Se l'era sempre cavata da sola. In tutta la vita. Ora come ora, cosa l'aveva
indotta a pensare in modo diverso? Forse era stato il suo modo di parlare. Di
sorridere. Di guardarla. A farle capire che non ci sarebbe stato più nulla di cui
preoccuparsi. Che non avrebbe più dovuto trattenere le lacrime, che non
avrebbe più dovuto pensare a quello che le sarebbe capitato il giorno dopo. A
quello che avrebbe detto… perché c'era qualcuno a sostenerla e a credere in lei.
Ci sarebbero state due braccia che l'avrebbero abbracciata.
Ci sarebbero stati due occhi pronti a guardarla.
Due labbra a consolarla.
Due orecchie ad ascoltarla.
Ci sarebbe stata una persona di cui fidarsi. Un amico, un ragazzo… un
amante… su cui contare.
Ci sarebbe stato un letto da condividere. Che avrebbe fatto passare notti
piacevoli ad entrambi. Che li avrebbe fatti sfogare della loro passione,
avvolgendoli nel manto di lussuria che entrambi avevano ricercato.
Entrambi.
Ci sarebbe stato un cuore a battere e per la prima volta lei lo avrebbe sentito
e lo avrebbe compreso. Lo avrebbe abbracciato, prendendosi il peso e al
contempo la leggerezza di quel puro organo che lei credeva suo. Che lei
voleva suo.
Quei capelli morbidi che avrebbe potuto accarezzare.
E quella maledetta passione che logorava entrambi, nonostante sapessero di
cercare qualcosa di più, ma di non essere riusciti a trovarlo.
Essere riuscita a conquistare un bel ragazzo, le sembrava come di aver
superato una grande prova.
Esser riuscita a far sue quelle labbra. Credeva che questo sarebbe durato in
eterno. Credeva che questo sarebbe bastato, tanto a lei quanto a lui.
Stavano bene insieme… che frase scontata per nascondere una menzogna.
Stavano bene insieme… in quel letto bianco macchiato dal loro peccato.
Si, stavano bene… perché entrambi avevano ottenuto qualcosa in fondo. Lei
non si sentiva più esposta ai pericoli. Lui aveva finalmente una ragazza
gentile da presentare ai genitori per un 'okay'.
Quando i suoi lunghi ricci gli passavano fra le mani gli piaceva. Quando
quegli occhi blu lo scrutavano supplichevoli, desiderosi, affamati di lui. Come
avrebbe potuto resistere?
Quando il suo stesso corpo ne avrebbe risentito.
Quando gli occhi verdi del ragazzo la guardavano lei rispondeva a gesti.
Quando le sue labbra la cercavano lei rispondeva a sguardi.
Insieme. Era una parola spaventosa.
La parola più difficile da interpretare…
… e quella più difficile da comprendere.
Lei conosceva il significato di poche parole. Di quelle che aveva passato
sulla propria pelle soprattutto.
Quella parola le era estranea.
Come a quel ragazzo era estranea lei.
Se l'era sempre cavata da sola. In tutta la vita. Ora come ora, cosa l'aveva
indotta a pensare in modo diverso? Solo una cosa...
Non si sentiva più sola.
Ma, a quanto sembrava, era proprio questo il suo problema. Non si sentiva
più sola. Si sentiva oppressa.
Lì per lì le era piaciuto sentirsi protetta. Poi si era resa conto che lo odiava.
Lì per lì questa cosa le aumentava la sicurezza e la fiducia che aveva o che
avrebbe dovuto avere di sé stessa. Poi… i suoi 'credo in te' e 'ce la puoi fare'
erano diventati banali e monotoni. Talmente da copione, da perdere così il
loro significato. Da perdere così la loro bellezza. Come il saluto. Lo usi
talmente spesso che la gente non ci fa neanche più caso se dici 'ciao' o
'buongiorno'.
La loro relazione si stava sgretolando come un pezzo di legno che era stato
lasciato ad ardere nel fuoco.
I pezzi di legno bruciacchiati si stavano trasformando in cenere e la cenere
stava volando via.
Lontana.
Lei non era più nulla per lui. Ma questo da un po'.
Entrambi se n'erano accorti.
Ma neanche questo erano riusciti a farlo insieme.
Lei infatti se n'era accorta dopo.
Ma ormai non aveva più importanza.
Anzi, era stato un sollievo prendere la consapevolezza di non avere sensi di
colpa…
… Quando il coltello aveva trapassato da un po' il corpo del proprio ragazzo.