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Autore: Ria-chan    25/05/2012    4 recensioni
28 marzo 1983-3 luglio 2012
-Sei davvero molto bella, Margaret.
E’ un piacere immenso- un sorriso –poter fare la tua conoscenza.-
Il cuore batte.
Una donna sorridente lo guarda da una foto incorniciata nella pietra.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nick EFP: Ria-chan
Nick forum: Ria-chan
Titolo storia: Il dono più grande
Fandom: Original
Genere: Poesia, Drammatico
Avvertimenti: Raccolta, Drabble
Rating: Giallo
Introduzione: 28 marzo 1983-3 luglio 2012
-Sei davvero molto bella, Margaret.
E’ un piacere immenso- un sorriso –poter fare la tua conoscenza.-
Il cuore batte.
Una donna sorridente lo guarda da una foto incorniciata nella pietra.
Note: *Marek: nome di luogo completamente inventato da me XD ** solitamente, dopo un trapianto di cuore, vi è il pericolo di un rigetto da parte del corpo “ospitante” ecco a cosa, insomma, mi riferisco.
 
Marek (100)

-Ti ringrazio. Margaret.
Grazie davvero.-

 

Non piove, sul campo di Marek.(*)
Il cielo non è triste come lo si immagina nei romanzi.
Non gocciolano lacrime dal cielo né il vento solleva con sé freddi respiri.
C’è il sole, sul campo di Marek.
Un sole timido come un bambino spaventato che, dietro la gonnella delle nuvole, gioca a nascondersi e poi mostrarsi.
I suoi dardi infuocati non trafiggono gli occhi né infuocano i corpi ma, delicati, riscaldano le pietre che sorgono dalla terra sistemate ordinatamente dall’uomo.
Il vento è muto.
Le lapidi tacciono.
Questa è la realtà.
Non siamo nei romanzi.

 
 
Mark (110)

Il campo di Marek è una distesa verde in aperta campagna.
Un piccolo paradiso di morte che un cittadino di fumo e smog non immagina né conosce.
E Mark è proprio uno di quei cittadini, che dell’aria pura e del canto dell’erba non ha mai sentito la voce.
Della morte però sì, conosce il suo sussurro molto bene.
Ed ormai, anche volendo, non gli è più possibile dimenticarlo.
Mark comunque è lì per ringraziare.
Non per pregare, salutare o piangere.
Non per condannare la morte.
Non per rimpiangere sorella, madre o amica; è lì solo per conoscere la donna della sua vita, colei che gli ha regalato il suo cuore.

 
  
Margaret (110)
 

28 marzo 1983-3 luglio 2012

 

-Sei davvero molto bella, Margaret.
E’ un piacere immenso- un sorriso –poter fare la tua conoscenza.-
Il cuore batte.
Una donna sorridente lo guarda da una foto incorniciata nella pietra.
Niente fronzoli, niente fiori finti come quelli che adornano i cimiteri di città.
Niente odor d’incenso, di morte o di disperazione.
Solo pace, serenità e tante storie volte al termine.
-Ti avrei invitata volentieri ad uscire, se avessi potuto, a quel tempo…-
Un altro sorriso. Amaro, velato di colpa.
-Ma…credo lo farò comunque, prima o poi.
Solo…dovrai aspettarmi, se hai intenzione di accettare.-
Un battito più forte del cuore.
-Bene, questo…lo prendo come un sì.-

 
 
Tempo (110)

 
Il tempo è tiranno, una regola che conoscono tutti gli uomini.
Una regola che a Mark sembra la più inutile delle invenzioni.
Lui ha visto il tempo impazzito che di regole non seguiva.
Lui ha conosciuto la paura di vederselo sfuggire dalle mani, la disperazione di vederlo fermo, bloccato come un orologio rotto e, infine, ha visto il suo scorrere regolare, quello che, attraverso un solo battito, scandisce la vita.
Mark ha vissuto ed è morto. E’ tornato a vivere ed un giorno morirà di nuovo.
A lui il tempo non interessa.
Eppure non intende sprecarlo: la sua vita è un dono ed un dono non viene mai gettato via.

 
 
Dono (210)
 

-Scusa? Ci-ci conosciamo?-
Mark sussulta appena: alle sue spalle la lapide, davanti a lui una donna.
-No, non direi.-
Sfoggia il suo miglior sorriso, -ero solo di passaggio-, sperando che la sua strada non verrà bloccata.
-Sei un suo amico? Non mi sembra di averti mai visto, ma…lei era così, aveva tanta gente attorno a sé…tanta che non si riusciva a contarla.-
Un altro battito di cuore.
Una mano poggiata su di esso.
Una voce flebile.
-Non ne dubito…-
-E’ successo tutto troppo in fretta. Ci ha lasciati senza neanche…beh, non che la morte avvisi quando arriva ma…noi non l’spettavamo ecco. Non così presto.-
-Neanche la vita avvisa quando arriva sai?-
-Bhe, hai ragione. La sua se non altro è servita a regalare il respiro a qualcun altro. Comunque scusami, ti ho disturbato; volevi salutarla in pace…-
Mark sorride:
-No, ero qui per conoscerla.-
La donna indietreggia.
-Il suo cuore mi conosce bene ma, lei, non mi aveva mai visto. Sono venuto qui per dirle di aspettarmi, che l’avrei invitata ad uscire e le avrei restituito ciò che le appartiene.-
-Sc-scusa, ma tu…tu chi sei?-
-Io sono il dono di Margaret. Io sono il suo battito.
Il giorno 3 luglio, in cui lei è morta, io ho iniziato a vivere.-

 
 
Vita (233)
 

Non si solleva il vento a portar via le sue parole.
Non freme l’erba da esso accarezzata.
Non avvengono miracoli né magie.
Questo non è un romanzo.
Mark vive nella realtà.
-Tu…tu sei…-
-Sì.-
Non scoppiano pianti né s’innalzano urla.
Non spariscono le nuvole.
-Sono la sua vita che continua. Sono il suo regalo più grande.
Sono il battito vivo del suo cuore. Sono il custode dei suoi sogni.-
La donna lo guarda.
Mark trema.
Questa è la realtà, non sa cosa accadrà dopo ciò che ha detto.
Ma non poteva comunque non farlo.
Un altro battito.
La donna sorride.
Piange.
Sorride.
-Le saresti piaciuto.-
-Beh, il suo cuore non mi ha rifiutato(**)-
-Abbi cura di lei.-
-Lo farò.-
 
Non piove, sul campo di Marek.
Il cielo non è triste, non gocciolano lacrime dal cielo né il vento solleva con sé freddi respiri.
C’è il sole, sul campo di Marek.
Il vento è muto e le lapidi tacciono.
Tutto ciò che si vede, nella distesa verde di Marek, sono una donna che sorride piangendo silenziosa ai piedi di una lapide e Mark che calpesta l’erba allontanandosi piano.
Niente parole poetiche, niente “grazie” o storie d’amore.
Dopotutto questo non è un romanzo, è la realtà.
Eppure, Mark può vedere una donna, piangere in un cimitero, sorridendo alla vita.
Certe volte la realtà è più straordinaria di qualsiasi romanzo e Mark, questo, lo ha sempre saputo. 

   
 
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