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Autore: _LeChatNoir_    29/05/2012    5 recensioni
!!!! I CAPITOLI SONO IN REVISIONE E IN AGGIORNAMENTO !!!
Roma 1505.
Elena, borghese romana, odia la sua vita e vorrebbe cambiarla.
Ezio Auditore, un Assassino con una missione ben chiara.
Una sera le loro strade s'incontrano, su di un tetto... e da li, il loro destino cambierà.
Genere: Erotico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ezio fissava il Castello, illuminato da qualche torcia. La luce della luna risplendeva sul Tevere, creando dei riflessi argentati. Silenziosamente alcune figure si mossero nell'ombra, raggiungendolo. L'Assassino sospirò, doveva salvarla. Ad ogni costo. Non si era dato pace da quando Daniele era entrato nel suo studio, due giorni prima, piangendo disperato “L'ha presa” non aveva detto altro, ma era bastato per far crollare il suo mondo. Aveva organizzato subito una spedizione di reclutamento e un attacco al Castello. Inoltre, aveva fatto rinchiudere Camelia nelle segrete, ma la ragazza non aveva parlato.
«Maestro, siamo pronti» Ezio volse lo sguardo sulla ragazza incappucciata, una nuova adepta, gli pareva si chiamasse Denise
«Avete sistemato tutto come vi ho detto?» lei annuì, rigirandosi tra le mani la sua mazza chiodata.
«Certamente. Messer Da Vinci vi aspetta» L'uomo annuì
«Portami da lui» insieme scesero dal tetto.

«Ezio!!! Amico mio!» Ezio salutò Leonardo con poco entusiasmo
«Ho poche ore Leo, ci sei riuscito?» l'artista sorrise e prese un sacchetto di velluto
«Avevi qualche dubbio?» Sulla mano scivolò un globo dorato, identico al Frutto dell'Eden originale.
«E' fantastica. Con cosa l'hai realizzata?» Ezio la prese saggiandone il peso «E' perfetta»
«E' in rame. Le venature sono in vetro. Per realizzarla mi ci è voluto un giorno intero. Dentro c'è della polvere particolare» ridacchiò «Dagli fuoco esattamente al momento dello scambio» Da Vinci la prese dalle mani dell'Assassino «Ho fatto delle prove con Salai e hai esattamente dieci minuti per scappare, ne un minuto di più ne uno meno»
«Perfetto» Ezio si stupì della propria voce, appariva atona, lontana. Anche Leonardo doveva averlo notato, gli appoggiò una mano sulla spalla e strinse piano
«La salveremo, non preoccuparti» l'uomo annuì sconsolato.
«Devo andare... Ci vediamo Leo» tornò sul tetto e vide Denise e Daniele parlare, sorridenti. Sentì un groppo alla gola. Finalmente era riuscito a farla sua, a diventare qualcosa di importante e rischiava di perderla, di nuovo. Guardò la finta Mela e pregò che funzionasse. Prese un respiro e il controllo. Si avvicinò ai due richiamandoli «Informate tutti, siamo pronti ad agire» Daniele annuì e prese l'arco e incoccò una freccia. Con precisione fatale colpì una campanella sul tetto di fronte. Il suono prodotto richiamò un altro gruppo di adepti , che veloci raggiunsero il proprio Maestro. L'uomo li guardò tutti, uno per uno, facce nuove e vecchie. Mostrò loro la finta Mela

«Per lo scambio useremo questa. Appena gli darò fuoco, avremo dieci minuti. Un gruppo rimarrà sul tetto e un gruppo scenderà con me. Chi rimane sul tetto dovrà eliminare ogni possibile ostacolo allo scambio. Sono stato chiaro?» Gli arcieri annuirono intimoriti «Perfetto. Voi altri con me» Si gettò dal tetto, eseguendo un Salto della Fede, seguito dalle reclute.

~¤~~¤~~¤~

Nei due giorni di prigionia ero stata picchiata e interrogata. Cesare veniva ogni due ore e tutte le volte ripeteva sempre la stessa cosa
«Adesso parli?» ma non avevo niente da dire... Non sapevo cosa fosse la Mela e nemmeno dove si trovava.
Sputai del sangue e cercai di tirarmi su, vanamente. Sentivo il sangue scorrere sulle braccia legate sopra la testa. Il Borgia si era divertito a spiegarmi come mi avrebbe uccisa, davanti ad Ezio
«Ma lui non mi lascerà morire» lo ripetevo come una preghiera e ogni volta lui mi guardava, un sorriso folle sul volto
«Ne sei così sicura?» ogni volta mi insinuava quel dubbio e ogni volta io scoppiavo a piangere osservando lo spicchio di cielo dalla finestrella.
La sera del terzo giorno il Valentino si presentò abbigliato in modo impeccabile, l'armatura tirata a lucido «Piccola Elena, stasera sarà la decisione finale! Morirai oppure il tuo amato ti salverà?» non lo guardai nemmeno, troppo stanca per controbattere. Quando una guardia mi tolse i ceppi, caddi per terra. Le gambe non mi rispondevano e le braccia erano intorpidite
«Suvvia, non puoi mica presentarti così! Dagli una ripulita» uscì altezzoso come sempre. La guardia mi tirò su e mi sorrise «Elena, lui è la fuori, effettuerà lo scambio» alzai lo sguardo e incrociai un paio di occhi verdi, vispi e allegri. Mi aggrappai alle sue spalle
«Flavio» piansi «Perché non mi avete salvata prima? Perché?!» mi accarezzò i capelli piano
«Scusaci. Abbiamo interrogato Camelia ma non ha risposto a nessuna delle nostre domande. Il Maestro ha impiegato più tempo del previsto ad organizzare qualcosa, ma adesso... sono tutti li fuori. Ci sono delle nuove reclute sai?» prese una pezza umida e mi pulì il sangue secco dalle labbra «Cosa ti hanno fatto? Pagheranno per questo» sorrisi
«Come hai fatto ad entrare?» chiusi gli occhi mentre mi ripuliva, il sangue che tornava a scorrere nelle braccia e nelle gambe mi pizzicava. Per un attimo mi sentii viva
«Ho pedinato la guardia e lo uccisa. Cesare non presta molta attenzione ai volti» Mi tirò su
«Fla, qual'è il piano?» lui mi sorrise
«Nessuno lo sa tranne lui. Il mio compito è di portarti via ad un suo ordine» dei passi in lontananza annunciarono il ritorno del Borgia «Tu devi solo seguirmi capito?» annuii, chinai la testa recitando la parte della vittima. Dentro di me sentivo ardere la voglia di sgozzarlo, ma mi trattenni
«Flavio le mie armi?» sussurrai ad occhi sbarrati
«Nel fieno sotto il Castello» sospirai sollevata. Cesare entrò e mi sollevò il volto
«Si adesso sei decente. Tu portala sul ponte, lo scambiò avverrà li» sistemò l'armatura «Così, se il cane imbroglia» mi afferrò i capelli «le taglierò la gola e la getterò nel Tevere» ridendo mi lasciò andare ed uscì
«Non preoccuparti, non ci riuscirà» ringraziai il cielo per l'appoggio di Flavio. Lentamente mi portò fuori da li.

Sul ponte regnava un silenzio irreale, interrotto solo dallo scrosciare del fiume. Il Borgia osservava l'oscurità, la mano serrata sul pomo della spada. Lo vidi sbiancare leggermente quando, dalle tenebre, emersero alcuni candidi cappucci; silenziosi e letali. Riconobbi il mio gemello e Guglielmo. Vicino a loro scorsi una ragazza, una nuova probabilmente, che portava in spalla una mazza. E poi vidi lui, al centro del gruppo, lo sguardo fiero e duro. Mi dimenai tra le braccia di Flavio «Ezio...»
«Stai buona» il Valentino mi colpì allo stomaco con un pugno. Crollai, il respiro spezzato.
«Borgia adesso te la prendi con le donne? Vigliacco!» L'Assassino si fece avanti, distanziandosi dagli altri
«E' l'unico modo che ho per vederti cane» Cesare sputò per terra «Dammi la Mela»
«Dritto al punto eh?» Ezio mi lanciò uno sguardo e prese un sacchetto di velluto. Senza togliermi gli occhi di dosso fece scivolare fuori un piccolo globo dorato «Lasciala andare» strinsi gli occhi e notai un piccolo movimento di Ezio, sotto quella che doveva essere la Mela.
«Prima il Frutto!» Gli occhi di Cesare brillavano e con una certa fatica si voltò a guardare me e Flavio «Portala da lui, lentamente» mio fratello annuì e iniziò a trascinarmi verso Ezio.
«Vedi quando vuoi sei ragionevole Borgia» L'Assassino ci fissò e poi tornò a guardare il Valentino.
«Stai perdendo tempo cane! Potrei cambiare idea» lo incitò con la mano «Muoviti!»
La scena che seguì fu fulminea; Ezio gridò e Flavio mi sollevò di peso, portandomi via correndo. Alcuni minuti dopo un esplosione illuminò la notte
«Cos'è stato?! Flavio fermati!!!» cercai di scendere dalle sue braccia ma lui mi strinse
«No! Ho l'ordine di portarti al Covo, subito!» non protestai. Al contrario di Daniele lui era testardo, avevo perso senza neanche combattere. Lanciai uno sguardo al ponte, finché non sparì dalla mia visuale.

~¤~~¤~~¤~

Cesare fissò la Mela, quasi incredulo. L'alzò per contemplarla «Finalmente!!!» si girò verso la fortezza «Uccideteli tutti!!!!» ma rimase impietrito nel vedere le proprie guardie penzolare dai cornicioni con delle frecce conficcate nel corpo.
«VIA!!!» L'urlo dell'Assassino lo fece voltare in tempo per vedere il Frutto brillare e poi esplodere. Il Valentino cadde a terra, riparandosi dalle schegge. La sua guardia corse via con l'ostaggio «-Cane bastardo, sapeva che ero debole per colpa del veleno-» tossì e cercò di rialzarsi, invano. Ben presto sul ponte calò il silenzio. Qualcuno lo afferrò per le spalle e lo trascinò via, al sicuro
«Mi ha fregato anche stavolta...»
«Già Messere vi ha fregato. Ma non preoccupatevi, riuscirà a prendere la sua amata Mela»
«Ci riuscirò Claudio, ci riuscirò..» sparirono nel Castello

Ezio corse veloce come il vento. Doveva raggiungere il Covo il prima possibile «-Elena...-» doveva accertarsi che stesse bene. Aveva visto le sue ferite, segno di torture. La rabbia gli ribollì nelle vene. Prese una scorciatoia e arrivò alla Tiberina in meno di dieci minuti.
Aveva ordinato a Flavio di portarla nella loro stanza.
Entrò con il cuore in gola «Elena...» si avvicinò al letto, dove la ragazza dormiva «Cosa...» si voltò verso il suo adepto
«L'abbiamo medicata e nutrita. Ha finito una pentola di zuppa e bevuto due calici di birra» Flavio sorrise «Tre giorni a digiuno o quasi. Si è addormentata di botto» 
«Ben fatto Flavio... adesso va» l'uomo prese la ragazza tra le braccia cullandola piano 

   
 
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