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Autore: GilraenAlcarin    04/06/2012    5 recensioni
Salve!! GilraenAlcarin altri non è che il nome comune di Echadwen e Estel91, le due autrici in cooperation di questa storia, nata da una grande passione in comune...... Buona lettura!!
" Elen sìla lùmenn' omentielvo "
" Una stella brila sul nostro incontro "
Pensò appena lo vide sparire tra gli alberi. Sapeva per certo, nel suo cuore, che nulla sarebbe più stato come prima.
Questa storia parla di un'amore tra un Uomo e un Elfo, nato piano piano, tra difficoltà e guerre. Un sentimento profondo che verrà messo a dura prova dalle fatalità del destino, ma quando sono le Stelle a benedirlo e quando la loro luce ne illumina il cammino...... Tutto è possibile.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Elen sìla lùmenn' omentielvo

 
CAPITOLO I    

                                             
INCONTRI  
 
 
 
Ormai Anor era sparito da alcune ore dietro l'orizzonte, non accennava a voler fermare la sua cavalcata; l'aria fresca della notte sembrava allontanare i pensieri che affollavano la sua mente e dargli maggior vigore tuttavia il suo destriero non sembrava essere dello stesso avviso quindi decise di fermarsi. Legò il cavallo, accese un piccolo fuoco così da potersi scaldare, cercò nella bisaccia la borraccia per dissetarsi e si stupì di trovarla vuota, andò a riempirla nel torrente che scorreva li vicino... Alzo gli occhi e gli parve di essersi smarrito in un sogno. Se ne stava li, inginocchiato sulla riva, armeggiando con il suo arco, talmente assorto nei suoi pensieri da non notare la presenza dell'Uomo. Ne aveva visti molti di Elfi ma mai nessuno come lui, bello, talmente bello da non sembrare una creatura terrena.
 
Il suo corpo era snello ma muscoloso allo stesso tempo, e ciò veniva messo in risalto dai sottili pantaloni di seta che gli fasciavano le gambe fino a scomparire all'interno degli stivali neri, e dall'altrettanto raffinata e bellissima veste corallina che indossava. La sua pelle era candida e tipica della sua stirpe, vellutata come una  pesca. Lineamenti dolci e all'apparenza freddi, occhi azzurro blu come il firmamento, e un paio di labbra rosee costituivano il suo viso perfetto. Come ogni Elfo Silvano, aveva capelli biondissimi e lunghi che scendevano fin sotto le spalle, raccolti in due piccole treccioline sulle tempie, che andavano poi ad unirsi in una grossa treccia dietro la testa, alla maniera del suo popolo. A cingergli la fronte, una sottile seppur regale coroncina argentea, ed al collo portava un gioiello rappresentante uno stemma a forma di foglia. Per un lasso di tempo indefinito, rimasero immobili a fissarsi, finché l’Uomo mosse qualche piccolo passo verso di lui come incantato da tanta meraviglia. L’Elfo con un balzo felino, saltò su di un ramo del grosso albero che aveva accanto per poi sparire tra la fitta e rigogliosa chioma fogliosa.
 
<< Aspetta, non fuggire... Ti prego. >> Si apprestò a dire l’Uomo, avvicinandosi all’albero per paurache fosse già troppo lontano.
 
<< Chi sei tu? >> Ripetè con più calma, comprese che quello doveva essersi spaventato.
 
<<  Non temere, lungi da me fare del male ad una creatura....  Come te...  >> Cercava di scorgerlo ma non lo vedeva, e per un attimo pensò davvero che fosse fuggito nel bosco. Si girò e fece per percorrere a ritroso i pochi passi appena compiuti, quando una voce soave e cristallina lo fece voltare nuovamente.
<< Cosa ci fa un Uomo in questi boschi?  >> Chiese timidamente l’Elfo, sporgendosi un poco per farsi vedere e allo stesso tempo poter scorgere i movimenti del suo interlocutore.
 
<< Sono solo di passaggio... Non voglio creare alcun disturbo e. .. Nel modo più assoluto, non ho cattive intenzioni. Puoi fidarti... >>
 
<<  Non posso fidarmi di qualcuno che non mi rivela neppure il suo nome. >> disse la creatura, spostandosi su un ramo ancora ancora più lontano rispetto all'Uomo
<< Perdonami.. >> disse con un filo di voce, ancora non riusciva a capacitarsi della bellezza dell'Immortale
 
<<  Sono Aragorn, figlio di Arathorn II. Sono vissuto a Granburrone, alla casa di Elrond per...un po' di tempo. E tu chi sei? Ti prego scendi e fatti vedere, non ho alcuna intenzione di farti del male. >> La creatura scese con un balzo estremamente elegante dal ramo, si trovarono a pochi passi di distanza, l'Uomo tentò di nuovo di avvicinarsi, ma l’Elfo mise prontamente la mano sull’elsa del pugnale che portava allacciato alla vita, così rimase fermo.
 
<< Dunque sei l'erede di Isildur e di Elendil? Sei l'erede al trono di Gondor.... >>Asserì ,aprendo un po’ di più gli occhi come era solito fare quando non capiva qualcosa .«Dunque non era una leggenda» proferì con un tono di voce flebile tanto che nemmeno il giovane riuscì a sentire. 
 
<< La mia stirpe fu spezzata. Non sono quello che tu dici. Sono Grampasso il ramingo. >> Rispose l’Uomo abbassando lo sguardo ai propri piedi.
 
<< E tu devi essere di nobili natali... >> 
 
<< Da cosa lo deduci? >> Chiese la creatura silvana, stupita da quell’affermazione da parte di un mortale.
 
<< Dalle tue... Vesti.. Di pregevole fattura e... La corona che ti circonda la fronte... Il monile che porti al collo... E.... Dal tuo... Aspetto... >> Non capiva perché avesse aggiunto l’ultima parte eppure non se ne era reso conto. 
 
<< Cos'a il mio aspetto?  >> chiese subito quello stranito, ma sirese conto quasi subito di aver posto una domanda alquanto sciocca a quello che doveva essere uno sconosciuto e così parlò mal celando il suo imbarazzo.
 
<< Verdefoglia >>Disse, stringendo nella mano il ciondolo a forma di foglia che aveva sul petto << Questo ti deve bastare giovane uomo... >>  ed in un attimo scomparì tra la fitta boscaglia lasciando da solo l'uomo che in pochi istanti si ritrovò con le ginocchia a terra ed un sorriso idiota stampato sul volto... Non sapeva nulla di quella creatura, anzi una cosa sì: gli aveva rapito il cuore.
 
 
 
 
  
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