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Autore: SalazarSerpeverde    17/05/2012    8 recensioni
In un normalissimo liceo italiano arriva un ragazzo del primo anno, Claudio, non proprio nella norma. Adora poltrire, NON seguire i consigli, non studiare e raggiungere i massimi risultati con il minimo sforzo (ovviamente non riuscendoci).
La sua presenza sconvolgerà letteralmente e matematicamente la classe coinvolgendo Professori, Alunni e anche il suo Autore, che nonostante tenti di fargli sempre fare la cosa giusta, scoprirà che non sarà poi così facile.

SalazarSerpeverde
Dal Capitolo Primo:  ...Io mi chiamo Claudio Orlando Gennaro Luigi Igor Oronzo Nicola Emilio, ma per fare prima, tutti mi chiamano COGLIONE per via delle iniziali dei miei nomi...
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 -Non tutte le sfide possono essere superate

Ormai svegliarmi per andare a scuola mi risultava molto facile.
 
Autore: “Ma non è vero, è tutto merito di tua madre. Ha messo delle rotelle sotto il tuo letto e la mattina ti veste e ti trascina a scuola.”
Io: “Aaaaah, ora si spiega perché mi sveglio a scuola tutte le mattine.”
Autore: “Povera mamma. Un ragazzo in coma farmacologico sa fare più cose di te.”
Io: “Non è vero. Io so parlare.”
Autore: “Ed è 1. Poi?”
Io: “Bé... mmmmmmmmh, difficile. Io so scrivere.”
Autore: “Ne dubito.”
Agente: “Sentiteeeee, questo capitolo è lungo, circolareeeeeeee.”
 
Prof. Pitagora: “Aaaaah, ma guarda un po’ chi si sveglia in classe per l’ennesima volta. Tieni Claudio, un bel gustoso cappuccino al gusto di acqua scaldata preso dalla macchinetta fuori alla classe.”
Io: “No grazie, preferisco il piscio di suo figlio, è più gustoso.”
Prof. Pitagora: “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!! *si rizzano i capelli* Mi hai davvero rotto il cazzo, brutto stronzo! Vai fuori.”
BIP BIP BIP BIP BIP BIP BIP BIP BIP BIP BIP BIP BIP (allarme)
Preside: “Professoressa Pitagora, lei ha infranto il regolamento scolastico pagina 57 paragrafo 2 verso 43. –Le professor/esse/ori non dovranno mai e poi mai usare un linguaggio scurrile in presenza di alunni. L’infrazione della regola verrà punita con il licenziamento-“
Io (pensiero): “Mio Dio, questo tiene Wikipedia nella testa.”
La prof. Pitagora venne accompagnata fuori dal più che bizzarro preside con il gonnellino scozzese rosa.
Preside: “Non è rosa ma salmone! E tu muoviti.”
DOPO QUALCHE MINUTO
Carlo: “Ah, che figata questo prof. di sostituzione, è fuori come una finestra.”
Crocker: “FANTAGENITORIIIIIII *con il gesso in bocca e una gamba attorcigliata al collo*”

Autore: “Bè, sei contento? Hai fatto licenziare la prof. di algebra.”
Io: “Sinceramente... si! E non solo io, tutti sembrano più felici.”
Autore: “Ma è un caos totale!”
Io: “Ma non è vero è tutto sotto controllo.”
Autore: “Ah si? E allora mi spieghi perché Gianmarco è in una gabbia per pappagalli appeso al soffitto?”
Io: “E scusa! Ha iniziato di nuovo con la tesina della sua vita. Quando finirà di parlare, magari lo faremo scendere.”
 
Carlo: “Claudio, hai raggiunto un risultato più che positivo in queste due prime settimane di scuola. 27 note, 21 insulti alle prof. ad alta voce e 20 sbattute fuori. Ora che hai raggiunto 20 punti in ognuna di queste categorie, puoi ufficialmente entrare nel nostro gruppo.”
 
Autore: “Ha, Claudio sarà anche uno dei peggiori della classe ma penso sia consapevole di quanto voi siete fuorilegge e irrispettosi delle regole scolastiche. Non accetterà ma...”
 
Io: “Accetto! Finalmente non sarò più uno sconosciuto in questa scuola.”
...
...
...
 
Io: “Strano, mi aspettavo un commento dell’autore (che avrei ignorato).”
Mamma: “Si è impiccato, penso che si è rassegnato con t...”
SFIUM (LUCE CHE VA VIA)
Io: “Ehi, che succede, è tutto buio e sto scomparendo pian piano.”
Mamma: “L’autore è morto, quindi la storia si sta eliminando.”
Io: “E muoviti, togligli la testa dal cappio!”
SWUMM (LUCE CHE VIENE)
Autore: “No, volevo morire. Al giorno d’oggi uno non può nemmeno togliersi la vita in pace.”
 
Io: “Che bello, finalmente potrò far parte di un gruppo di veri duri, pieno di gente tosta e che non ha paura di un interrogazione o un richiamo. A proposito, come vi chiamate?”
Carlo: “Ci chiamiamo, Gruppo pieno di gente poco tosta e dura che ha paura delle interrogazioni e dei richiami.”
Io: “Cazzo, che imbarazzo...”
Carlo: “Io sono il leader. Per entrare e guadagnarti la fiducia di tutti dovrai affrontare delle prove. Sono prove difficili, spesso impegnative e spesso ti metteranno in ridicolo.”
Io: “Non ho paura!”
 
Autore: “Ovvio che non ne hai. Sei abbastanza ridicolo già da solo.”
 
Carlo: “La prima prova è estremamente complicata. Prima dell’inizio della prova ti verrà dato un coltello da cucina. Se riuscirai a superare la prova senza ficcartelo nella gola, vincerai.”
Io: “Oddio, sono preoccupato. Cosa mai dovrò fare.”
A quel punto Gianmarco venne tirato giù dal soffitto e si avvicinò a Claudio.
Carlo: “Dovrai sentire la storia della vita di Gianmarco Venturi, che di giorno in giorno si allunga sempre di più.”
Io: “Nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo, perché la prova non consiste nello scalare l’Everest o cose così! Questa prova è troppo difficile.”
Carlo: “Ragazzi, legatelo alla sedia. Un incontro con Gianmarco può provocare attacchi epilettici e scatti di pazzia.”
Gianmarco: “Io mi chiamo Gianmarco Venturi, vengo da Bolzano, Trieste...”
DOPO 2 ORE
Gianmarco: “... così, subito tornato da casa, ho bevuto un bicchiere d’acqua, sfortunatamente era sporco di cenere di sigaretta...”
DOPO ALTRE 2 ORE
Gianmarco: “... e poi finalmente è iniziata la scuola, però prima di entrare mi sono calpestato la scarpa e si è sporcata, allora mi sono abbassato e l’ho pulita con le mani...
DOPO ALRE 2 ORE
Gianmarco: “... poi Carlo mi ha chiamato per farmi venire vicino a te, poi io ti ho raccontato la mia storia e tu mi stai osservando con un occhio gonfio e la bava da bocca e non dai segni di risposta.”
Carlo: “Fiiiiiiiiiinalmente! Bene Claudio... Claudio? Ma è morto?”
Luigi: “Di solito le mosche non camminano sugli occhi delle persone.”
Carlo: “Però, è fortunato, è caduto solo in coma. Gli altri hanno fatto delle morti peggiori.”
  
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