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Autore: Lushia    18/05/2012    0 recensioni
Sawada Tsunayoshi è il grande, amato e stimato (e anche odiato) decimo boss dei Vongola. Lui e i suoi guardiani, grandiosi e irragiungibili agli occhi di persone che li ammirano e li amano, sono impegnati con affari interni e problemi di varia natura tipici di un potente clan mafioso.
E tralasciando le vicende in Italia la nostra attenzione va in Giappone dove si sta formando un'altra famiglia, la famiglia Vongola di undicesima generazione, capitanata dalla psicopatica figlia di Vongola Decimo, che si appresta a voler lottare a tutti i costi per realizzare i loro sogni.
Ma come andrà a finire la loro storia? Potrà essere ricca di emozionanti avventure o non riusciranno nel loro intento?
Seguiamoli assieme nel loro viaggio!
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Target 24 - Eh?! C'è una nuova famiglia rivale?!

cover

- Dov'è andato? Quel maledetto! - urlò Arashi, innervosita.
- Di qua, di qua! - Kaito indicò una stradina.
- L'ho perso di vista, è sceso nelle fogne?! - Nozomi sembrava disorientata.
- Ma che schifo, nelle fogne! - Luca mostrò il suo palese disgusto storcendo la bocca.
- Dai, Luca, non fare lo schifettoso! Inseguiamolo! - disse Haname.
- … perchè siamo finiti ad inseguire un rapinatore? - Shinji si osservò attorno, confuso.
- Perchè ha tipo distrutto la vetrata della gioielleria fuori casa mia e s'è preso tutto...? - disse Kaito, ironizzando.
- Sì ma... non dovremmo lasciare che se ne occupi la polizia? - Shinji sembrava ancora più confuso.
- Siamo noi che proteggiamo Namimori, quindi siamo noi che lo dobbiamo prendere. - disse Arashi.
- Shinji sta dicendo che potremmo occuparci di cose più “grandi”. - spiegò Luca.
- Se non ci sono potenti nemici almeno ci teniamo in allenamento così. - la pioggia ridacchiò, vedendo che la Vongola, assieme ad Arashi, trascinavano il ladro fuori dal tombino.
- Pietà, pietà! Avevo solo bisogno di mangiare! - implorò l'uomo. Non sembrava avere più di una trentina d'anni.
- Mangiare un corno, si vede da lontano un miglio che volevi rivendere a caro prezzo questi gioielli. - Kaito lo indicò.
- No... vi prego... credetemi! - supplicò il ladruncolo - Voi combattete per proteggere la gente, no? Io... io ho solo bisogno di soldi... non ho un lavoro... -
- E perchè non te ne trovi uno? - Kaito alzò un sopracciglio.
- Ehi, non è mica facile! - disse lui - Che ne sapete voi Knight of Dreams? Sembrate tutti bambini! -

La nebbia si avvicinò al gruppetto, grattandosi il capo.
- Ho chiamato la polizia, sta arrivando. -
- Ben fatto Mist! - esclamò la spadaccina.
- Propongo di legarlo come un alpaca imbavagliato e poi ce la diamo a gambe. - Kaito annuì con sicurezza.
- Ci penso io, ho delle corde. Sun, dammi una mano a tenerlo fermo. - disse la pistolera, iniziando a legare il ladruncolo come un salame mentre il sole lo teneva fermo.
- Ok, è quasi la mezza. - affermò il boss - Ci facciamo un altro giro di pattuglia e poi tutti a nanna che domani c'è scuola. -
- Concordo con Sky, sono alquanto stanco. - Luca sbadigliò.
- D'accordo. Light, Mist, venite con me a fare un giro di ricognizione qui intorno. - li chiamò la pioggia.
- Ricevuto. - risposero Luca e Shinji all'unisono.
- Perfetto Rain, se avete problemi contattateci. Appena filiamo da qui ci facciamo anche noi un giro verso nord. - disse Nozomi.
- Ok, a quando l'adunata? - chiese il fulmine.
- Penso che... tra 15 minuti fuori la scuola possa andar bene, no? - rispose Arashi.
- Va benissimo, Storm. A fra poco fuori la scuola, salvo imprevisti! - concluse il cielo.

La pioggia, assieme al fulmine e alla nebbia, lasciò il luogo della cattura per continuare il suo giro mentre il cielo, la tempesta e il sole restarono per altri cinque minuti, finchè la polizia non arrivò sul posto.
Abbandonarono poi il ladruncolo al suo destino e lasciarono rapidamente quel quartiere, saltellando sui tetti delle case come felini.

- Questa notte ci è andata di lusso, solitamente ci sono parecchi malintenzionati a quest'ora. - Arashi sembrava molto tranquilla.
- Sono più calmi da un bel po', l'hanno notato anche i miei alpaca che c'è qualcosa di strano. - Kaito parve perplesso.
I due si bloccarono rapidamente non appena si accorsero che Nozomi si era fermata e stava fissando un punto indefinito alla sua destra.
- ...Sky? Cosa succede? - chiese la rossa.
- Oh, credo che la boss abbia sentito puzza di avversari. -
La tempesta fissò attentamente nella direzione in cui stava guardando il cielo e con uno scatto la raggiunse, affiancandola, assieme al sole che la seguì.
- Chi sono...? - chiese la pistolera, confusa.
- Non ne ho idea... sono tre. -
- Sento... sento delle fiamme. - il sole si grattò il capo.
- Che genio, le sentiamo anche noi. - disse Arashi - I nostri sensi sono molto più sviluppati dall'ultima volta... riusciamo anche a percepire le fiamme degli altri. -
- Beh, di sicuro non sono quelle della terra. - Nozomi iniziò a sudare freddo, si stava realmente preoccupando.
- Sono fiamme del firmamento... c'è un sole! - esclamò Kaito.
- Un fottutissimo sole, una schifosissima nebbia e una maledetta pioggia. - Arashi si voltò, disgustata.

Il cielo si avventurò nella direzione di quelle fiamme, quasi cercandole, nonostante Arashi pareva contrariata perchè preoccupata di cosa potesse trovarsi davanti a loro.

Una folata di vento, proveniente dalla direzione opposta, si scontrò con la loro velocità e li scaraventò all'indietro.
- Uhm Uhm, che carini. -
Una voce femminile, proveniente da sotto un mantello color notte, risuonò infantile e molto acuta.

Nozomi si rialzò all'istante e così fecero anche i suoi due guardiani, mentre tentavano di distinguere le tre figure che, in quella notte scura e senza luna, non erano per nulla riconoscibili.

"Chi... diavolo ...?"

- Pensi che si siano presi paura? Guarda come sono caduti. - una voce maschile proveniva dalla figura più alta.
- Credo che sia stato l'impatto. Non sembrano molto resistenti. - la figura di media altezza aveva una voce femminile leggermente alta, si potevano però distinguere nel buio i suoi limpidi occhi azzurri.
- Chi siete, cosa volete? - chiese Nozomi, preoccupata.
- Uhnahaha, prima o poi lo saprete. - disse la donna dagli occhi color cielo.
- Ehi, non sarebbe meglio adesso? - Kaito sembrava confuso - Che cosa volete da noi, siete nemici? -
- Ohi ohi ohi, andiamo? Qui per ora non c'è nulla da fare. - la vocina squillante risuonò dalla figura bassina, le altre due oscure presenze sembrarono annuire e svanirono nell'oscurità, lasciando molte domande e tantissima confusione ai tre presenti.



Quel pomeriggio villa Fukada era alquanto affollata, soprattutto nel poligono di Arashi.
Mentre la rossa si allenava col tiro a segno, constatando che la sua velocità di reazione era aumentata un bel po' rispetto alla settimana prima, la Vongola combatteva con Kaito a mani nude, cercando di mantenersi allenata anche riguardo le tecniche corpo a corpo, che aveva appreso da piccola.
- Guardatela, è una gioia vivente. - Haname osservò il combattimento con un sorriso.
- Emette solarità dappertutto... non è che Kaito l'ha contagiata? - Luca era seduto accanto ad Haname e Shinji, in un angolo della palestra.
- Nah, è sempre così. Dopotutto è anche un po' sole. -
- Sole e Cielo... un tripudio di positività e vivacità... - disse Shinji, pensieroso.
- Non sempre, o almeno è quello che vuol mostrare. - specificò la pioggia.
- Parli dei suoi complessi? - chiese il fulmine.
- … Parlo dei sogni strani. -
- … non possiamo fare nulla, per quello. - Shinji sospirò. - Ad ogni modo... le carte sono preoccupate, oggi. -
L'uomo dai capelli biondo cenere si voltò verso il brunetto e osservò i tarocchi, posizionati a terra in modi strani e per lui incomprensibili.
- … Te l'hanno detto loro? -
- Certo, non lo vedi? -
- Io vedo solo delle carte messe a casaccio per terra. -
- … Tu non puoi sentire né vedere. Sei insulso. - la nebbia spostò la sua attenzione dal biondo, che restò senza parole.
- … ma cosa?! -
- Anche io penso che ci sia qualcosa di strano. - la pioggia, che stava osservando Arashi sparare, portò il suo sguardo su Nozomi. Si voltò nuovamente per osservare in fondo alla palestra, Arina era seduta accanto a Masato, mentre quest'ultimo scriveva sul suo portatile. - … Arina troverà informazioni attendibili? -
- … riguardo quei tizi misteriosi che hanno incontrato ieri? - anche Luca osservò la sorella.
- Mi fanno preoccupare.- Shinji stava riponendo i suoi tarocchi con cura.
- Anche a me. Ho un brutto presentimento. -
- … Evvai. Dopo i tizi con gli occhiali da sole ora ci sono anche i tizi con il mantello. - il fulmine sbuffò.
- Ma gli Anemone non erano così pericolosi, questi qui sembrano forti. - precisò il bruno.
- Beh, penso che se unissimo le forze riusciremmo a sconfiggerli, sono solo tre, no? -
- Chi ti dice che non ci siano altri dei restanti elementi? - la ragazzina sembrava abbastanza inquieta.
- … Ecco, questo sarebbe preoccupante. - anche Luca si inquietò.

La pioggia si alzò, pulendosi la gonna e portando le mani ai fianchi.
- Dovrei andare a fare un po' di spese, chi mi fa compagnia? -
- Mah, vengo io che qui mi sto annoiando. - anche Luca si alzò.
- … ma non dovresti allenarti anche tu? - chiese Shinji, perplesso.
- Minuzie. -
Il fulmine e la nebbia seguirono la pioggia fuori dall'abitazione.



***



Alcuni minuti dopo il cielo e il sole avevano deciso di smettere con l'allenamento, erano passate quasi tre ore ed erano già abbastanza stanchi.
La brunetta si avvicinò di soppiatto alla rossa e la trascinò via dal poligono per portarla con lei nella saletta adiacente.
C'erano dei comodi divani e una buona merenda preparata dai cuochi e portata da Nanjo, il maggiordomo baffuto, che ammiccò alla padroncina e alla Vongola, per poi svanire oltre l'uscio.
Arina e Masato si posizionarono sul tavolo della saletta e Arashi quasi non fulminò con il fratello con lo sguardo, per aver osato entrare nella stessa stanza dove si trovava assieme a Nozomi.
Subito dopo anche Kaito li raggiunse e si scaraventò sul divano.

- Uff... i dati non sono rincuoranti. - Arina parve molto preoccupata.
- Mh? Cosa vuoi dire? - il cielo aveva agguantato un biscotto e lo stava divorando con appetito mentre la rossa si versava del tè e il sole si infilava in bocca due biscotti alla volta.
- Abbiamo cercato informazioni in giro per i database delle famiglie per trovare riscontro con gli individui della vostra descrizione. - spiegò Masato.
- Database delle famiglie? Quello dei Vongola? - chiese Nozomi, perplessa.
- No, purtroppo non ho i dati di accesso e non voglio osare hackerarlo... anche perchè da quel che so è quasi impossibile farlo, considerando che coloro che tengono i server sono tra i più geniali uomini dei Vongola.-
- Tsk, scommetto che parli dei tuoi idoli. - la tempesta sembrava volesse prenderlo in giro.
- E certo che sono i miei idoli! Stiamo parlando dei genialissimi Irie-san e Spanner-san! -
- Smettila di sparare stronzate e dicci quello che avete scoperto. - la rossa iniziò ad innervosirsi e si voltò per abbracciare Nozomi. Le accarezzò i capelli con nonchalance e quest'ultima si lasciava toccare senza esitazione, come se fosse la cosa più normale del mondo e nessuno le diede peso se non Masato stesso, che osservò le due con sguardo preoccupato.
- Dunque. Siamo entrati nel database degli Elektrica e abbiamo trovato alcune informazioni. - disse Arina, ignorando bellamente i gesti della tempesta.
- Elektrica? La famiglia alleata ai Vongola di cui anche voi Fukada fate parte, giusto? - disse Nozomi, perplessa.
- Eh? Io non sapevo questa cosa! - esclamò Kaito, strabuzzando gli occhi.
- Ma te lo avremo detto una cinquantina di volte... - Arashi scosse il capo, rassegnata.
- Non lo ricordo... - Kaito sembrava disorientato.
- E' una famiglia come tante altre. Ce ne sono di famiglie, che siano alleate con i Vongola o meno. - spiegò Masato.
- Ad ogni modo... - Arina riprese il discorso - abbiamo scoperto che ci sono la bellezza di settecentotrentatré famiglie che utilizzano mantelli dalle più svariate forme... perciò ci conviene continuare la ricerca. -
- Assurdo, così tanti? Ma... -

Arashi non riuscì a dir nulla poichè una forte melodia risuonò nella stanzetta, sembrava la suoneria di un cellulare. Kaito e Arashi, che già sapevano da dove arrivava quel suono, osservarono il cielo tirare fuori dalla maglietta il suo Vongola Locket.
La brunetta aprì il coperchio e notò che la perla azzurra si stava illuminando ad intermittenza.
- ... E' Hana... - disse lei, alzandosi dopo un secondo di confusione.
- Aspetta, come la troviamo?? - chiese Kaito, che assieme alla rossa la stavano seguendo.
- Il Locket come i bracciali hanno un sensore di vicinanza! - disse lei, lanciandosi fuori dalla stanza.

La Vongola, prima di chiudere il Locket, decise a malincuore di spingere la perla-pulsante violacea per poi riportare il medaglione dentro la maglia e seguire Kaito e Arashi nella corsa verso i restanti tre guardiani.
- … l'hai fatto? - chiese Arashi.
- Dovevo, non sono sicura che le cose andranno per il meglio. -


Arrivarono sul posto pochi minuti dopo, trovandosi faccia a faccia con sei ragazzi che si ergevano imponenti sopra Haname, Shinji e Luca, questi ultimi a terra e in pessime condizioni.
I sei sconosciuti indossavano dei mantelli scuri: ogni mantello aveva una mantellina con un colletto, fermato da una spilla bianca e gialla con in alto una mezza luna rovesciata e sotto una stella con una N incisa al suo interno. Portavano tutti un orecchino a forma di stella all'orecchio sinistro, ognuno aveva al centro con una pietra di colore diverso.

- Ragazzi!! Cosa...? -
- Juuichidaimeeee, sei arrivata!! - Luca piagnucolò, lamentandosi e zoppicando verso la Vongola, nascondendosi dietro di lei.
- Luca, ma che.... -
- Attenti, hanno tutte le fiamme! - la pioggia era stesa a terra e si stava rialzando, tenendosi con la mano la gamba sinistra ridotta in pessime condizioni, mentre la nebbia si manteneva la spalla e fissava i soccorsi con sguardo preoccupato.

Arashi era già partita all'attacco, aveva lanciato un rapido sguardo ai sei, riconoscendo colui che aveva la fiamma della tempesta: si trattava di un ragazzo dai folti capelli castano chiaro e dagli intensi occhi nocciola, aveva una cicatrice sull'occhio sinistro.
Estrasse le sue pistole gemelle, puntandole verso di lui e sparando rapidamente. Il giovane sparì all'improvviso per poi riapparire accanto a lei e la colpì rapidamente, atterrandola.
- Ma che- -
- E' illusione, la nebbia, la bambina! - gridò Shinji, indicando la più piccola del gruppo: poteva avere sì e no una decina di anni, aveva i capelli corti e mossi di un rosa acceso e gli occhi violacei, portava ai lati del capo dei fermagli a forma di ali bianche.
- Hihihi... -
- Uff, sono sprovveduti. - a parlare fu un ragazzo dai capelli a caschetto verdastri, aveva un neo sotto l'occhio destro e un'espressione annoiata.

Anche Kaito si gettò all'attacco, individuando il sole della sera prima in una ragazza dai capelli corti rossi e occhi azzurri.
- Combatti con me, tizia del sole! -
- Uhnahaha, sei maleducato. Il mio nome è Orione. -
Il giovane tentò di colpirla con un pugno ma lei lo parò facilmente, la sua forza era di gran lunga superiore a quella di una normale ragazza e con semplicità lo scaraventò a terra.
- Mi chiedo che siamo venuti a fare qui... - disse una giovane dai capelli albini: aveva una lunga coda legata alla parte destra del capo e i suoi occhi erano dorati.
- Non lamentarti sempre, siamo qui per conto del boss. - l'affiancò una biondina dagli occhi verde acqua, aveva una stella marchiata sotto l'occhio destro.

Nozomi osservò i sei nemici e poi portò il suo sguardo sui suoi guardiani, che erano stati tutti sconfitti. Che cosa stava succedendo?

- Chi diavolo siete, voi? -
Qualcosa di incredibilmente veloce si avvicinò a lei, la ragazzina se ne accorse subito e tentò di andare in Hyper mode.

Non accadde nulla, esattamente come quella volta agli studi televisivi.

Rimase pietrificata dall'impossibilità di usare il suo potere, mentre la presenza si avvicinava sempre di più.
Fortunatamente, il misterioso attentatore venne bloccato da un altro guerriero quasi più veloce di lui.
Il cielo si voltò e notò la sua nuvola, Cloud, che evidentemente aveva deciso di rispondere alla sua chiamata, il quale stava contrastando un ragazzo dai lunghi capelli blu notte, aveva gli occhi arancioni e portava una benda sull'occhio destro.

- Tsk. Ora, questa musica, la dirigo io. - il maestro lanciò dei CD, che si moltiplicarono a vista d'occhio, contro l'uomo che, ricorrendo alle sue fiamme del cielo, riuscì a rallentarli e a confondere le loro direzioni.
- Cosa... ma come cavolo ci è riuscito?- Nozomi era sempre più spaventata.
- La tranquillità non era un attributo della pioggia? - Haname osservò lo scontro con molto sforzo.
- No, guardate meglio... i CD si sono pietrificati! - indicò Shinji.
Tutti i CD della nuvola si erano conficcati nel terreno, pietrificati, e anche Cloud era rimasto di stucco.

L'uomo dai lunghi capelli scuri raggiunse il suo gruppo e si voltò verso i Vongola, che avevano appena sconfitto.
Il giovane indossava un lungo mantello con uno spacco centrale che aveva i bordi giallastri, il colletto era arancione e la spilla con la luna e la stella era più grande ed evidente di quella degli altri.

- Il mio nome è Sirius e sono il settimo boss della famiglia Notturno. -

I suoi guardiani lo affiancarono, tutti con un'espressione seria.
- Leone, Eridano, Orione, Cassiopea, Lira e Colomba sono i miei guardiani, da oggi proteggeremo noi Namimori. Non c'è bisogno che vi disturbiate oltre, Vongola Undicesima. - sfoggiò un sorrisetto prima di svanire assieme ai sei.

Il gruppetto dei perdenti rimase in silenzio, incredulo e confuso finchè Cloud non sbroccò, pestando violentemente i CD pietrificati e distruggendoli.
- Che diavolo era quella performance disgustosa? - disse, voltandosi verso i compagni - Ognuno agiva per sé e senza un minimo criterio! -
- ...ma... cosa... - Kaito non sapeva cosa dire.
- E vi credete dei combattenti? Dei protettori di Namimori? Sembravate degli sprovveduti a caso! -
- no... loro erano più forti e...- anche Haname non riuscì a dire nulla contro la furia della nuvola.
- Non erano forti, siete voi che non avete saputo combattere in modo dignitoso. La vostra melodia è grezza e scialba, siete totalmente fuori sincronia. Non mi meraviglio che siate stati battuti. -
- Basta Cloud, anche tu sei stato battuto! - Nozomi gli si avvicinò, ma lui si scansò rapidamente.
- Pensate che io, da solo, avessi potuto fare qualcosa contro tutti e sei? -
- … non ti facevo tanto realista. - Arashi lo osservò, confusa.
- Sono uno che valuta bene la situazione, prima di agire. Ad ogni modo... dovreste andare immediatamente all'ospedale, ci sono dei feriti seri, qui. -

Indicò la gamba quasi fratturata di Haname e il sangue che usciva da alcune ferite di Shinji, per non parlare del piede messo male di Luca.
Kaito e Arashi erano stati colpiti su schiena e braccia, non era nulla di grave ma i forti colpi avevano paralizzato i loro arti per un po'.
Nozomi osservò i ragazzi con uno sguardo depresso e quasi furioso.

Di chi era la colpa, adesso? Non aveva idea di chi fossero quei Notturno né cosa volessero realmente.
Proteggere Namimori? Per quale motivo?
Erano davvero nemici oppure strambi alleati? Che diavolo era successo?

"Non darti colpe, trova una soluzione." continuò a ripetersi, esattamente come le disse Haname in clinica.

- Dobbiamo... dobbiamo diventare più forti per sconfiggere questi Notturno. - affermò. L'unica soluzione a cui poteva pensare era, per il momento, quello di diventare più forti e di migliorarsi nell'uso delle fiamme.
Ancora una volta non era riuscita ad entrare in Hyper mode e non ne aveva compreso il motivo, perciò si sentì più inutile che mai. Era rimasta pietrificata ad osservare la scena senza alcuna possibilità di reagire, e tutti i suoi amici ne avevano risentito pesantemente. Si vergognava di sé stessa e della sua tremenda debolezza.

Che cosa riservava il loro futuro?
Ormai erano le sette e la sera abbracciò la cittadina di Namimori.

Qualcosa di nuovo stava per iniziare, qualcosa di nuovo avrebbe cambiato il corso delle loro vite.

   
 
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