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Autore: lampone    17/05/2012    0 recensioni
Scrivo questa lettera per ricordarti che non hai vinto, quello che mi hai fatto.
Scrivo questa lettera per dirti che sono più forte, più felice e più indpendente.
Scrivo questa lettera così potrai capire che le persone come te non vincono mai, ma rimangono infelici per sempre.
Questa lettera d'abbandono mi serve per chiudere per sempre i miei conti con il passato, e per abbracciare con ritrovata fiducia e serenità il presente e il futuro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, razza di lurido bastardo.
Ti ricordi di me? No? Ti dò un indizio.
Capelli neri come l'ebano, labbra rosse come il sangue, pelle candida come la neve. No, non c'entra nessuna stupida favola a lieto fine.
D'altronde lo sai, il nostro amore non ha avuto un happy ending, anzi.
Sono io, Catherine!
La ragazza che dicevi di amare, quella che guardavi come se null'altro esistesse.
Bene. Ti ricordi di quella notte in spiaggia quando, abbracciati sulla sabbia fresca, osservavamo le stelle e ascoltavamo il rumore delle onde infrangersi sulla battigia?
Mi ricordo che il cielo sembrava una distesa di velluto nero punteggiata da diamanti lucenti.
Il mormorio delle onde era ritmico e rilassante, il suono della tua voce mentre mi parlavi del futuro era seducente e ipnotico.
Ho creduto davvero a quelle parole, a quei sogni che sapevano d'amore e di poesia.
E mentre rabbrividivo dal freddo e tu mi abbracciavi per scaldarmi, ascoltavo il battito del tuo cuore e pensavo che non ci sarebbe mai stato suono più rassicurante di quello.
Pensavo di appartenerti, e che tu appartenessi a me.
Poi ti sei alzato.
Hai afferrato un sasso piatto e l'hai lanciato, facendolo rimbalzare e infrangendo il riflesso della luna che si specchiava in quella distesa d'acqua nera.
Ti sei voltato verso di me e mi hai sorriso con aria imbarazzata, affondando le mani nelle tasche.
Quando eri bello..Più ti guardavo, più sentivo una bolla d'amore gonfiarsi dentro di me, portandomi a livelli di felicità che mai avevo raggiunto.
-Cath..- hai mormorato, lasciando vagare il tuo sguardo in lontananza.
-Sì?- ho risposto io. Riuscivi a sentire che la mia voce vibrava di emozione? Riuscivi a percepire l'amore dietro quella singola sillaba?
A quei tempi credevo di sì, ora non ne sono più sicura.
-Vuoi..Vuoi sposarmi?-
Credevo di aver sentito male. Giuro, non potevo credere che una fortuna del genere fosse capitata a me.
Poi tu hai tirato fuori l'anello. Era perfetto, proprio come l'avevo sempre sognato.
C'era attaccato un bigliettino: "Catherine, mi farai l'onore di stare con me per sempre?".
I miei occhi si sono riempiti di lacrime.
Sono venuta vicino a te, mi sono chinata e ho scritto "Sì" sulla sabbia.
Ti ho porto la mano sinistra e tu me l'hai infilato all'anulare. Era perfetto. Assolutamente perfetto.
Ti sono saltata in braccio e ci siamo baciati con una foga tale che siamo rotolati sulla sabbia.
Abbiamo fatto l'amore per quasi tutta la notte, e la mattina dopo ci siamo svegliati all'alba, abbracciati davanti al mare con lo stridio dei gabbiani e il suono delle onde che ci facevano compagnia.
Non sono mai stata sola, con te.
Da quel giorno è partito il periodo più bello della mia vita.
C'era l'organizzazione della cerimonia, gli assaggi di torte, le risate sulle idee di tua madre per i vestiti delle damigelle, gli inviti da scrivere che tu perennemente rendevi inspedibili scrivendoci cose assurde o volgari, le abbuffate di confetti per "decidere quali fossero i migliori", le spedizioni per le liste dei regali di nozze, il mio shopping con le amiche e la tua faccia disperata quando ti arrivava l'estratto conto della carta di credito, le discussioni per decidere la meta del viaggio di nozze..
Credevo di vivere in un sogno.
Poi è arrivato il giorno della dolorosa caduta.
Me la ricordo bene, quella mattina.
Mi ha svegliato il rumore di un tuono. Diluviava.
Ho allungato la mano dalla tua parte del letto come nelle peggiori commedie americane perché non sentivo il contatto del tuo corpo contro il mio.
Le mie dita hanno incontrato della carta.
Ancora intontita dal sonno, ma vagamente eccitata, ho preso la busta.
Che scema, pensavo fosse una sorpresa.
Sai, tipo una caccia al tesoro o qualcosa del genere.
Invece..
Catherine, mi sento una merda a scrivertelo qui, su una lettera.
Dovrei dirtelo in faccia, darti la possibilità di urlarmi contro, di mollarmi una sberla e di sfogare tutta la tua rabbia nei miei confronti, ma vedere quei tuoi splendidi occhi riempirsi di lacrime, vedere le tue favolose labbra inarcarsi in una smorfia di disperazione, sentire le tue urla di dolore e di rabbia era troppo, per me.
Lo so, sono uno stronzo egoista.
E sono anche un coglione, perché mi sto lasciando sfuggire la ragazza più incredibile che esista.
Il pensiero che qualcun altro, prestissimo, si accorgerà di quanto tu sia incredibile e ti avvicinerà, aggiustando i pezzi del tuo cuore infranto, mi uccide.
Ma io non posso sposarti. Non posso fingere di essere quello che non sono.
Accanto a te ero una persona diversa, migliore, più felice. Ma quella persona non sono io.
Io sono un ragazzo arrabbiato, deluso dalla vita, violento, sbagliato. Non sono il ragazzo che si sposa, sono il ragazzo che viene arrestato per tossicodipendenza.
Io ti amo, Catherine. Ti amo più di quanto ami me stesso.
Ed è per questo che ti lascio andare, ti libero da un impegno che forse tu hai preso a cuor leggero, ma che ti rovinerà la vita.
Non smetterò mai di amarti, e di pensare che tu sia la cosa più bella della mia vita.
Ma proprio perché ti amo, devo lasciarti andare.
è giusto così, e con il tempo capirai.
Scusa, tuo Eric
Ho lasciato cadere la lettera sul pavimento.
Poi ho cominciato ad urlare.
I giorni successivi sono stati tutti un raccogliere i pezzi.
Resituire l'abito da sposa, disdire gli inviti, vivere di confetti e di torta nunziale guardando i video delle nostre vacanze piangendo per tutta la notte.
Farsi licenziare dal lavoro, allontanare amici e parenti, ingrassare sempre di più e poi dimagrire in modo spaventoso.
Abbandonarsi alla disperazione, trovarsi perennemente a piangere sulle nostre foto e sulle tue cose che ancora profumano di te.
Erano passati tre mesi quando ho iniziato a soffrire di forti nausee.
Quattro mesi prima che decidessi di fare un test di gravidanza.
Ero incinta, di te.
E di chi altri? Non ero stata con nessun altro.
In quei nove mesi ho ripreso in mano le redini della mia vita.
Dovevo farlo per lei, per la mia bambina.
Non le avrei permesso che quel bastardo di suo padre le rovinassi la vita.
Mancava un mese al parto quando ho incontrato Sam.
Lui è dannatamente bello, con quei profondi occhi castani, il fisico muscoloso da supereroe e il sorriso da ragazzino.
Quando andiamo in giro insieme le ragazze se lo mangiano con gli occhi.
Ero al parco, seduta su una panchina, e guardavo i bambini giocare. Lo facevo spesso, mentre aspettavo Else.
Mi rilassava.
Lui si è seduto di fianco a me:-Qual è la tua?- mi ha domandato.
Io mi vergognavo di dirgli che ero lì per mio piacere. Mi avrebbe presa per pazza.
Così ho indicato una bambina a caso:-Quella-, ho risposto -E la tua?-
-Quella lì. Quindi questo è il secondo..-
-Questa. Si chiamerà Else.-
-Bel nome. Il papà è contento?-
Ho abbassato lo sguardo:-Il papà non c'è.- ho risposto.
-Oh, mi dispiace..Non intendevo..-
-Tranquillo.-
-Comunque io sono Sam.- mi ha porto la mano, e io l'ho stetta. Era calda, forte e avvolgente.
Mi ha fatta sentire subito a casa.
-Catherine.-
Siamo rimasti a chiacchierare fino a che tutti i bambini non se ne sono tornati a casa con le loro mamme.
Eravamo solo noi due, anzi, tre con Else, nel parco.
Ci siamo guardati con un mezzo sorriso.
-Tua figlia se n'è andata con una sconosciuta.- ha constatato lui ridacchiando.
-Anche la tua!- ho ribattuto.
-é vero.- ha risposto.
Siamo scoppiati a ridere.
-Beh, visto che sono rimasto solo, posso invitare te ed Else a cena?-
-Volentieri.- ho risposto.
è stata la serata più bella della mia vita.
Mi ha portata in un ristorantino romantico, mi ha fatta mangiare, ridere, chiacchierare e scherzare come non facevo da troppo tempo.
Nemmeno lui è sposato e non ha bambini, ma li ama tantissimo.
Ha ventitrè anni, la mia età.
Crede nell'amore, nel matrimonio, nella famiglia. Fa pugilato e suona la chitarra.
Dopo la cena mi ha offerto anche un gelato, abbiamo passeggiato, e infine mi ha riaccompagnata a casa.
L'ho invitato a salire.
Non volevo che si facesse strane idee, ma non volevo restare da sola. Volevo stare con lui.
Ci siamo messi a letto insieme, ho posato la testa sul suo petto, e lui ha raccontato delle fiabe a me e ad Else finché non ci siamo addormentate.
La mattina dopo ci ha portato la colazione a letto, e ci ha coccolate fino a che non siamo usciti a pranzo.
Inutile dirti che ora io e Sam siamo sposate. Else è bellissima, dovresti vederla.
Ma io non lo permetterò.
Sam l'ha riconosciuta come sua, e tu sei definitivamente fuori dalle nostre vite, libero di far del male ad altri, ma non a noi.
Siamo felici, incredibilmente felici.
E tu, cos'hai?
Sai cosa ti dico? Non mi interessa. Vivi pure la tua grigia e informe esistenza, senza mai conoscere la felicità e l'amore che conosco io.
è la punizione migliore.
In fede,
Catherine
ps. se mai ti venisse voglia di cercarci..te l'ho già detto, vero, che Sam fa boxe ed è molto protettivo? 
 

  
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