Depressione.
Cos’è
la depressione? In molti ostentano la conoscenza del significato di
questo
termine, ma la verità è che nessuno
può sapere davvero cosa sia, se non la si è
provata.
Depressione,
bipolarismo… Non ci si può identificare in una di
queste “patologie”, no… Non è
così semplice.
Da 17 anni provo
disagio a passare di fronte agli specchi, o anche solo di fronte ad un
vetro.
Guardo la mia immagine, e ciò che vedo mi fa schifo. Mi
odio, odio il mio
corpo, il mio viso, tutto. Penso che, probabilmente, resterò
solo.
No, non faccio
la vittima, non amo farlo. Non so nemmeno perché sto
scrivendo queste righe.
Forse è soltanto per sfogarmi, per sfogare la tristezza che
mi pervade, ogni
volta che penso a come sono fatto.
Sono grasso, lo
sono sempre stato. Non mi piace stare tra persone sconosciute, mi
guardano. E
gli sguardi della gente fanno così male. Camminare tra gli
sguardi di scherno
della gente è peggio che camminare sui carboni ardenti, il
dolore fisico è
niente in confronto. Talvolta mi chiedo perché nonostante
tutto continui imperterrito
a voler vivere.
Suicidio. La
risposta lampante ad ogni problema. Se mi togliessi la vita, tutto si
risolverebbe. Io non soffrirei più, la mia famiglia e i miei
amici dopo un po’ se
ne farebbero una ragione, e non ci penseranno più. Il punto
è che non ho il
coraggio. Non ci riesco, ho paura della morte che tanto agogno. Spesso,
quindi,
vorrei che fosse un incidente a compiere lo sporco lavoro.
Sono patetico,
eh? Decisamente patetico. La cosa peggiore è che la colpa
non è di nessuno, se
non la mia. Certo, le persone mi fanno pesare il mio aspetto fisico, ma
alla
fine è colpa mia.
L’uomo è
artefice del proprio destino, diceva qualcuno.
E allora io non
sono un uomo, perché non sono riuscito a crearmi il destino
che avrei voluto.
Cristo, più
scrivo e più mi vedo ridicolo. Perché sto
scrivendo questo? Non ne ho idea, non
riesco a trovarne un motivo. Sono pensieri senza senso, che mi frullano
per la
testa, e che sto riportando senza dargli una logica, senza dargli una
fottutissima logica.
Non sono
depresso. O meglio, non lo sono fuori di casa.
Fingo, fingo
costantemente. Esco di casa, ed indosso una maschera del cazzo, la
maschera del
ragazzo simpatico senza problemi. E il bello è che la gente
ci crede. Mi fa
ribrezzo come la società sia così superficiale,
come si soffermi sulla
superficie senza scavare, senza davvero tentare di capire cosa provino
le
persone.
Ma del resto,
queste sono righe senza senso.
Ascoltare “fuckin’
perfect” di Pink non aiuta, no.
Spesso mi viene
da pensare che le lame possano aiutare. Magari, il dolore fisico
può spazzare
via il dolore. Magari il sangue, scorrendo, potrebbe lavare via le
lacrime. Ma,
nemmeno a dirlo, non ho il coraggio nemmeno di quello.
E’ devastante
quando, anziché vivere, ti limiti a sopravvivere. Vivi con
apatia ogni istante.
Senza interesse.
Spero che questo
calvario finisca presto.
Ah
si, devo dare
un finale. Ma del resto, questi sono pensieri senza senso, no?