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Autore: Wren    04/12/2006    8 recensioni
Kerberos non riesce ad accettare di essere ignorato, ma ancor di più gli da fastidio che sia lei ad essere ignorata. (Kero-chanXTomoyo [anche detta Keroyo])(Mille punti simpatia a chi coglie lo Special Guest!XD)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kero-chan -Cerberus, Tomoyo Daidouji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kerberos era veramente scocciato

Dedicata a Yan-mazu, la mente che ha concepito l’’idea di questi due personaggi come coppia!^_^

 

 

 

 

Kerberos era veramente scocciato.

Già non bastava dover restare chiuso in camera di Sakura per evitare di incappare nel fratello della sua padrona impegnato in attività poco caste con Yukiusagi. Non era piacevole vederli fornicare ad ogni angolo nascosto e non della casa, e tanto meno lo era sentire Yue raccontargli stressato dei nuovi strani “esperimenti” che il suo aspetto provvisorio e il suo ragazzo intraprendevano non appena credevano d’essere soli in casa.

Da quando poi Shaoran era tornato da Hong Kong, lui e Sakura stavano sempre insieme.

Il guardiano delle Carte si stava annoiando a MORTE!

Il tedio del primo pomeriggio venne spezzato dal suono ripetitivo del fax.

Essendo quella l’unica occupazione possibile al momento, Kerberos si dimenticò per un attimo che quel fax con tutta probabilità non era per lui e si apprestò a leggerlo.

 

“Cara Sakura,

so bene che da quando Shaoran è tornato sei sempre molto impegnata.

Sono molto felice per voi, dato che ne avete passate tante in passato!

Oggi pensavo di fare una giro al parco, ho sentito che ci saranno anche delle bancarelle. Se per caso hai un po’ di tempo, mi farebbe piacere fare un giretto con te.

Tomoyo”

 

Kerberos si lasciò scappare un sospiro. Povera Tomoyo… Lei era sempre così gentile e premurosa, ma ultimamente Sakura non la considerava moltissimo. La lontananza dal cinesino l’aveva prostrata così profondamente che ora se non lo vedeva per più di un’ora, veniva presa da un’ansia incontrollabile che sparisse e che non lo rivedesse più.

Il guardiano osservò ancora le linee eleganti della scrittura di Tomoyo con una strana pesantezza nel cuore. Gli dispiaceva così tanto per lei. Aveva sempre osservato come la ragazza si curasse delle persone a lei care con completa dedizione e nonostante questo tutti le persone attorno a lei avevano trovato la loro persona speciale, mentre lei era rimasta sola, ad osservare da lontano gli amici che andavano per la propria strada.

Più ci pensava più a Kerberos non andava giù. Tomoyo era una persona meravigliosa, non era giusto che se ne stesse da sola al mercato in quella bella giornata.

Animato da un improvviso ed inaspettato impeto, spalancò la finestra e volò velocemente verso il parco cittadino senza alcun ripensamento.

Non ci impiegò più di una manciata di minuti per raggiungere il re pinguino, insolitamente circondato da bancarelle colorate. Non ci mise molto a trovare Tomoyo, era inconfondibile persino in mezzo a quella folla. Era elegante come sempre e portava i suoi lunghi capelli scuri raccolti sulla nuca, mentre dei ciuffetti ribelli le si arruffavano sulle spalle. Kerberos pensò che fosse bella e si rese conto di averlo sempre pensato.

Gli spiaceva moltissimo saperla da sola, ma non poteva certo scendere in mezzo alla folla e tenerle compagnia!

Improvvisamente gli venne un lampo di genio. Il sole splendeva alto nel cielo e la sua potenza magica era al culmine. Quell’incantesimo non era facile, ma ci avrebbe provato lo stesso.

Si nascose dietro ad un muretto e si concentrò.

Uno..

Due..

Tre!

In un istante si era trasformato.

Si guardò nel vetro di una casa per valutare il risultato ottenuto e ne fu soddisfatto.

Alto, muscoloso, capelli neri ribelli tirati indietro con qualche ciuffetto che ricadeva sulla fronte e due intensi occhi cremisi, indossava una semplice maglietta nera e un paio di jeans della stesso colore. La trasformazione era avvenuta perfettamente.

Camminò lentamente, prendendo confidenza col nuovo corpo e si diresse verso la zona del parco dove aveva intravisto Tomoyo. Non era per nulla semplice muoversi in quella folla, specie con il corpo imponente che si era andato a scegliere. Mannaggia a lui e alla sua megalomania!

Il post poi non lo aiutava di certo. Conosceva il parco del Re Pinguino come le proprie tasche, ma tutte quelle bancarelle colorate sembravano averlo interamente trasformato. Da qualche parte un banda stava suonando una musichetta allegra ma mortalmente ripetitiva che lo stava amandando in confusione ancora di più, tanto che ad un certo punto si accorse di aver girato a vuoto ed di essere ritornato nel punto dove si era trasformato. La testa cominciava a girargli terribilmente (ma forse anche perché in Kuro-mode, l’altitudine causa mancanza di ossigeno!) e il sole picchiava forte, il che era un bene altrimenti non avrebbe avuto sufficiente energia per mantenere quell’aspetto, però d’altro canto tutto quel caldo non lo aiutava di certo.

Individuò una fontanella d’acqua e vi si gettò avidamente per rinfrescarsi. Raccolse l’acqua con le mani e bevve a grandi sorsate. Non pago di quella ristorante sensazione, si chinò ed immerse la testa sotto il getto d’acqua. Tanto con quel sole, anche se si fosse bagnato, si sarebbe asciugato subito. Finalmente ritemprato, si tirò su, scostando i capelli bagnati dalla fronte e si preparò a tornare alla sua ricerca. (FANSERVICE PAWAAAA!!! XD)

“Ha bisogno di aiuto?”

Kurogane si voltò di scatto in direzione della voce che conosceva molto bene. Tomoyo se ne stava sorridente ai margini del mercato ed osservava, in attesa di una risposta, proprio lui.

“Uh… ecco io…” borbottò non sapendo che dire.

In effetti non ci aveva pensato… Non poteva certo presentarsi dalla ragazza e proporle di passare il pomeriggio insieme ad uno sconosciuto, e per qualche motivo, l’idea di rivelarle la sua identità lo metteva in un disagio terribile. Sarebbe stato in perenne imbarazzo per tutta la sua lunga (quasi infinita) vita.

“Si è perso?” domandò gentilmente Tomoyo vedendolo in difficoltà.

“Mh… più o meno…” rispose titubante Kerberos. “Io… sto cercando una persona!”

“Avevate appuntamento qui?”

“No… ecco… lei non sa che sono qui. Però io so che c’è lei e… cioè… ecco… io…” il Guardiano delle Carte cominciava a non saper più che dire, quando fu la ragazza a venire in suo soccorso.

Se cercassimo questa persona insieme, le sarebbe d’aiuto?” gli disse porgendogli la mano.

Kerberos si illuminò letteralmente e tese la propria per afferrarla.

Praticamente come se l’avessi già trovata! E, per favore… dammi del tu!” rispose entusiasta.

“D’accordo! Io mi sono Tomoyo, molto piacere!” si presentò lei con uno smagliante sorriso.

“Piacere, io sono K…Kuro…gane…” improvvisò Kerberos preso di sprovvista. Aveva detto il primo nome che gli era passato per la testa, ma ora si chiedeva da dove diavolo l’avesse pescato fuori.

Tomoyo lo condusse di nuovo nella calca del mercato, voltandosi di tanto in tanto e sorridendogli col suo solito fare gentile. Kerberos si sorprese ad osservarla più di una volta. Forse era perché di solito lui era piccolo ed ora era incredibilmente alto, ma Tomoyo gli sembrava tanto esile e fragile. Eppure si muoveva con passo deciso in mezzo a quel brulicare di persone senza farsi mai travolgere e senza mai urtare nessuno. Lui invece, grande e grosso, se non fosse stato per la mano di lei, sarebbe stato sballottato a destra e sinistra senza pietà.

“Oh che carini!” esclamò all’improvviso lei, adocchiando una bancarella che esponeva bottoni di svariate forme, dimensioni e colori.

“Possiamo fermarci se ti interessa…” propose lui.

“Non ti disturba? Tu stai cercando…”

“Non preoccuparti! Guarda pure tutte le bancarelle che vuoi, tanto io senza di te non saprei dove andare!”

Tomoyo gli sorrise contenta e si mise a spulciare tra i bottoni variopinti. Se ne andarono da lì lasciando la bancarella decisamente svuotata e proseguirono nel loro giro del mercato, facendo molte altre tappe in molte altre bancarelle.

Alla fine, quando ebbero girato tutto il parco, erano entrambi esausti dal caldo e dalla confusione, che decisero di comune accordo di fermarsi su una panchina all’ombra per riprendere fiato.

“Mi spiace…” sospirò Tomoyo con l’aria rattristata.

Kerberos appoggiò con cura i sacchetti della ragazza che stava portando e la guardò perplesso.

“…non abbiamo trovato la persona che cercavi!” continuò lei sinceramente dispiaciuta.

“Non importa… è stato bella passare il pomeriggio con te!” rispose il Guardiano.

“Ti ringrazio! E’ stato molto bello anche per me!” rispose Tomoyo di nuovo sorridente.

Kerberos sentì il cuore mancare un battito e le guance pizzicargli per il velo di rossore che sicuramente era comparso. Era così bella quando sorrideva, e poi la luce del tramonto rendeva l’atmosfera ancor più…

Tramonto?

Kurogane fece un salto per la sorpresa quando si rese conto che il sole calava ormai sull’orizzonte. Una volta scomparso non avrebbe più avuto l’energia magica sufficiente a mantenere quell’aspetto.

“Uh… è… TARDI!” esclamò concitato.

“Devi già andartene? Mi sarebbe piaciuto offrirti un gelato…” Tomoyo sembrava dispiaciuta di quella improvvisa separazione. Kerberos però era troppo agitato e non se ne accorse.

E’ impossibile, è veramente troppo tardi! Devo assolutamente, scappare! Facciamo la prossima volta, ok?”

Kerberos era tanto preso dalla fretta che quasi non si rese conto di ciò che faceva quando si chinò a lasciarle un bacio sulla guancia per salutarla. L’attimo dopo era già scappato via.

Tomoyo restò seduta ad osservarlo correre con un sorriso dolce sulle labbra.

 

Anche il giorno successivo fu molto caldo, ma questo non impedì agli abitanti di casa Kinomoto di intrattenersi con le loro abituali attività. Quindi Fujitaka era andato presto al lavoro, Sakura se non era al telefono con Shaoran era direttamente a casa di Shaoran, mentre Touya e Yukito scoprivano che il sottoscala era un luogo sia appartato che comodo per i loro scopi.

E Kerberos era scocciato come al solito.

Stava sfogliando distrattamente una rivista di videogames (sperando di trovare qualcosa di interessante da farsi comprare per passare quelle noiosissime giornate) quando un rumore catturò la sua attenzione.

No, questa volta non era il fax, ma era come se qualcuno lanciasse sassolini contro la finestra.

Chiedendosi chi fosse, l’animaletto si sporse oltre il davanzale e guardò in giardino. Tomoyo lo stava salutando con la mano.

“Ciao Tomoyo!” la salutò allegramente, volando giù da lei.

“Ciao Kero-chan!” ricambiò il saluto lei.

Perché non hai suonato?”

“Non volevo disturbare Touya e Yukito.”

“Come sapevi che erano in…”

Kerberos venne interrotto da una serie di inconfondibili e poco casti rumori proveniente dall’interno della casa. Entrambi decisero di lasciar cadere l’argomento.

“Sakura non è in casa…” le disse lui, dispiaciuto che la ragazza avesse fatto tutta quella strada per niente.

“Oh lo so! Non sono venuta per lei!” rispose prontamente lei.

Perché allora…?” domandò Kerberos inclinando perplesso la testolina gialla.

“Ti ho portato un gelato!” disse lei mostrandogli un sacchetto.

“Wow grazie mille! Ma perché?” chiese tutto felice Kerberos, tuffandocisi letteralmente dentro.

“Me l’hai detto tu!”

“Eh?”

“Ieri mi hai detto ‘Facciamo la prossima volta, ok?’…”

Kerberos sgranò gli occhi.

“Come hai capito che…?”

“Era chiaro come il sole che fossi tu!” rispose Tomoyo con un sorriso dolcissimo. La ragazza gli prese delicatamente una zampina con la mano, proprio come aveva fatto il giorno prima e il Custode sgranò gli occhi sentendo il cuore prendere il volo come un palloncino.

“Grazie per ieri…” gli disse dandogli un bacio sulla guancia. “E ora mangiamo il gelato!”

  
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