Sfumature di nebbia densa
Pezzi di
vetro, acuminati ed opachi, la circondavano.
Alcuni giacevano
a terra privi di vita, altri s’appropriavano della volontà dell’uomo senza
volto, in piedi di fronte a lei.
Vibravano, s’infrangevano,
scoppiavano in mille pezzi, duri come diamanti. Letali.
Il cuore della
bambina accelerava, gli arti cominciavano a tremare e il respiro veniva a
mancare.
Circondata da
tutto e niente, le sembrava di essere ovunque e da nessuna parte.
Solo alcuni
particolari apparivano distinti…
L’uomo
senza volto, il suo sorriso che lacera l’anima
e l’ondata di schegge di vetro.
Cercò di
urlare, ma non ci riuscì, la sua voce non aveva suono.
Voleva
fuggire, ma non sapeva dove andare, non riusciva a pensare.
Cadde, mentre qualcosa
le trapassava lo stomaco. Il dolore le pulsava nelle tempie, tutto intorno a
lei sfumava e il mondo venne inghiottito da un fiume dalle tonalità grigie e
nere.
C’era un prato
verde, lei lì si svegliò.
Attraversato
da piccole colline irregolari, esso risuonava delle risa e del chiacchiericcio
delle persone che lo percorrevano.
Alcune sfrecciavano
veloci, tanto che in una manciata di secondi scomparivano così come era
comparse. Le parole venivano affidate al vento, confuse e sempre più lontane.
Altre ci
mettevano settimane ad attraversarlo, parlando del meno e del più. Echi
comunque lontani e insignificanti per la bambina, in quel momento seduta e
circondata da margherite bianche e grandi.
«Perché
dormi?» le chiese un ragazzino, poco più grande di lei, comparso all’improvviso.
«Non dormo.»
«Sicura.»
Non rispose.
Cosa poteva dire?
«Io sì e non
riesco a svegliarmi.»
La bambina
rimase ancora muta, le parole che avrebbe voluto dire le morirono in gola,
mentre il ragazzino tornava ad essere di pura nebbia.
AUTRICE:
Cosa c’è da dire su questo pezzo?
Non saprei… è nato dai frammenti di un sogno che ho
fatto qualche giorno fa.
Fa parte di me, di quella parte della mente in cui non
ci è possibile accedere.
Sogno, apparentemente privo di senso, riadattato in una
nonsense, piena di significato…
Vede un po’ voi.
Ciao.