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Autore: Aika Morgan    26/05/2012    11 recensioni
Michael ama giocare con le stelle: le osserva, traccia i loro contorni e poi aiuta Andy ad orientarsi e a trovare se stesso.
Vivono in un mondo tutto loro, come se appartenessero ad una costellazione fatta di due sole stelle.
E quando all'improvviso una delle due stelle muore, l'altra diventa una stella perduta, che continua a vagare nell'universo alla ricerca di qualche motivo per continuare a splendere.
Questa introduzione ha partecipato e vinto il contest " La trama di una storia." di DearJulietefp
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stelle perdute'
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Questione di fiducia.


 

 

La gelateria nella quale lavora Andy non è esattamente il luogo nel quale Elena si sarebbe aspettata di vederlo muoversi: quelle pareti dai colori sgargianti, i tavolini affollati e le chiacchiere concitate che riempiono il locale hanno infatti poco a che vedere col carattere timido e riservato del ragazzo.

Eppure, guardandolo meglio, Elena si accorge che Andy sembra perfettamente a suo agio dietro il bancone: parla spigliatamente con i clienti, si dà da fare per non farli attendere troppo e scherza con i bambini in maniera del tutto naturale.

Nessuno con tutta probabilità immagina il dolore che si porta dentro, pensa la ragazza, mentre si avvicina a lui per salutarlo.

Nessuno sa cos'ha passato e cosa sta passando.

Forse Andy è bravo a fingere che vada tutto bene, o forse sta cercando un modo per lasciarsi indietro tutto ciò che prova. In fondo non può certo biasimarlo: da quando l'ha conosciuto le è sembrato di vederlo un po' cambiato, meno cupo e diffidente della prima volta che si sono sentiti al telefono e dunque il fatto che al lavoro sia così tranquillo è di certo una cosa positiva.

Ehi, Elena! – la saluta Andy quando si accorge della sua presenza – Un attimo e sono da te! Tu intanto scegli quello che vuoi.

Oh... Okay.

Andy si rivolge ad un altro cliente, ed Elena si perde ad osservare la varietà dei gelati esposti, giocando ad indovinare quello che potrebbe piacerle di più. È naturale chiedersi se Michael andasse spesso a trovare Andy al lavoro, se passasse un po' di tempo seduto ad un tavolino, magari aspettando che il ragazzo finisse il suo turno per poi andare a casa insieme.

Allora? Cosa posso offrirle, signorina?

La voce tranquilla di Andy la distoglie dai suoi pensieri.

Oh, ecco... Qual è il più buono?

Credo... sì, credo nocciola. Oggi l'ho preparato io, ma non sono di parte, giuro! Comunque, vai pure a sederti ad un tavolo, guarda quello laggiù si è appena liberato. Ti porto il tuo gelato fra qualche minuto! E tranquilla, offro io! – aggiunge, quando la vede prendere il portafogli per pagare.

Dopo aver preso posto al tavolino che Andy le ha indicato, Elena approfitta dell'attesa per guardarsi attorno. Sembra passata una vita intera da quando ha conosciuto Andy, invece in tutto non sono passati che una ventina di giorni e adesso lei sta per tornare a casa.

Ha passato tutto il pomeriggio a sistemare le sue cose, ripiegando vestiti e magliette come un automa, la mente persa a ripensare a tutti i frammenti di vita che ha raccolto durante quel viaggio. Con tutta probabilità adesso cercherà ancora una volta di rimetterli insieme, di dare un senso logico a tutti i racconti di Andy, fino a quando ogni cosa troverà la sua collocazione naturale.

Fra meno di mezz'ora finisco il mio turno e ti raggiungo, okay? Dovrebbero arrivare anche Allie e Bea da un momento all'altro. – Andy le serve il suo gelato e poi aggiunge: – Ti piace questo posto?

– Sì, è molto carino!

Quasi vorrebbe dirglielo quanto le faccia piacere vederlo a suo agio almeno in quel posto, lontano dalle pareti di casa che in un modo o nell'altro gli ricordano l'assenza di Michael. Poi si rende conto che sarebbe un'osservazione troppo confidenziale da fare e non se la sente di esporsi così tanto, mordendosi la lingua appena in tempo.

– Oh, ma guarda chi si vede! Andy!

La voce di Bea arriva alle loro spalle proprio in un momento nel quale un fastidioso silenzio imbarazzante stava per prendere il sopravvento su di loro.

– Ehi, Bea! – Andy la saluta con un bacio sulla guancia. – Tutto bene?

– Sì, sì! Allie sta arrivando, mi ha detto di prendere posto e di ordinare anche per lei. Tu sai cosa! – scoppia a ridere e lo abbraccia, scompigliandogli dolcemente i capelli.

Elena ha l'impressione che Allie e Bea abbiano in qualche modo adottato Andy da quando ha perso Michael. Andy parla di loro con affetto e, per quel poco che ha visto, Elena ha notato come le due ragazze assumano con lui un atteggiamento materno e protettivo, forse dovuto al fatto che Andy sembra davvero qualcuno da proteggere.

Forse sono i suoi occhi o il suo modo di approcciarsi le cose, ma diverse volte la ragazza si è resa conto che, nonostante cerchi di non darlo a vedere, Andy è una persona molto fragile, specialmente dopo quello che gli è successo.

Allie li raggiunge proprio quando Andy sta portando al tavolo la sua ordinazione e quella di Bea.

Sai che non dovresti guidare, Allie? – la riprende il giovane con fare fintamente severo.

Ma dai, sono incinta, mica moribonda! – ribatte l'amica.

– Sì, ma...

– Al ritorno guida lei, promesso!

Andy sospira e scrolla le spalle, tornando subito al banco per recuperare l'ordinazione di un altro cliente.

– Sono da voi fra una decina di minuti, okay? – dice, mentre passa nuovamente accanto a loro – Ragazze, non spaventatemi troppo Elena, d'accordo?

– Stai tranquillo, la proteggo io da Allie! – replica Bea con fare dispettoso.

Allie, come se fossero amiche da sempre, inizia a raccontare ad Elena di come è stata negli ultimi giorni, di come senta incredibilmente caldo a causa del pancione e ogni tanto Bea interviene per prenderla in giro e per borbottare scherzosamente che in fondo è lei che deve occuparsi di tutto e che dunque Allie non avrebbe nulla da lamentarsi.

Sono proprio una bella coppia, pensa Elena, si vede che sono molto unite e innamorate. Dopo qualche minuto perde il disagio iniziale che provava nel sentirle parlare e riesce ad infilarsi nella discussione, che tocca gli argomenti più disparati, fino ad arrivare ai progetti delle due donne per la cameretta di Michelle.

Dovresti venire a vedere i mobili che sono arrivati ! Sembrano usciti da una casa per le bambole! – la esorta Allie.

Oh... beh, io domani mattina parto! – è la risposta di Elena, che si accorge subito di come il tono sembri quello di qualcuno che è contento di avere una scusa per rifiutare.

– Che peccato! – commenta Allie, sorseggiando il suo frappè.

No, ma... ho intenzione di tornare a trovare Andy, ogni tanto! Non me ne vado per sempre!

A quelle parole la ragazza le sorride.

Bene, penso sia una bella cosa. Andy... ne ha bisogno. E ne hai bisogno anche tu.

Elena annuisce, consapevole che Allie stia dicendo una cosa giusta, poi ripensa a quello che avrebbe voluto chiederle dal primo momento che l'ha vista. E la domanda esce spontanea dalle sue labbra:

Perché proprio Michael?

Quella domanda le rigira in mente da giorni, senza che riesca a trovare una spiegazione plausibile. È la prima volta che le capita di avere a che fare con una situazione del genere e per lei è abbastanza difficile da gestire. Senza contare che di mezzo c'è anche Michael.

Beh, Michael... era l'unico uomo del quale mi fidassi fino a questo punto. Non c'è una vera motivazione, quando ti fidi ti fidi e basta! – spiega Allie con un sorriso – E non è solo il fatto che lo conosco dai tempi di scuola, è qualcosa di più, ecco...

Ogni volta che qualcuno parla di Michael al presente, Elena sobbalza e il suo cuore salta un battito al pensiero che forse il fratello potrebbe arrivarle alle spalle da un momento all'altro.

Beh, io... Non è così semplice per me, ecco tutto. Non è una cosa a cui ho mai pensato, quindi... mi dispiace. – balbetta in risposta.

Non dispiacerti, Elena. È normale avere dei dubbi, no? Tutti li abbiamo.

Sì, certo...

Michael è stato l'amico con cui ai tempi di scuola ho fatto davvero tutto... Prima sbronza, prime feste insieme... Quando eravamo depressi per via di vari casini sentimentali ci dicevamo che se le cose ci fossero davvero andate male, a quarant'anni saremmo andati a vivere insieme in una mansarda con un cane e tre gatti! – sorride divertita e poi si accarezza il pancione.

Elena pensa amaramente che probabilmente Allie e Michael si dicevano queste cose per consolarsi e per sperare che invece le cose potessero andare meglio, senza aspettarsi che sì, il destino non aveva previsto per loro nessuna mansarda condivisa con cani e gatti al seguito, ma nemmeno si sarebbe dimostrato benevolo come loro avrebbero voluto.

Chiacchierare con le due ragazze è piacevole, nonostante in certi momenti Elena si senta un po' imbarazzata. Per fortuna Andy mantiene la sua promessa e dopo una decina di minuti è lì con loro, a godersi la serata organizzata dal locale.

– Quindi domani torni a casa? – le chiede Allie.

– Sì, beh... sono qui da parecchi giorni ormai... – risponde Elena. – Andy non ne potrà più di avermi per casa!

– Ma no, dai! – replica Andy, aggiustandosi gli occhiali.

– Beh, ma se è costantemente nervoso o burbero come un orso, non preoccuparti! È il suo normale modo di fare quando sta studiando!– lo prende in giro Bea. – Quindi non andartene solo perché magari ti dà l'impressione di non voler nessuno intorno.

In realtà Elena in questi giorni ha avuto l'impressione che Andy – nonostante non lo ammettesse – avesse bisogno di qualcuno con cui dividere lo spazio vuoto di casa, di qualcuno che gli desse l'illusione di non essere solo. Non sa se lei è esattamente la persona che avrebbe voluto, di certo non può sostituire Michael, ma perlomeno rispetto agli inizi, Andy le è sembrato molto più bendisposto nei suoi confronti. E non solo per cortesia nei suoi confronti, ma perché in qualche modo la compagnia lo stava guarendo, anche se solo in parte.

Beh, magari è meno peggio di ciò che immagini. Perlomeno non morde!– dice, stando anche lei al gioco.

Ehi, ma state giocando al “Tutti contro Andy”? – protesta il giovane.

Ma no, sai che ti adoriamo! – Allie si sporge verso di lui e gli schiocca un bacio sulla guancia.

Quando Andy poggia il polso sul tavolo, Elena si accorge del bracciale di caucciù che indossa. Al centro ha una placchetta di acciaio, con qualcosa inciso sopra.

E quello? – chiede incuriosita.

Oh... è un bracciale.

Beh, l'avevo capito anche da sola, sai? – sorride la ragazza – Posso... posso vederlo?

Andy annuisce e le porge il polso. Si tratta di un oggetto molto semplice, ma è la parola incisa sull'acciaio che colpisce Elena.

Fiducia.

Me l'ha regalato Michael. – spiega Andy, senza che lei abbia il tempo di chiedere nulla. – Per il nostro secondo anniversario.

Istintivamente, Elena sorride, rapida dal modo in cui lui ha preso a giocherellare con l'oggetto.

Era da un po' che avevo smesso di metterlo. L'avevo dimenticato in un cassetto, poi oggi l'ho trovato per caso e l'ho rimesso.

È carino.

In realtà è un bracciale abbastanza comune, ma è la parola incisa sulla placchetta a dargli un significato particolare, a parlare di Michael anche adesso che lui non c'è più. Come tutti gli oggetti ha una storia, e quella parola, fiducia, ha il sapore di una promessa che teneva legati i due giovani, tanto che Elena resta affascinata dalla cosa.

I ricordi si susseguono ancora una volta dalle labbra di Andy e scivolano sulla pelle restituendo le vive immagini di un frammento di passato che può rivivere solo grazie alle parole.

 

***

 

Stare insieme era come scoprirsi sotto un'altra luce.

Era diverso dall'essere solamente amici, permetteva ad Andy e Michael di vivere il loro rapporto in maniera più profonda, con dei cambiamenti che almeno inizialmente sembravano di poco conto, ma col tempo avevano iniziato ad influire positivamente sulle loro giornate.

Non era solo il fatto di dormire nello stesso letto o di baciarsi come persone innamorate, era quel loro capirsi senza bisogno di parlare, quella costante necessità l'uno dell'altro e la sicurezza di avere qualcuno a cui rivolgersi nei momenti di sconforto.

Andy non avrebbe mai creduto di poter accettare di dividere improvvisamente la sua vita con un'altra persona senza prima averlo progettato. Per uno come lui, sempre abituato a contare solo sulle sue forze, Michael era una novità dal peso non indifferente.

Era stato capace di entrare nel suo mondo senza essere troppo invasivo e rispettando i suoi tempi di adattamento – che, doveva riconoscerlo, erano stati anche abbastanza lunghi – fino al punto che era successo quasi da un giorno all'altro che Andy si rendesse conto di stare davvero insieme a lui.

Era una bella parola, insieme.

Gli piaceva pronunciarla fra sé e sé, formarla con la lingua che batteva sui denti e con le labbra che si chiudevano per dare vita alle lettere.

Gli piaceva pensarla e associarla a lui e a Michael, ai loro sguardi annoiati che si incrociavano mentre studiavano in biblioteca, ai baci rubati quando si incrociavano nei corridoi dell'università.

Erano insieme quando si era trattato di fare coming–out con gli amici più cari, avevano condiviso la paura di non essere accettati, sospirando poi di sollievo quando non era andata male come credevano.

Avevano condiviso insieme la paura di parlare alle loro famiglie, il terrore di essere rifiutati e di rimanere da soli.

Perché non gli hai mai detto di essere gay? – Michael gli aveva fatto questa domanda dal nulla, un giorno di maggio, dopo circa un anno che stavano insieme.

Beh, non lo so... cioè, forse sì. Conoscendo mio padre non penso sarebbe molto felice della cosa. Già non è soddisfatto di me adesso, figurati se scopre che sono gay.

Io a volte vorrei dirlo ai miei. – aveva replicato Michael – Non so, credo che non la prenderebbero poi così male, solo che se dovesse andare al contrario ci resterei troppo di schifo. E non so... ho paura, ecco.

Michael gli raccontava spesso di come fosse legato alla sua famiglia e di quanto tenesse a loro, quindi Andy capiva perfettamente come si sentiva.

Se a qualche mio amico non dovesse andare bene il fatto che sono gay col tempo me ne farei una ragione. Ma con loro... Scusami, Andy.

Perché mi chiedi scusa? – si era stupito lui, accarezzandogli le nocche delle dita.

Beh, magari vorresti che gli dicessi di me e te, però adesso... non ce la faccio.

Diventava incredibilmente fragile quando toccavano quell'argomento, tanto che Andy un po' se ne meravigliava, visto che di solito era sempre sicuro di sé.

Non ti chiederei mai una cosa del genere, Michael. Non potrei mai forzarti a... a questo. Davvero, stai tranquillo.

Gli aveva sorriso e si erano scambiati un bacio, mandando poi all'aria ogni impegno pomeridiano per dedicarsi ad una maratona di playstation che li aveva tenuti impegnati fino a tarda notte.

Michael lo aveva spinto ad uscire dalla routine di studio nella quale si era rinchiuso semplicemente perché era più comodo per lui stare per i fatti suoi ed evitare qualsiasi cosa avesse potuto distrarlo.

Aveva scoperto che invece non era poi così male lasciarsi andare, che barricato dietro ai libri si stava perdendo un pezzo di vita e che comunque per gli esami ci sarebbe stato sempre tempo e che anzi avrebbe reso di più se non si fosse stressato così tanto.

Semplicemente, Andy era davvero felice adesso.

I giorni sembravano trascorrere più velocemente, meno vuoti e sempre ricchi di qualche novità.

Quando arrivò il loro secondo anniversario, Andy non riusciva a capacitarsi di come fosse passato tutto quel tempo senza che quasi se ne rendesse conto. In genere non amava molto i festeggiamenti, ma Michael lo aveva convinto che non ci fosse niente di male ad andare a mangiare in un ristorante diverso dal solito fast–food dove andavano a ritirare le cene già pronte.

Così si era ritrovato seduto in un locale dove non era mai stato prima, un posto molto accogliente e nemmeno troppo affollato, dovendo riconoscere che Michael aveva saputo scegliere bene. Avevano mangiato fino a saziarsi completamente, poi, poco prima che arrivasse il conto avevano scoperto che entrambi avevano comprato un regalo l'uno per l'altro.

Ma dai, non dovevi... – disse Michael.

Beh, nemmeno tu. E poi dai, è una sciocchezza. Insomma, lo sai che non vado d'accordo con i regali...

Veramente il tuo acchiappasogni è il regalo più bello e originale che mi abbiano mai fatto! – replicò lui, riferendosi all'oggetto che avevano appeso nella loro camera da letto, nella casa dove si erano trasferiti ormai da qualche mese.

Stavolta Andy aveva deciso di ripiegare su una scatola di quarantotto pennarelli colorati, di quelli che Michael usava spesso e volentieri quando andava a fare volontariato in ospedale.

Così potrai disegnarmi un camice colorato come volevi fare, no? – gli disse sorridendo, alludendo al fatto che spesso Michael ripeteva quanto fossero tristi e noiosi per i bambini i camici bianchi dei medici.

Okay! Presto lo avrai, dottor Evans!

Michael gli porse una scatolina, che conteneva un bracciale di caucciù con una placchetta di acciaio. Alla luce non si vedeva chiaramente, ma al tatto Andy si rese conto che c'era inciso qualcosa sopra.

Fiducia.

L'ho fatto fare apposta, mi è sembrata la cosa più adatta a te! – spiegò Michael. – Sai com'è, a volte hai uno strano rapporto con la fiducia in te stesso e negli altri. Magari così ti ricordi che non c'è niente di male a fidarsi.

Andy sorrise a leggere la parola che Michael aveva fatto incidere nel bracciale. Si sentì leggermente arrossire nel pensare con quanta diffidenza inizialmente lo aveva trattato i primi tempi che si conoscevano.

Grazie. – disse alla fine.

Trafficò qualche attimo con la chiusura del bracciale per riuscirlo a chiudere e poi si guardò il polso, come se volesse vedere come gli stava.

Grazie, Michael. Giuro che proverò a fare del mio meglio per essere meno... meno diffidente, okay?

Ottima cosa!

Non si arrischiarono a baciarsi all'interno del ristorante – non erano ancora sicuri di potersi permettere certe cose nei luoghi pubblici senza sfuggire a strane occhiate da parte della gente – ma più tardi, abbracciati nel loro letto, fecero l'amore con più passione del solito, lasciandosi cullare dai Ti amo sussurrati a mezza voce e dal rumore dei loro respiri affannati e dai gemiti di piacere.

Due anni, e ancora Andy sperava che fossero solo i primi di una vita intera da passare insieme.

 

***

 

Elena gli mancherà.

Andy se ne rende conto mentre sta facendo colazione, seduto da solo al tavolo della cucina. La ragazza è al piano di sopra, a sistemare le ultime cose prima della partenza, e lui sta sorseggiando lentamente una tazza di caffè mentre fuma una sigaretta.

Si sente un po' sconfortato all'idea di dover rinunciare alla sua compagnia. Da un lato la cosa lo farebbe sorridere, considerato quanto all'inizio l'idea di avere a che fare con lei lo infastidisse, ma al momento ha troppi pensieri sulla testa per permettersi di sentirsi rilassato.

La sera precedente è stata la prima uscita che si è concesso dopo la morte di Michael, ad esclusione del lavoro e del tirocinio. Non è stato così terribile come immaginava, in un certo senso si è anche divertito, nonostante continuamente sentisse che al loro tavolo c'era qualcosa che mancava. Si è trattato di un piccolo passo avanti, ovviamente, ma per Andy, che inizialmente pensava che sarebbe stato difficile anche solo pensare che un giorno avrebbe ripreso ad uscire, non è stata una cosa da poco.

Si sente stanco, adesso.

Non ha dormito granché bene durante la notte, a causa di un incubo di cui non ricorda sostanzialmente nulla, ma che l'ha fatto svegliare di soprassalto.

Ricorda solo delle lamiere sparse sulla strada, una targa che somigliava a quella di Michael. Forse ha sognato l'incidente o qualcosa che aveva a che fare con esso, fatto sta che, qualunque cosa addosso, l'ha messo decisamente di malumore.

Ehi, Andy, buongiorno! – lo saluta Elena.

Ciao. – borbotta lui, stropicciandosi gli occhi.

Ho finito di preparare tutto, finalmente. Non puoi immaginare il casino che avevo combinato con le cose, pensare che ogni sera le riponevo in valigia proprio per evitare di dover sistemare tutto alla fine! – racconta la ragazza ridendo – Ieri credevo di aver messo tutto a posto, invece avevo dimenticato diverse cose che dovevano stare sul fondo... Ehi, ma che c'è? Successo qualcosa?

Non... non ho dormito bene, stanotte.

Mi dispiace... brutti sogni?

Beh sì, più o meno.

Non gli è mai piaciuto parlare dei suoi sogni, specialmente quando non sono belli. Però adesso è spinto dal bisogno di buttar fuori quei pochi frammenti, nella speranza che i ricordi lo abbandonino del tutto e gli diano un po' di tregua.

Non lo so esattamente. C'erano le lamiere della moto sulla strada... una targa. Non so, forse era l'incidente, non ricordo nulla. Il fatto è che... Io la odiavo, quella moto. Michael non stava più nella pelle all'idea di poterne guidare una, mentre io l'ho sempre detestata e non ho mai voluto salirci sopra. Quella sera...

Il discorso è sconnesso e non ha quasi alcun senso, ha sputato quelle parole con rabbia e rancore e non sa nemmeno cos'ha detto esattamente. Si tiene la testa fra le mani, sguardo basso e voce che trema un po', mentre il nodo di lacrime alla gola quasi gli impedisce di parlare.

Volevo dirglielo, di usare la macchina, tanto a me non sarebbe servita per quei giorni. Stavo per farlo, appena prima che uscisse di casa, ma poi non gli ho detto nulla perché mi avrebbe risposto che mi preoccupavo troppo. Così ho lasciato perdere.

È colpa mia se Michael...

Non credo che le cose sarebbero cambiate, Andy... Non...

Penso che un po' sia stata colpa mia. Mi dispiace, io...

Non è stata colpa di nessuno! Secondo mamma è stata colpa sua perché aveva chiesto lei a Michael di venire a casa per qualche giorno! Non... non è stata colpa di nessuno! – ripete Elena, a voce alta, con la voce rotta dal pianto.

La ragazza gli va vicino e gli prende il viso fra le mani, guardandolo dritto negli occhi. Le sue mani fresche a contatto con la pelle lo riscuotono dal sentimento di apatia nel quale stava precipitando per qualche attimo.

– Non è colpa di nessuno, d'accordo, Andy? – ripete lentamente.

Non può fare a meno di annuire, convincendosi solo dopo diverse esitazioni che in realtà ha ragione lei. Decide di cambiare argomento, anche per tranquillizzarla, perché vede che sta tremando e che forse vorrebbe piangere, se non avesse troppa paura di lasciarsi andare.

Senti, Elena... Ieri sera, prima di andare a dormire, ti ho fatto questo.

Si avvicina allo scaffale vicino la porta di ingresso, prende un cd dentro la sua custodia di plastica e lo porge alla ragazza. Tracciato con una grafia a stampatello, un po' incerta, c'è solo un nome, Michael.

Ci ho messo dentro un po' di foto e video, ho pensato che potrebbe farti piacere guardarli quando sarai a casa...

A ripensarci, non sa quanto esattamente sia stata una buona idea. Quelle foto potrebbero essere coltellate per Elena, o al contrario potrebbero colmare dei vuoti che in altro modo non potrebbe riempire. Per lui non è stato semplice, decidere di fare quel lavoro.

Ha passato due ore davanti al computer a scandagliare tutte le cartelle, ritrovando foto che nemmeno ricordava di avere e video che più di una volta l'hanno portato fino alle lacrime. Ma non si è trattato solo di questo: difficile è stato scegliere quali foto Elena potesse vedere senza che lui si sentisse troppo esposto, quelle che mostrano quanto fosse profondo il rapporto fra lui e Michael.

Da persona riservata quale è, ad Andy non sarebbe mai passato per la testa di condividere quegli scatti con qualcuno, ma Elena – e forse anche i suoi genitori – non sono dei qualcuno come tanti altri sconosciuti.

Grazie, Andy. Davvero, non... non me l'aspettavo.

Forse nemmeno lui si sarebbe aspettato di aprirsi fino a questo punto. Solo adesso Andy si rende conto di quanto in questi ultimi giorni si sia messo in gioco, accettando Elena nella sua vita e sforzandosi di non rifiutarla come avrebbe fatto con chiunque altro.

Fra le foto che ha messo ci sono anche le sue preferite, quelle in cui Michael fa smorfie di mille tipi, una in cui è bagnato fradicio dopo il tentativo di fare il bagno a Luna, che invece sta accanto a lui completamente asciutta. E poi ancora foto di loro due mano nella mano, o all'università o qualcun'altra di quando erano in Florida.

Ho messo alcuni dei video che mi piacciono di più. Alcuni...

Alcuni sarebbero persino divertenti, se non fosse che appartengono al passato.

Posso... posso farli vedere anche ai miei genitori? – chiede Elena, incerta.

Il primo istinto sarebbe negarle il permesso, ma in fondo Andy sa che non sarebbe giusto. Ormai anche loro sanno, e privarli ancora di una parte della vita del figlio che non hanno mai avuto l'opportunità di conoscere sarebbe egoista.

Anche loro hanno il diritto di vedere il Michael che non hanno mai avuto l'opportunità di conoscere.

Sì, d'accordo.

Lo apprezzeranno di certo, ne sono sicura! Grazie, Andy!

Si sorridono timidamente e per un attimo sembrano essere tornati all'impaccio iniziale che li aveva presi quando si sono conosciuti e non sapevano esattamente cosa dirsi.

– Andy... Se non l'avessi fatto io... voglio dire, se non fossi venuta a cercarti, tu... avresti mai preso in considerazione l'idea di venirci a raccontare come stavano le cose?

Non ha bisogno di troppi secondi per pensare ad una risposta.

– Non credo.

Avrebbe cercato di tirare avanti da solo, rispettando il segreto che Michael, forse anche a causa dei capricci del destino, aveva portato con sé nella tomba.

– C'è stato un momento, al funerale, in cui ho pensato di avvicinarmi e dirvelo, devo ammetterlo. Poi però mi sono reso conto che sarebbe stato come aggiungere dolore ad altro dolore e che non ce l'avrei fatta ad affrontare le vostre domande. Non era nemmeno l'occasione più adatta, insomma eravamo...

Elena annuisce, come a dargli tacitamente ordine di non completare la frase, perché ripetere di nuovo la parola funerale farebbe troppo male ad entrambi, darebbe agli eventi una consistenza più reale.

Sei stata coraggiosa a fare ciò che hai fatto, Elena. – ammette Andy – E sono contento che tu l'abbia fatto.

Può vederla arrossire leggermente.

– Forse è meglio che vada... – si aggiusta una ciocca di capelli e si morde il labbro. Afferra il manico del suo trolley e fa per aprire la porta. Fa una carezza a Luna, che si è avvicinata scodinzolando e le promette che presto tornerà a trovarla per giocare con lei.

Andy non sa esattamente come congedarsi. Se basterà un semplice ci sentiamo presto o se ancora ci sono cose da dire.

– Allora... beh, mandami un messaggio appena arrivi a casa, d'accordo?

– Okay.

Somiglia dannatamente alla scena di quando Michael è uscito di casa l'ultima volta. Andy sente un magone alla gola.

Stai attenta mentre guidi, non andare troppo veloce.

La accompagna in macchina e resta sul marciapiede finché lei non mette in moto. La saluta con la mano e poi, quando la sagoma dell'automobile è un puntino nell'orizzonte, rientra in casa.

Non fa in tempo a chiudere il portoncino che squilla il telefono. Come se la suoneria fosse in grado di veicolare ciò che sarà il contenuto della telefonata, lo squillo sembra più insistente, quasi irritante. E infatti, quando Andy risponde, la voce dall'altro capo della cornetta è quella di una delle persone che ha meno voglia di sentire.

Andy? Sono Eleanor!

La voce della sorella è tremante, incerta.

Eleanor, che succede? – non riesce a fare a meno di essere freddo, è più forte di lui.

Papà ha avuto un principio di infarto, l'hanno ricoverato in ospedale per accertamenti. Forse faresti meglio a venire anche tu.

 

 

 

 

 

 

 

_____

 

Mh.

Sì, beh, ormai siete abituati ai miei ritardi, vero? Quindi non c'è bisogno che vi dica quanto mi dispiace .___.? Beh, io lo dico lo stesso.

Il fatto è (anche) che in questo periodo ho scritto pure altre cosine (soprattutto fanfiction su Sherlock BBC e poi altre cose che trovate sul mio account). Una in particolare vorrei che la leggeste, visto che è un missing-moment fra Michael e Andy, di carattere fluffoso. Si chiama Metodi alternativi ed è anche l'unica lemon che sono riuscita a scrivere su di loro ç_ç Ho anche aggiornato Basta solo guardare le stelle quindi ecco alcuni dei motivi dei miei ritardi.

Finito il momento pubblicità progresso (?), parliamo del capitolo.

Mi è venuto più lungo del solito, ma non so, sono in una fase in cui ciò che scrivo mi sembra brutto e illeggibile, spero non sia così pessimo e che non vi deluda dopo tutta questa attesa >__<

È stato strano chiudere il viaggio di Elena, pensare che è cominciato quasi due anni fa, mentre nella storia sono passati solo pochi giorni! Scrivere questa storia mi ha cambiato tanto e insomma, rendersi conto del tempo che passa è una sorpresa, a volte.

E dunque, come vi dicevo, ci stiamo avviando alla fine, ma prima Andy dovrà risolvere in qualche modo il suo rapporto con la famiglia. Come credete che andranno le cose?

Prima di chiudere, vorrei invitarvi a vedere e condividere questo video. Quando l'ho visto ho pianto per tutto il tempo, la storia è incredibilmente simile a quella di Michael e e Andy, ma quello che fa davvero male è il fatto che sia accaduta davvero. Mi ha stretto il cuore, ma merita di essere visto ^^

Come sempre vi ringrazio per le vostre recensioni (sia qui che in privato ** siete carinissimi a cercarmi su Facebook e a mipiaciare la pagina de "Il rifugio delle stelle") e vi mando tanti baci e pandistelle.

 

Aika.

   
 
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