“Histoires vécues.”

I hate everything about you – Three Days Grace

Sebastian Moran aveva sempre avuto un rapporto decisamente conflittuale col padre, un uomo autoritario e violento che tendeva ad alzare il gomito quasi ogni sera. Dopo la morte della povera madre per un infarto la situazione era addirittura peggiorata.
Dal basso dei suoi 17 anni, con le spalle strette e il viso ancora troppo da bambino per un giovanotto che andava verso la maturità, Sebastian aveva sviluppato un grande senso di rassegnazione e una disillusione verso l’esistenza che sfociavano talvolta nella voglia di morire. Si sentiva così improntato ad una vita di incomprensione e solitudine, che spesso tirava fuori, da sotto il materasso, una bustina contenente veleno per topi.
E nel momento in cui dovette fare i conti con la sua latente omosessualità, la voglia di morire si acuì terribilmente e più di una volta fu sull’orlo di ingerire la polverina bianca che tanto assomigliava allo zucchero a velo.
Si metteva nudo di fronte allo specchio e si detestava. Guardava le spalle piccole e le costole che sporgevano sotto la pelle diafana con una smorfia di disgusto e si rivestiva in fretta, come per voler dimenticare la forma del suo corpo.
Poi, una sera, accadde qualcosa di strabiliante, perché il signor Moran, commentando un fatto di cronaca che aveva visto sul telegiornale, disse: “Io non ho niente contro gli omosessuali.”
Sebastian si sentì mancare dalla gioia. La morsa allo stomaco che ormai era una prassi in presenza del papà, si sciolse come neve al sole e il ragazzo quella notte, andò a dormire sentendosi leggero come mai in vita sua.
Il sonno, però, non arrivava. Continuava a girarsi tra le lenzuola pensando a quando avrebbe potuto finalmente fare coming out.
Tanta era l’emozione, che la sera seguente, durante la cena, si fece forza e si schiarì la voce.
“Papà, devo dirti una cosa… E… e credo che non ci girerò molto intorno.”
“Dimmi, Sebastian.”
“Sono gay.”
Lo vide impallidire e stringere i pugni, in un impeto d’ira inquietante anche per il ragazzo, abituato agli scatti di rabbia paterni.
“Papà…”
“Mio figlio! Mo figlio un… Un frocio! – gridò il signor Moran, fuori di sé – UN FROCIO!”
“Ma papà, avevi detto che…”
“Fuori da questa casa, Sebastian. – lo interruppe il papà senza espressione, avendo ritrovato una calma glaciale – Non farti vedere mai più.”
E con le lacrime che gli riempivano gli occhi color del cielo e rigavano gli zigomi troppo bianchi, Sebastian fece le valigie e se ne andò da casa.
E fu quel giorno, in una delle notti più dure della sua vita, che il giovane Sebastian Moran incontrò James Moriarty.