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Autore: MoonClaire    27/05/2012    1 recensioni
Conosciamo Anny e Justin? Ora ecco come tutto è nato tra Sara e Chris
Questa fan fic è ispirata al libro Amo una Rockstar di Sara C. Zuccaro, la sua Coadmin della pagina facebook, ha scritto la prima ff, immaginandosi la nascita del film, vista dal personaggio di Anny. Ho deciso di studiare più a fondo cosa, invece, è successo tra Sara e il dolcissimo Chris Evans.
Per leggere la fic e saperne di più sul libro che l'ha ispirata, cercate Amo Una Rockstar su facebook!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Chris Hemsworth, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PARTE 7
 
Chris era sparito da mezz’ora nella stanza accanto per indossare il costume di Cap ed io, in tutta onestà, mi stavo annoiando a morte.
Avevo la testa che mi pulsava ferocemente per un mal di testa che durava da tutta la notte e non accennava a diminuire.
“Uffa”, borbottai spegnendo il telefono e infilandolo in borsetta, mi mossi scomodamente sulla poltroncina in pelle sulla quale ero seduta.
La notte prima l’avevo passata con Chris e, onestamente, se durante le riprese non fosse successo di tutto e di più, ero più che sicura che non l’avrei passata moribonda sul suo divano, imbottita di aspirina e thè caldo al limone.
Povero Chris, non aveva provato nemmeno a baciarmi, ma aveva iniziato a correre qua e là per mettermi a mio agio.
Non avevo bevuto particolarmente, ma la causa maggiore del mio mal di testa erano stati tutto il susseguirsi di notizie che mi avevano investito nel giro di una manciata di ore.
Prima c’era stato il panico perché Alexis aveva ‘deciso’ di farsi male ad una gamba.
Poi, attimi di panico ancora maggiori per il potenziale stand by del film e alla fine… era arrivata la luce della salvezza.
Ad Anny era stata offerta la parte principale, la parte di June e lei, ovviamente era piena di dubbi. Glielo avevo letto in faccia, sapevo che non era assolutamente sicura della richiesta che le aveva fatto Alan, ma, dopotutto, lui sapeva cosa stava facendo.
L’aveva vista più e più volte provinare con gli altri attori, ed entrambi sapevamo che avrebbe potuto farcela. Almeno speravo…
Sapevo che aveva accettato, ma se mi tirava una bidonata, le avrei fatto del male.
Tutto questo susseguirsi d’azioni mi avevano tirata al limite. E così, il mal di testa mi aveva ammazzata.
Arrivati da Chris, lui mi aveva dato una sua camicia da mettermi per potermi togliere il vestito a fiori che avevo indossato per quella serata, ormai andata male.
“Tranquilla…”, aveva detto sedendosi vicino a me e prendendomi la mano. “Se non crede di farcela, non penso che accetterà di farlo! Quindi, credo che puoi fidarti…”.
Che carino, pensai guardandolo. Era umanamente possibile essere perfetti?
No, non lo era, lo so, ma lui allora perché lo sembrava?
In quel momento mi ero sentita come una protagonista dei miei romanzi e mi resi conto di quanto fosse vero idealizzare e rendere perfetto chi aveva tra le mani il tuo cuore…
Il mio cuore? Cioè, uscivo con il ragazzo da due giorni…
L’aspirina non mi faceva mai bene, e mentre lui mi prendeva tra le sue braccia e faceva partire un film, io mi scusai in anticipo, sapendo che mi sarei addormentata come un ghiro…
E infatti così fu… ricordo i titoli iniziali del film e poi Chris che si muoveva per sdraiarsi e tirarmi insieme a lui e poi il nulla… ma al mattino seguente, nonostante avessi avuto un sonno movimentato e agitato, mi ero risvegliata e avevo trovato la tv accesa, e Chris che russava comodamente accanto a me.
Mi accorsi di non avere nulla da mettermi per la grande prova. Mentre pensavo a cosa fare, scocciata dal mal di testa che non aveva minimamente fatto il cenno di passare, il cellulare di Chris iniziò a suonare. Girandosi verso di me, e avvolgendomi con il braccio, recuperò il telefonino che era appoggiato sul tavolino dietro di me.
“Pronto…” biasciò lui ancora tutto addormentato.
Sorrisi nel vederlo parlare con gli occhi chiusi. Sembrava molto affezionato alle sue ore di sonno.
“Sì, tra due ore… ciao”, e chiudendo la comunicazione rimise il telefono al suo posto.
E il suo braccio intorno a me, mentre quello che mi sosteneva la testa, mi strinse a lui. “Buongiorno…”, borbottò abbracciandomi.
“Ciao…” replicai accomodandomi meglio su quel comodissimo e ampissimo divano.
“Passato il mal di testa?”, mormorò accoccolandomi a lui.
Mugugnando qualcosa più simile ad un no che a un sì, vinsi la timidezza e lo abbracciai. Era bello restare tra le sue braccia a fare niente. “Non proprio… che palle… si prospetta una giornata da inferno!”.
Aprendo un occhio mi guardò. “Facciamo una bella colazione adesso, in modo che ti riprendi un po’”.
Valutai l’offerta. Il mio stomaco brontolò sonoramente e lui rise. “Non posso…”, replicai imbronciata “Devo assolutamente fare una tappa a casa per cambiarmi… il vestito di ieri sera non è propriamente adatto…”.
Strusciandomi su di lui, mi alzai sul suo corpo e arrivai fino alle sua bocca. Un bacino, nonostante le nostre alitosi del mattino non poteva far male e così, delicatamente, posai le mie labbra sulle sue. Veloce, rapido e insapore…
“Perché nei film vi sbaciucchiate sempre appena svegli?”, chiesi scappando da lui e sedendomi. Chris rise e mi seguì. “E’ una delle cose più false mai proiettate sul grande schermo!”.
“Sono cose che tu non fai?”, chiese lui divertito.
“Tendo a evitarlo… prima del bacio, sonora lavata di denti!”.
Passammo qualche minuto così, a chiacchierare del più e del meno mentre recuperavo il mio vestito e le mie scarpe e poi, chiamando il taxi, lo salutai. “Ci vediamo tra un’ora e mezza agli studios!” si raccomandò mentre salivo sulla macchina.
Quando, galantemente, mi richiuse la portiera alle spalle, sorrisi e sospirai. “Dove la porto?”, chiese il taxista. Con fermezza, gli diedi l’indirizzo di Anny… dovevo assolutamente convincere la mia amica a fare il film!
 
Sentendo il cellulare vibrare dalla mia borsa, mi abbassai per prenderlo, proprio mentre la porta si apriva. Alzando gli occhi, iniziai a sorridere come una deficiente quando lo vidi entrare.
Bello, alto e muscoloso, avvolto in una bandiera a stelle e strisce. “Se fossi davvero Cap, con quello che ci metto ad indossare questo costume, la terra verrebbe conquistata o distrutta nel giro di venti minuti!”.
“In effetti non è il più comodo da indossare!”, confermò la costumista.
Facendolo salire su una pedana, per poter facilitare le misurazioni e segnare le modifiche, Chris si guardò allo specchio.
Cavolo, quando stava lavorando sembrava un’altra persona. Restai pazientemente seduta e nell’attesa cominciai a messaggiare con Anny “Non bidonarmi stasera!”, si assicurò lei.
“No tranquilla, adesso finisco le prove con Chris poi devo andare alla casa editrice e poi arrivo. Mi sono presa il cambio, almeno non arrivo alla cena in shorts e canotta!”.
“Ho paura!”.
Sorrisi, e alzando un occhio verso Chris, vidi ancora tutti intenti a prendere appunti, puntare con gli spilli e studiare l’elmetto per un effetto migliore.
“Stai tranquilla, Adam ti ha provinato tante di quelle volte che ormai sa bene cosa sta facendo!”.
Pausa di silenzio, sapevo che la mia amica si stava mangiando le unghie dal nervosismo. “Tranquilla, penso che troverai il supporto di tante persone! Dovrai cavartela senza di me visto che tra due giorni devo partire per le due settimane di promo!”.
“Cazzo”. Pausa. “Me ne ero dimenticata”.
“Ci tiriamo i pacchi a vicenda, visto che dovevi venire con me. Ci ritroviamo da sole!”.
Seguirono altri minuti di pausa, poi mi arrivò il programma della promo. “Ti ho mandato tutte le tappe, almeno questo riesco ancora a farlo!”.
Notando che le persone raccoglievano le loro cose ed uscivano dalla stanza, salutai la mia amica e mi alzai dal divano proprio nel momento in cui Chris si voltava verso di me. Seriamente, posò i pugni sui fianchi.
“Captain America!”, squittii avvicinandomi. “E’ un onore!”. Salendo sulla pedana con lui, lo costrinsi a fare un passo indietro.
Sorrise ed io gli passai le braccia intorno al collo, posandomi completamente addosso a lui. Alzandomi in punta di piedi lo baciai.
Dimenticato il bacino riluttante di questa mattina, mi trovai a baciarlo come avrei voluto fare tutta la notte, pur sapendo che quel bacio non avrebbe potuto andare oltre. Dopo un attimo di sorpresa, in cui restò nella sua Cap position, Chris si sciolse e le sue mani mi strinsero ancora di più a lui. Più vicina non potevo essergli. Più addosso non potevo stargli e sentivo ogni singolo muscolo sotto quella tuta fin troppo rivelatrice. Si allontanò da me, e capii che dovette lottare con tutto sé stesso per non trascinarmi sul divano… dopotutto era una cosa che stavo facendo anche io. “Capitano…” sussurrai e lui rise. “Non lo fare…”, minacciò e lasciò vagare le sue mani sul mio corpo. “Mio capitano…”, continuai alzandomi ancora in punta di piedi per baciarlo.
“Sara…”, mormorò lui minaccioso e quando vide che non accennavo ad allontanarmi o a lasciarlo stare, colpì in basso e iniziò a solleticarmi.
Ridendo mi allontanai di scatto, e poi, sbuffando, tornai a sedermi.
“E dai!”, rise lui, “Non posso correre rischi!”.
“Tutte scuse!”, borbottai incrociando le braccia.
“Senti!”, si girò lui serio, “Sono stato molto bravo stanotte, fammi restare bravo ancora per un po’!”. E voltandosi verso lo specchio, iniziò a guardare il costume “Mi sento un pirla!”, borbottò.
“Ma stai tranquillo Chris, Cap è un grande, le persone al cinema guardano il personaggio, non la tutina in calzamaglia che indossi!”.
“Di aiuto…”, mormorò lui scendendo dalla pedana. Si avvicinò a me e sedendosi sul divano mi guardò “Settimana prossima mia mamma fa un mega party per il compleanno della mai sorellina…”, mormorò arrossendo. E contro il blu il suo rossore si vedeva ancora di più. “Mi piacerebbe se venissi con me…”.
Aprii la bocca per rispondergli entusiasta, ma mi ricordai della promozione del libro. “Non posso…”, borbottai triste, prendendo il telefono guardai il programma e glielo mostrai. “Ho degli impegni per promuovere il nuovo libro, sarò in giro per gli Stati Uniti quasi due settimane”.
Guardò in silenzio il programma e poi sorrise. Prendendomi il telefono dalle mani, me lo mostrò “Guarda qui! Sei a Boston tre giorni, il primo arrivi, il secondo hai il meet and greet con i lettori e il terzo riparti… La festa sarebbe il primo giorno, poi passiamo insieme il secondo e il terzo riprendiamo le nostre strade!”.
Lo guardai e iniziai a sorridere “Cavoli, che pianificatore!”. “Sono abituato, purtroppo!”, mormorò tristemente. Dopo un attimo di pausa nel quale mi incantò con i suoi occhi, prendendomi la mano, me lo chiese ancora. “Vieni con me?”.
Annuii e Chris si chinò verso di me per baciarmi. Poi, guardando ancora il programma sospirò “Parti domani..”.
Sospirai a mia volta, in maniera più drammatica però, “Me ne ero dimenticata, mi è tornato in mente quando sono tornata a casa e ho sentito il messaggio del mio editore sulla segreteria telefonica…”.
“Abbiamo Twitter, Facebook e Skype… ti perseguiterò!”, rise lui.
“Non vedo l’ora…”, replicai baciandogli una guancia.
“Ora vado a cambiarmi, poi torni con me sul set?”, domandò alzandosi.
Scuotendo la testa, dovetti dargli ancora buca. “Ho un appuntamento in centro con l’editore, poi devo fare le valigie e stasera abbiamo la cena con il cast… tu ci sei, vero?”, chiesi speranzosa.
Accarezzandomi la testa e spettinandomi, annuì. “Certo che ci sono…”, si avviò verso la porta, ma poi si girò “Poi vieni da me dopo cena?”.
Dovevo per forza aspettare il dopo cena? Io gli sarei saltata addosso anche in quel preciso momento.
“Ho l’aereo alle sei…”, iniziai, “Il che vuol dire che siccome dovrai finire la valigia, no…”, concluse lui mogio.
Guardandolo andar via con la spalle basse, mi venne da sorridere.
Chris Evans era un amore e non poterlo abbracciare tutti i giorni sarebbe stata una tragedia.
E poi realizzai… Voleva presentarmi a sua mamma… Ok, in attesa del giorno X avrei sicuramente passato più e svariati momenti di panico totale.
Quanto piacevo in realtà a Chris?
   
 
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