dottore stava tentando un ultima volta di salvare
Astrid, c'era una piccolissima possibilità perché lei indossava un
braccialetto, ma sembrava più difficile di quanto il Dottore poteva ammettere.
"Dottore?" chiese mentre lui con il sonico
lavorava sui comandi.
"Che diavolo sta facendo?" chiese il cadetto
Frame entrando tenendosi il fianco.
"La riporteremo indietro." Disse semplicemente
il Dottore dando a Rose un sorriso maniacale.
"Se un passeggero ha un incidente nella discesa a
Terra, e indossa ancora il teletrasporto, le sue molecole sono tenute in
stasi." Spiegò Copper mentre il Dottore non la smetteva di lavorare.
"Puoi davvero farlo Dottore?" chiese Rose un
po’ preoccupata.
Il Dottore si alzò
di scatto, facendo scattare una leva e voltandosi verso il fondo della stanza,
dove in una leggera luce blu apparve il fantasma di Astrid.
"Sto cadendo." La sua voce risuonava tra loro,
Rose si avvicinò per guardarla bene, sembrava lei, ma lo sguardo era assente.
"E solo a metà strada." disse il Dottore
rimettendosi a lavorare sui fili.
"Astrid." La chiamò Rose osservandola, ma lei
non ricambiava lo sguardo.
"Continuo a cadere." Disse la cameriera, e Rose
si rese sempre più conto che lei ormai non c'era più, non era più possibile
salvare Astrid.
"Dottore." tentò di chiamarlo avvicinandosi a
lui.
"C'è retroazione molecolare.
Incremento il ripristino." Spiegò mentre lavorava con il sonico, ma dalla
console di comando uscirono delle scintille.
"No, no nono. Serve più
contenimento." Continuò concitato.
"Dottore." Tentò di chiamare il signor Copper
accanto a lui.
"NO."tuonò sicuro e testardo senza
smettere di lavorare.
"Se collego la sospensione di superficie." Si
piegò tornando a lavorare sui fili.
"Dottore se n'è andata."
Continuò pacatamente Copper.
"Devo solo scavalcare la sicurezza" continuò il
Dottore. Rose fece cenno al signor Copper di
allontanarsi e si mise davanti al Dottore guardandolo negli occhi.
"Ce la posso fare. Posso
salvare almeno lei." Le disse incrociando lo sguardo con lei.
"Mi dispiace Dottore." Le disse semplicemente.
I due si voltarono a guardare ancora il fantasma di Astrid che alleggiava nella
camera.
"Io posso salvarla. Devo
farlo." Continuò quasi con rabbia, Rose appoggiò le sue mani sulle sue
spalle del Dottore dolcemente, sapendo che quello non riguardava solo Astrid,
ma anche il Maestro e Gallifrey.
"Devi lasciarla andare Dottore." Continuò
dolcemente senza smettere di guardare i suoi occhi che le urlavano il dolore
della perdita.
"Fermate la mia caduta." La voce di Astrid
risuonò ancora una volta nella stanza. I Dottore si alzò
in piedi senza smettere di guardarla, Rose lo seguì stringendogli la mano. I
due si avvicinarono a quella che era la loro salvatrice.
"Non è rimasto abbastanza, il sistema è stato troppo
danneggiato." Spiegò il signor Copper. Rose non riusciva
a staccare lo sguardo dagli occhi di Astrid, vitrei e vuoti, tutto ciò che era
stato di Astrid non c'era più. Il Dottore lasciò la presa sulla sua mano e si
avvicinò ancora alla cameriera.
"Astrid Peth, cittadina di Sto." Disse
avvicinandosi colpito nel profondo.
"La donna che ha osservato le stelle e sognato di
volare. Ora potrai viaggiare per sempre." Alzò il
cacciavite verso di lei, aprendo un piccola
finestrella, l'immagine di Astrid si perse davanti a loro.
"Non stai più cadendo Astrid, stai
volando." Concluse il Dottore lasciando che le
piccole luci uscissero dalla finestra, Rose lo raggiunse e gli strinse la mano
appoggiando la testa sulla sua spalla.
Rientrarono in silenzio sul Tardis, per l'ennesima volta
non era riuscito a salvare la vita a delle persone
innocenti, persone a cui aveva promesso la salvezza. Ripensò ad Astrid, a
quanto sarebbe stato bello portarla sul Tardis, ripensava a Foon e Morvin, a
tutti gli altri morti causati dall'avidità e sete di vendetta di un perdente.
Sentì Rose mettersi accanto a lui e appoggiare la testa
alla spalla, chiuse gli occhi assaporando quel momento, cosa avrebbe fatto se a
Rose sarebbe successo qualcosa? Aveva nuovamente rischiato di morire per colpa
sua, ma eccola ancora accanto a lui a stringergli la mano.
"Andiamo da Jackie." Disse piano, impostando le
coordinate.
"Non dobbiamo andare per forza." Le rispose lei
senza muoversi dalla sua posizione.
"Tua madre non ce lo
perdonerà se siamo a Londra senza passare da lei." Continuò invece
sorridendo. Voleva vedere Rose felice e rilassata e sapeva che passare un po’
di tempo con la madre le avrebbe fatto davvero bene
"E poi non sarebbe Natale senza la cena di tua
madre." Continuò con ironia, riuscendo a percepire il sorriso di Rose,
anche se non lo vedeva.
"Andiamo allora." Disse azionando
il Tardis.
Fine
Spero che non vi abbia deluso e questa storia vi sia piaciuta, aspetto le
vostre recensioni, alla prossima con Adipose Industries.
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