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Autore: Edelvais    25/05/2012    10 recensioni
Bene, era nella sezione E, Geoff c’era, Bridgette c’era… le sue labbra si incresparono in una smorfia quando lesse il nome del criminale nemico di Geoff. Avrebbe pagato per non avere quel teppista in classe.
“Come hanno potuto metterlo insieme a te dopo quello che ti ha fatto!”
Esclamò la mora guardando Geoff, che sorrise imbarazzato.
“Smorfiosa ficcanaso, fatti gli affari tuoi, credi che le abbia solo prese!?”
Riconobbe quella voce sgraziata e inorridì, pensando al fatto di dover avere in classe per i rimanenti due anni di liceo quel delinquente di Duncan Evans.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Capitolo 28. La famosa sorpresina
 
<<… Quindi sarà un appuntamento galante? >> Trillò una voce dall'altra parte del telefono.
<< Non ne ho la più pallida idea! Oh Bridgette, sono così confusa che non riesco a ragionare razionalmente! >> Gwen era palesemente agitata; mentre parlava al cellulare con la sua migliore amica, girava avanti e indietro per la sua stanza, gesticolando nervosamente.
Si sentì un risolino da parte della biondina.
<< Gwen! E' assolutamente normale da parte tua essere nervosa! Tutti lo sono al loro primo appuntamento serio con il ragazzo per cui si è innamorati! >>
<< Bridgette! Io non sono innamorata di Duncan! E' solo che… >> Si difese.
<< E' solo che quando lo vedi ti devi trattenere dal saltargli al collo, quando ti parla il tuo cuore perde un battito, e quando sei con lui vorresti che tutto il resto sparisse…-, disse in tono teatrale. - Lo so Gwen, ti capisco. E non mentire alla tua migliore amica! Potrai anche mentire a te stessa, ma non credere che me la sia bevuta! Ho visto come lo guardi, inoltre vi sarete baciati milioni di volte! >>
<< E allora? Potrebbe essere soltanto un suo sfizio, dato che a prendere l'iniziativa è stato sempre e solo lui… >> La giovane s'intristì.
<< Ma dai, lo credi sul serio? Io non ci conterei troppo. E lui farà il grande passo, questa sera, quanto è vero che mi chiamo Bridgette! >> Affermò con tono solenne.
Gwen scoppiò a ridere. << In ogni caso, non credere di averla vinta! >>
<< Va bene -, acconsentì lei - però chiamami non appena sarai tornata a casa, okay? E indossa i vestiti che ti ho consigliato! >>
<< D'accordo. Ciao Bridgette, ci sentiamo più tardi! Grazie per tutto. >>
<< Mi raccomando, fai la brava! >>
La gotica sorrise, chiudendo la chiamata. Bridgette le mancava moltissimo, e sentire la sua voce anche solo dalla cornetta del telefono la faceva sentire meglio.
Lanciò uno sguardo all'armadio aperto davanti a sé; come per la festa di Heather, era decisamente in alto mare per quanto riguardava la scelta degli abiti.
Gwen non era una ragazza che si faceva tanti problemi per il suo aspetto, le bastavano dei semplici jeans, una maglietta e i suoi anfibi per sentirsi a posto. Ma il pensiero di uscire con Duncan la stava divorando, perciò la sua preoccupazione maggiore i quel momento era il vestiario.
<< Bene, a noi due! >> Esclamò quasi parlando direttamente al suo armadio stracolmo
di panni. Dopo una mezz'oretta buona passata a frugare dentro al suddetto mobile, Gwen emise un gridolino di gioia reggendo trionfante una minigonna nera tra le mani.
<< Ah ah! >> Esclamò vittoriosa.
Si vestì velocemente e si specchiò. Diamine, Bridgette aveva ragione a dire che sarebbe stata perfetta se avesse seguito i suoi suggerimenti.
Questa gonna era abbinata ad una maglietta a maniche corte rigorosamente nera, con qualche scritta bianca e con una giacca di pelle piuttosto leggera.
Ovviamente, sotto la minigonna - che tanto "mini" non era -, un paio di calze a rete con ai piedi i suoi adorati anfibi.
D'accordo, il suo look era piuttosto tetro, ma in fondo anche Duncan non poteva dire di vestirsi con colori accesi!
Stranamente soddisfatta, scese le scale e fu "assalita" dalla madre.
<< Mamma mia Gwendolyne, sei… bellissima! Ah! Quanto darei per vedere Duncan sbavarti dietro le spalle! >> Ridacchiò.
Gwen alzò gli occhi al cielo.
<< Mamma piantala. >>
<< Si si, ai suoi comandi capitano! - Scherzò. - Ma dove vi dovreste incontrare? >>
<< Da Arnold's. Almeno così mi ha continuato a ripetere fino allo sfinimento durante i quattro precedenti giorni di scuola.>>
Sophie sembrò riflettere per un momento.
<< Vieni, ti accompagno io. >> 
 
Gwen scese dalla macchina della madre, parcheggiata davanti ad un locale piuttosto ampio. Dalle vetrine si riusciva ad intravedere un piccolo palco, già allestito per quella sera e davanti ad esso decine di tavoli per la cena.
<< Mi raccomando Gwen, non fare tardi e stai attenta! >>
Gwen la guardò storto, come per dire: "ormai non sono più una bambina!"
<< D'accordo la smetto. E poi perché mai dovrei preoccuparmi? C'è Duncan con te! >> Continuò sghignazzando, poi salutando la figlia con la mano, partì velocemente lasciando Gwen sul marciapiede davanti al locale.
La gotica sbirciò dal vetro della porta in cerca di Duncan, ma non lo trovò.
Controllò l'orologio: era in ritardo di un quarto d'ora! Picchiettò sul quadrante dell'oggetto, nervosa e a disagio. Una folata di vento tagliente le punzecchiò fastidiosamente la pelle, costringendola ad entrare nel locale; una volta dentro, si rilassò, felice del tepore che l'avvolse. Si guardò intorno decidendo quale tavolo scegliere, poi una volta seduta le si avvicinò un cameriere.
<< Buonasera signorina, desidera? >>Chiese con uno strano accento italiano.
<< Ehm… no grazie, sto aspettando una persona. >>
L'uomo annuì e fece per andarsene, quando Gwen lo chiamò dalle spalle.
<< Mi scusi, per caso ha visto entrare un ragazzo con una cresta verde? >>
Dapprima sembrò stupito di quella domanda, poi un guizzo vispo gli colorò gli occhi scuri, come se si fosse appena ricordato qualcosa. Poi scosse la testa, riportando il suo viso alla solita espressione impassibile.
Gwen abbassò lo sguardo, preoccupata.
Che gli fosse successo qualcosa? Che le abbia dato buca?
Queste erano le assillanti domande che le ronzavano in testa.
Ormai era passata mezz'ora, la sala si era popolata e ancora il ragazzo non si era fatto vivo.
La giovane controllava freneticamente lo schermo del cellulare e il quadrante dell'orologio, quando all'improvviso intravide una figura nella penombra dietro le quinte del palco, un ragazzo girato di spalle, che pareva in tutto e per tutto Duncan. Poi però si spostò verso destra, sparendo completamente dalla sua vista.
Un attimo dopo, un altro ragazzo alto dai capelli castani che imbracciava un basso, fece capolino dalle tende del sipario, chiamando con una mano il cameriere che poco prima aveva parlato con Gwen. Gli sussurrò qualcosa all'orecchio, fin qui nulla di sospetto, ma quando indicò la gotica seduta nel fondo della stanza, lei se ne accorse e sgranò gli occhi.
"E quello cosa vuole da me?" Pensò perplessa e stupita al tempo stesso.
L'uomo annuì e corse di filata in cucina, lanciando un'ultima occhiata alla giovane.
Anche quel misterioso ragazzo sparì dietro le tende del sipario, facendo prima incontrare i suoi occhi scuri con quelli di Gwen.
Dopo pochi minuti ecco arrivare al tavolo della gotica il solito impassibile cameriere, reggendo in mano un bicchiere colmo di Coca Cola.
<< Oh… E' per me? >>
<< Si, da parte di un ragazzo. >> Rispose porgendole la bibita.
Poi scomparve nuovamente fra i tavoli della sala, in mezzo alla confusione della serata.
<< U-un ragazzo? >> Mormorò Gwen ancora più perplessa.
Ma nella confusione del momento, non si era certo dimenticata dell'assenza ingiustificata di Duncan. Ma come si era permesso di darle buca? Gwen avrebbe dovuto intuirlo prima che sarebbe solo stata usata da quel criminale. O forse era stato fermato dai poliziotti per… eccesso di velocità? … Guida senza casco? 
Gwen non lo sapeva. L'unica cosa certa era che se non fosse arrivato entro cinque minuti, la giovane se ne sarebbe andata, e quando l'avrebbe incontrato a scuola, di certo non gliel'avrebbe fatta passare liscia! Oh no!
Dopo questo lasso di tempo, ancora il punk non era arrivato.
Furente, Gwen abbandonò la bibita, che ancora non era stata toccata, nel tavolo, e fece per andarsene, quando all'improvviso sentì uno scroscio di applausi da parte delle persone dentro il locale, e curiosa di conoscere la fonte di queste acclamazioni, si voltò verso il palcoscenico.
Tale fu la sua meraviglia, che dovette darsi un pizzicotto sul braccio per verificare che non stesse sognando. Ma era tutto reale; Duncan era sul palco, insieme ad altre tre persone, imbracciando una chitarra elettrica, mentre alla sua destra vi era quel bassista che aveva visto poco prima.
Il punk avanzò accanto al cantante, che gli passò il microfono.
<< Buonasera, signori e signore! Se siamo qui con voi, è solo grazie al vecchio Arnold! Un applauso al proprietario di casa! - Indicò un uomo sulla cinquantina piuttosto robusto, che sorrideva sornione. - Purtroppo suoneremo sono un brano di apertura, ma lo voglio dedicare ad una ragazza speciale, che fino ad ora ha creduto che le avessi dato buca. Mi dispiace averti fatto attendere, ma era questa la sorpresa. Ciao, Gwen. >> Spostò lo sguardo verso la gotica, che intanto era diventata paonazza, facendole un occhiolino.
Dopo di ché restituì il microfono al cantante della sua band, e riprese il suo posto, dando il via al batterista. Gwen rimase in piedi per tutta la durata della canzone.
I musicisti erano veramente bravi, il testo della canzone trattava d'amore - strano, per uno come Duncan - ed erano le parole più belle che avesse mai sentito in vita sua.
Al termine del pezzo, la band venne acclamata a gran voce e applaudita da tutti i presenti.
<< Grazie a tutti! >> Esclamò il cantante.
Scesero tutti e quattro dal piccolo palco, scomparendo dalla vista del pubblico, ma soprattutto a quella di Gwen. Con crescente emozione, si precipitò dietro le quinte, passando da una tenda laterale.
"Deve essere qui!" Pensò cercando il punk nella confusione di quel posto.
D'un tratto avvertì una mano appoggiarsi sulla sua spalla; colta di sorpresa, si voltò immediatamente, ritrovandosi davanti un esemplare di Duncan sorridente, con alle spalle la sua band al completo.
<< Duncan! >> Sbottò in uno stato compreso tra la rabbia crescente e lo stupore.
L'altro ridacchiò, seguito a ruota dagli altri ragazzi.
<< Piaciuta la sorpresina, streghetta? >>
Gwen incrociò le braccia al petto, puntando i piedi.
<< Punto uno non avresti dovuto farmi aspettare in eterno; punto due non mi hai mai detto di avere una band! >>
<< Ehi! Faceva parte della sorpresina di cui ti avevo parlato! >> Si difese.
La gotica si addolcì, ripensando alle parole della canzone che Duncan le aveva dedicato.
<< In ogni caso, lascia che ti presenti la mia band. Questo qui è Nick, il bassista -, disse indicando lo stesso ragazzo che aveva visto prima dell'esibizione. Quest'ultimo la osservava con i suoi occhi di ghiaccio, sorridendo sornione. - Lui invece è Roger, il batterista inglese e questo è il cantante, Dan. >> Concluse presentando due ragazzi; il primo alto, capelli rossi e occhi di un verde smeraldo sfolgorante, mentre il secondo era di media statura, un pochino più basso di Duncan, capelli di un biondo cenere e due iridi scurissime.
Insomma, erano tanto belli quanto bravi musicisti!
Quasi leggendole nel pensiero, Duncan esclamò scherzando: << Gwen, non ti fidare delle apparenze, siamo cattivi ragazzi noi. >>
I tre ragazzi scoppiarono a ridere, mentre il punk le faceva l'occhiolino.
<< Ehi Duncan, vieni un po' qui! >> Era Nick, il bassista.
Lo trascinò un momento in disparte e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
Intanto Roger e Dan erano rimasti con Gwen, cercando di distrarla parlandole della formazione della band, ogni volta che tentava di lanciare occhiate curiose ai due che si erano separati dal gruppo.
"Chissà cosa staranno confabulando…" Riflettè.
<< …E così siamo diventati i "Black Out"… Ma dicci qualcosa di te: come hai conosciuto quel criminale di Duncan? Di certo al primo impatto non sarete andati troppo d'accordo.>>
Gwen si riscosse sussultando lievemente, accorgendosi di non aver recepito una sillaba di quanto le avessero detto i due.
<< Oh… ehm… si certo, all'inizio non eravamo che nemici… ma ora siamo buoni amici. >>
Roger e Dan sbarrarono gli occhi, increduli.
<< Cosa? Solo… Buoni amici? >>
<< Noi pensavamo fossi la sua ragazza! >>
"Ecco ci risiamo!" Pensò alzando gli occhi al cielo.
<< Mi dispiace avervi deluso, ma tra noi c'è solo un rapporto di amicizia. >> Spiegò.
<< Oh be', allora Duncan non ce l'ha raccontata giusta! >> Rise Dan appoggiandosi distrattamente alla spalla di Roger, il quale la ritrasse improvvisamente, facendo volare l'amico per terra. Gwen non resistette dal scoppiare a ridere, mentre l'altro si rialzava faticosamente lanciandosi addosso al batterista.
<< Quei due sono come cane e gatto. Pensa che anche quando scriviamo le canzoni, trovano sempre il pretesto per azzuffarsi. >> Esordì una voce alle spalle della gotica.
<< Anche quando avete scritto quella meravigliosa canzone che avete suonato prima?>>
Duncan sorrise beffardo.
<< No. Quella l'ho scritta io. >>
Gwen sbarrò gli occhi scuri.
<< Tu che scrivi canzoni romantiche? >> Lo prese in giro.
<< Per te assisterei a cento concerti di lirica. >> Ammise ricordandole quanto odiasse quei tipi di esibizioni. A Gwen parve la cosa più dolce che le avessero mai detto in vita sua.
Eccezion fatta per le poesie smielate che riceveva da Trent quando stavano insieme, ma con Duncan era tutta un'altra cosa: non ci si aspettava mai cosa ti avrebbe detto, mentre il suo ex era abbastanza prevedibile.
All'improvviso lo stomaco di Gwen cominciò a brontolare, reclamando del cibo per placare la fame che la stava divorando.
<< Hai fame? >>
<< Abbastanza. Ma… dov'è finito Nick? >> Chiese guardandosi intorno.
<< Oh, è solo andato a rimorchiare una ragazza, tornerà precisamente fra tre… due… uno…>>
<< Duncan! Guarda cosa mi ha fatto! >> Gridò Nick tornando dietro le quinte e indicandosi la guancia cremisi.
Roger e Dan smisero di litigare, e tutti scoppiarono a ridere di gusto.
<< Nick, ti è andata male! >>
<< Aahah! Magari se fossi un pochino più… gentiluomo… >>
<< Ma non è questo il problema! Non è stata la ragazza che volevo rimorchiare; per sbaglio sono caduto addosso a quella cameriera -, disse indicando una donna sulla sessantina che camminava verso la cucina con stizza - e mi ha dato uno schiaffo prendendo la cosa dal verso sbagliato! Ovviamente ho anche fatto una lodevole figura di merda con quella ragazza! >> Vi furono di nuovo scoppi di risa incontenibili.
<< Ragazzi, ecco le pizze che avevate ordinato. >> Era Arnold, il proprietario del locale.
Duncan gli si avvicinò battendogli amichevolmente una mano sulla spalla.
<< Prima di mangiare, propongo un brindisi a questa vecchia volpe, che ci ha permesso di suonare qui! >> Annunciò alzando un bicchiere di Coca Cola, e fu imitato da tutti i presenti, sotto il sorriso paterno dell'uomo.
Mangiarono proprio in quello spazio piuttosto ampio dietro le quinte, seduti per terra ridendo e scherzando, discutendo del più e del meno, ma soprattutto del loro prossimo concerto. Dopo aver terminato la cena, Duncan si alzò, facendo cenno a Gwen di imitarlo.
<< Scusate ragazzi, io e Gwen dovremmo andare ora. Ringraziate di nuovo Arnold da parte mia e fatemi sapere se Nick riuscirà ad adescare almeno una ragazza! >> Scherzò.
<< D'accordo, ciao Duncan, ciao Gwen! Divertitevi e non fate fuoco e fiamme! >>
Gridarono in coro ridendo come fossero ubriachi.
Appena uscirono dal locale, Duncan le porse il casco della moto, sorridendo.
<< Oh no! >> Sibilò Gwen contraria al fatto di dover girare in moto.
<< Oh si invece! >>
<< Prima dimmi dove intendi portarmi! >>
Duncan rispose con uno dei suoi sorrisi enigmatici: << Mi dispiace bella, è una sorpresa anche questa. >>
La ragazza sbuffò e indossò controvoglia il casco; tutte quelle "sorprese", come le definiva lui, non le avevano fino ad ora giovato gran ché.
Una volta saliti sulla moto, Duncan si assicurò che la compagna si fosse aggrappata per bene a lui, poi partì alla velocità della luce, poiché per sua immensa gioia quella sera on c'era troppo traffico.
"Vorrei proprio sapere dove stiamo andando!" Fu il primo pensiero che le ronzò in testa.

 
 






Nota dell'autrice.

Ok, è da tantissimo che non aggiorno, purtroppo però la scuola in questi ultimi giorni mi sta rubando sempre più tempo libero, quindi non ho avuto modo di scrivere questo capitolo prima. Scusatemi!
In ogni caso, spero che vi sia piaciuto, e anche di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo il più presto possibile :)
Grazie a tutti di cuore! ^^

Vostra Ed.
   
 
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