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Autore: Erin    04/12/2006    8 recensioni
Hermione, raffinata donna in carriera, abita in un lussuoso appartamento nel centro di Londra. Finchè la sua monotona vita non viene sconvolta dall'arrivo di una persona che non si sarebbe mai aspettata di rincontrare...
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hermione Jane Granger era di umore piuttosto raggiante quella mattina

Hermione Jane Granger era di umore piuttosto raggiante quella mattina. Si era alzata presto, lavata e vestita. Indossava un paio di pantaloncini di jeans ed una maglia color pesca mentre, sorridente, era in cucina a preparare la colazione in tutta calma, senza l’uso della magia.

Erano le 10.15 di una splendida mattinata, quel giorno sarebbe dovuta andare a lavorare dalle 15.00 alle 18.00.

La sera prima aveva ricordato a Draco della cena che avevano in sospeso e erano rimasti che si sarebbero visti il giorno dopo alle 20.30.

Quindi quella sera quindi l’attendeva la cena con il suo bellissimo vicino...

Beh, non esageriamo, bellissimo poi... pensò Hermione sorridendo, non volendo ammettere quanto in realtà fosse tremendamente affascinante quel ragazzo.

Prese la cioccolata dal fuoco e la verso in una tazza, prima di stendersi sul divano a guardare un programma che le interessava sul suo nuovo televisore al plasma, arrivatole da poco.

Finita di bere la cioccolata andò a finire di lavarsi ed indossò un vestito indico a mezze maniche molto bello, con sotto delle decoltè marroncine abbinando una borsa e la giaccia del medesimo colore ed andò a fare una passeggiata nel parco antistante il palazzo.

Si raccontava fosse stata la villa di una principessa, che tempi addietro, era morta a causa di un ignoto avvelenamento. Ma niente di più era trapelato dalle mura di quel immensa proprietà, ora adibita a giardini pubblici e uffici. Camminava lentamente, mentre respirava a pieni polmoni l’aria pulita e fresca di quella mattinata.

Il gigantesco viale era incorniciato da salici piangenti che svettavano al cielo creando come una galleria dove Hermione passeggiava, attraverso la quale penetravano numerosi raggi luminosi che s’infrangevano sui cespugli di rose.

Era impossibile girare tutto il parco in un’oretta, così la riccia arrivò solo a percorrerne un quarto, fino alla fontana dove una bellissima sirena in marmo soffiava acqua dal palmo della mano, che le ricadeva lungo il corpo. Il lontananza s’intravedeva il palazzo reale, rosa salmone e dorato, dove funzionari pubblici entravano o uscivano con cartelle e documenti tra le mani.

Mentre il richiamo di un uccellino ruppe la silenziosa sinfonia degli alberi accarezzati dal vento, Hermione si sedette su una panchina, quando da lontano intravide un figura in abito nero, con cravatta, uscire dall’edificio ed iniziare a percorrere il viale alberato.

Stette a guardarlo per un po’, quando poi la sagoma fu più vicina capì di chi si trattava. Era elegante, aveva una cartella scura sotto il braccio, il passo era veloce e professionale mentre l’altra mano passava tra i capelli, che come al solito, gli ricadevano prontamente sui suoi meravigliosi occhi.

Era forse ad una decina di metri da lei ma Hermione rimase seduta con le gambe accavallate: forse lui non l’aveva notata.

Sorrise pensando cosa poteva farci lui lì. Strano, molto strano. Che lavoro faceva?

 

Quando poi il suo sguardo finì sulla figura della splendida fanciulla avvolta nel meraviglioso abito azzurro, sembrò rallentare la sua veloce passeggiata.

Le sorrise, mentre lei ricambiava e prese a dirigersi verso di lei. Fu colpito dalla bellezza che emanava quella figura, il colore dei suoi boccoli illuminati dalla luce del sole filtrata dagli alberi, quella bocca rossa che continuava a sorridere aspettando che arrivasse più vicino a lei.

Giorno Draco” salutò lei alzandosi ed aspettando qualche secondo che lui le fu più vicino.

“ Ehi Hermione!” salutò lui energico.

Com’è bello sentire il mio nome dalla sue labbra! pensò la riccia.

“ Come mai così eleganti?” le schernì poi lei, scherzosamente.

“ Sono appena uscito da lavoro” disse semplicemente, sedendosi sulla panchina e togliendosi la giaccia nera. Poi si allentò la cravatta e un sospiro di sollievo lasciò le sue labbra, mentre portava la testa all’indietro, ammirando le fronde dei salici sopra di lui.

Hermione prese posto accanto a lui, incrociando le gambe.

“ Lavoro?!” fece lei, alzando un sopracciglio, mentre lui tornava a fissarla negli occhi.

Illuminato dal sole, i suoi crini erano quasi dorati e gli occhi ancora più chiari.

“ Si, lavoro. Lavoro al Ministero della Magia nella sezione Magie Oscure e Violazioni da qualche tempo e così sono dovuto venire qui per intrattenere rapporti con il Primo Ministro Inglese: una noia!” disse, allentandosi ancora di più la cravatta.

Hermione iniziò a ridere, contagiando anche il biondino in un sorriso sincero.

E tu? Perché non sei a lavoro?” fece poi lui, appoggiandosi con gli avambracci sullo schienale della panchina.

“ Oggi devo andare di pomeriggio, verso le 15. Così ho fatto un giro...” disse, respirando quell’aria pura e leggera a pieni polmoni, socchiudendo gli occhi.

“ Questo posto è meraviglioso” aggiunse dopo poco, tornando a fissarlo.

“ Vengo spesso a passeggiare qui, almeno quando ho un po’ di tempo per me...” mormorò lui, sorridendole.

“ Torni a casa?” chiese dopo poco, vedendo la sua figura raggiante stagliarsi dinanzi a lei.

Lui scosse la testa.

“ Ho da fare alcune cose da fare in giro per Londra prima. A stasera” sorrise lui con una nota di malizia, prima di incamminarsi verso i cancelli del parco.

Inevitabilmente nella mente di Hermione si insinuò un pensiero felice alle sue ultime parole: si era ricordato della cena di quella sera. Ma alla fine proprio la notte prima erano stati abbracciati a ballare un lento su una pista sotto gli occhi di tutti e lei gli aveva sussurrato del loro “appuntamento” della sera successiva...era anche normale che se ne fosse ricordato!

Con un sorriso e le gote leggermente rosse, Hermione respirò per l’ennesima volta quel lieve profumo di fiori e terra bagnata, così tornò a casa.

 

 

Erano le 19.00 circa e Draco, stanchissimo, aveva appena messo piede a casa. Poggiò su mobile all’ingresso un pensiero che aveva comprato per Hermione e con passo quasi strascicato iniziò a spogliarsi per la casa, puntando verso il bagno per una doccia ristoratrice.

Un getto d’acqua calda gli cadde sulle spalle, facendo si che dalla sua bocca uscisse un sospiro di sollievo. Stava pensando ad Hermione. Al fatto che quando era con lei qualcosa non andava per il verso giusto, la sua mente ragionava in modo sbagliato, perdendo lucidità, il suo cuore che in genere batteva il modo regolare e pacato, in sua presenza sembrava essere impazzito.

Nervosamente prese a volo un asciugamano e se la mise attorno alla vita, uscendo dalla doccia.

Non poteva essere vero...

 

 

Erano le 20.30 passate da qualche minuto quando il campanello di casa Granger risuonò nel silenzio dell’appartamento.

Il cuore di Hermione accelerò visibilmente, si tolse il camice da cucina ed andò ad aprire.

Lentamente la porta illuminò la figura di lui, il suo maglione grigio, i jeans scuri, i capelli biondi scompigliati sulla fronte diafana e due occhi ghiaccio che sembravano sorriderle.

“ Ciao” salutò lei sorridendo, ma prima che potesse aggiungere altro, Draco mormorò con voce maliziosa un “Ciao Hermione... mentre le poggiava le labbra sulla guancia.

Il biondo poi tolse le mani da dietro la schiena rivelando uno splendido fascio di rose rosse.

Hermione era sicura che in quel momento era diventata rossa con un peperone e prego Dio che quel rossore svanisse in fretta.

Gra-grazie Draco, non dovevi...” cercò di articolare, lasciando che un ghigno si dipinse sulle labbra dell’ex serpeverde.

Hermione  disse a Draco di aspettare qualche secondo, chiuse poi la porta alle sue spalle e andò a mettere le rose in un vaso, riempiendolo d’acqua.

Dopo poco dei passi irruppero nella cucina, dove si trovava la padrona di casa.

“ C’è un odore delizioso diffuso per la casa, devi essere davvero un ottima cuoca” lo sentì dire, così si voltò e lo vide appoggiato alla porta, con una gamba incrociata sull’altra a fissarla.

“ Me la cavo” fu la risposta di lei, dopo aver messo sul tavolino della cucina le rose.

Si stava avvicinando al forno per prendere il roast-beef quando sentì due mani forti e delicate allo stesso tempo trattenerla per la vita.

Lascia, faccio io...” sussurrò vicino al suo orecchio destro. Voleva davvero farle perdere il lume della ragione, ne era sicura.

Ma davvero, non preoccuparti puoi...” accennò girandosi e trovandosi tra le sue braccia che ancora le cingevano i fianchi. Così non riuscì a parlare.

Si fissarono intensamente per qualche secondo, poi sorrisero. Hermione si voltò verso il forno per prendere quel dannato ruoto galeotto.

Draco prese alcune cose e aprì la porta scorrevole che dava sulla sala da pranzo: la tavola era stupenda. La tovaglia era nera, i calici in cristallo con il bordo superiore argentato, le posate d’argento e i piatti di porcellana bianca. Draco prese posto poggiando le ultime cose sulla tavola e dopo qualche secondo fece il suo ingresso anche Hermione, con un vassoio.

Era stupenda. Portava un maglione dorato scuro, quasi marroncino che richiamava il colore del suoi occhi da cerbiatta, sotto un semplice jeans blu scuro le fasciava il corpo perfetto.

La cena fu stupenda. Entrambi dopo poco si sentirono subito a loro agio, raccontandosi di tutto e di più sulle loro vite private, su quello che avevano fatto fino a quel giorno, anche se Draco sembrava ancora un po’ restio a raccontare proprio tutte le vicende della sua contorta esistenza.

“ Non avrei mai detto che avresti lavorato al ministero...” sorrise poi Hermione, servendo dei ravioli al vapore, preparati secondo un’antica ricetta cinese.

“ Neanche io” ammise lui “ Ma che tu fossi diventata medimaga, ne ero quasi convinto. Sai, è stato un piacere farsi visitare da te... aggiunse poi, con tono allusivo. Lei arrossì, ma cercò di non darlo a vedere.

E quindi, come mai sei venuto ad abitare qui alla fine?” chiese lei, come per cambiare discorso.

“ Dopo la morte dei miei, non avevo motivo di restare a Malfoy Manor, era una casa fin troppo grande per una sola persona ed ho preferito andarmene e comprare un’altra casa più vicina anche al posto dove lavoro...e tu? Sei qui per lo stesso mio motivo?” chiese, assaggiando il roast-beef.

Si ecco, anche la villa dei miei era diventata troppo grande dopo la loro morte, perciò ecco...non volevo vivere sommersa dai ricordi in quella casa...ho preferito trasferirmi” concluse, sorridendogli.

Finirono di mangiare, continuando a parlare del più e del meno. Hermione non l’avrebbe mai detto, ma parlare con lui era bellissimo. Rideva alle sue battute, concordava con quanto diceva o, quando era dell’opinione contraria, ribatteva sempre amichevolmente, facendo si che il rapporto di complicità aumentasse tra loro.

Quindi con Weasley era davvero da quattro anni che non vi vedevate? Non l’avrei mai detto...il più famoso trio di Hogwarst sciolto... riprese lui dopo un po’, ricordando la festa della sera prima.

“ Neanche io l’avrei mai detto, lo confesso. Però a quanto pare, adesso, è tornato tutto come prima. O almeno abbiamo parlato io, Harry e Ron...loro per me sono persone veramente importanti” mormorò lei, servendosi un po’ del pasticcio di verdura.

Anche per me Blaise era una persona molto importante. Ma non ho avuto la tua stessa fortuna...” si lasciò sfuggire lui in un sussurro, leggermente rattristato, mentre un sorriso di convenienza gli si dipingeva sul volto.

Zabini? Vero...che fine ha fatto?” chiese, distrattamente.

“ Non lo so. Non mi va di parlarne”

Hermione smise di mangiare, dandosi mentalmente della stupida.

“ Scusami Draco, davvero, non volevo che tu...

“ Ehi, tutto okay! Non preoccuparti!” disse, fingendo un sorriso. Hermione gli sorrise a sua volta e riprese a mangiare. Effettivamente questo Draco le piaceva tantissimo...anzi forse tantissimo era un eufemismo. Ad Hermione piaceva più che tantissimo Draco Malfoy. Che schiocca, si disse, a pensare cose del genere. Doveva essere davvero impazzita.

Verso fine cena, la riccia si alzò e andò in cucina a prendere un dolce che aveva ripetuto più volte essere buonissimo.

Entrata in cucina, vide il suo cuccioletto stiracchiarsi sul tappeto, annusare nell’aria e deviare verso la sala da pranzo dove era seduto Draco.

Il suo meraviglioso cagnolino. Ecco, definirlo meraviglioso era un aggettivo poco veritiero. Anche perché per lei era meraviglioso, per gli altri un po’ meno. Era, come dire, aggressivo con chi non conosceva bene.

Così si sentì in dovere di avvisare il ragazzo nella stanza a fianco.

Draco ecco, io non ti consiglierei di avvicinarti” gridò, prima di entrare con il ruoto di una torta.

“ Si fa accarezzare solo da me, non sopporta nessuno, non si fa coccolare da nessuno, peggio ancora se è estra....ma non terminò neanche la frase che il cucciolo si era praticamente fiondato su Draco, intento a farsi coccolare.

Il ragazzo sorrise verso il suo batuffolo nero.

“ Non sapevo avessi un cane” disse, occupato a coccolare il piccolo batuffolo“ E non mi sembra affatto una belva feroce, Hermione” aggiunse sorridendo.

“ Io...strano, non si era mai fatto accarezzato da nessuno finora” mormorò lei, posando la torta sul tavolo.

Si ritrovò a guardalo sorpresa: il suo batuffolo mordicchiava le mani eleganti ad affusolate di quel bellissimo ragazzo che sorridendo, gli dava corda.

“ Non sapevo fossi così dolce con gli animali” lo rimbeccò lei ammirando la scena con un sopracciglio alzato.

“ A volte gli animali sanno essere più sinceri e leali degli uomini” si limitò a dire prima di alzarsi. Hermione giurò di aver sentito una nota di malinconia nella sua voce.

“ Come si chiama?” aggiunse dopo poco il ragazzo.

Draco

 

 

Panico.

 

No peggio, terrore.

 

Oddio.

 

Aveva combinato un casino.

 

L’aveva detto, l’aveva detto!

 

Non ci poteva credere.

 

Ora si che poteva sotterrasi in una buca di venti kilometri!

 

Che stupida idiota cretina deficiente che era!

 

Lui la guardò con aria sconvolta, molto sconvolta.

 

“ Ecco io...è per via degli occhi” cercò di scusarsi “ Mi ricordavano tanto i tuoi ai tempi di Hogwarts e così quando 8 anni fa l’ho preso, un anno dopo la fine della scuola...ecco, io...ho pensato di mettergli il tuo nome. Io...scusa Draco, non pensavo che...insomma...” balbettò lei per circa 5 minuti buoni.

Hermione, hai messo il mio nome al tuo cane?” chiese stupefatto, alzandosi dalla sedia e puntando il suo sguardo negli occhi castani di Hermione.

Lei annuì. Dio come era imbarazzata. Sarò rossa come un peperone in questo momento, pensò. CheFiguraDiMerdaCheFiguraDiMerdaCheFiguraDiMerda!

Cioè tu hai pensato ai miei occhi quando hai deciso di chiamarlo Draco? Dio Hermione, non pensavo il mio sguardo fosse radicato così tanto nei tuoi ricordi” sussurrò poi con voce stranamente dolce, avvicinandosi pericolosamente a lei, che dal canto suo, si era alzata e stava proprio di fronte a lui.

Il respiro si era fatto affannoso, il cuore batteva all’impazzata, il cervello non ragionava più quando le mani eleganti ed affusolate sfiorarono la guancia della dolce Hermione.

Si sentì trasalire, quando il tocco divenne più vicino, quando il pollice di lui le accarezzò le labbra. Forse aveva fatto un mezzo passo indietro, rimanendo interdetta, perché lui curvo l’angolo destro delle labbra in un sorriso malizioso.

“ Non ho intenzione di farti del male, Hermione... le sussurrò poi, a pochi centimetri dal viso. Poteva sentire il respiro caldo di lui sulla pelle, la tensione crescere tra il loro corpi quando la sua mano scese fino a collo e prendendola per la nuca, la attirò a sé.

Le labbra combaciarono perfettamente, quasi fossero fatte a posta per baciarsi, quasi fossero complementari. Draco iniziò a baciarle lievemente la labbra, poi approfondì il bacio, facendole assaporare la morbidezza e la sensualità di un contatto così passionale, tenendole premuta contro il suo petto, una mano sulla vita esile di lei, l’altra sulla nuca. Hermione si sentiva persa, completamente. Quella sensazione le fece quasi paura: non riusciva a controllare il suo corpo, ed Hermione Jane Granger aveva sempre tutto sotto controllo.

Gli mise le mani sul petto e con una lieve pressione lo allontanò da sé, abbassando lo sguardo per non reggere quello interrogativo di lui.

“ E’ meglio che tu te ne vada, Draco...” mormorò, fissando il tappeto davanti a divano.

Il biondo si allontanò da lei.

“ Hai ragione, non avrei dovuto farlo”

“ Già...” fu la flebile risposta di lei, mentre lo vedeva camminare verso l’ingresso e aprire la porta.

Lo seguì, da brava padrona di casa, rimanendo sull’uscio, appoggiata con il fianco destro alla porta, le braccia incrociate al petto, guardando la sua schiena camminare verso la porta del suo appartamento, proprio di fronte alla sua.

“ Ci...ci sentiamo domani, Draco” esclamò poi, prima che sparisse oltre la porta.

Lui si voltò, la fissò in tutta la sua dolcezza, guardarlo dal ciglio della porta e le sorrise.

Poi aprì la porta di casa e se la richiuse alle spalle.

A questo punto sarebbe dovuta entrare. Si, ormai non c’era più motivo di guardare un porta chiusa. Era bella, in legno massiccio, le rifiniture d’orate...ma comunque non c’era ragione di continuare a fissarla. Okay, adesso rientro...giuro adesso lo faccio. Sembro una stupida a stare qui a fissare una porta chiusa! Ma che dico?! PRIMA sono stata una  stupida, come ho potuto allontanarmi dal quell’angelo? Da quel bellissimo essere umano che mi ha baciata? Come ho potuto allontanarmi dal suo corpo, dal suo calore...come ho potuto allontanarmi da quelle labbra e quelle dita affusolate che mi carezzavano il corpo? Potrei sempre andare da lui e non so dirgli che...Oddio devo essere impazzita!! A che penso?! E se ora andassi da Draco a dirgli che sono stata una stupida perché non faccio altro che pensare a lui? NOOOO! Assolutamente no. Ma forse...oddio, non ce la faccio. Continuo a fissare questa porta...sono proprio un caso disperato...

Senti – si disse poi - tu non sei la coraggiosa e temeraria grinfondoro di un tempo?! Che fine ha fatto la leonessa che è in te??

Con aria risoluta, Hermione si diresse in camera, si aggiustò il maglione, si sistemò i capelli, si lavò i denti e si aggiustò il trucco.

Inspirò ed espirò a fondo, si diresse all’ingresso, stava prendendo anche le chiavi ma si ricordò di potersi smaterializzare, quindi le lasciò sul tavolino all’ingresso.

“ Augurami buona fortuna...Draco” rise poi, accarezzando il suo cucciolo prima di lasciare l’appartamento.

Si chiuse la porta alle spalle e si diresse a passo lento verso la porta di fronte. Aveva paura, tanta paura. E si sentiva stupida anche, molto stupida.

Un ultimo respiro, poi si decise a bussare. Poggiò le nocche sulla porta di Draco quando, dopo la prima leggera pressione, la porta si aprì da sola, illuminando il bellissimo salone immerso nel buio.

Era aperta...si ritrovò a pensare Hermione, mentre faceva un mezzo passo sul ciglio della porta.

“ Sapevo che saresti tornata...” mormorò una voce a pochi centimetri da lei. In penombra, una mano la prese dolcemente ma allo stesso tempo con prepotenza dietro la nuca ed una bocca la baciò con passione, mentre un’altra mano chiudeva la porta alle sue spalle.

 

 

...Continua...

 

 

 

 

 

Oddio!!! Scusate se ho postato così tardi, spero questo capitolo sia stato di vostro gradimento! Come sempre grazie a tutti quelli che hanno recensito, mi fate commuovere!*____*

Ad ogni modo, qui vi ho lasciato un po’ in sospeso, anzi mooolto in sospeso, ma solo perché conto di postare presto. Un saluto a tutti quelli che leggono questa ff e soprattutto a chi la commenta, perché è importante per me sapere se scrivo ca****e oppure no! ^___^

Bacioni, Erin.

 

 

  
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