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Autore: Cable    03/06/2012    4 recensioni
Jack Sparrow si ritrova sul Titanic la notte del naufragio... Ma non è solo!
“Sai, Angelica...” Disse Jack allungando il suo braccio tatuato intorno al collo pallido della ragazza.
Lei lo guardo storto: “...Cristina. Mi chiamo Cristina.”
“Certo, gioia. Ma non è questo il punto. Stavo dicendo che sono felice di essere passato in quel convento stanotte...”
La ragazza si scostò dal suo corpo: “Continua, caro...”
Genere: Comico, Parodia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angelica, Jack Sparrow
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Jack Sparrow amava tre cose della vita: il mare, il Rum, e le donne. Quella notte, le aveva tutte e tre insieme. Stava nuotando in un mare di Rum assieme ad una donna. Era una donna nata dal mare che beveva Rum. Stava guardando il mare bevendo il Rum insieme ad una donna.
“Sai, Angelica...” Disse allungando il suo braccio tatuato intorno al collo pallido della ragazza.
Lei lo guardo storto: “...Cristina. Mi chiamo Cristina.”
“Certo, gioia. Ma non è questo il punto. Stavo dicendo che sono felice di essere passato in quel convento stanotte...”
La ragazza si scostò dal suo corpo: “Continua, caro...”
“... La serata sarebbe stata notevolmente più noiosa senza te a rallegrarmi sotto la luna di Siviglia...”
“Scusami solo un momento: non mi hai incontrata in un convento di Siviglia, ma in un bar di Tortuga. E il mio nome è...” Attese la risposta di Jack.
“ Bè, considerando il fatto che... insomma... ti chiami Ang... Annam… Cate... Caterina! Sei la mia dolce Caterina!”
“Quasi. Mi chiamo Cristina, e questa è la prima e l’ultima volta che esco con un pirata ubriacone.”
Caterina Cristina si alzò in piedi.
“Aspetta, mia amata!”
L’aria vibrò, e con uno schiocco cinque dita apparvero sulla guancia sinistra del nostro amato Capitano.
Jack guardò il suo riflesso nelle acque del mare: perché non riusciva a dimenticarsi Angelica?
In quel momento una luce argentea si accese intorno a lui e lo sollevò da terra. Jack scosse la testa: “Ma cosa?”
La luce divenne bianca, e per un’infinità di secondi a Jack parve di volare sopra i confini del tempo. Quando la luce scomparse, spalancò gli occhi.

Si trovava su una nave enorme, la più grande nave che avesse mai visto, macché, la più grande che avesse mai immaginato! Era inclinata vertiginosamente a prua, e la poppa era sollevata dalle acque gelide della Groenlandia. I passeggeri correvano disperatamente verso la poppa, scontrando Jack che si offese molto: “Signori, scusate, ma vorreste dirmi perché correte tutti così velocemente?”
Guardò verso prua, e vide le acque che avanzavano torbide verso di lui, udì le urla terrorizzate della
gente che veniva assorbita dal mare.  
“Il Kraken? Ma non era stato abbattuto dalla Gloriosa Compagnia delle Indie Orientali del Gran Signor Cutler Beckett? Cosa ci fa qui?”
“Sparrow! Non pensare, scappa!”
Jack si voltò e vide Angelica che correva verso di lui. Strabuzzò gli occhi: “Angelica? Che ci fai qui? Non sai che il Kraken è una creatura mostruosa? C’è poco da scherzare con lui. E anche con il suo...” Jack rabbrividì ”...Pescioso padrone.”
“Ti spiego tutto più tardi. Ora scappa!”
Le acque avevano quasi raggiunto Jack. Angelica gli allungò la mano e lo trasse in salvo. “Corri!”
Corsero lungo lo scafo della nave.
Una signora blu stava facendo il suo meglio per scappare, ma urlò: “Sono briosa ma equilibrata!” e poi venne inghiottita.
A fianco a lei, un curioso signore dai lunghi capelli fluenti canto: "Il naufragio no, non l'avevo considerato!" prima di essere assorbito dal mare.
L’acqua li inseguiva senza sosta, la gente cadeva stremata ai loro piedi, la pendenza aumentava sempre più.
Un vecchio inciampò nella sua tunica e cadde. Si aggrappò a fatica alla paratia della nave, e Angelica si fermò a soccorrerlo tendendogli la mano: “Forza, afferri la mia mano!”
Il vecchio scosse la testa: “Fuggite, sciocchi!” Ordinò ai due. Jack si voltò e corse più veloce di prima, con le braccia all’aria e gli occhi spalancati dalla paura.
“Sparrow!” Angelica lo seguì, lasciando Gandalf il vecchio al Balrog mare.
Finalmente arrivarono all’estremità della nave. L’inclinazione era tale che Angelica scivolò: “Jack!” urlò in cerca di aiuto. Lui le tese una mano e la trasse in salvo. Rimasero entrambi aggrappati a una panchina, a guardarsi negli occhi, senza parlare.
Intorno a loro la gente cadeva e si sfracellava, ma nulla poteva scuoterli, erano come incantati l'uno negli occhi dell'altra. Nulla tranne una nave di 269 metri che si spezza in due e cade. La botta fu tale che si riscossero.
A quel punto, a Jack venne un idea geniale: “Se la nave si inclinerà di nuovo, scivoleremo giù. Dobbiamo metterci sulla ringhiera esterna.” Angelica lo guardò stupefatta: quale acume aveva dimostrato!
Così fecero, mentre la nave si inclinava nuovamente e coloro che erano rimasti sul ponte cadevano da 100 metri e più di altezza.
In quel momento, Jack abbassò lo sguardo, e vide una vecchia signora, aggrappata con le mani alla ringhiera, il corpo penzolante nel vuoto, che gli disse: “Molto bravo, molto bravo, hai avuto un ottima idea, sei stato più furbo di me, ma ti dico no” prima di sprofondare negli abissi.
Jack la riconobbe subito: era la signora Mara Maionchi! Quale immensa perdita per il mondo!
Nel frattempo, una lacrima scese dal volto di Angelica, sconvolta da quello spettacolo agghiacciante.
Si voltò, e vide al suo lato una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi, che stringeva la mano a un ragazzo biondo dai profondi occhi azzurri.
Erano di sicuro Rose Piero Angela e Jack Roberto Giacobbo, venuti nel passato per scoprire le cause effettive del naufragio del Titanic: Piero Angela sosteneva fosse stata una fusione tra un dinosauro geneticamente modificato e Giovanni Rana, Giacobbo credeva in un intervento alieno da parte degli UFO, in collaborazione coi Templari.
La nave rimase in verticale per qualche secondo, poi scese velocemente negli abissi.
Jack e Angelica saltarono un attimo prima di essere risucchiati, e rimasero a mollo nell’acqua gelida, in mezzo ad altre centinaia di persone.
Erano entrambi nuotatori provetti, e Jack trovò un trono d’oro su cui sedersi. Angelica rimase attaccata alle sue gambe.
“J- J- Jack...”
“Dimmi, gioia.”
“Mi prometti che ti salverai? Che avrai tanti figli e ti rifarai una vita.”
“Figli ne ho già a decine, ma li ho ripudiati, mentre la mia vita è il mare, ma inseguo da anni la mia nave che puntualmente mi viene rubata... Non ti dimenticherò, però ora devi lasciarmi andare.”
“Jack... Ho tanto freddo...”
“Mi dispiace... Però... Io devo vivere, comprendi? Staccati!”
Jack prese le mani di Angelica, la sollevò e la lanciò in acqua.
“Addio.” Disse con voce solenne. Prese un pezzo di legno un remo e iniziò a muovere il trono la barca.
“Jack... Jack!” Angelica urlò nel buio, ma Jack sparì nella nebbia.

Jack sedeva sul suo trono, in mezzo a un mare di cadaveri. Li vide congelati, duri, inermi, e si vergognò di essere in vita.
Pensò ad Angelica, a quante volte lei avesse rischiato la vita per salvarlo, ai suoi rari e splendidi sorrisi, e abbassò la testa per il rimpianto.
Non poteva restare li a piangersi addosso mentre la donna che amava perdeva la vita.
Si tuffò nelle acque gelide e iniziò a nuotare come un matto in una corsa contro il tempo.
“Jack...” La voce di Angelica era debole, ma era ancora viva.
“Angelica!”
“Jack! Sapevo che saresti tornato a prendermi... Io mi fido di te, sei un brav’uomo.”
“Vieni con me, gioia. Non ti abbandonerò mai più. Te lo prometto. La issò sul trono, e aspettò l’arrivo dei soccorsi. Il freddo lo distruggeva, ma la consapevolezza di averla salvata lo riempiva di gioia. Finalmente aveva fatto del bene.
“Angelica?”
“Si, Jack?”
“Incontrarti in quel convento è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata.”
“Anche per me, Jack. Anche per me.”
“Sai, io ti...”
La luce argentea avvolse nuovamente Jack, lo sollevò e lo depositò sul molo dove si trovava qualche minuto prima.
“Ma che... Angelica?”
Era ancora sconvolto, non riusciva a spiegarsi ciò che aveva visto, eppure una cosa era chiara: ora sapeva qual’era la donna della sua vita.



Ciao a tutti! Lo so di non essere molto bravo a far ridere, però ho voluto provare. Mi farebbe davvero molto, moltissimo piacere sapere cosa ne pensate: se avete un attimo di tempo, potreste dirmi se vi ho fatti almeno sorridere???
Grazie,
Cable :)

   
 
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