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Autore: Scarlett_92    20/05/2012    5 recensioni
“ Mentre i mali uscirono e presero il loro posto in mezzo agli umani, la Speranza non lo fece, aggrappandosi al fondo del Sacro Scrigno di Pandora; per millenni rimarrà lì, e nessuno potrà mai impadronirsene. Tuttavia, un giorno un essere divino rinuncerà alla sua immortalità per amore di un mortale, e, quando alla loro porta verrà appeso un fiocco rosa, il vaso si aprirà un’ultima volta, lasciando che la sua unica ospite raggiunga la sua Custode.
La dinastia degli immortali sparirà poco dopo il lieto evento, ma il dono della Speranza non morrà, chiuso al sicuro nell’ultima degli esseri Potenti, destinata a portare la salvezza: la mezza dea. ”
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PROLOGO – PARTE 1: CALIFORNIA, MAGGIO 2010.
<< Noel, sono pronti i tuoi bagagli o no? Ti ricordo che devo caricarli in macchina prima di domattina! >>
<< Sì, Damon! Dammi dieci minuti e arrivo! Giusto il tempo di chiamare quei tre rompiscatole; devo vedere se c’è qualche loro valigia da portare in auto con noi! >>
In una piccola villetta sul mare, una ragazzina di 16 anni dai capelli ruggine e gli occhi chiari come il ghiaccio si preparava per scappare da casa sua.
Perché è questo che, in fondo, si celava dietro il trasferimento della famiglia Mustang.
Noel doveva andare via da quel luogo, palcoscenico inconsapevole dei momenti di tristezza e dolore che aveva dovuto affrontare . Non riusciva più a  camminare per le stesse strade dove, pochi mesi prima, si era compiuta la tragica e inspiegabile morte di uno dei suoi fratelli.
Aveva bisogno di risposte, aveva bisogno di capire molte cose cui non riusciva a dare un senso.
Aveva qualcosa di strano, qualcosa che la accomunava a persone che avrebbe potuto incontrare solo in Giappone.
Qualcosa che, inspiegabilmente, la rendeva simile alle Mew Mew.
 


PROLOGO – PARTE 2 : PIANETA KLEJAH .
L’acqua cristallo aveva ottenuto l’effetto desiderato. Da tre anni ormai il pianeta Klejah era pressoché perfetto, quasi privo di fonti di inquinamento e fiorente, e la popolazione sembrava felice e finalmente tranquilla.
Non fosse stato per un piccolo ma incisivo dettaglio: il pianeta, infatti, dopo un susseguirsi di sovrani, era finito nelle mani di uno straniero, un essere di nome Klejah (da cui il nuovo nome del pianeta) che girovagava per le galassie conquistando e saccheggiando pianeti, per poi distruggerli una volta diventati per lui inutili.
Quel pianeta poteva dirsi fortunato, perché, sebbene fosse stato occupato contro la volontà degli abitanti, era stato risparmiato dalla furia distruttrice del tiranno, che aveva deciso di stabilircisi definitivamente, in quanto così ricco e puro, e addirittura di rinominarlo in suo onore.
Come in ogni regime assoluto, c’erano delle regole ferree a cui sottomettersi per poter vivere, o meglio, sopravvivere senza essere condannati.
 
Una di queste metteva in evidenza la strana avversione del sovrano verso gli abitanti del pianeta terra; pene severe attendevano, infatti, coloro che avessero avuto rapporti pacifici con gli esseri umani.
Era disprezzo o timore? Questo non lo aveva ancora capito nessuno.
 
In una mattinata estiva, tre fratelli, promettenti e giovani soldati, vennero chiamati al cospetto del tiranno, e non era per niente un buon segno.
 
 
<< Cosa credi che voglia da noi, Pai? >>
Il più piccolo degli Ikisatashi appariva confuso e preoccupato di fronte a quella convocazione; il re non era solito convocare la plebe, e quando accadeva non era certo per una amichevole chiacchierata.
Fu l’alieno dai capelli verdi a rispondergli con fare spavaldo.
<< Non fare il fifone, Tart! Qualunque cosa voglia, noi abbiamo la pellaccia dura! >> disse, ridacchiando.
<< Piantala, Ghish, non è un gioco questo! Riesci a toglierti quello stupido ghigno dalla faccia per almeno 5 minuti? >> ora era il maggiore dei tre a parlare. Sopportare l’ironia di Ghish non era mai stato il suo forte.
Oltre a questo, però, qualcos’altro non andava. Non fu difficile per Ghish notare che, serietà a parte, mister “LARISATANONEILMIOFORTE” appariva molto, troppo preoccupato. Sembrava quasi che si stesse preparando al peggio.
<< Perché sei così agitato, Pai? Hai fatto qualche marachella di cui non siamo al corrente? >> disse, cercando di sdrammatizzare.
Per tutta risposta, l’alieno lo guardò torvo << Dacci un taglio, fratello. >> .
E dovette smetterla sul serio, visto che ormai erano prossimi alla stanza del trono del re.
Arrivati vicino a lui, si inginocchiarono controvoglia con fare solenne, aspettando una qualche parola del loro sovrano.
Che non tardò ad arrivare.
<< Miei giovani soldati, benvenuti! Prego, alzatevi pure! Abbiamo un’importante faccenda di cui, ahimè, dobbiamo urgentemente discutere! >> disse lui, con tono quasi amichevole, mentre sorseggiava tranquillamente del vino dal suo calice vistoso.
Come richiesto, i tre si alzarono, aspettando che Klejah continuasse.
<< Ebbene, cari amici, voi siete forse i soldati migliori che questo pianeta potesse chiedere, considerate la vostra giovane età e le imprese che avete affrontato in passato, come quella di tre anni fa, quando avete rappresentato il nostro popolo durante la dura battaglia contro gli esseri umani capeggiata da Profondo Blu! >> .
Ahi . Ahi. Ahi. Si parlava della Terra. Brutto segno.
Infatti, ben presto il tiranno cambiò espressione. << E’ per questo che non comprendo le ragioni del vostro tradimento. >>
Pai impallidì. Ghish e Tart si guardarono increduli, dopodiché Tart rispose << Ma, Signore, non capiamo di cosa voi stiate parlando! E’ da quando la guerra è finita che non abbiamo avuto più alcun contatto con la Terra! >> << Questo è vero, giovanotto; tuttavia, in questo momento, in questa stanza, tra di noi c’è un essere umano, e io non ne ero al corrente. >>
<< Cosa?! >> esclamarono Ghish e Tart all’unisono, << Dove? >>.
Il sovrano rise << Qui qualcuno viene ingannato, e non sono solo io a quanto pare. Mio caro amico Pai, perché non parli? >>.
I due fratelli a quel punto si voltarono verso il fratello maggiore << Pai, >> lo chiamò Ghish << si può sapere che diavolo succede? >>, ma Pai non rispose.
<< Ve lo spiego io. >> intervenne il re. << Ghish, sono desolato, ma non sei uno di noi. >>
Il silenzio tombale che seguì questa affermazione venne interrotto dalla sonora risata del diretto interessato << Sire, non per mettere in dubbio le vostre capacità visive, ma non capisco cosa possa esserci in me da farvi pensare che non sia un abitante di questo pianeta! >>.
<< Oh, mio caro! Il tuo aspetto non è nulla che un incantesimo non possa creare! E poi, se mentissi, perché tuo fratello non interviene in tua difesa? >>.
Detto ciò, con uno schiocco di dita fece sì che Ghish venisse circondato da un fascio di luce che, una volta sbiadito, lasciò che si manifestasse quello che era il vero aspetto del giovane.
Il suo volto non cambiò granchè, se non per la carnagione che divenne più scura di qualche tono; le sue orecchie e i codini erano svaniti e i suoi capelli divennero scuri lasciando solo dei riflessi verdi, dando spazio a quello che non poteva essere altro se non un essere umano.
Il sorriso di Ghish svanì per dare spazio a un catatonico stato di shock. Perfino Tart sembrava morto tant’era il suo pallore.
<< Pai, >> chiese l’ormai umano, con sguardo confuso << ma allora… è tutto vero? Come hai potuto… per tutti questi anni… >>.
Pai, finalmente, dopo tanto silenzio, si avvicinò al trono del re e si inginocchiò.
<< Mi dispiace, Sire, sono costernato per la mia condotta. Vi supplico, punite me:  sono l’unico colpevole. Loro non sapevano. >>.
Tart e Ghish guardavano in silenzio, cercando di metabolizzare la novità il più in fretta possibile.
Ghish un umano? Com’era possibile una cosa del genere?
<< Pai, Pai, Pai. Ammiro il tuo coraggio. Tuttavia, tu e l’umano siete egualmente colpevoli in qualche modo. Ho deciso però di essere clemente, in memoria delle vostre imprese: condanno voi due ad una vita in esilio sul pianeta Terra! >> Detto questo, Klejah si rivolse a Tart, << Tu sei l’unico innocente in questa triste vicenda, perciò scegli: sei pronto a servirmi da solo o preferisci seguire i tuoi compagni? >>.
Dopo un attimo di silenzio, Tart prese la sua decisione. << Io seguo la mia famiglia, Signore. >> disse, con orgoglio.
<< Molto bene. Ah, dimenticavo, giovanotti:  sulla Terra ci sono dei miei servitori; spero non vi imbattiate in loro, so che non provano molta simpatia nei vostri riguardi. >>.
Ghish, dimenticato per un attimo lo shock, prese la parola << E perché mai sono lì? >> << Per cercare la mezza dea, mi pare ovvio. >> rispose quello con nonchalance.
I tre si mostrarono visibilmente sbigottiti << La mezza dea?! Ma non è solo una vecchia leggenda? >>
Il tiranno sembrò diventare paonazzo e alzò la voce quasi come se qualcuno avesse detto qualcosa di tremendamente offensivo. << La mezza dea ESISTE! È una vita intera che la cerco! Ho viaggiato per le galassie alla sua ricerca convinta che gli dèi fossero furbi e l’avessero nascosta, ma a quanto pare li ho sopravvalutati! Sono convinto che è lì sulla Terra, da qualche parte, e non appena l’avrò trovata, potrò finalmente ucciderla e ottenere ciò che più bramo! Ora andate, prima che cambi idea e decida di farvi sgozzare tutti! >>
Senza curarsi di cosa lui bramasse così tanto, i due alieni e l’appena rivelatosi umano si avviarono verso il loro esilio.
<< E adesso? >> chiese Tart, disperato . Pai non parlava; era sempre stato un duro, ma tutto sommato voleva bene ai suoi compagni, ed era mortificato per ciò che era accaduto.
Fu Ghish, con un aria insieme confusa, adirata e preoccupata, a rispondergli .
<< Adesso cerchiamo le Mew Mew. >>
 

 
PROLOGO – PARTE 3: TOKYO, AGOSTO 2010.
Il caffè Mew Mew ormai era chiuso da tempo. Le paladine della Terra erano tornate alla loro vita di sempre ( sebbene i simboli che le permettevano di trasformarsi non fossero svaniti), e utilizzavano il locale per incontrarsi e ricordare i bei vecchi tempi.
Era una Domenica mattina (per la precisione le 10) quando Strawberry, ormai liceale, fu svegliata dallo squillare del suo cellulare e , con grande stupore, sul display appariva un nome che non vedeva o sentiva da anni ormai: quello di Ryan Shirogane.
Ancora incredula, rispose alla chiamata << P…Pronto? >>.
<< Ben svegliata , Strawberry, spero tutto ok. Vieni al locale il prima possibile, dobbiamo parlarvi. >> e attaccò, senza neppure darle il tempo per risponderle.
Non c’erano dubbi: non solo la sua voce, ma anche il suo atteggiamento arrogante e strafottente era invariato e inconfondibile. Erano appena tornati a Tokyo e già avevano convocato una riunione che, a giudicare dalla telefonata, sembrava abbastanza urgente.
<< Qualcosa non va. >> si disse, prima di vestirsi in fretta e furia e uscire di casa.
<< E’ sempre il solito, non è cambiato di una virgola! >> borbottava, mentre correva per strada tentando di arrivare prima possibile << Per tre anni lui e il suo compare si sono letteralmente volatilizzati, ora ritorna all’improvviso e se ne esce con una telefonata del genere!? Razza di antipatico e presuntuoso americano che non è altro! >>
Non le ci volle molto ad arrivare; dopotutto, quella strada la conosceva a memoria.
Una volta varcata la soglia del caffè, trovò il gruppo già al completo.
<< E io che pensavo di essere stata perfettamente puntuale! >> disse la rossa ridacchiando.
<< Puntuale per te resta un eufemismo, dormigliona. >>
Rieccola. La voce irritante di poco fa.
<< Ma ce l’hai sempre con me? Bel modo di salutarci dopotutto questo tempo! E poi io mi sono precipitata qui non appena ho ricevuto la tua chiamata! >>
<< Manchi un piccolo dettaglio, Strawberry. >> << Sarebbe? >> << Che ti sei precipitata qui non appena hai ricevuto la mia OTTAVA chiamata. >>.
Strawberry arrossì << Come ottava?! Mi hai chiamata una volta sola! >>  << Controlla tra le chiamate perse, perfavore. >>
Infastidita, la rossa prese il cellulare e rimase visibilmente in enorme imbarazzo.
Il registro presentava ben 7 chiamate perse, la prima alle 8 e 30.
Ryan si portò le braccia dietro la testa con fare superiore << Se tu avessi risposto alla prima telefonata avremmo avuto una bella chiacchierata come ho fatto con tutte le altre, saresti venuta qui con calma e avremmo parlato delle varie novità davanti a una buona fetta di dolce e una tazza di thè. >>
Strawberry ribolliva tra l’imbarazzo e la rabbia. Detestava dover ammettere che quello sbruffone avesse ragione.
Quel momento di tensione fu interrotto per fortuna da Mina.
<< Non incominciate con i soliti battibecchi; ci spiegate o no il motivo di questa convocazione improvvisa? >>
Da quasi divertito, il volto di Ryan si fece immediatamente serio.
<< So che ormai le vostre vite sono tornate normali anche se i vostri simboli riapparsi dopo la sconfitta di Profondo Blu non sono mai più svaniti, e vi giuro che siamo desolati nel venire qui all’improvviso e rovinare tutto. >>
<< Di cosa stai parlando, Ryan? Non capisco >> chiese Lory, confusa.
A quel punto intervenne Kyle << Qualche giorno fa, a New York, abbiamo ricevuto visite pacifiche ma inaspettate… >>
Le 5 ragazze non ebbero il tempo di chiedere spiegazioni, perché 2 volti conosciuti e uno un po’ meno si presentarono dinanzi a loro. Pai, Tart e… quello era Ghish?
<< E voi cosa ci fate qui? >> Esclamò Paddy, visibilmente felice di rivedere il suo vecchio amico.
<< Ma…  >> la interruppe Lory << quello è… >>
<< Sì, pesciolina, sono io; con qualche ritocchino qui e là >> rispose ironico Ghish.
<< Ritocchi … che ti rendono umano … >> ribattè Pam.
<< Com’è possibile… voglio dire, tu sei un alieno, giusto? >> domandò Strawberry titubante. L’unica risposta che ottenne fu un suo occhiolino.
<< E’ molto lunga da spiegare, ragazze … per farla breve, Ghish era un essere umano ma Pai e la sua famiglia, per proteggerlo dopo averlo trovato solo e abbandonato sulla Terra, lo hanno tramutato in un alieno e lo hanno portato con loro sul loro pianeta… Poco fa il loro sovrano, che sembra essere un tipo nevrotico con manie distruttive che odia i terrestri, ha scoperto tutto e ha esiliato loro tre qui. >> disse Ryan brevemente.
<< Ottimo riassunto, biondino, ma hai mancato la parte importante. >> intervenne Ghish << Il nostro sovrano, Klejah, ha degli scagnozzi qui in perlustrazione; ciò vuol dire che anche voi siete sotto tiro. >>
<< Ma perché ci odia? E poi sono in perlustrazione per trovare cosa? >> insistette Lory.
Il maggiore dei fratelli, fino ad allora rimasto in silenzio, prese la parola << Non sappiamo perché provi tutto questo astio, tuttavia sappiamo che sta cercando la  mezza dea. >>
Le Mew Mew sgranarono gli occhi << LA MEZZA CHE?! >>
<< Sinceramente non sono ancora del tutto convinto riguardo la vostra storia. >> disse Ryan con nonchalance, << Voglio dire, quale folle crederebbe sul serio che possa esistere? >>
<< Beh, Klejah è un folle, ed è fermamente convinto che lei esista, e visto che ha girato galassie su galassie per trovarla, tanto vale considerare una remota possibilità che non sia solo una leggenda. >> il maggiore degli alieni sembrava piuttosto preoccupato << E’ convinto che sia qui, nascosta da qualche parte. So che vuole ucciderla, e credo che la sua morte potrebbe in qualche modo agevolarlo o renderlo più potente, e questo non possiamo permetterlo! >>
<< Quindi ci state dicendo che dobbiamo trovarla e cercare di tenerla al sicuro… >> concluse Ryan.
<< Scusate se vi interrompo, >> disse Strawberry, visibilmente scocciata << ma vi spiacerebbe spiegare anche a noi di che diavolo state parlando? Io non ci sto capendo un tubo! >>
I tre ospiti e Ryan sbuffarono. << Mio Dio, a volte avere a che fare con la vostra conoscenza così poco ridotta è stressante. >>
<< Tecnicamente mi stai dando dell’idiota, Ryan? >>
<< No, Strawberry, ti sto dando dell’ignorante. >>
<< Ragazzi, piantatela. >> Pam parlava molto poco, ma sempre nei momenti più opportuni.
Senza battere ciglio, Ryan prese un vecchio libro << Qui dentro c’è una profezia sulle divinità greche. >>
<< Ma è mitologia! Cosa c’entra con noi? >>
<< C’entra eccome, Strawberry. Ora, ti prego, stà zitta e ascolta. >>
Colpita dal tono serio del biondino, Strawberry obbedì, anche se a malavoglia.
<< Abbiamo individuato la profezia nascosta in questo racconto, vi leggo la parte che ci interessa:
“ Mentre i mali uscirono e presero il loro posto in mezzo agli umani, la Speranza non lo fece, aggrappandosi al fondo del Sacro Scrigno di Pandora; per millenni rimarrà lì, e nessuno potrà mai impadronirsene. Tuttavia, un giorno un essere divino rinuncerà alla sua immortalità per amore di un mortale, e, quando alla loro porta verrà appeso un fiocco rosa, il vaso si aprirà un’ultima volta, lasciando che la sua unica ospite raggiunga la sua Custode.
La dinastia degli immortali sparirà poco dopo il lieto evento, ma il dono della Speranza non morrà, chiuso al sicuro nell’ultima degli esseri Potenti, destinata a portare la salvezza: la mezza dea. ” >>
 Finita la lettura, Ryan chiuse il vecchio libro.
Ci fu un attimo interminabile di silenzio. Poi, una delle ragazze prese coraggio.
<< Fammi capire una cosa: tu mi stai dicendo che le divinità greche non sono semplice mitologia e che esiste o esisteva una intera dinastia di esseri che hanno fatto letteralmente il bello e il cattivo tempo lanciandoci fulmini e saette a piacimento? >>
<< No, Mina, certo che no; se fosse così la scienza non avrebbe alcun senso. Questi “dei” esistevano, ma non corrispondono esattamente alla descrizione greca. Sono esseri dall’aspetto umano, ma con delle strane variazioni genetiche a noi sconosciute che li hanno resi molto più longevi e dotati di poteri straordinari al di fuori di ogni immaginazione, capaci di condizionare i processi naturali. Il vaso di Pandora deve essere un messaggio criptato, non credo che esista davvero; magari nella profezia rappresenta il simbolo della salvezza o qualcosa del genere. >>
<< Ammesso che fosse vero, >> incalzò timidamente Lory, << questo giustificherebbe il fatto che i nostri simboli non sono più scomparsi. >>
<< Hai ragione, >> rispose Kyle, << purtroppo la missione delle Mew Mew non è ancora finita. >>
Detto questo, si rivolse agli alieni << Visto che dovete restare qui, conviene che anche voi due assumiate sembianze umane. Sai come fare, Pai? >> << Certo, ci penso io. >>
 
 
 
Salve a tutti…
Questa è la mia prima fan fiction, quindi spero possiate perdonarmi se non è granchè, essendo questo una sorta di “primo esperimento”..
Per prima cosa ho pensato di inserire queste 3 introduzioni, in modo tale da rendervi più chiara la storia che ho in mente e le circostanze in cui ha luogo.
Spero di avervi incuriosito almeno un po’ e che decidiate di seguire il mio racconto, e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate ovviamente.
Sarò felice di rispondere a qualunque commento o consiglio!
A presto!
  
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