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Autore: len91    06/06/2012    1 recensioni
Ragazziiiii;) ciao a tutti.. mi ritrovo qui a pubblicare, tra un esame e l' altro, una simpatica long su uno dei miei manga preferiti..
La guerra si è appena conclusa, il consiglio di Konhoa si trova a dover scegliere il nuovo capo del villaggio e il nostro protagonista è piacevolmente costretto a fare i conti con questioni sentimentali rimaste irrisolte..;)
Una storia dedicata a tutti gli amanti della coppia NarutoxHinata, perchè vedranno un evolversi del loro rapporto abbastanza credibile e molto simpatico.. e a tutti coloro che amano il carattere imprevedibile del nostro protagonista..
Non mi resta che augurarvi una buona lettura.. spero recensiate in tanti.. baci a tutti :)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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4.SOSTEGNO INASPETTATO.

 

 

 

 

 

 

Naruto era seduto al tavolo del suo salotto con in mano un paio di bacchette ed una fumante ciotola di ramen sotto al naso, che non aspettava altro che essere assaporata.

“ MM.. pancia mia fatti capanna, buon appetito a me “

Stava per arrotolare uno spaghetto intorno alla bacchetta per portarselo alla bocca, quando il suo sguardo si posò sulle fotografie disposte in cima alla credenza: il team sette  in un quadretto e i visi ridicoli suo e di ero sennin, nell’ altro. Il suo corpo si irrigidì un poco e la sua espressione perse la vitalità che l’ idea di una buona cena gli aveva indotto nell’ animo.

Già, quella era la sera della commemorazione funebre dei caduti durante la quarta guerra ninja, un rito che avrebbe ricordato gli animi coraggiosi di tutti coloro che non avevano esitato a sacrificare la propria vita per il bene e la sopravvivenza del villaggio.

Naruto prese la ciotola di ramen e la posizionò accanto al piccolo lavabo della cucina: non aveva più fame.

Si diresse nella sua camera, senza bisogno di impegnarsi a cercare gli abiti tra tutta la confusione dei suoi armadi; la tuta scura nera e bluastra dei rituali funebri di konhoa era l’ unico abbigliamento che il giovane teneva accuratamente piegato e posizionato per bene, in un angolo del comodino adiacente al letto.

Si infilò maglia e pantaloni e si legò i consueti sandali ai piedi: non avrebbe aggiunto al suo essere nessun altro tipo di ornamento, nemmeno il solito copri fronte della foglia: durante i riti funebri non era necessario indossarlo, durante quei riti si commemoravano non tanto ninja coraggiosi, quanto più uomini, semplici uomini che amavano ed erano, a loro volta, amati e rispettati.

 

Anche casa Hyuga, come molte altre famiglie, aveva subito delle perdite, soprattutto tra gli inservienti e le donne che si occupavano delle pulizie.. Hinata, sola nella sua stanza, aveva già indossato il suo completo scuro, quando:

“ Hanabi, per favore, puoi venire un momento? “ aveva chiamato la sorella;

la piccola della famiglia era accorsa immediatamente : “ Dimmi, cosa c’è ? “

“ Potresti aiutarmi a finire di prepararmi ? “ aveva domandato Hinata.

Hanabi che, avendo visto la sorella già vestita, aveva assunto un espressione stranita;  facendole notare che a lei pareva già pronta, aveva ricevuto in risposta: “ I capelli.. vorrei che me li legassi ”

“ Ma tu non li raccogli mai e poi io non conosco tante acconciature..” tentò di giustificarsi la piccolo, ma
“ Oh, non ti preoccupare per questo: una semplice treccia andrà benissimo ” l’aveva rassicurata la sorella.

 

Con il viso scoperto dai soliti ciuffi ribelli che le ricadevano sulle tempie, il pallore del viso della giovane Hyuga era straordinariamente messo in risalto e le sue espressioni aveva assunto un cipiglio leggermente meno dolce, ma più sicuro di sé.

la treccia, che, lungo la schiena, disegnava una fragile spina dorsale, venne spostata dalla giovane su una spalla, per poi ricadere, setosa, sul suo seno destro.

“ Sono pronta “ disse poi: “ Possiamo andare “.

 

Erano da poco trascorse le nove, quando al cimitero della foglia, la cerimonia aveva preso avvio; Naruto che si trovava in piedi nei primi posti, aveva potuto notare la presenza di tutte le famiglie di konhoa e della maggior parte ei suoi amici.. la sua attenzione gli aveva consentito di prestare ascolto alle prime parole di uno dei due vecchi consiglieri del villaggio quando, quasi come a volersi proteggere dal dolore che quel discorso gli avrebbe potuto evocare, si perse ad osservare i giochi di luci ed ombre che un tramonto straordinario disegnava sui volti dei presenti. La sua distrazione però non gli evitò di percepire, in lontananza, i nomi del maestro kakashi e di Jirajai; a quel punto il giovane chinò il capo, serrò gli occhi e digrignò i denti; gli rigò il volto una lacrima, poi due tre ed una dietro l’ altra si confusero in un pianto straziante, benché sommesso. Dannazione, aveva pensato Naruto, l’ aveva promesso, aveva assicurato al maestro Hiruka che non avrebbe più pianto, che si sarebbe sempre dimostrato forte e con il sorriso sulle labbra, che sarebbe stato felice proprio come lo aveva apprezzato ed amato Jiraya. Ed ora che considerazione avrebbe mai potuto avere di lui? Un frignone che non era nemmeno in grado di seguire un rito dedicato ai suoi più grandi affetti..dolore, gelo, gelo fuori e dentro il corpo.

 

Poi un tepore, un lieve e timido calore, lo indusse a rilassare i muscoli e distendere le dita, le cui unghie, per la tensione, gli si erano quasi conficcate nei palmi delle mani, tanto aveva serrato fortemente i pugni. Una mano morbida e setosa aveva sfiorato il suo polso destro e gli si era offerta come sostegno.

Sempre a capo chino, Naruto voltò il viso alla sua  destra; aprì gli occhi e, sgranandoli, con sua grande sorpresa, sussurrò con un filo di voce : “ Hinata.. “

Questa, dal canto suo, si limitò esclusivamente a fare un cenno con il capo e a sorridergli debolmente, mentre socchiudeva dolcemente gli occhi. Naruto, allora, sollevò il viso, si asciugò le lacrime con la manica della sua tuta e con un cenno di assenso rivolto alla ragazza, le rispose, sommessamente : “ Grazie “ e intrecciando con maggior energia le sue dita con quelle della giovane, consolidò quel tocco affettuoso, solido e rassicurante.

 

Quell’ incontro di mani, quell’ intreccio caldo, non si era slacciato per tutta la durata della cerimonia, ; anche quando questa terminò né Naruto, né Hinata abbandonarono la presa, non si guardavano, e nemmeno parlavano, ma quel contatto valeva più di molti sguardi e parole.

“ Hinata, vieni, è ora di tornare a casa “ la voce di suo padre fece sobbalzare la giovane che, con timidezza, ritrasse la sua mano e con un flebile “ Ciao, Narutokun “ lasciò solo il ragazzo, per poi dirigersi con la sua famiglia, verso villa Hyuga.

 

Mentre camminava verso casa, Hinata non aveva smesso un momento di fissarsi la mano che aveva stretta con quella del ragazzo, tanto è che sua sorella, per scherzare, le aveva detto: “ Smettila Hina, altrimenti te la consumerai quella mano “, ma la kunoichi non l’ aveva nemmeno considerata; continuava a pensare, riflettere, riflettere e ripensare. Si chiedeva che cosa avrebbe dovuto fare, quale comportamento avrebbe dovuto adottare nei confronti del giovane, era davvero confusa, accidenti..la razionalità le rendeva chiaro ed evidente il fatto che Nauto la considerasse solo come un’ amica, certo l’ aveva supportata e protetta in non poche occasioni, ma la sua disponibilità era un tratto della personalità che lui offriva a chiunque, non certo solo a lei.. il suo istinto, al contrario, l’aveva portata a dichiarare apertamente i suoi sentimenti, a supportarlo in qualsiasi occasione,e quella sera in particolare, avvicinarsi a lui per sfiorare la sua pelle, per toccarlo, per fargli percepire la sua presenza, perché lui si accorgesse di lei.. un gesto che, in passato, non si sarebbe mai immaginata di poter fare, senza, come minimo, arrossire violentemente o addirittura svenire.. come mai il suo istinto, con il passare del tempo, aveva preso sempre di più il sopravvento sulla sua razionalità?  Come mai si voleva ancora illudere, scioccamente, di poter diventare una delle persone, la persona, più importante della vita di Naruto?  rimuginando su questi pensieri, non si rese nemmeno conto di aver raggiunto l’ uscio di casa; varcatolo, si diresse immediatamente in camera sua e spogliatasi, si coricò appoggiando una mano su quel cuore che, come un bilanciere, tentava ancora di preservare l’ equilibrio tra il sogno di un amore straordinario e la realtà di un’ amicizia pacifica, ma estremamente sofferta.

 

Naruto era rimasto solo, tutti erano tornati alle proprie abitazioni, lasciando il cimitero completamente vuoto e buio; il giovane fissò le tombe e, nuovamente, un brivido di dolore gli attraversò la schiena..poi un flebile venticello giocò con i suoi capelli e lo costrinse a sistemarseli dietro l’ orecchio con una mano; quella mano..Naruto la fissò un momento e la sua espressione triste si distese un poco in un appena percettibile sorriso: “ Che dolce.. “ disse a se stesso: il tocco di Hinata, non solo gli aveva trasmesso sicurezza, ma gli aveva anche permesso di ascoltare la restante parte del discorso dei consiglieri, infondendole coraggio ed uno strano calore.

Con il pensiero di quel gesto scolpito nella mente, il giovane si lasciò sfuggire un saluto strozzato alle tombe e con un “ Addio “ si voltò verso la via di casa.

  
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