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Autore: Sherry Jane Myers    19/05/2012    6 recensioni
"«Shinichi, scusa ma non posso più andare avanti così. Perdonami, ma non ti voglio più vedere. Dimenticati di me e sii felice con le tue indagini. Ran Mouri.»
Ran ha fatto la sua scelta, e Shinichi dovrà fare l'impossibile per farle cambiare idea.
Ma, quella che avrebbe potuto essere una semplice incomprensione sentimentale, si trasformerà nel più grande intrigo che il giovane detective abbia mai affrontato, quando entrerà in scena l'Organizzazione nera.
Shinichi riuscirà a spuntarla anche questa volta?
E se sì, a quale prezzo?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Promises in the wind    

Parte 4: Memories of that day

                                     Ricordi di quel giorno

Quando atterrarono Shinichi aspettò che tutti fossero scesi per seguirli. Se Ran non lo voleva, non l’avrebbe visto. Ma da Heiji ci doveva andare lo in ogni caso. Era lì per un motivo preciso, e quello non era Ran. Purtroppo.

Non si era mai sentito così solo. Mai. Le lacrime rigavano silenziose il volto del ragazzo, tanto da attirare l’attenzione di una bambina lì di fianco.

- Sta bene signore? - gli domandò, con una faccia così innocente che lo fece sorridere. Gli ricordava Ran. La sua Ran. La ragazza che amava con tutto il cuore.

«E che mi ha dimenticato» pensò mestamente.

- Sto bene, non preoccuparti. – le rispose, mentendo.

Lei lo fissò un attimo, per fece capire a Shinichi che non gli credeva, e poi corse dietro alla sua mamma.

Kudo si sedette su una panchina, nella sala d’attesa dell’aeroporto, attendendo Heiji. Conan doveva avere più o meno l’età della bambina.

«Conan, già» pensò malinconico «Non so più neanche se Conan sono io. Chissà, forse da un giorno all’altro dimenticherò di essere Shinichi Kudo, sarò come quella ragazzina…»

Si mise le mani fra i capelli e pianse tutte le sue lacrime. Perché? Era l’unica domanda. Si poneva quella domanda raramente. Un detective pensava prima al “Chi?” e al “Come?”. Il perché era di importanza minore. Se aveva le prove, il perché non era così importante. L’avrebbe confessato il criminale.

«Perché mi sono rimpicciolito? Perché?»

Immagini spezzate della sera del fatto gli tornarono alla mente. La donna che uccideva l’amica con la collana. Gli uomini in nero. Il dolore al petto. I poliziotti che dicevano di aver trovato un bambino di sei, sette anni. La fuga.

Poi un ricordo più chiaro degli altri. Le aveva posto la domanda per scherzare, prenderla in giro.

«Invece nella mia classe c’è un ragazzo che mi piace un sacco» gli dice Ran, con aria assorta.

«Chi?» domanda Conan, con un sorrisetto stampato sul viso. Se Ran sapesse che è Shinichi probabilmente ne piglierebbe tante. Ma è Conan, e può divertirsi così. «È quel ragazzo che cercavi prima? Si chiama Shinichi giusto?»

Non si aspetta un sì. Ma quello arriva.

«Sì, lui. Sono proprio cotta! Ma tu non devi dirglielo per nessun motivo, chiaro?»

Lui annuisce, ma intanto diventa rosso come un peperone. Un bel pasticcio, non c’è che dire. Ma la ragazza dei suoi sogni lo ama, e lui non può fare a meno di essere al settimo cielo.


Già, la dichiarazione di Ran… Ulteriori lacrime gli rigarono il volto.

Era un incubo, sì, solo un incubo. Tentò di convincersene, ma invano.

In una favola, lei sarebbe passata in quel momento, lo avrebbe visto piangere e, capendo i suoi sentimenti, lo avrebbe perdonato. Si, di sicuro sarebbe finita così. Ma la vita non è una favola, e la sua meno delle altre, così, quando aprì gli occhi davanti a lui non trovò Ran, ma solo Heiji, chino su di lui con le mani dietro la schiena e una faccia tale che Shinichi l’avrebbe voluto prendere a schiaffi.

- Qualcosa non va Kudo? –

Shinichi sobbalzò, si asciugò in fretta le lacrime e lo guardò in cagnesco.

- Mi vuoi ammazzare a colpi di occhiatacce? – domandò ironico Heiji, per poi farsi serio. – Che ti è successo Shinichi? –

- Lascia stare Heiji, non è il momento. Ho litigato con Ran. O meglio, lei ha litigato con me. Non so più cosa fare. Ormai l’ho persa. – disse sconnessamente. Poi cambiò argomento, anche se non certo in uno più felice. – Hai avuto altre comunicazioni dai rapitori di Kahzua? –

Heiji si fece cupo, lasciando cadere i problemi dell’amico e puntando lo sguardo a terra.

- Sì. Ma sei sicuro di volerlo fare? Non mi riconosceranno, posso fingermi te e… -

- Finiscila Hattori. – disse Shinichi alzandosi e recuperando il sorriso.

- Non vorrai mica dire che mi hai fatto sprecare i soldi del biglietto, giusto? –

Una lieve risata scosse Heiji, ma durò poco. Shinichi si distrasse dal pensiero di Ran, ma solo per concentrarsi sul viso cupo dell’amico. Non l’aveva mai visto in quelle condizioni. Sembrava un altro. I sorrisetti e le battutine che gli affioravano sempre sul viso sembravano più lontani, meno spensierati. Doveva essere davvero in ansia per Kahzua.

- Hanno detto stanotte. Kudo, davvero, faresti meglio a starne fuori. Quanto può durare l’antidoto? –

- Potrebbe finire tra giorni oppure adesso. Non ne ho idea. –

- Stai scherzando vero? –

- No, affatto. –

- Insomma… ti rendi conto di quello che dici? Sono gli uomini in nero, quelli che ti hanno rimpicciolito. Sei un incosciente! Stai rischiando di essere scoperto. –

Shinichi rimase a lungo in silenzio.

- Non ha più importanza. Sono un relitto di me stesso, lo capisci Hattori? Non sono più me stesso. Non ho più il mio corpo, se non per rari momenti come questo. Non discutere. Sarà quel che sarà. E se salvo Kahzua, tanto meglio. –

Heiji non seppe se essere infuriato o avere compassione della sua situazione.

- Andiamo? – propose Kudo. Non aveva più voglia di parlarne.

- Cosa facciamo con Ran? Ci sta fissando da un pezzo. Gliel’hai combinata grossa eh? Non si avvicina neppure. –

Capì un attimo dopo che non era il momento di scherzare. Shinichi sbirciò oltre la spalla dell’amico per poi distogliere lo sguardo affranto.

- Valla a prendere. Io dormirò in un albergo. –

- Sei sicuro Kudo? –

- Non discutere. –

Si avviò verso l’uscita, solo e sconsolato come non si era mai sentito prima.

Heiji lo fissò per un po’, finche non fu uscito. A qual punto si diresse da Ran con le mani in tasca.

- Ciao Heiji. – disse Ran.

- Ciao Ran. – rispose lui, per poi passare all’attacco. Perché ogni volta finiva a difendere i sentimenti dell’amico? - Che hai combinato a Shinichi? –

Ran si fece cupa, ma triste. Un po’ come Kudo.

- L’ho dimenticato. – rispose crudelmente.

- Perché? – chiese nuovamente il ragazzo. Vedere il suo migliore amico in quelle condizioni non era certo una cosa che lo lasciava impassibile.

- Heiji, per piacere, lascia stare. –

- Se proprio vuoi Ran… - disse. Poi, solo per tenerla sul filo dell’indecisione su cui stava chiaramente camminando, continuò.

- Ma Shinichi era davvero distrutto. Non l’ho mai visto così. Continuava a piangere. –

Si incamminarono in silenzio verso la casa di Heiji.

«Io la sto tenendo in equilibrio su un baratro, Kudo, sta a te farla cadere dalla parte giusta».

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**Post-it di Sherry**

Allora, capitolo 4! Come annunciato, di transizione...Shin andrà all'appuntamento? Si salverà dalla depressione in cui è caduto? scopriamolo insieme xD

Allora, sorvolando, il prossimo capitolo porterà un po' più nell'azione, cambiando completamente scenario... cercherò di aggiornare quanto prima!

Poi, chiedo scusa per il piccolo edit allo scorso chappy: alcuni (tutti) di voi avranno notato che il titolo di questo capitolo non è "Detective's tears" come avevo annunciato... ho fatto un cambiametuccio xD

I ringraziamenti:

Grazie a Ciachan, Flami de espinoza, withoutrules, Kaity, shellingFord e Crizia per avere la toria fra le seguite!! thank you!!!

Grazie a Doc91, kaity, ShellingFord, shinichi e ran amore e MyOwnForgottenWorld per avere la storia fra le preferite! grazie ragazzi!!!

E grazie di cuore a AliHolmes,Mangakagirl, Flami de espinoza, kaity e doc91 per aver recensito l'ultimo capitolo!! grazie 1000!

Grazie anche solo a chi legge!! 

Commentate in tantii!!!

^.* Sherry

Nel prossimo capitolo di Promises in the wind
Certe volte si vede, alla TV, uno di quei polizeschi con i rapimenti.
Ci si chiede come si possa ridursi così male solo a stare chiusi dentro una cella.
Ma la verità è che non è la prigionia a rendere così, quanto una nuova consapevolezza.
Il prossimo capitolo di Promises in the wind: The name of the prisoner.
"E mentre quel qualcuno continua a vivere la sua vita, nella sua favola, la tua si segna di un’altra consapevolezza."

  
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