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Autore: ChaosReign_    22/05/2012    7 recensioni
-Ciao ragazzi...-
-Ehi, Matt! Si può sapere dov'eri finit... Oh...-
Synyster Gates interrompe la frase a metà esattamente quando i suoi occhi si posano su di me.
-Chi è la nuova arrivata?-
Chiede mentre alzandosi si dirige verso di noi subito seguito da Jimmy The Rev, Zacky Vengeance e Johnny Christ.
Si avvicinano, ma non troppo. Mi guardano curiosi ma con cautela, molta cautela.
-Lei è...-
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, The Rev, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Helena.

 

 

24 Agosto 2005, Firenze.

 

-Perché ti cacci sempre nei guai?-

Il prof di musica, l'unico che si possa ritenere tale e l'unico che ci tratta come persone, mi scorta per i corridoi dell'istituto fino ad arrivare all'auditorium.

-E perché in questo posto ci trattano come... Come animali? O peggio, almeno loro negli zoo hanno qualche diritto.-

Il ventisettenne al mio fianco sospira, è sempre stato contro i loro “metodi d'insegnamento”. Mentre tutti gli altri insegnanti ogni volta ci guardano con sentimenti di pena, disprezzo o repulsione, lui ci rispetta e ci fa sentire accettati.

Una volta mi ha pure confessato che gli sto simpatica, ha detto anche perché sono l'unica che ha il coraggio di affrontare e tenere testa alla tirannia della nuova preside che ormai vige qui da sette anni.

Sono Helena Strada, diciassettenne senza più via di scampo. Chiusa in questo istituto “del dolore” da nove anni. I primi due anni passarono bene, i professori erano amorevoli e la preside mi aveva preso sotto la sua ala come una figlia. Era tutto perfetto, o quasi. Poi un giorno tutto cambiò, la preside dovette trasferirsi e con lei il corpo insegnante. La gente che arrivò dopo, beh, è ancora qui.

Sono una veterana, la padrona di casa e la più ribelle tra tutti gli studenti qui.

I dittatori non ci rispettano, ci danno il minimo indispensabile per vivere, quando va bene e le loro punizioni ci tengono agli stremi. C'è solo una parola per descriverle: dolore.

È da sette anni circa che le sopporto.

È da sette anni che è nato l'auditorium.

Auditorium è il termine che i professori usano per dire segregazione, è una stanza più piccola di un metro quadrato, senza finestre.

Con solo un bicchiere d'acqua per tutta la notte.

Con un solo bicchiere d'acqua per tutto il tempo che dovrò passarci dentro.

Non potrò sedermi, men che meno sdraiarmi. Posso contare solo sulla forza della mie gambe e sulla mia volontà, quella non manca di certo.

Come ho detto prima siamo trattati malissimo, ma io continuo a lottare e anche stanotte resisterò qui dentro.

E domani... Domani ne uscirò ancora più forte.

 

 

 

25 Agosto 2005, Firenze.

 

Sentire il materasso sotto il corpo dopo aver passato una notte in piedi sembra la sensazione più confortevole del mondo.

Stesa sul mio letto, perché io ci vivo anche in questo inferno come la mia compagna di stanza e gli altri ottantanove ragazzi, chiudo gli occhi e me li massaggio cercando di riprendermi un po'.

-Dovresti smetterla di farti del male... Sono troppo forti, anche per te.-

Chiara, la mia migliore amica e compagna di stanza, si siede accanto a me e mi massaggia una coscia.

Per un attimo vedo una stanza arancione con una bella lampada attaccata al soffitto e degli armadi azzurri ricoperti di figurine dei Pokémon o di altri cartoni animati.

Sbatto un paio di volte le palpebre e tutto scompare come tutte le volte che rivedo quella stanza.

Il dormitorio degli studenti è un edificio grigio, imponente e squadrato, con porte massicce che non lasciano trapelare all'esterno alcun segno di vita. La facciata è coperta di muffa nera, visibile perfino dall'altro lato della strada. Tutte le finestre sono chiuse da file di spesse sbarre d'acciaio. Tutto l'istituto, come se non bastasse, è circondato da un muro alto circa tre metri e largo uno. Grigio anch'esso.

Bene, tutto è normale, sono ancora in questa prigione.

Starai benissimo qui, piccolina... Non ti preoccupare... No, non piangere. Ti sentirai a casa.”

La Gloomy&Grim non assomiglia affatto a quello che mi avevano detto per convincermi a non piangere quel primo anno. Non somiglia a niente, tranne che a un posto senza vita e senza colore dove sono stata mandata per decisione di un pezzo di carta e del tribunale.

-Lo sai che non posso... Devo continuare a lottare, se no è finita.-

-Beh potresti farlo in un altro modo... Non devi per forza ridurti in questo stato solo per dimostrare loro che tu sei forte e che non cederai alle loro torture.-

Chiara, lei ha la mia età ma è arrivata qui tre anni dopo di me, l'hanno presa dalla strada sotto ordine dei servizi sociali. La prima volta che l'ho vista ho avuto paura, a undici anni vedere arrivare una coetanea pallidissima, con occhiaie viola sotto gli occhi e due piercing non è normale. In più era vestita come quei mostri che fanno vedere in TV, quelli con le catene, gli scarponi neri e collare con le borchie, maglietta e pantaloni strappati.

Lei viveva con suo fratello e gli amici di lui in un magazzino nella periferia della città. Suo fratello faceva parte di una setta, per questo Chiara aveva quei piercing e quei vestiti. Poi una sera, doveva essere come tutte le altre, dei ragazzi arrivarono. Con un colpo di pistola uccisero il fratello della mia amica, Kyle era il suo nome.

Lei non sopportò la vista di quel massacro e così scappò per le vie della città.

La trovarono. Ed ora è qui.

-Non posso... Non saprei cos'altro fare. Non c'è più un altro modo.-

-Si che c'è... C'è sempre un'altra via.-

Mi prende il viso tra le mani e i nostri occhi si scrutano a vicenda. Poi appoggia la sua fronte alla mia, sento i suoi capelli, come seta, sfiorarmi leggeri la guancia.

Ha i capelli bianchi: veramente bianchi, il colore del gelo o della foschia. Al contrario le ciglia lunghe e nere gli incorniciano occhi nocciola che solo una come lei può rendere unici e speciali.

Invece io ho i capelli neri come la pece, come il carbone e gli occhi verdi sono circondati da ciglia fini e corte.

-Helena... Ancora cinque anni e saremo fuori... Resisti. I... I tuoi occhi sono...-

-Lo so! Io non posso resistere!! Non posso più farlo, mi hanno preso tutto! TUTTO! Anche il colore dei miei occhi!!-

Mi alzo barcollando un po' prima di arrivare allo specchio.

I miei occhi, i miei occhi verdi, gli occhi che ho sempre amato che mi ricordano sempre il posto in cui sono cresciuta, una villetta in mezzo al bosco.

I miei occhi verdi come il bosco... Come la foresta, come il mio spirito libero non ci sono più. Hanno lasciato spazio a delle iridi vuote e senza vita. Grigie, come tutto qui dentro.

Se non fosse per lo specchio davanti a me non mi accorgerei nemmeno di stare piangendo. Lacrime salate solcano le mie guance. La mia pelle bianchissima, quasi quanto quella di Chiara, prende una sfumatura grigiastra, statuaria.

Fottuto grigio, ti odio.

-Beh... Ti ho detto che c'è sempre una seconda scelta... Io ho quello che ci vuole per te...-

Ecco la mia amica, lei è quella positiva della coppia. Già, siamo una coppia, facciamo tutto insieme. Forse lei è l'unica che è al mio livello di cazzutaggine.

Insieme siamo scappate, abbiamo fatto ogni genere di scherzo possibile, si siamo difese a vicenda. È la mia complice in tutto e soprattutto lei è la ragazza che mi ha fatto conoscere la musica. Quella vera.

Con lei ho fatto il mio primo tatuaggio, la mia prima fumata, con lei scappo sempre il sabato, l'unico giorno libero.

Con lei ho sentito per la prima volta, quattro anni fa, gli Avenged Sevenfold.

-Beh... Cos'hai in serbo per me?-

-Beh potresti venire al concerto degli A7X, per esempio...-

La guardo confusa, non abbiamo i biglietti e ormai è troppo tardi per cercarli. In più non sappiamo nemmeno dov'è.

-Scusa?? P-puoi ripetere?-

-Si... Mentre tu ti facevi mettere in quel buco io ho guardato in giro e ho trovato questo.-

Tira fuori un volantino. IL volantino.

Il foglio è dominato da un'immagine dei Sevenfold sul palco e nel centro ci sono scritte poche parole.

Avenged Sevenfold in concerto. Campo sportivo di Firenze. 28 agosto, ore 22.00”

Campo sportivo, dove ci portano per fare educazione fisica. Il grande campo a lato del muro ovest della scuola.

Un blocco di cemento mi divide dal mio gruppo preferito. Un solo muro, un piccolo ostacolo che potrei superare a occhi chiusi.

-Sarà fantastico... Però...-

-Niente ma! Se tu riesci a stare buona per due giorni sarà estremamente facile riuscire a scappare. -

Già mi immagino pogare insieme a Chiara sulle note di Second Heartbeat, la mia canzone.

Ci guardiamo per un secondo interminabile e in sincronia saltiamo come due pazze facendo urletti da ragazzine quattordicenni arrapate.

Mentre lei sta ancora saltando e muovendo la testa a ritmo di una canzone immaginaria il mio entusiasmo inizia a svanire.

Se penso che dovrò tornare per le undici e mezza, prima che le riunioni serali dei collaboratori scolastici finiscano mi si spezza il cuore.

-Chia...- La fermo prendendola per un braccio. -Ma sarà solo per una sera...-

-Lo so... Ma pensaci bene, sarà la sera più bella della nostra vita!-

Chiara, riesce sempre a trovare il lato positivo delle cose.

Mi viene da sorridere, lei è la ragazza che mi ha fatto sentire viva in questi anni, l'unica che ha davvero creduto in me come persona.

Torniamo a saltare sul letto mentre cantiamo Beast and the Harlot.

All'improvviso tutto il dolore post-auditorium svanisce lasciando spazio alla speranza di essere felice almeno per un'ora.

Sentiamo bussare rumorosamente alla porta.

-Allora!! vogliamo fare un po' di silenzio!!! Siete qui per riprendervi non per fare le oche!-

La voce del prof Andreoni ci arriva forte e chiara.

Noi aspettiamo di sentire i suoi passi pesanti allontanarsi dalla nostra camera per poi rimetterci a fare quello che stavamo facendo prima.

Divertirci come due ragazze normali.





Ciao a tutti!! Sono tornata anche con questa long. mi ha preso particolarmente bene.
Spero faccia piacere anche a voi che sia tornata, non uccidetemi!!
Comunque... Spero vi piaccia almeno un pochino come inizio... ci spero tanto...
Beh, ringrazio tutti quelli che leggono e anche tutti gli altri e mi scuso per ogni eventuale errore. perdonatemi!!
Se volete lasciatemi una recensioncina con un commentino o una critica... me tanto felice per quello *3*
Al prossimo chap.
Alis. <3

 

  
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