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Autore: showard92    30/05/2012    6 recensioni
Stronzi.
Stronzi chi mi giudica.
Stronzi chi mi parla alle spalle.
Stronzi chi fa di tutto per farmi sentire fuori posto.
Stronzi chi non mi ama, perchè sono obesa.
Mi chiamo Isabella Swan, e sono grassa.
La mia vita è un disastro, ma qualcuno verrà ad aiutarmi, a farmi sentire la regina di questo pazzo e stupido mondo.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Salve a tutti, in questo capitolo, potete capire quanto Bella sia stata ferita, e che ancora non riesce a capire che il suo grasso, non dovrà compromettere la sua vita, e che deve viverla al meglio. In seguito ci saranno dei cambiamenti.
Ti lascio alla lettura, baci.                                      




 
 
Dead.
                                       
 
 
Non capisco perchè dicono che, se prendiamo la vita nel verso giusto, andrà meravigliosamente.
Sono tutte cazzate. Da quando avevo cinque anni che non credo più a questa frase fatta.
Il mio grasso e il mio essere dipendente del cibo, mi stanno vietando di vivere. Le persone, mi vietano di vivere.
Nessuno mi accetta, perchè sono grassa, voglio vedere loro al posto mio, voglio vedere loro piangere ogni notte, vomitare per cercare di dimagrire, voglio vedere cosa farebbero.
Non mi importava niente di cosa diceva la gente, ma quando ho capito che se continuavo così, mi avrebbero ferita pesantemente, ho iniziato a stare attenta sul mio fisico.
Non ho raggiunto la mia meta, sono ancora ad 86 kg.
Mi guardo allo specchio e tutto ciò che vedo è una palla gonfiata con due occhi, un naso e una bocca. Non ho mai visto niente di positivo in me, solo mia madre. Dice che ho degli occhi grandi e verdi come l'erba e le foglie di primavera, dei capelli lunghi e di un marrone chiaro verso il biondo. Quando mi descriveva alla gente, tralasciava l'unica cosa più importante, che ero grassa. Le persone a cui venivo descritta, appena mi vedevano, o mi riconoscevano, rimanevano deluse. Ci credo, mia madre mi descriveva come una principessa, che non sarò mai. La mia famiglia è divorziata, mio padre lasciò mia madre tre mesi dopo la mia nascita, non ce la faceva più, disse. Lui non ce la faceva più? Ma chi cazzo si crede di essere? Mia madre ha sudato sangue per pagare libri, vestiti e tutto e lui? Era stanco, non ce la faceva più, poverino.
Odio la mia vita, e la odierò per sempre.
 
Mi trovo alla fermata dell'autobus, ad aspettare che questo arnese mi porti al liceo della piovigginosa Forks.
Neanche il tempo di pensarlo, che si parò davanti a me, ma come ogni mattina, c'erano presenti le persone che mi spingevano insultandomi.
 
"Oh, stonata, levati devo passare" dice spingendomi. Una cosa buona del mio essere grassa? non posso cadere quando mi danno uno spintone, tzè.
 
Dopo aver dato a tutti la precedenza, entrai anch'io, e occupai praticamente metà autobus, come sempre.
 
"Scusa, ti puoi levare il culo dalla mia faccia?" dice uno toccandomelo e spingendomelo.
 
"Sc-scusa non c'è spazio"
 
"Sei tu che lo occupi testa di cavolo!"
cercai di trattenere le lacrime, e ignorarlo.
 
Arrivai a scuola appena in tempo, scesi dal bus dopo aver fatto passare tutti, per evitare che cadessero con me, e poi scesi anch'io. A questo punto tutti gli occhi fissi su di me, come da copione. Già sentivo quel gruppo di ochette delle cheerleading sparlottare con quella voce stridula: dico io, come fanno a parlare di me, se neanche si guardano in faccia. Io al solo guardare come si vestono mi viene la nausea.
 
Beh, almeno potevo consolarmi che oggi ci sarebbe stato un nuovo studente, che credo dovrebbe arrivare proprio adesso.
Mi girai quando vidi una macchina posteggiare, eccolo lì.
Uscì dalla BMW un ragazzo con una carnagione leggermente scura, corporatura abbastanza muscolosa, quasi quasi si avvicinava ad un pugile, ma era sulla giusta linea. I suoi occhi mi trafissero, erano neri. Ma non mi trasmettevano paura, ma bensì calore, accoglimento. Ho sempre pensato che il nero racchiudesse in sè tutti i colori, per questo ho sempre amato il nero, in certe circostanze. Nero, come il colore dei capelli del nuovo alunno. Lo vidi squadrarmi da capo a piedi, io abbassai lo sguardo imbarazzata, pensando che sicuramente in questo instante avrebbe assunto una faccia schifata, come tutti dopo avermi squadrato per bene. Ma dopo essermi seduta nel muretto, alzai lo sguardo e vidi che mi sorrideva.
Dal quell'odioso gruppetto di oche udii che si chiamava Jacob, un ragazzo davvero carino, ma avevo talmente scarse speranze che neanche lo guardai, entrai in classe, e vidi che quel Cullen che mi insulta dalla mattina alla sera era seduto con Jacob.
 
"Ehi, Jake, guarda è arrivata la palla da baseball" dice Cullen indicandomi e dando una gomitata al nuovo ragazzo.
Ormai non ci faccio più importanza, mi sedetti e dopo qualche pallina del cazzo che mi arrivò in testa, iniziammo la lezione.
Ho già detto che odio la mia vita? Ecco, tenetelo presente.






 
Spazio autrice:
 
Come potete vedere la vita di Bella è difficile.
Ho solo dato un piccolo assaggio, dopo un pò si complicherà con nuove amicizie, scuse, innamoramenti, insomma tutto questo più in là. Ma vi posso assicurare che, non è una storia come le altre, metto in primo posto che serve per far capire alla gente che siamo tutti uguali, anche chi è grasso.
Quindi non lasciate che l'apparenza vi impressioni.
Mi scuso se è corto, ma questo capitolo è di più sui pensieri di Bella, nei prossimi li allungherò.
Aspetto comunque le vostre recensioni, sia negative che positive, baci Showard.
  
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