Piove
E piove sui nostri
volti
silvani,
piove sulle nostre
mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
sui freschi pensieri che
l’anima schiude
novella,
su la favola
bella
che
ieri
m’illuse, che oggi
t’illude,
oh,
Ermione.
“La pioggia nel pineto”
(libro
III:<
G.D’Annunzio
Avviso:
I
personaggi di questa storia appartengono tutti
all’autrice J.K. Rowling. Io li ho
utilizzati solamente per divertirmi e far divertire chi leggerà questo lavoro. I
fatti narrati di seguito non sono mai avvenuti nella saga di Harry Potter.
Questo
racconto è stato scritto con nessuna intenzione di
lucro, quindi, si ritiene che nessun diritto di copyright sia stato violato.
Buona
lettura
Angèle
Corri, in silenzio.
La
pioggia scroscia intorno a noi.
La
sento sul mio volto, la vedo sulle tue ciglia brune.
Piccole perle di acqua rimangono imprigionate nei tuo capelli, come
fossero ornamenti naturali della tua chioma
silvana.
Il
profumo della terra bagnata invade i nostri pensieri, cancellando per un attimo
l’odore delizioso della tua pelle.
Ti
fermi, senza preavviso. La tua mano stretta nella mia, le tue ginocchia nude
vicinissime ai miei pantaloni bagnati.
Un
brivido nasce lento dallo stomaco, per risalire sulla schiena fino al mio
collo.
-Hermione?-
Ti
volti, mi sorridi.
I
tuoi denti bianchi, regolari imperlano le
labbra morbide.
Alzi il dito indice, intimandomi il silenzio. Vuoi che io ascolti
qualcosa di speciale.
Ti
guardo con dubbio. Non riesco a capire. Non riesco a seguirti.
Che novità...
-Senti questa sinfonia?-
Mi
aspetto di udire una musica, qualcosa di davvero eccezionale.
Al
mio orecchio, però, nulla arriva.
-Non sento niente, Hermione. Tranne lo scroscio della
pioggia...-
Fai uno dei tuoi sorrisi più aperti. Uno di quelli per cui vado matto.
Così, non resisto. Ti attiro a me: le tue forme mi si appiccicano
addosso, il tuo respiro s’infrange sulla mia pelle e la pioggia continua a
cadere.
Mi
chino, cercando con voglia infinita un contatto con le tue labbra.
Lo
trovo un attimo dopo, caldo e piacevole come l’avevo lasciato, prima che la
pioggia ci sorprendesse amanti.
-Le dita della pioggia suonano per noi, Ron...- mi dici, distaccando la
tua bocca dalla mia ma mantenendoti nelle vicinanze. –Non senti le ginestre come
cantano? E le foglie?-
Ti
guardo di nuovo senza riuscire a capire.
–Cantano?-
Ridi e il tuo riso, allegro e contagioso, diventa un'altra nota di questa
sinfonia magica che percepisci solo tu. Allunghi una mano, afferri la mia ed
inizi a correre, trascinandomi.
Insieme, ci confondiamo tra i colori della foresta, resi ancora più vivi
dalla patina di acqua che li ricopre. I nostri affanni s’inseguono, l’un
l’altro, le nostre dita s’intrecciano e si cercano, i nostri corpi si avvicinano
per poi respingersi in un gioco sensuale.
-Hermione...- ti richiamo, un momento.
Non fai in tempo a girarti
che le mie mani sono sulla tua vita e le mie labbra sulle
tue.
Nel frattempo, la pioggia continua a cadere e non si
ferma.
Non rispetta nemmeno la nostra intimità. E’ lì che percorre i nostri
corpi senza pudore, senza timore di poterci
disturbare.
Noi, d’altra parte, non le diamo molto
peso.
Ci
ritroviamo sdraiati sull’erba, legati in un abbraccio che ci confonde, ci
unisce, ci delizia.
Le
mie mani scivolano sulla tua pelle bagnata ed il profumo dell’erba mi stordisce.
Le
tue gambe si allacciano intorno alla mia vita come fossero radici: mi si serrano
attorno, senza lasciarmi via di fuga, possibilità di salvezza.
Siamo io, te e lo scroscio.
“La pioggia purificatrice, la
pioggia enfatizzante, la pioggia che cade.” Questi sono i pensieri che mi
sussurri in un orecchio, mentre affondo il mio naso nel tuo collo.
Ti
sorrido, fissandoti brevemente.
Ormai siamo così bagnati, che i nostri capelli hanno cambiato colori e
forme.
Le
ciocche di castano scuro ti si appiccicano al viso pallido; morbide onde
decorano il collo della tua camicia.
-Sei bella sotto la pioggia...- ti dico.
Sorridi e mi baci di nuovo. Non aspetti che io risponda al tuo gesto, per
passarmi le braccia attorno al collo ed attirarmi a te.
Mi
sento sprofondare nel più bel sogno della mia vita: mi lascio guidare, mi fido,
m’appassiono a te e al tuo modo di fare.
-Resteresti con me anche sotto la pioggia, Ron?- mi chiedi mentre le tue
mani non mi danno pace. Le tue dita si rincorrono e giocano sulla pelle della
mia schiena; i tuoi polpacci nudi accarezzano le mie
gambe.
-Sì...- ti rispondo con semplicità. –Ogni luogo in cui tu sarai, per me
sarà perfetto...-
Annuisci e poi mi baci.
Ed
io credo di non avere mai amato la pioggia così tanto.
Una tua mano mi accarezza il petto, lo stomaco.
Trattengo il respiro e la pioggia per un attimo sembra svanire.
Ma
resta il suo suono allegro ed i nostri respiri affannosi.
Ora, la sinfonia di cui parlavi la percepisco anch’io: le foglie e le ginestre
cantano.
Avevi ragione.
Ti
bacio, ti assaggio, mi perdo in te, nel tuo profumo, nel tuo scroscio.
Siamo noi uniti indissolubilmente, legati da questa pioggia benedetta che
ci rende ancora di più l’uno parte
dell’altra.
Mi
chino su di te e, quando trattieni un gemito, una goccia ti cade proprio sulle
labbra che stai mordendo.
Goccia di vita, di purezza, d’amore.
E’
tua, Hermione.
E’
nostra, perché la rubo dalle tue labbra, geloso.
Nessuno, tranne me, può averle.
-Ti amo...- un sussurro, bisbigliato alla pioggia, alle sue dita
finissime che ci accarezzano, ci penetrano,
c’impregnano.
Riemergiamo ansanti dal nostro donarci, sotto l’acqua che cade dal cielo
plumbeo.
Occhi negli occhi, mani nelle mani.
Sorridiamo.
L’imbarazzo è inesistente. Non ha motivo di sfiorarci. L’amore non gli
concede vita.
-La pioggia mi è sempre piaciuta...- dici, ed io non posso fare altro che
baciarti, con dolcezza.
Ci
tiriamo in piedi, aiutandoci l’un l’altro.
Il
suono del gracidio delle rane è lontano ma tu riesci a
sentirlo.
-La figlia del fango sfida quella dell’aria...- mi dici mentre
riprendiamo a camminare, abbracciati, stretti, stretti.
Alcune volte non riesco a capire le tue parole. So che dietro di loro c’è
sempre un significato più profondo che, per quanto mi sforzi, mai riuscirò a
comprendere completamente.
-Cosa?-
Sorridi.
Scuoti la testa.
-Nulla, amore mio...-
Mi
prendi la mano e ricominci a correre, sotto la
pioggia.
Ti
seguo e nella foga, a stento riesco a percepire quella sinfonia di cui parlavi.
So, però, che c’è e, per una volta, ha suonato anche per
noi.
-E
piove sui nostri volti silvani, piove sulle nostre mani ignude, su i nostri
vestimenti leggieri, sui freschi pensieri che l’anima schiude novella, su la
favola bella che ieri
m’illuse, che oggi t’illude, oh, Ermione.-
-Hermione?-
E
sorridi, mentre ci dirigiamo velocemente verso il
castello.
La
pioggia cade e noi sappiamo di aver goduto della sua miglior
compagnia.
“La pioggia purificatrice, la
pioggia enfatizzante, la pioggia che
cade.”
Fine
Salve, bella gente. Stavo studiando “Pioggia nel pineto” di D’Annunzio e
mi è venuta questa mezza ideuzza. Quindi, se vi ha fatto schifo la colpa è di
Gabriele, non la mia. ^________________-!
Scherzavo.
Lo
so, lo so. Dovrei ancora aggiornare la mia storia.
Non vi preoccupate, però, bimbi miei, anche il nuovo chap è in cantiere.
Non vi prometto che arriverà prima di Natale, però, l’ho iniziato.
Vi
do, nel frattempo, appuntamento per una nuova storiella “Red Passion” che sarà
un mio regalino
natalizio...
Spero, però, che questo breve frammento della mia fantasia vi sia
piaciuto.
Se
sì sapete cosa fare.
Clicchiamo sulla scritta in blue,
su.
Baci,
Angèle ^_^