‘Cause Friendship is not
a Habit
M'abituerò a non trovarti
m'abituerò a voltarmi e non ci sarai
m'abituerò a non pensarti
quasi mai, quasi mai, quasi mai.
Si maledisse, Mail. Per l’ennesima volta.
Si era svegliato ed era corso verso il letto di Mello, come
faceva ogni mattina nella speranza che il biondo stesse ancora dormendo, nella
speranza di sorprenderlo nel sonno ed urlargli nelle orecchie per svegliarlo di
soprassalto. D’altronde, se non lo faceva Mail, sarebbe stato Mello a farlo a
lui. Era la legge della sopravvivenza, in quella camera. Una loro usanza, che
andava avanti ormai da tempo immemore.
Ma quella mattina, come accadeva da mesi ormai, lui non
c’era.
Si era ripetuto migliaia di volte che doveva smettere di
pensarci. Si era ripetuto migliaia di volte che avrebbe dovuto accettarlo, ma
alla fine, giungeva sempre alla solita conclusione: non si sarebbe mai abituato
all’idea di svegliarsi e non trovarlo lì.
Alla fine
c'è sempre uno strappo
e c'è qualcuno che ha strappato di più
Non è mai
qualcosa di esatto
chi ha dato ha dato e poi
chi ha preso ha preso tutto quel che c'era
non conta più sapere chi ha ragione
non conta avere l'ultima parola... ora.
Si maledisse Mail. Per l’ennesima volta.
Aveva concluso l’esercizio di matematica e si era voltato
alla sua sinistra, dove da sempre sedeva Mello durante le lezioni. Si era
voltato per vedere se l’amico aveva terminato il compito, se era riuscito a
batterlo sul tempo o se, come sempre, Mello aveva già finito tutto da un pezzo.
Ma quel banco era vuoto, e lui non c’era.
Cosa avrebbe dato pur di voltarsi e trovarlo lì, ghignante,
che lo sfotteva perché per l’ennesima volta aveva finito il compito per primo.
Cosa avrebbe dato, anche solo per poterci litigare di nuovo.
Per poterlo insultare un po’, come spesso facevano, per il semplice motivo che
entrambi volevano avere l’ultima parola?
Sì, lo sapeva perfettamente, le loro litigate non avevano
senso, mai. Ma che importava? Avrebbe fatto anche la cosa più insensata del
mondo, pur di riaverlo lì.
M'abituerò a non trovarti
m'abituerò a voltarmi e non ci sarai
m'abituerò a non pensarti
quasi mai, quasi mai, quasi mai.
No, non si sarebbe mai abituato. Era quella la verità.
E perché ogni volta che guardava quel letto gli venisse un
nodo in gola, ancora non riusciva a sopportarlo.
Avrebbe dovuto odiarlo. Odiarlo perché lo aveva lasciato lì.
Invece ogni volta che pensava a Mello sentiva un peso insopportabile sul petto,
e avrebbe fatto di tutto, qualsiasi cosa, pur di riportarlo indietro, o di
trovare il modo per raggiungerlo.
Avrebbe dovuto odiarlo. Avrebbe voluto, odiarlo. Ma la
verità era che non ci riusciva, la verità era che poteva solo continuare a
tenere duro.
Alla fine
non è mai la fine
ma qualche fine dura un pò di più
Da qui in poi
si può solo andare
ognuno come può
portando nel bagaglio quel che c'era
e le macerie dopo la bufera
ricordi belli come un dispiacere... ora.
Quella mattina, Mail non si maledisse più.
Prese la sua sacca, e vi buttò dentro le sue cose. Inforcò
gli immancabili goggles dalle lenti arancioni e lasciò la camera senza voltarsi
indietro. Senza un ultimo sguardo a quei letti, senza ripensamenti.
Sarebbero stati tutti solo ricordi, belli o brutti, ma solo
ricordi. Ora, davanti, aveva una nuova prospettiva.
M'abituerò a non trovarti
m'abituerò a voltarmi e non ci sarai
m'abituerò a non pensarti
quasi mai, quasi mai, quasi mai.
Solo quando si chiuse il cancello della Wammy’s House alle
spalle, si decise a voltarsi. Un attimo, un’ ultima volta.
Quante volte avevano corso su quel prato? Quante volte erano
stati a un passo dal prendersi a botte per qualche cavolata?
Ma erano solo ricordi, che correvano veloci tra le pieghe
del tempo. Quel tempo che per loro non aveva avuto pietà. Che li aveva lasciati
orfani da piccoli e che li aveva separati troppo presto, quando ancora
avrebbero avuto bisogno l’uno dell’altro.
M'abituerò a non trovarti, io m'abituerò
a voltarmi e non ci sarai
m'abituerò a non pensarti, io m'abituerò
quasi mai, quasi mai...
Si ricordò della prima volta in cui avevano parlato: in
quell’occasione, avevano rischiato di fare a botte sul serio. Non si
conoscevano ancora, Matt era appena arrivato all’orfanotrofio, e Mello si era
subito dimostrato lo spaccone che era.
Solo in seguito, Matt aveva compreso che quella era solo una
maschera. Una maschera che Mello usava per nascondere tutto quel dolore e quel
rancore che covava nei confronti della vita. Gli stessi, che provava anche
Matt.
Il ragazzo sorrise e per la prima volta quei ricordi non gli
fecero male.
M'abituerò a non trovarti
m'abituerò a voltarmi e non ci sarai
m'abituerò a non pensarti
quasi mai, quasi mai, quasi mai…
E in fondo lo sapeva. Sapeva che sarebbe finita così.
Sapeva che non ci avrebbe mai fatto l’abitudine,
Dal momento esatto in cui Mello si era chiuso alle spalle il
cancello della Wammy’s House, Matt aveva capito che non appena avrebbe potuto,
lo avrebbe raggiunto.
Si voltò, dando le spalle a tutto, fece per andarsene, ma
improvvisamente si bloccò colto da un terribile presentimento: non poteva
averla lasciata là dentro, non poteva essersela dimenticata!
Aprì la sua sacca e cominciò a frugarci dentro, colto da un
improvviso senso di ansia. Se l’aveva dimenticata in camera, avrebbe dovuto
tornare là dentro a recuperarla. Non aveva alcuna intenzione di rimettere piede
nell’orfanotrofio, ma sapeva anche che non avrebbe avuto altra scelta, non
aveva abbastanza soldi per comprarne ancora, i pochi spiccioli che aveva gli
sarebbero serviti per il biglietto dell’aereo e poi… improvvisamente si calmò.
Strinse fra le mani una barretta di cioccolata fondente, quella che piaceva
tanto a Mello. Non poteva di certo andare da lui senza portargli della
cioccolata!
Sorrise. Di nuovo. Non aveva mai sorriso tanto in vita sua
come quel giorno.
Bene… ora poteva andare!
Ciao
a tutti!! Bene, dopo praticamente due anni e mezzo che non scrivo più niente su
Death Note ci riprovo… spero solo questa volta di aver fatto un lavoro migliore
rispetto al passato… intanto, diciamo che almeno questa song fiction, essendo
autoconclusiva, non rischia di rimanere incompiuta! XD
Va
beh, bando alle ciance… vorrei precisare che nella song fiction il rapporto tra
Mello e Matt è inteso come un’amicizia profonda. Non ci sono riferimenti
espliciti o impliciti a yaoi o shonen-ai.
Ho
sempre visto Mello e Matt come due ragazzi legati da una profonda amicizia.
Detto questo, spero che la song fiction vi piaccia. E’ venuta fuori così, improvvisamente, ho sentito per caso la canzone, mi sono venuti in mente loro, e ho scritto. Non so, sarà che l’idea che Matt e Mello si separino in quel modo mi ha sempre messo addosso un’ansia assurda, e il pensiero della fine che fanno mi fa stare ancora peggio, forse è per questo che in alcuni punti mi sembra di non essere riuscita ad essere del tutto chiara, o ad esprimere ciò che sentivo veramente. Boh, intanto spero che vi sia piaciuta, e spero che vogliate farmi sapere ciò che pensate! Ringrazio Liga per la canzone e Ohba e Obata per Matt e Mello! :P
A presto!!