Hunger Games
#1. Bottiglie
La prima
volta bevve per
dimenticare.
Per
dimenticare Mayslee e gli
Hunger Games e l’Haymitch che era stato.
La seconda
volta bevve per non
sentire il dolore.
Per essere
insensibile alla morte
del suo Tributo, un ragazzino di 13 anni, massacrato a colpi
d’ascia a 5 minuti
dall’inizio dei giochi.
La terza
volta bevve per
ottenebrare la sua mente.
Per rendere
il suo cuore
impermeabile a tutti quei giovani che ogni anno passavano tra le sue
mani, e
ogni anno vedeva morire senza poter fare nulla.
Ormai bere
è come respirare, e
ogni giorno, ogni anno, c’è una bottiglia nuova,
una nuova morte da
dimenticare, una nuova morte da cercare.
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#2. Sguardi
-Primrose
Everdeen!
La voce di
Effie risuona,
orribilmente festosa e squillante. In un secondo migliaia di sguardi mi
trovano
e si fissano su di me.
Perché?
Non
è il mio nome quello, io sono
Prim. Ho dodici anni e in quella boccia di vetro
c’è solo un foglietto con il
mio nome, non può aver estratto me.
Ma tutti
continuano a fissarmi.
Primrose Everdeen sono io.
Io sono il
Tributo del Distretto
12 per i Settantaquattresimi Hunger Games.
E
che la buna sorte possa essermi sempre favorevole.
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