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Autore: Severa Crouch    27/05/2012    2 recensioni
Questo è un altro spin-off de l'Orizzonte degli Eventi e parte da una frase dell'epilogo: “Alice ricordava, come fosse ieri, l'estate dopo la fine della guerra magica, fu la prima estate di vacanze dopo tanti anni. Alice e Severus viaggiarono molto e trascorsero alcuni giorni nel Wiltshire, lì decisero di sposarsi.”.
Mi son detta perché non mettiamo i nostri due in giro per il mondo (o almeno per la Vecchia Europa) alle prese con qualche avventura -disavventura magica che possa cementare il loro rapporto? (come se 24 anni passati insieme non fossero stati sufficienti..). Dedicata ai lettori che hanno amato la mia Alice. :-)
Ho fatto qualche casino aggiungendo il prologo e spostando i capitoli.. spero che lo recuperiate dal menu!
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'orizzonte degli eventi'
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Sesta tappa: L'Irlanda

 

Lasciarono il caldo dell'Egitto alle spalle e fecero una breve tappa in Spagna. Volevano spezzare il viaggio, rifornirsi di un po' di pelle di Graphorn e di polvere delle sue corna, che era molto costosa in Inghilterra, mentre in Spagna veniva venduta ad un prezzo migliore, visto che sui Pirenei viveva una colonia di Troll allevatori di Graphorn, che aveva iniziato dei commerci con i maghi spagnoli. La tappa spagnola, pertanto, fu breve e limitata ad un piccolo paesino alle pendici dei Pirenei.

Il giorno successivo, partirono alla volta dell'Irlanda. Severus ed Alice finalmente, si sentivano quasi a casa, e nel verde di quei prati sembravano trovare un po' di calma.

Dublino era una città incantevole. Le sue strade, i pub ed i parchi erano pieni di gente allegra. Nel mese di giugno, la città iniziava a riempirsi di giovani studenti provenienti da tutta Europa, che arrivavano per frequentare i corsi di lingua inglese.

Il mondo magico, invece, conduceva una vita più riparata nell'entroterra. In mezzo alle colline ed i campi coltivati, si trovavano alcuni piccoli villaggi magici.

Presero una stanza in una delle locande di Killnoe, un piccolo villaggio magico situato sulle rive del fiume Shannon, ed iniziarono a godersi un po' di riposo.

Il cielo grigio irlandese, che si riempiva di pioggia a seconda delle correnti atlantiche e che dopo poco tornava di un azzurro splendente, faceva profumare l'erba dei prati di un odore fresco ed intenso, che era un balsamo per gli animi scossi di Alice e Severus.

Seduti su un prato, loro due si godevano il sole di giugno, pensando al viaggio che stavano compiendo. Alice si domandava in che direzione stesse evolvendo il rapporto con Severus, cui si sentiva sempre più legata, ma al tempo stesso la faceva sentire più fragile.

Era consapevole di aver legato la propria vita a quella di Severus ben prima della fine della guerra. In un modo o nell'altro loro due erano sempre stati legati, e adesso si domandava quale fosse la natura del legame che li univa così strettamente.

Davanti a loro, due giovani innamorati giocavano ad inseguirsi.

Alice appoggiò la testa sulla spalla di Severus, mentre osservava quella ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi che correva felice in quel prato. Fu impossibile non pensare a lei.

Che fosse proprio lei il legame che aveva unito la sua vita con quella di Severus? Fin da quando erano studenti, fin da quando lei le chiedeva come andassero le cose con Sev, ed Alice non capiva, perché era una ragazzina, e al tempo la vita scorreva ordinata e felice e l'amore era solo una cosa che riguardava i grandi. Sentì la mano di Severus sulla spalla e provò un senso di conforto.

“Sai, penso che forse riuscirei a sopportare persino la presenza di James Potter”, disse Severus. Alice lo guardò piena di interrogativi: come gli era venuto in mente James Potter?

Severus aggiunse: “Vedi quella ragazza? Sembra Lily. Dopo il matrimonio era felice in quel modo con James. Era una di quelle felicità che finiscono per ferirti il cuore, tanto sono forti, perché ti fanno pensare che tu non potrai mai provarle”.

Alice abbracciò Severus e lui continuò, abbozzando un sorriso: "Adesso potrei sopportare quella felicità, potrei anche sopportare James, forse”.

“Beh, lui era piuttosto insopportabile. Chissà, magari adesso sarebbe diverso”, disse Alice, mentre si rifugiava nel caldo di quell'abbraccio.

“Sono tutti morti”, disse Severus tristemente. Quella verità continuava a fargli male, anche se sapeva che sarebbero morti lo stesso, perché erano testardi, e avrebbero continuato a combattere i Maghi Oscuri frontalmente.

Anche senza la profezia di mezzo, Voldemort li avrebbe uccisi prima o poi, e adesso gli sarebbero mancati ugualmente, perché era il destino dei superstiti quello di piangere i caduti.

“Mancano tanto anche a me, mi manca persino Black, con le sue odiose illazioni. A volte penso che sia una condanna l'essere rimasti in vita”, disse Alice, il cui viso si era rabbuiato.

“Condanna? Per cosa?”, chiese Severus.

“Forse per non essere stati abbastanza coraggiosi, per aver temporeggiato, per aver esitato, quando avremmo dovuto schierarci senza se e senza ma”, disse Alice, che continuava a maledire l'assenza di coraggio e l'astuzia, lo spirito di conservazione e l'indipendenza tipica dei Serpeverde. Troppe volte avrebbe voluto essere un Grifondoro, il Cappello Parlante aveva parlato di Corvonero, non certo di Grifondoro, lei non aveva le qualità per essere una Grifondoro, era piena di dubbi, perennemente insicura ed il combattimento era una cosa che la spaventava. Adesso, dopo diciassette anni dalla fine degli studi ad Hogwarts, quei pensieri non avevano senso, anche se quel Cappello segnava le sorti di gran parte dei maghi, finendo per decidere il destino di quei giovani, loro malgrado. C'era voluta una guerra perché Severus riscattasse la sua immagine di codardo, ma pochi sapevano quale fosse stato il vero ruolo di Alice in tutti quegli anni.

Tornarono a Killnoe, perché il cielo aveva iniziato ad annuvolarsi e minacciava di far scoppiare un temporale da un momento all'altro. Lungo le vie del villaggio la luce iniziava a calare ed Alice, passando velocemente accanto ad un vicolo, ebbe l'impressione di vedere una donna, vestita di nero, che si stava disperando. Tornò indietro per controllare meglio e non vide nulla al di fuori dei bidoni della spazzatura pieni di sacchi neri. Si disse che la suggestione facesse brutti scherzi e che ormai era pronta a vedere sventure ovunque. Strinse il Tiet - che teneva sempre in tasca - e raggiunse Severus, che nel frattempo aveva proseguito a camminare e non aveva mancato di notare la preoccupazione della sua compagna, ma provava un certo timore nel farle delle domande, perché quando Alice era così preoccupata non c'era niente di bello in vista.

La locanda dove soggiornavano era piena di maghi e di streghe dalle vesti delle più svariate fogge. Conobbero una coppia di maghi giapponesi in visita in Europa. Il signore e la signora Sadamoto raccontarono dei problemi che stava attraversando il Giappone, impegnato nella lotta contro un Mago Oscuro che radunava gli spiriti e li faceva ribellare contro i viventi. La storia aveva dell'incredibile, le ribellioni dei fantasmi non creavano spavento ai maghi occidentali, tuttavia, in Giappone gli spiriti avevano un ruolo molto importante ed il mondo magico giapponese era alla perenne ricerca dell'equilibrio nel cosmo.

Akira Sadamoto chiese notizie anche della guerra che aveva colpito il mondo magico anglosassone. Severus ed Alice scoprirono che alcuni emissari di Voldemort si erano spinti persino in Giappone pur di reclutare sostenitori della loro causa. Tuttavia, i maghi giapponesi erano poco inclini a lasciarsi coinvolgere da una guerra, anche perché non si erano ancora ripresi dalle conseguenze che la Seconda Guerra Mondiale dei Babbani aveva provocato.

Quella notte in camera ci fu silenzio. Stettero sul letto abbracciati, stretti l'uno all'altra a pensare che era solo un caso il fatto che fossero vivi. Severus era stato strappato alla morte per un soffio e Silente aveva impedito ad Alice di prendere posizione, dandole una missione difficile. Adesso era tutto finito. Non era semplice lasciare andare il passato, perché nei momenti di calma, quando loro potevano pensarsi a riposarsi, quella calma sembrava irreale per due animi abituati a stare in allerta.

Adesso occorreva reinventarsi, occorreva tenersi la mente impegnata, occorreva trovare una nuova identità, perché non erano più due insegnanti di Hogwarts, perché il loro futuro era quanto mai incerto e le possibilità erano infinite.

La presenza dell'altro era l'unica certezza, l'unico conforto e l'unico appiglio per non perdere il senso della propria identità. Ogni mattina, gli occhi scuri di Severus ricordavano ad Alice chi era, chi era stata e perché adesso si trovava in quel luogo; così come i lunghi capelli scuri di Alice ricordavano a Severus perché era vivo e come era finito in Irlanda.

Dopo aver assistito al crollo del loro mondo, ognuno era l'ancora dell'altro per ricominciare a vivere, per non perdersi nell'oblio del passato e non essere ingrati per il dono di essere sopravvissuti.

La fame di vita, era questo che li aveva spinti a cercarsi, a desiderarsi in un modo disperato, perché fare l'amore ricordava loro che erano vivi e che si amavano, quindi dovevano essere per forza felici. Nonostante l'animo devastato, l'angoscia per il futuro e la precarietà del presente, si aggrappavano l'uno all'altro per rivendicare un briciolo di felicità, per poter dire che sì, anche loro una volta erano stati felici.

Ci sarebbe voluta tanta felicità imposta per riuscire a conoscere il gusto della vera felicità, per capire che non erano i turbinii adolescenziali la vera felicità. La felicità l'avrebbero vista in un sorriso al mattino, nella mano dell'altro che era sempre lì quando ce n'era bisogno. La felicità era l'accoglienza, il calore e l'abbraccio dopo una giornata difficile. La felicità era la consapevolezza che non esisteva nessuno al mondo in grado di leggere dentro la propria anima come riusciva a fare l'altro. La felicità era continuare a sentire il battito del cuore, i sobbalzi dell'anima, nonostante una parte fosse sotto terra insieme ai caduti della guerra. Sarebbero stati felici quando la vita avrebbe mostrato loro il modo per andare avanti.

Dopo la pioggia torna il sole e, se si è fortunati, si vede anche un arcobaleno, questa era la lezione dell'Irlanda. L'ultimo messaggio che il verde degli occhi di Lily sembrava voler lasciare ai suoi due amici: andare avanti ed essere felice. Lily aveva scritto questo augurio per Alice innumerevoli volte nelle sue lettere, era come se volesse ricordar loro di non sprecare la vita nel pianto dei morti, ma di impiegarla per il bene dei vivi. In un modo o in un altro, lei sarebbe stata sempre accanto a loro.

Se l'erano promesso tanti anni fa: lei, Alice e Severus. Sarebbero rimasti amici per sempre.

Si addormentarono stretti nel loro abbraccio. L'indomani la nostalgia si sarebbe dissolta come la rugiada.

Il giorno successivo, passarono la giornata leggendo alcuni dei libri che avevano comprato durante i loro giri. Dopo tanto tempo passato a combattere o a viaggiare era piacevole ritornare con la testa sui libri. In un certo senso, si sentivano tornare al periodo dei loro esperimenti, quando la guerra aveva preso una pausa e le serate in laboratorio erano entusiasmanti.

Ripresero a parlare di studi, di pozioni e di materiali. Adesso avevano degli ingredienti di tutto rispetto, mancava solo il laboratorio.

Severus iniziò a discutere con Alice della costruzione del nuovo laboratorio, ne voleva uno luminoso, dove poter lavorare in pace e con spazio sufficiente per i libri, gli ingredienti e le pozioni preparate. Inoltre, proprio come aveva fatto Farah, voleva anche una stanza buia dove mettere gli ingredienti fotosensibili. Alice condivideva tutti i propositi di Severus, in effetti, realizzare un laboratorio del genere sarebbe stato un sogno e pensava che trascorrere la vita in quel modo sarebbe stato meraviglioso.

Videro arrivare un gufo, che planò sul loro tavolo. L'animale teneva una lettera stretta nel becco, Alice la prese e diede un po' del biscotto che le era rimasto sul tavolo, anche se l'uccello sembrò non gradire molto l'offerta, tanto che se ne volò via sdegnato.

 

Cari Alice e Severus,

Spero che il vostro viaggio stia andando bene. Vi ringrazio ancora una volta, a nome del Ministero della Magia e dell'intero mondo magico, per tutto quello che avete fatto nella lotta contro Lord Voldemort. L'offerta per un lavoro al Ministero è sempre aperta per voi, abbiamo bisogno di maghi e streghe del vostro livello e della vostra esperienza.

Vi scrivo per chiedervi di recarvi a Durmstrang, ho bisogno che incontriate Kaspar Nesbyen, attuale Professore di Pozioni a Durmstrang. È molto importante: dovrete analizzare un veleno che pare stia mettendo in crisi molti maghi del nord. Se dovesse entrare nelle mani sbagliate, ed essere diffuso, potrebbe fare una strage. Conto su di voi. Domani troverete una Passaporta, predisposta dal mio collega irlandese, che vi condurrà direttamente a Durmstrang.

Spero di avere presto vostre notizie,

Kingsley Shaklebolt

Ministro della Magia.

 

Alice e Severus si guardarono preoccupati: il mondo reale tornava a farsi presente dopo poco più di due settimane di pace. C'erano i conti con il passato da saldare ed in qualche modo bisognava andare avanti. Non c'era molta scelta. Alice prese una pergamena e scrisse a Kingsley:

Ministro,

comprendiamo perfettamente la gravità della situazione. Domattina partiremo immediatamente alla volta di Durmstrang. Le invieremo delle notizie non appena arriveremo a destinazione.

A presto,

Alice Leroux, Severus Piton






N.d.A.: Scusate il ritardo per l'aggiornamento. Ho avuto un po' di cose da fare e ho dovuto organizzare alcuni dettagli, specie per il finale di questa storia. Senza contare la sbandata che mi sono presa per Barty Crouch jr. (correte a leggere "Come un satellite", perché lui è un figo, e di fighi  in quella storia ce ne sono tanti: Avery, Mulciber, Regulus, Rodolphus eh sì, mi sto prendendo la briga di dare un volto, una personalità vagamente intrigante a quelli che vengono dipinti come mascherine di cartone. Soprattutto il buon Rodolphus Lestrange!) Pubblicità a parte, sto già scrivendo il finale di questa storia: il prossimo capitolo. Conto di pubblicarlo prestissimo, un po' per farmi perdonare per aver latitato su questa storia, un po' perché sono stata fulminata sulla via di Damasco: ho scoperto una Challenge su Severus, sul forum di Magie Sinister e quindi mi lancerò nell'epilogo de l'Orizzonte degli eventi. Sono alla ricerca di un titolo. Per il momento ho qualche idea... :-) 
Questo capitolo è stato una sofferenza, perchè scrivere di Lily mi crea problemi e l'Irlanda, con tutto quel verde, ricorda lei. E loro due devono ancora fare i conti con il passato ingombrante. Ma ce la  faranno, sono ottimista!
Beh, non la faccio lunga,
a prestissimo!
Severa_Sha :-)

   
 
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