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Autore: Polveredigente    01/06/2012    8 recensioni
E' una notte silenziosa ad Hamilton.
Una solita e nevosa notte nel cuore del Canada.
Il mondo tace, solo qualche animale lontano rincorre la propria preda, un ululato squarcia il silenzio, chi rivedrà la luce del sole?
Io scommetto sul più grande, qualsiasi cosa sia.
E' una notte silenziosa ad Hamilton ed una ragazza è pronta a cambiare vita, ancora una volta, ma lei ancora non lo sa.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I wish it were a dream but it's my life.
 
 
"Fermo, fermo. Non lasciarmi qui da sola. Non di nuovo." Le mie mani si aggrappano forsennate al buio che mi circonda e non trovano nulla, nulla se non quella luce lontana e fredda ed il silenzio più assordante. 
"Fermo" Continuo ad urlare, ma non sono io a farlo, io non voglio. Io non so nemmeno a chi sto pregando di restare, sono immobile, avvolta dalle tenebre e stringo i denti per non piangere, può un sogno fare tanto male?
Un buco mi dilania il petto e non capisco il perchè, va tutto bene, è tutto un sogno, va tutto bene.Un lampo soffuso illumina lo squarcio di oscurità dove sono caduta e gli occhi scattano immediatamente, solo adesso riesco a spalancare gli occhi rilassata.
Un altro sogno, un altro incubo. 
La solita routine, la solita vita.
Ma un attimo, la scuola, la dichiarazione, le lacrime, la foresta facevano parte dei miei soliti appuntamenti con la fantasia?
Una serie semplicissima di incubi.
Tutta pura illusione. 
Lo sguardo si perde fuori, fuori da quella casa, fuori da quella vita,la finestra aperta è solo la porta verso il mio mondo interiore: il cielo è cupo, piove fitto, e solo i lampi e i tuoni riescono a scuotere l'oscurità.
Buio fuori.
Buio dentro.
Buio ovunque.
Mi guardo intorno in cerca di qualcosa di famigliare e cosi i miei occhi vengono catturati da un luccichio metallico: il mio cellulare.
Un oggetto cosi semplice e quotidiano che quasi scoppio a ridere, ci sono ancora cose semplici nella mia vita?
Che poi sogno o realtà, io quasi quasi non ricordo più nemmeno il mio nome, è stato tutto un sogno mi continuo a ripetere, ma nemmeno io ci credo del tutto.
Mi avvicino alla scrivania ancora mezza addormentata, dove il cellulare è appollaiato sulla giacca a vento blu ben ripiegata,posata sui jeans e la maglietta bianca che indossavo stamattina, la stessa del sogno.
Tutto quest'ordine mi lascia per un momento stranita, questa casa di solito è uno schifo, io sono una disordinata cronica ed in questa stanza mi impegno meno del normale, e questo piccolo stralcio di organizzazione e quiete mi è nuovo.
Prendo il cellulare in mano e m'imbatto in una serie di messaggi e squilli, tutti da un numero sconosciuto, tutti, uno a uno, conferma dei miei dubbi.
Non è stato un sogno.
 
Va tutto bene piccola.
Non è successo nulla.
Se puoi perdonami, e dimentica tutto.
Ah sono io.
 
Mi fermo a fissare il polso, il segno delle dita, delle sue dita, è ancora ben visibile, un cordoncino rosso mi delinea la circonferenza minuta e pallida.
E' tutto vero.
Una scossa mi scuote l'anima ed il corpo, Adrian non è un vampiro, è un mio amico, il solito e strafottente figo della scuola, quello che mi ha fatto ridere anche non sapendo nemmeno il mio nome, il mio Adrian.
Ed invece la reazione che ho avuto sentendo quel nome è stata casuale, colpa dello stress, dell'insonnia..
Trattengo lo sguardo fisso su quelle parole, non riconosco il numero, ma so di potermi fidare, è lui, non ho dubbi, e ha detto che va tutto bene, ma se lo dice lui..cazzo no che non va tutto bene.
Il cellulare si illumina ancora tra le mie mani, un nuovo messaggio.
 
Ignorami quanto vuoi, dimmi solo che stai bene.
 
Sono le quattro di notte, e lui continua ancora a mandarmi messaggi, potrei benissimo essere a letto, come dovrebbe fare lui invece di pensare alla povera cogliona che si ritrova per amica, oppure sotto la doccia, lui invece pensa che lo ignori di proposito.
Scuoto la testa tra me e me e vado a prendere un pò di cocacola dalla cucina, scendendo le scale di casa ancora in pantaloncini e maglietta extra-large e mi rendo conto che, in un certo senso, sono più leggera..almeno so che non può farmi del male e che la razione che il mio corpo ha al suo tocco è anormale,come tutto d'altronde.
 
Sto bene, sono solo un pò stordita. 
Chi mi ha trovato? E soprattutto dove?
Scusa per essere scappata, purtroppo è l'ultima cosa che ricordo.
E comunque grazie di tutto.
 
La coca cola fredda mi scorre in bocca direttamente dalla bottiglia e la pioggia fuori sgroscia ancora con insistenza, cosa farò adesso?
Il cellulare sul tavolo vibra di nuovo, e sorrido divertita, non ho mai avuto il numero di Adrian, ora invece continua tranquillamente ad inviarmi messaggi in piena notte,  devo suggerirlo a tutte le ragazze che gli muoiono dietro, provate ad avere una crisi isterica nel boschetto poco fuori scuola..diventerà il vostro principe azzurro.
 
Stai bene? Stavo quasi per venire fuori casa tua per controllare.
Ora però tienimi sulla coscenza: non mi hai fatto dormire.
Domani le mie occhiaie ti chiederanno i danni.
 
Scoppio a ridere buttandomi sul divano e digitando una risposta veloce, poi mi accoccolo le gambe al petto e appoggio la testa sopra le ginocchia.
 
Potrai sempre dire di avrer trascorso la notte con una sventola bionda. 
 
Che poi diciamo la verità per Adrian non sarebbe nemmeno tanto strano, attira persone come il sole attira i pianeti, le ragazze, ma non solo, la gente in generale si piega al suo volere, basta una semplice occhiata, o una parola sussurata in un modo particolare e vedi qualsiasi persona sciogliersi ai suoi piedi. Non ho mai visto un ragazzo tanto menefreghista quanto dolce, tanto distante quanto disponibile,  per non parlare poi del suo viso, delineato, scolpito ma allo stesso tempo ancora tenero e delicato, è una contraddizione vivente, un continuo evolversi di espressioni, gesti, parole..scuoto la testa contrariata. Riesco a stargli vicino fino a quando lo immagino come amico, appena la messa in scena cade inizia la tacchicardia, i brividi, il respiro mi muore in gola e le gambe vorrebbero correre lontano.
 
Ma lei è venuta seriamente, se n'è andata poco fà. Domani ti faccio vedere i graffi..sai era molto passionale.
 
Come appena detto... Adrian ha stregato anche me purtroppo, e mi sento costantemente attratta da lui come un girasole che cerca il sole in pieno giorno e si ritrova un palazzo a dividerlo dall'unica speranza di felicità.
Cosi mento.
Mento a lui trattandolo da semplice amico, sfiorandolo distrattamente quando vorrei toccarlo per ore per trasmettergli la metà di tutte le sensazioni che mi attanagliano lo stomaco e mi confondono.
Mento a Danielle,alla mia unica amica, alla ragazza che c'è stata anche quando chiedevo di restare sola, l'unica di cui mi fido, ma non abbastanza per dirle davvero cosa provo.
Mento a tutti, ignorando le numerose voci, le numerose bugie, i numerosi sguardi che si susseguono quando entriamo in mensa vicini o corriamo verso il laghetto insieme.
Mento a me stessa, giurandomi di non desiderarlo con ogni cellula del mio corpo, promettendomi di non innamorarmi mai di quegli occhi maledettamente profondi, ricordandomi che l'amore non esiste, non quello vero con la A maiuscola, quello che ti fà brillare gli occhi e sudare le mani, l'amore di adesso è un rincorrersi frettoloso di passione e mani, niente ha a che fare con il cuore, con l'anima..
E fingo che tutto vada bene.
 
Interessante, sei passato al sadomaso?
 
Fingo che tutto vada bene quotidianamente, quando l'unica cosa che vorrei fare è spiegarmi questo senso di smarrimento, di sicurezza e ansia perenne, di paura e  d'amore, questo miscuglio indefinito di desiderio e terrore. Nulla ha senso nella mia testa quando sono vicino a lui e riesco solo a sentirmi confusa, come un'adolescente alla prima cotta, stravolta dagli ormoni.
 
Dovresti provarci. Ottimi risultati. Io sono sempre disponibile, uno squillo e porto il frustino. 
 
Mi sistemo meglio sul cuscino e inizio a digitare lentamente una risposta svogliata e trascinata, una stanchezza improvvisa mi colpisce e il sonno burrascoso della notte inizia a dare delle conseguenze.
Un senso di pace invade il mio corpo e la casa esce dal buio illuminata dalle prime luci del giorno.
E naturalmente cado..cado nel solito sogno, nel solito buio, nella stessa agonia. Però adesso ci sono due braccia a sostenermi ed il costante, lontano rumore di distruzione mi fà meno paura, non sono sola.
 
 
Fuoco. Il fuoco. Sento ardere le gambe e la presa farsi meno forte, mi sta lasciando, non ho la forza nemmeno di protestare, non combatto, mi faccio divorare dalle fiamme..e dall'agonia di essere di nuovo sola.
Un ciclo continuo, mi salva, ma poi mi abbandona di nuovo, come se non potessi essere felice, come se il mio destino fosse quello di restare sola.
Ma chi mi abbandona? Chi mi resta accanto? Cosa succede?
"Hope, Hope!" Un rumore sordo accompagna il mio nome, ma io brucio, io non posso farci nulla, sono in continua combustione.
"Merda, HOPE." La voce famigliare è accompagnata da una nota d'isteria e preoccupazione.
Quest'ansia e questa paura spingono i miei occhi ad aprirsi e con ancora il corpo in fiamme intravedo la figura di Danielle nervosa che sbatte i pugni contro la porta e si sistema i capelli dietro le orecchie frenetica.
"Giuro che se non apri immediatamente questa porta la sfondo."
Mi rimetto seduta e mi guardo intorno, perchè sono sul divano con il cellulare stretto in mano e non nel mio letto? 
"Sai che ti dico? Vaffanculo. Vienitene a piedi a scuola!" 
Mi alzo veloce dal divano e spalanco la porta con un mezzo sorriso.
"Buongiorno amore mio!" Dico divertita spostandole un altro ciuffo arancione dietro l'orecchio e appoggiandomi allo stipite.
"Amore un paio di cazzi. Sono stata in pensiero dal momento in cui ti ho messo a letto fino a 20 minuti fà, quando ti ho sentito urlare. In quell'istante mi è partita l'ansia. Cosa minchia è successo?" La rabbia è svanita e vedo che è davvero preoccupata e prende un grosso respiro prima di continuare entrando in casa" Anzi, meglio, come stai?"
Si siede sul divano e incrocia le mani appoggiandole sulle gambe accavallate.
Come sto? Non lo so nemmeno io, cosa è successo? Perchè è successo?
Respiro io stavolta..sto bene in fin dei conti.
"Bene, naturalmente." Annuisco e la guardo "Tu?" La voce impastata dal sonno suona stanca, ma copre almeno tutti i miei dubbi.
"Hope cazzo parla con me." Mi appoggio al tavolo e pensandoci Dan c'è sempre stata, perlomeno da quando le ho permesso di entrare nella mia vita. E mi ha dato solo motivi per fidarmi, per aprirmi, per parlare di tutto con lei..solo che è cosi difficile affidarsi a qualcuno quando non riesci a fidarti nemmeno di te stessa, dei tuoi ricordi, dei tuoi sogni, della tua vita.
Però Danielle mi ha sempre aiutato, mi ha fatto sfogare nei pochi momenti di crisi a scuola, mi ha fatto ridere quando ero triste e soprattutto spesso con le sue domande stupide mi ha fatto stare meglio.
"Davvero nulla, ho parlato solo un pò con Adrian.."
"Oh minchia lo so. Bè vi siete messi insieme?" Mi guarda speranzosa e batte la mani piccole e abbronzate, naturalmente perfettamente curate.
"Cioè, in realtà devo ancora capire come facciate a non saltarvi addosso...dubito fortemente che lui ne sarebbe dispiaciuto, ma c'è qualcosa che non va." Si friziona sbadatamente i capelli e ghigna "Sicuramente tu, lui è perfetto!"
"Sei gentilissima nell'ultimo periodo, sai? Comunque davvero Adrian è carino ma non mi piace." Falsa, da piccola tutto dicevano che eri un libro aperto, una fonte sicura di verità e adesso? Falsa.
"Primo" Alza l'indice" Tu non mi prendi per il culo."Sorride e mi guarda con sfida"Secondo"Il medio si alza e non sorride più, anzi è seria" Siete puro sesso spendore. Quando vi parlate o vi sfiorate per sbaglio sembra l'inizio di un porno!" Sbuffa e divarica leggermente le gambe, per poi accavallarle di nuovo, Danielle Bull è la ragazza più sfacciata e pervertita che abbia mai conosciuto, per lei i doppi sensi si nascondono ovunque e ogni momento è buono per qualche battutina maliziosa e leggermente squallida."Terzo.."
"Frena frena frena."Urlo gesticolando e trattenendo una mezza risata. "Abbiamo parlato di puttanate come al solito!" Mi siedo sul tavolo e spero che per una volta non faccia domande, non rompa le palle almeno, come posso spiegarle la mia brillante uscita sul vampiro e la mia reazione per quel nome?
"Certo, e sei svenuta semplicemente parlando no?" Si mordicchia un'unghia distratta ed io mi guardo intorno in cerca di savezza..cosa le dico? "Si ti ho messo io a letto, Adrian mi ha detto che nemmeno ti ha toccato purtroppo e si è inventato una palla su un calo di zuccheri improvviso. Qual è la verità invece?"
"Questa." Annuisco decisa. Pensa Hope, pensa. "Sto mangiando pochissimo per colpa dell'ansia, dello studio. Poi dormo poco. Quando capirò qualcosa di più ti dirò tutto."
"Lo spero per te!" Si alza di scatto e mi abbraccia di slancio, un abbraccio veloce, ma carico di promesse, di speranze, d'amicizia... Posso  riempire la vita felice di una mia amica con i miei problemi esistenziali?
"Dan è vero che oggi non andiamo a scuola?" Piagnucolo mentre si risiede a gambe incrociate stavolta.
"Cosa? Oggi abbiamo il compito della Parker, quella già mi odia."
"Andasse a cagare con la sua fidanzata." Scoppia a ridere e i capelli lucidi e assurdamente arancioni oscillano intorno alla sua testa come animati.
"Devi ancora spiegarmi la convinzione che sia lesbica." Ridacchia ancora  sistemandosi meglio sul divanetto.
"Si vede lontano miglia che le piacciono le donne. E poi fissa il culo a qualsiasi ragazza, lo fissa a me e questo vuol dire anche che ha gusti orrendi." Sbuffo è cosi evidente dai.
"In effetti non capisco come possa esserti amica sei talmente brutta!" Fà schioccare la lingua e continua " Ah si Melek ti viene dietro proprio perchè fai paura, certo."  Mi lancia un'occhiataccia, con lei non vale la tattica dello sviare, inutile cambiare discorso.
"Siamo solo amici." Purtroppo, per colpa mia, per colpa del mio corpo, non del mio cuore, non dei miei sentimenti.
"Okay ed io sono la fata turchina." 
"Niente scuola." Esulto buttandole un piccolo muffin al cioccolato che ho fatto solo per lei, lo afferra come un orso ed i suoi occhi si illuminano.
"Vattene all'inferno Hope." Tira un morso al composto scuro e chiude gli occhi per un istante, come fà a mangiare una cosa del genere, troppo troppo cioccolato per me, quella poltiglia mi manderebbe in pappa il cervello. "Dammi la scodella, velocemente. E sparisci." Si alliscia la gonna a fiori che le arriva fin sopra al ginocchio e ancora masticando bofonchia "Qui pronta per uscire alle nove, non accetto scuse." O perlomeno una cosa molto simile.
Salgo le scale di fretta, voglio farmi solo una bella doccia e rilassarmi un pò, sono già dentro la doccia ma le sue urla arrivano lo stesso a me. "Fatti bella dobbiamo farti uscire il ragazzo dagli occhi azzurri dalla testa."


Salve persone. 
L'ultimo capitolo non vi è piaciuto molto vero?
No perchè sono stata in depressione visto che quasi nessuno si è espresso per dirmi se è piaciuto o meno.
Questo e il successivo saranno capitoli di passaggio, servono per far capire qualcosa di più sulla vita di Hope e sul suo carattere.
Fatemi sapere cosa ne pensate, sempre e comunque, come dico sempre anche se faccio schifo e devo andarmi a ritirare.

Grazie a tutte..e buona lettura!
 
-Allen
  
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