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Autore: Kim WinterNight    21/05/2012    1 recensioni
Allora, premetto che ero titubante all'idea di pubblicare questa mia bacata produzione, ma mi sono detta che si può sempre provare, c'è sempre qualcuno che potrebbe apprezzare.
Detto questo, vi anticipo subito che i protagonisti saranno componenti di diverse band che amo, che si raggruppano in un'unica formazione chiamata 'Faithless' e che, tendenzialmente, non c'entrano niente gli uni con gli altri. In più, fanno parte del gruppo anche un artista italiano che proprio ci sta a fare come i cavoli a merenda, per intenderci, e una comune ragazza con un passato difficile.
Be', spero di avervi incuriosito.
Allora, leggete e ditemi cosa ne pensate, perché mi piacerebbe capire se sono completamente pazza oppure no, a scrivere certe cose!!!!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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7.

 

 

«Questo è per te!» dichiarai, porgendo il cd a Matt che mi guardava con espressione stupita.

«Linea 77?» lesse, con una pronuncia gallese che mi fece sorridere.

«Sì. A me personalmente piacciono molto, il cantante è un mio amico. Ho iniziato a perseguitarli andando a sentirli live ovunque, finché non si sono abituati alla mia presenza e ormai si stupiscono quando non mi vedono nelle prime file, durante i concerti. Comunque ascoltali e dimmi che ne pensi» consigliai.

«Certo! Sei stata così carina a portarmi un regalo, ma non dovevi disturbarti!» disse, venendo ad abbracciarmi.

Lo strinsi forte a me e risposi: «Figurati, è stato un piacere, Matt.»

«Mi sei mancata Liz» sussurrò.

«Anche tu mi sei mancato chitarrista» ammisi, sciogliendo l'abbraccio.

«Ehm... Tu e Mick... Voi...» provò a dire, imbarazzato. «Tra voi è... E' successo qualcosa?» concluse infine, arrossendo leggermente.

«Matt, ne avevamo già parlato o sbaglio? Io non sono in grado di amare nessuno, né tantomeno di rendere felice qualcuno. Come ho rifiutato te, succederà anche con lui quando - e se - ci sarà l'occasione. Matt, non fraintendermi, tu mi piaci. Pensa che quando ero adolescente sbavavo dietro ad ogni tua foto» raccontai, facendolo ridere. «Il punto è che non voglio illuderti. Se tu soffrissi, non me lo perdonerei mai» conclusi, stringendogli la mano.

«Capisco. Quindi... Questa è la tua nuova casa?» chiese, cambiando discorso, mentre si guardava intorno, osservando la mia camera in casa Jordison.

«Eh già, Joey è stato molto gentile. Pensa che non voleva nemmeno che pagassi l'affitto.»

«Be', tra Faithless ci si aiuta, siamo tutti fratelli, dovresti saperlo» osservò.

«Lo so, ma va bene così. Sono contenta di essere andata via di casa. Ormai sto invecchiando» dissi, ridendo con Matt al seguito.

Quando rimasi sola, ripensai a quello che gli avevo detto a proposito dell'amore. Tempo fa avrei affermato con sicurezza di non potermi innamorare, ma ora, come stavano le cose?

Sbuffai. Erano giorni ormai che i miei pensieri venivano tormentati da un'unica questione, ovvero cercare di capire cosa provavo per Michele. Se partivo dal presupposto che non ero in grado di amare nessuno soltanto perché avevo ricevuto poco amore da quello che sarebbe dovuto essere mio padre, cosa significava quell'ammasso di emozioni che si impossessava di me quando l'avevo accanto?

Se avessi evitato di escludere la possibilità di amare, smettendo di farmi rovinare la vita e i rapporti sociali da mio padre che mi aveva ferito nel profondo e di conseguenza aveva impedito che mi fidassi appieno degli altri, avrei potuto affermare che, forse, qualcosa nei confronti di Michele c'era.

Comunque, decisi di lasciar seguire agli eventi il proprio corso, senza forzare le situazioni e scelsi, per la prima volta in vita mia, di rischiare e di seguire quello straccio di cuore che ancora avevo la fortuna di possedere.

«You are the one who wants to kill my life» proposi, cercando approvazione negli occhi dei miei colleghi.

«E se invece al posto di 'my life' mettessimo 'my world'?» ribatté Janne, giocherellando con una mia bacchetta per la batteria. «I am the man who walks alone» canticchiò Serj, citando un passo di 'Fear Of The Dark' dei Maiden.

«Smettila Serj, così non ci sei d'aiuto» lo riprese Joey.

«Direi che potremmo fare una pausa ragazzi, io e Mick abbiamo delle sorprese per voi» intervenni, alzandomi e andando a prendere i regali che avevamo comprato in Italia per i nostri amici.

«Sorprese?» saltò su Janne, abbandonando la mia bacchetta sul divano su cui era seduto poco prima.

«Esatto. Jan, questa è per te, per la tua collezione» feci, porgendogli la maglia dell'Hard Rock Cafe di Milano.

«Porca puttana! Grazie ragazzi» esultò, travolgendoci con un abbraccio.

«Questa invece è per te. Sappiamo che ne desideravi una, amando la Sardegna» disse Michele, consegnando a Max una maglietta con i Quattro Morì.

«È bellissima! Grazie» disse, provandosela.

«Joey... A te abbiamo portato questo, speriamo ti piaccia» dissi ancora, dandogli un modellino di Ferrari.

«Oh cazzo! Voi siete completamente fuori di testa! Non dovevate...»

«Zitto! Ti piace?» chiese Michele.

«E me lo chiedi? È una figata!» esclamò, esaminando il suo regalo.

«Invece, al mio mitico cantante ho scelto di comprare un bellissimo disco» affermai.

«Pavarotti? Ma... Liz» sussurrò Serj, guardandomi.

«Non... Non ti piace?» domandai, con timore.

«Certo che sì! È solo che... Oh, grazie figliola» concluse, dandomi un caloroso abbraccio.

«Di niente paparino. L'ho scelto personalmente, ci tenevo a regalare il meglio al mito dei miti» confessai con un sorriso.

«Non esagerare, non credo di essere così...»

«Sì che lo sei. Ti ritengo il migliore in assoluto» ribattei.

«Grazie, grazie davvero Liz» disse, sciogliendo l'abbraccio.

Poco dopo ringraziò anche Michele per poi fare un giro a vedere i regali degli altri.

«E Tuck non ha ricevuto niente?» chiese Janne, guardandolo con un ghigno dipinto in faccia.

«Io ho già ricevuto il mio regalo ieri» spiegò Matt, soddisfatto.

«Esatto. Al nostro chitarrista ho regalato un disco dei Linea 77, un gruppo italiano molto bravo» aggiunsi, sorridendo.

«Figo» commentò il finlandese, continuando a contemplare il dono che aveva ricevuto.

Mi fece immensamente piacere sapere che i nostri regali erano stati apprezzati. Ora, mi mancava solo un ultimo pacchetto da consegnare, ossia quello indirizzato a Michele. Sì, eravamo stati in viaggio assieme, ma mi sentivo in dovere di ringraziarlo per ogni singola cosa che aveva fatto per me. Una volta rimasti soli, avrei trovato il coraggio di esprimere quanto lui fosse importante per me.

Quando le prove terminarono, mi avvicinai a lui e feci una cosa che mai, prima d'ora, avevo fatto. «Mick, hai da fare stasera?» domandai, mentre lo osservavo sistemare il suo basso.

Mi rivolse un'occhiata colma di stupore, poi disse: «No, sono libero. Perché?»

«Ti va di... Uscire?»

  
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