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Autore: BigEyes    04/06/2012    2 recensioni
Lei si voltò sconcertata e infastidita da quel suo modo di fare.
- Sono un figlio di Dio. Il mio compito è proteggere, non aggredire. Ho una specie di divisa che allontana i demoni. Il nome di Gesù è la mia arma. –
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'In The Name of Jesus.'
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Lei si era sempre immaginata un  Dio come quello rappresentato nel “Giudizio universale” di Michelangelo: un dio iroso, pronto a giudicare e condannare tutti gli uomini, austero e autorevole; ma quel Dio ora gli era accanto , camminava come lei e con lei che quasi si intimoriva a guardarlo tanto; sentiva che tutto aveva senso con Lui vicino.
 
-Sai -  iniziò Joshua, avvicinandosi a lei – io non sono stato sempre cristiano.
Quest’affermazione la sconvolse, e facendo finta di non aver sentito domandò:
–        come dici?...tu..non cristiano? ..non può essere
–        si invece…ero il peggiore degli uomini prima che padre Max mi prendesse dalla strada, e mi facesse vedere la luce…- gli occhi del ragazzo di riempirono di lacrime, e con voce rotta continuò – anche Heliu non è sempre stato credente, l’ho conosciuto insieme ad altri, diciamo così, brutti elementi…
–        cosa vuoi dire?...- la ragazza lo guardava, commossa.
I capelli di Joshua gli coprivano gli occhi rossi, mentre giocherellava nervosamente con una pietra. Si aggiustò la voce, si voltò verso il Celeste, iniziando a singhiozzare. La ragazza si mordeva il labbro interno, mentre cercava di non piangere: la vista di quel ragazzo apparentemente forte in lacrime, le spezzava il cuore.
–        dopo la morte dei miei…all’età di quattordici anni…- cercava di parlare, ma la voce veniva rotta dal pianto dei ricordi- venni affidato ai miei nonni..che erano molto premurosi con me, solo che io non me ne sono mai accorto…li trattavo male, avevo in odio il mondo, le persone, Dio…
–        tu odiavi Dio?
–        Strano eh?...sembro tanto sicuro di me, ma per arrivare a questo punto ho dovuto superare le mie paure…attraversare il tunnel della droga, dopo aver tentato il suicidio…- si spostò i capelli dagli occhi, mostrandoli arrossati: cercava di non guardarla, non voleva apparire più debole di quanto già si sentisse.
–        Un ragazzo che piange e che supera tutto questo…non è affatto debole, Joshua.- gli disse, ponendosi dinanzi a lui.
–        Ora sei tu che mi leggi nel pensiero?- disse ridacchiando, prendendo il suo viso tra le mani. La ragazza sentì il rossore arrivare fino al collo e il cuore battere all’impazzata.
 
–        Joshua!- esclamò Mikael – è ora di andare, su vieni!
I due si staccarono di scatto: lui mise le mani dentro le tasche dei jeans, lei dentro le tasche della felpa.
- Tranquilla, non ti avrei baciata- le sussurrò all’orecchio il giovane, facendola esplodere e diventare rossa come un peperone.
 
Il Re ascese al cielo come la prima volta, raccomandando loro di ricordarsi del loro conduttore, colui che fa le veci del padre Celeste: padre Max.
 
Tornato a casa insieme a Mikael, il ragazzo si buttò sul letto, crollando subito in un sonno profondo. La ragazza invece andò a casa di Lucia, dove avrebbe passato la notte.
Nel buio della camera di Joshua, si materializzò una nube nera: Judas stava per compiere la sua missione.
 Poggiò una mano sulla testa del giovane, ma venne interrotto da Mikael, che gli bloccò il polso girandogli il braccio dietro la  schiena dicendo:
- cosa pensi di fare ad un eletto del Re ? –disse avvicinandosi all’orecchio del demone.
- il mio dovere ..-
-il tuo dovere è sparire nel nome di Gesù Cristo..- gli ordinò Mikael con voce severa.
Judas digrignò i denti e sparì smaterializzandosi. Il mattino seguente, il ragazzo aprì gli occhi lentamente, sbadigliando e stiracchiandosi.
 “Grazie a Dio ho dormito bene”  pensò rivolgendo lo sguardo verso l’aurora. Poi abbassò il viso, si ricordò della missione per Christian for Justice, di Stefano. Quindi scese velocemente le scale con una fetta di pan carrè abbrustolito tra le labbra, mentre cercava di mettersi il cappotto. Uscito dal portone, seguito costantemente dall’angelo, prese il cellulare e chiamò Ariel.
Lei che era ancora nel mondo dei sogni, abbracciata al cuscino. Lo squillo del telefono non la svegliò, ma l’amica Lucia rispose al posto suo, essendo mattiniera :
–        pronto , Ariel non può rispondere chi è?-
– sono Joshua me la potresti passare? È urgente ..-
- ah ..Ariel è il tuo angioletto, il cavaliere senza macchia e senza paura..-
Ariel non aveva proprio voglia di svegliarsi dopo la faticosa notte,così si mise sotto il cuscino, ma l’amica la scoprì e le disse – vedi che Joshua ha una cosa urgente da dirti cara – e sottovoce le sussurrò- non pensavo avesse una voce così…profonda – facendole l’occhiolino.
Ariel sbuffò, zittì l’amica, si aggiustò i capelli, si mise a sedere a gambe incrociate sul letto e rispose:
–        Pronto?
–        Dormigliona, capisco che la notte è stata pesante però puoi almeno rispondermi…
–        Vai al punto!
–        Dobbiamo andare da Stefano, scema! Svegliati!!
–        Eh non urlare che sto ancora dormendo!
–        Appunto ti aspetto tra un’ora davanti al comune...ciao!
–        Ma tra un ora non ho il tempo…ma ..ha chiuso…che tipo!
Prepararsi in un’ora per una per una ragazza vanitosa come Ariel, non è facile, ma la missione divina la velocizzò.
Anche per Heliu la notte non fu tranquilla. Subito dopo aver lasciato il comune, un giovane alto, dai capelli neri come la pece e gli occhi blu come il mare, lo adescò con parole seducenti, promettendogli successo e gloria in cambio del suo aiuto a Judas. Il ragazzo, ancora fragile nella fede, accettò senza riserve, ma il suo animo cominciava ad essere impossessato dal potere delle tenebre. Adesso era nella sua stanza pensieroso, al buio, nonostante il cielo donava una bella giornata di sole autunnale.
– perché lo hai fatto Heliu ? non sai che è un servo del nostro acerrimo nemico…ma ..mi stai ascoltando!?- domandò Rafael, l’angelo custode, innervosito dal menefreghismo del ragazzo
- lasciami stare stupido pennuto, non resterò un minuto di più ad ascoltarti. Ho la mia vita e tutto quel che desidero adesso!- rispose il giovane dallo sguardo scurito mentre si sedeva sul letto, con la testa fra le mani, pesante come il piombo; i capelli neri coprivano quello che prima erano uno sguardo ridente, di un ragazzo attaccato alla vita e pieno di speranze.
Gli occhi, neri come il mare notturno, fissarono Rafael che rattristato scompariva nel nulla; al suo posto comparve una giovane ragazza dai capelli neri corti e uno sguardo agghiacciante, che lo prese dalla mano e ,come una sirena, lo portò nel suo mondo oscuro.
 
Arrivati, intanto, alla porta d’ingresso del comune, gli occhi verdi di Joshua  si incontrarono con quelli glaciali di Judas , il quale gli fece un ghigno.
Stefano e Max li  invitarono, dunque, a raccontare gli avvenimenti della sera precedente:
- Judas si incontra con un angelo nero, che avendo sentito il nome del nostro Protettore, si è inchinato buttando un urlo tremendo, dicendo di non nominalo più. Poi, l’ha scaraventato contro un muro e gli ha ordinato perentoriamente …di far fuori Stefano…dicendo di volerlo vedere soffrire  – disse Joshua, incrociando le braccia e appoggiandosi al muro,pensieroso.
- è una brutta faccenda!- esclamò padre Max- ma ce la farete ne sono sicuro – proseguì  Stefano - ragazzi dovete aiutarmi a prendere più voti possibili alle comunali; diventando assessore avrei modo di scoprire cosa stanno escogitano quelli del suo team; abbiamo 998 voti sicuri ma…Judas – sospirando – ne ha già 1500. Ho sentito che ieri ha proposto di andare nelle università per promuovere il suo programma: il programma  Nuovo Dogma  –
I ragazzi erano pensierosi. Ariel camminava per la stanza mangiandosi le unghie. Joshua, al muro, si mise un dito alla tempia, e roteandolo cercava di farsi venire un’idea.
Aleggiava il silenzio nell’ufficio di Stefano.
–elementare! – esclamò poi Ariel - dobbiamo solo precederlo: andremo domani all’università e promuoveremo il nostro partito!-
- ma come facciamo in un giorno ..? – sospirò il ragazzo- siamo arrivati troppo tardi-
- no, Joshua – disse Max – non dire così. Se è successo adesso ci sarà un motivo: questa prova servirà alla vostra fede! -.

I ragazzi si illuminarono. Ariel guardò Joshua facendogli un sorriso a trentadue denti e con un gesto della testa lo invitò a uscire, per iniziare la loro piccola, ma grande missione.
 
Passò una settimana, e  il fatidico giorno delle elezioni era alle porte. Domenica 7  i ragazzi si diressero verso la loro università.

Entrati nella loro classe affannati, purtroppo, vi trovarono Judas che stava preparandosi per il discorso:
- e voi che ci fate qui ? volete unirvi al mio partito?- disse il seguace dell’angelo nero. 
– preferirei morire!- esclamò Ariel .
– non mi piace avere scocciature mentre sto facendo il mio lavoro…andategli addosso!- ordinò ai suoi seguaci,uomini apparentemente normali che, a poco a poco si trasformarono in arpie nere.
-  ARIEL!!- gridò Joshua preoccupato per l’incolumità dell’amica.
I demoni volanti si stavano dirigendo verso di lei puntandole gli artigli affilati. Scagliatosi verso quegli esseri, per difenderla, Joshua venne  però bloccato dalla mano di Mikael, che lo invitava a guardare Ariel, ricoperta da un aurea cerulea.
  
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