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Autore: Honest    19/05/2012    10 recensioni
L'amore vince ogni ostacolo e, a volte, ci fa vivere delle avventure che mai ci saremmo aspettati.
Fra matrimoni, viaggi in auto, litigi, musicisti e addii al celibato, Love Me Always ritorna ad essere aggiornata.
Estratto Dal Capitolo 35 - "Heart Attacks and Related Diseases":
- Sei davvero sicuro, Trent? Vuoi davvero sposarmi? Perché tutto quello che hai fatto finora dice il contrario. - commentò caustica, liberandosi dalla sua presa e uscendo dall’ospedale.
[Duncan/Courtney - Trent/Gwen]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Justin, Nuovo Personaggio | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Ero un po' nervosa prima di questo aggiornamento, perchè quando si sparisce per tanto tempo non si sa mai come si verrà accolti al proprio ritorno. Però sono felice di essere ancora qui. (Avete il dovere di insultarmi, ve lo permetto pienamente.) Come emerso dal sondaggio della pagina facebook la comparsa speciale di oggi sarà Alejandro. Il titolo è la buffa traduzione di "Le spose deflorate vestono antracite".
Le recensioni sono assai gradite. -Rima !
Buona Lettura
HONEST
[E .. Oh ! Mi siete mancati da morire ... <3]













Deflowered Brides dress Anthracite Gray


La bambina sorrideva, fiera dell'abito che si era appena confezionata con un vecchio lenzuolo e una collana di perle, di certo rubata dal portagioie della mamma. Le altre ragazzine la guardavano stregate, mentre fingeva di percorrere la navata di una chiesa elegante.
Gwen seduta sullo scivolo di quel cortile malandato, la fissava in disparte incuriosita e spaesata.
Al suono della campanella i ragazzini rientrarono in classe, e così fece la piccola sposa con le sue damigelle
, scordando però il suo abito bianco, sull'erba.
Gwen si avvicinò a quel vestito con riluttanza, solo dopo aver avuto la certezza che le sue coetanee non potessero più vederla. Raccolse il lenzuolo da terra e lo appoggiò contro il petto, cercando di capire cosa ci fosse di tanto divertente nel gioco che aveva visto fare qualche momento prima. Fece una piroetta su sè stessa ma perse l'equilibrio cadendo a terra, e macchiando quel bianco simbolo di purezza con il fango.

 

Gwen dodici anni dopo pensava a quella scena d'infanzia, sentendosi una neonata che non sapeva ancora come compiere i primi passi, o che in ogni caso aveva sfilato solo con il suo pannolino. Quando ebbe il coraggio necessario per uscire dal camerino, mosse pochi centimetri incerta e la marcia nuziale che la commessa dell'Atelier stava canticchiando, non l'aiutava granchè. Continuava ad inciampare sul velo e per miracolo riuscì a non finire per terra, aggrappandosi a una delle lampade bianche poste accanto ai divanetti.
Gwen si rialzò ostentando una falsa nonchalanche e rivolse a Courtney uno sguardo di disperato aiuto. L'ispanica chiese gentilmente, per quanto il suo carattere glielo permettesse, alla commessa di trovare qualcos'altro che rendesse meno l'idea di circo.
La donna quasi offesa si voltò con teatralità e si diresse spedita verso il magazzino.
Courtney sollevata di potersi trovare finalmente sola con Gwen, le sorrise amorevolmente e le disse con voce gentile :
- Fa schifo. -
- Grazie per il tatto. - rispose la gotica, incupendosi più del necessario.
Courtney intuì con facilità il suo disagio, le cinse i fianchi e la rivolse verso lo specchio alle loro spalle.
- Ti prometto che riusciremo a trovare l'abito giusto. - disse l'ispanica, rassicurandola con decisione. Gwen diede un'occhiata inorridita al suo riflesso, ma vedendo l'espressione incoraggiante dell'amica sorrise debolmente.


Erano bastate poche settimane per far sì che Courtney organizasse ogni dettaglio, dal catering alla chiesa, perfino la data era stata meticolosamente scelta e a dirla tutta mancava soltanto la tanto agoniata scelta dell'abito.
La gotica sapeva che il desiderio dell'amica era quello di vederla felice e questo non la infastidiva, perciò ogni dettaglio dell'organizzazione era stato affidato all'ispanica, che aveva diligentemente reso possibile ogni più piccola fantasia dei due sposini.
Dopo tutto Gwen era sollevata nel vedere qualcuno che le dava una mano con tanto zelo, dato che sua madre non aveva preso benissimo l'idea del suo imminente matrimonio, e suo fratello si era solo limitato a scrollare le spalle con sufficenza. Inoltre Courtney che si improvvisava Wedding Planner era davvero esilerante, se non altro per le lunghe sfuriate telefoniche che aveva avuto negli ultimi giorni, per riuscire a trovare un Atelier discreto e ben fornito, che confezionasse per Gwen l'abito perfetto. L'ispanica era abbastanza convinta che quel matrimonio sarebbe andato per il verso giusto salvo imprevisti, anche se problemi la coppia felice ne aveva già avuti anche prima della celebrazione stessa. Qualcuno ancora sconosciuto aveva rivelato la notizia del loro matrimonio ai giornali che avevano stampato in prima pagina la foto della dark con il canzonatorio titolo di "La Sposa Cadevere e Il Piccolo Musicista.", coniando un gioco di parole fastidioso e rindondante. Di conseguenza chiunque Gwen incontrasse per strada, la salutava come se la conoscesse, o peggio ancora la fissava con insistenza.
Esempio lampante la commesa del negozio in cui si trovavano, che l'aiutava a camminare con il pomposo abito nuziale. Appena Gwen era entrata nel negozio la donna l'aveva osservata stupita e dopo poco l'aveva tempestata di domande, arrivando a chiederle persino quali fossero i cereali preferiti di Trent. Peccato che fosse più curiosa che efficente nel suo lavoro. Infatti non aveva ancora accontentato la sposa o la sua esigente damigella.

Courtney aveva provato qualche abito, tutti splendidi ma nessuno abbastanza adeguato. Quello giallo era troppo sgargiante, quello blu era troppo corto, e quello rosa era troppo rosa per il matrimonio di una dark. Così le due ragazze avevano trascorso l'intera giornata a provare vestiti per nulla soddisfacenti e totalmente fuori luogo.
Inoltre gli abiti proposti non erano mai bianchi, ma di una buffa tonalità panna, avorio o grigia per qualche motivo ancora ignoto.
- Forse dovremmo provare da qualche altra parte .. - sussurrò Gwen in tono di arresa.
La commessa sparita appena un momento, sembrò aver captato prontamente quelle parole e nel tentativo di non perdere la vendita, gridò dall'altra stanza :
- Antracite ! -

Courtney e Gwen si rivolsero uno sguardo sconcertato.
La donna, bionda e minuscola, emerse dal magazzino con un abito grigio antracite stretto fra le mani. La gotica lo guardò perplessa e quel silenzio si prolungò forse per troppo tempo.
- Voleva un abito bianco. - rispose secca Courtney.
- Volevo un abito bianco. - ripetè Gwen.
- Oh. - fece la donna, stranita da quel siparietto che rasentava il drammatico.
- Non avete abiti da sposa bianchi ? - chiese l'ispanica, incrociando le braccia al petto.
- Ecco di solito ci si veste di bianco quando si è ancora .. - farfugliò la commessa in difficoltà. - Intendo quando la sposa è ancora .. inviolata. -
Ci vollero due secondi prima che Gwen realizzasse che qualcuno le aveva appena detto che sapeva della sua deflorazione. A quanto pare non poteva avere l'abito che desiderava perchè una spocchiosa commessa sapeva della sua deflorazione.
- Come fa a .. - intervenne Courtney, vedendo l'amica turbata.
- Ho appena sentito la notizia alla radio, in realtà. - disse la donna senza vergona.
Gwen e Courtney paralizzate annuirono in imbarazzo, così la bionda si voltò pronta a rituffarsi in quella giungla di abiti nuziali, ma non ce ne fu bisogno dato che Gwen ripresasi, le spiegò che avrebbero cercato altrove.
Courtney avrebbe voluto dissentire, dato che aveva impiegato un pomeriggio intero per trovare un posto con tanta varietà di scelta, ma lo sguardo glaciale negli occhi della gotica la bloccò e la costrinse ad assecondarla.

^^^^^^^^^

Duncan si sistemò con riluttanza il nodo alla cravatta, cercando di non pensare alle occhiate insistenti che il commesso continuava a rivolgergli. Si sentiva terribilmente a disagio, e non perchè indossava uno smoking da duemila dollari, o meglio anche per quello, ma in particolare per il modo in cui Trent lo aveva convinto a partecipare a quella sorta di sfilata. Le prove degli abiti da cerimonia erano cose da femminucce, cose che Courtney in verità gli aveva pregato di fare con una certa persuasività. Purtroppo non era ancora riuscito a trovare un completo che non lo facesse sembrare imbalsamato e il futuro sposo non era ancora stato in grado di trovare qualcosa, che lo facesse sembrare un essere umano e non un enorme sacco di patate parlante. Passare l'intera giornata a provare abiti non era esattamente quello che definiva divertimento, stava per darserla a gambe con il rischio di distruggere un capo d'alta sartoria, quando alle sue spalle Trent emise un gridolino poco virile.

Il punk voltò la testa annoiato e inorridì di fronte al completo in pelle bianca con frange nere che l'amico stringeva fra le mani.
- Non è perfetto ? - chiese il chitarrista, poggiandoselo sul petto e rimirandosi allo specchio.
- Non è che i brillantini mi convincano molto .. - commentò Duncan, trattenendo una risata. Il commesso rimasto in silenzio durante quello scambio di battute si avvicinò ai due trotterellando e aggiunse :
- Io credo che sia un'ottima scelta ! Il completo della collezione Elvis è così esclusivo. -
Trent mostrò un sorriso forzato.
- Perchè non lo prova ? - insistette il commesso.
- Io .. -
- Forza non vedo l'ora di vederti con quel coso addosso. - sogghignò il punk.
- Un Elvis non un coso. - lo corresse puntiglioso l'uomo alle sue spalle.
Dopo qualche protesta il chitarrista si infilò in uno dei camerini liberi e iniziò a vestirsi.
Duncan lo aspettò su uno dei divanetti bianchi davanti agli specchi, mangiucchiando cioccolatini e sfogliando una rivista per spose. Rimase lì per diverso tempo, di certo troppo e chiedendosi che fine avesse fatto il suo amico andò a bussare al suo camerino con insistenza.
- Chi è ? - domandò la voce dall'altra parte.
- La fatina del cucito ! - scherzò il ragazzo impaziente.
Trent aprì di scatto la porta e trascinò il punk nel camerino con lui con un'irruenza inaspettata e rude. I due si ritrovarono nello spazio stretto ed angusto, uno di fronte all'altro tanto da sentire i loro respiri affannati.
- Si può sapere che diavolo fai
?! - esclamò Duncan tentando di liberarsi dalla morsa del futuro sposo.
- Non uscire ! - replicò a bassa voce Trent, in un chiaro stato di confusa agitazione.
- Ma che diavolo ... -
- Alejandro era dietro di te. - si giustificò il moro, allentandosi il colletto di pelle bianca.
- E da quando devo nascondermi da Alejandro ? - chiese punto sul vivo l'altro.
- Non volevo che ci fosse una rissa. -
- Mi fai così impulsivo ? -
Trent alzò un sopracciglio, lasciando che quella domanda aleggiasse nel metro quadrato in cui si trovavano avendo risposta dal suo silenzio. Duncan mise una mano sulla maniglia per uscire ma l'amico pose la sua mano sopra quella dell'altro con un gesto fin troppo intimo e gli impedì di scappare. Il punk gli rivolse uno sguardo assassino e terribilmente violento. Il chitarrista deglutì e si appoggiò alla parete dietro di lui.
- Origliamo quello che dice e .. -
- Shh ! - lo zittì Duncan, ponendogli una mano sulla bocca.
Le voci al di fuori del camerino si facevano più vicine e man man più chiare. I due ragazzi si misero all'ascolto, captando l'accento latino di Alejandro che irrompeva loro nelle orecchie con marcata esagerazione.
- Un vestito elegante, che fasci il mio petto muscoloso .. - aveva detto al commesso che gli aveva proposto diversi modelli. Il latino provò più di un capo, continuando a parlare di quanto desiderasse la perfezione per il suo grande giorno. Lui e il commesso ciarlarono parecchio fino a che non riuscirono a trovare l'abito giusto. Un completo scuro con un fiore rosso all'occhiello, che Duncan e Trent non riuscivano a scorgere dalla loro posizione.
- Ottimo. - concluse Alejandro, stringendo la mano al commesso.
- La sua è una donna fortunata ... - civettò il ragazzo.
- Oh .. In verità non mi sposo. Vado solo a un matrimonio importante. Sa voglio fare colpo su una delle damigelle. -
A quelle parole Duncan digrignò i denti e Trent dovette abbracciarlo con tutte le sue forze per impedirgli di saltare fuori e prenderlo a pugni.
- Sta parlando di Courtney ! - sentenziò furioso il ragazzo.
- Potrebbe riferirsi a un altro matrimonio .. - tentò l'amico.
Quella affermazione sembrò placare l'ira dell'altro per qualche momento e i due ritornarono al silenzio.
Quando il latinò si dileguò per pagare il conto, il punk e il chitarrista barcollarono fuori dal camerino ansimando per l'aria consumata che erano stati costretti a respirare. Il ragazzo che aveva da poco chiacchierato con Alejandro li guardò inclinando la testa.
- Non credevo che voi due .. - sorrise malizioso. - Ma non preoccupatevi sono favorevole a questo tipo di matrimoni. -
Duncan si battè una mano sulla fronte e gli fece cenno di sparire. Poi osservando la fronte di Trent pregna di sudore, sfoderò un'espressione preoccupata.
- Stai bene ? - chiese quasi apprensivo.
- Sì, ma è meglio che mi tolga questo coso. - disse indicando l'abito.
Mentre Trent tornava a spogliarsi Duncan rimuginò su ciò che aveva sentito da Alejandro e preoccupato, sospirò profondamente. Non voleva che Courtney venisse molestata di nuovo, non voleva che quell'idiota provasse a sottrargliela e soprattutto non voleva che qualcuno rovinasse l'equilibrio felice che era riuscito a costruire.




 





















Ortensia's Corner

Questa pausa mi ha proprio giovato !
Le mie smagliature dovute al parto sono svanite.
Sei una maialina non hai le smagliature ...
Grazie Hon, è sempre bello vedere che mi appoggi.
Comunque l'argomento di oggi è l'inflazione che ha colpito il mercato delle pigne secche. Gaston ha perso alcuni chili e anche la sua entrata di spazzatuta a fine mese. Una vera tragedia. L'unica cosa positiva è che i piccoli crescono bene e Mary Anne ha detto il suo primo grugnito. In più per come trangucia Betty sono certa che presto potrà lavorare nell'adienza di famiglia e smaltire qualche cavolo che Bridgette non digerisce. Sono così fiera dei miei piccoli ..
Ma ora smetto di divagare e vi ricordo che il grugnito di oggi è : "Le pigne non sono tutto nella vita. I tuoi familiari e le persone che ami a volte ti regalano qualcosa di più importante della spazzatura : le mele"












 

Allora, tutto qui ?
Ecco ..
Credevo che mi avresti dedicato più spazio, avrei dovuto essere il centro del capitolo.
In realtà lo aveva promesso al tuo torace, perciò non conta molto. E poi hai avuto il tuo spazio ! Sei stato una comparsa strepitosa.
Io sarei una comparsa strepitosa.
Justin piantala.
No, davvero. Sarei superbo. Anche più di adesso.
Magari posso pensarci ...
Davvero ?
No ! Persino i lettori ti hanno scartato.

Che oltraggio ...
Bla, Bla, Bla. Ale ti va un gelato ?
Certo.
E io ?
Mi sembra di aver visto Lightening da qualche parte ...
Ricorda che ho un fischietto anti-stupro !
Bla, Bla, Bla.
 

   
 
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