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Autore: katnisspeeta_krlove    07/06/2012    4 recensioni
Salve a tutti, questa è la mia prima fanfiction in assoluto, spero vi piaccia.
Parla della vita dei nostri protagonisti principali dopo la guerra!!
ATTENZIONE SPOILER per chi non ha letto Mockingjay!!
Recensite in tanti, mi raccomando!! Accetto ogni tipo di consiglio, grazie, un saluto!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era arrivato il grande giorno. Oggi, sabato 10 giugno, alle ore 11.30, mia madre sarebbe diventata la signora Julia Odair.
Stentavo ancora a crederci. Mia madre, una donna sposata, con un uomo che non era mio padre ma che sapevo l'avrebbe resa felice.
O meglio, gli conveniva.
Mi guardai ancora un a volta allo specchio della mia camera.
I miei lunghi capelli castani erano legati nella mia solita treccia, con solo un ciuffo che mi ricadeva leggero sulla fronte.
Ammirai soddisfatta il vestito che mi era arrivato ieri mattina, direttamente dal distretto 4.
Era davvero fantastico : senza spalline, aderente, gonna sopra il ginocchio, di un azzurro chiaro, mentre la parte superiore, cioè la fascia di pizzo che mi copriva il seno, era di colore bianco pallido.
Andai in bagno a truccarmi, niente di speciale, solo un po' di ombretto, eyeliner nero e un po' di lucidalabbra.
Non feci neanche in tempo a pensare a quanti minuti avevo prima dell'arrivo del mio accompagnatore, che il campanello suonò.
Mi precipitai giù dalle scale, cercando di non uccidermi con quei bellissimi ma altrettanto scomodi trampoli bianchi che avevo ai piedi, e aprii la porta, trovandomi davanti, dopo ben cinque giorni, il mio ragazzo.
Indossava un vestito da sera nero con papillon dello stesso colore, una camicia bianca e scarpe di pelle.
Spostai lo sguardo sul suo viso.
Merda, quanto mi era mancato.
Gli occhi più azzurri che mai erano fissi su di me, i capelli biondi pettinati all'indietro, la mascella squadrata e la bocca che avevo assaporato un'infinità di volte, spalancata mentre il suo sguardo continuava a vagare sul mio corpo.
Era meraviglioso.
In quel momento mi chiesi come avevo fatto a sopravvivere così tanti giorni senza di lui, senza i suoi baci, senza le sue carezze, senza le sue mani su di me.
"Sei bellissima" disse guardandomi negli occhi.
Dio, la sua voce! Vellutata, agitata, ma così tremendamente sexy.
"Ehm, grazie. Anche tu." risposi imbarazzata " Mi sei mancato".
Lo sentii sospirare, mentre spostava il suo sguardo verso le sue scarpe, che sembravano essere diventate d'un tratto interessanti, prima di sussurrare un "anche tu" a voce talmente bassa che lo sentii per pura fortuna.
Nessuno parlò durante tutto il viaggio verso la chiesa, il silenzio era rotto solamente dal battito accelerato del mio cuore, causato dalla sua vicinanza.
Scendemo dalla macchina e vedemmo gli invitati che si stavano dirigendo verso l'entrata della chiesa.
Tra la folla, notai Gale, in smoking blu, che parlava tranquillamente con Alessia, bellissima in un abito verde scuro lungo fino a metà coscia, leggermente scollato sul davanti e dei sandali neri con cui io non sarei riuscita neanche a stare seduta.
Li raggiungemmo e, subito dopo esserci salutati, arrivò la macchina che trasportava mia madre, così Gale ed Alessia entrarono in chiesa, ed io e Peeta attendemmo che mia madre scendesse dall'auto.
Quando lo fece, rimanemmo entrambi folgorati.
Era bellissima.
Aveva optato per un abbigliamento tradizionale.
Il lungo abito color avorio la fasciava perfettamente, il corpetto di pizzo ricamato presentava una scollatura a cuore, l'ampia e vaporosa gonna, che aveva un piccolo spacco chiuso da una rosa che faceva intravedere lo strato di tulle sotto, sfiorava il terreno, mostrando solo la punta arrotondata delle eleganti scarpe bianco con il tacco.
I capelli, coperti da un velo che le arrivava a metà schiena, erano raccolti in una treccia attorcigliata al centro della nuca, il tutto completato da orecchini e collana di perle.
"Sei favolosa, mamma" dissi quasi con le lacrime agli occhi, abbracciandola.
"Anche tu, tesoro. Guardati, la mia bambina! Sei una donna ormai" rispose lei, stringendomi.
Dopo aver abbracciato anche Peeta, fece un bel respiro.
La guardai un'ultima volta, prima di entrare in chiesa (e notare un emozionatissimo Chris in smoking), seguita a ruota da mia madre, scortata all'altare proprio dal mio ragazzo.
La cerimonia durò più o meno un'oretta e mezza e, dopo il rito della tostatura tradizionale del nostro distretto, ci dirigemmo tutti, tra lacrime e auguri, verso il tendone ospitante il rinfresco che io stessa avevo organizzato.
Tutti i tavolierano appoggiati al muro, tranne per uno rotondo al centro della stanta, sopra il quale la torta a due piani di Peeta faceva bella mostra di sé.
Mangiammo, bevemmo, parlammo e ballammo per tutto il giorno.
Io, dopo essermi commossa durante la cerimonia e congratulata con mamma e Chris dopo, passai la giornata con Peeta al mio fianco (che però sembrava non volermi affatto toccare), a parlare con gli invitati, che variavano da persone del mio distretto a gente che non avevo mai visto in vita mia.
Il Ragazzo del Pane appariva spesierato e normale come sempre, ma io sapevo che stava soffrendo, anzi sembrava anche voler annegare la sua tristezza nell'alcol.
"Peeta, smettila di bere! Ti ubriacherai così!" gli dissi, dopo che Annie aveva trovato un'altra persona da bombardare con le sue domande.
"Io faccio quello che voglio, chiaro bambola?" rispose lui.
A giudicare dalla sua espressione e dal suo alito,  era già andato.
Fantastico.
"Peeta sul serio, basta, così starai male. Sù, vai a prenderti un bicchiere di acqua laggiù e prendine uno anche per me, per favore" gli dissi togliendogli il bicchiere di mano, facendoci sfiorare e provocandomi un brivido su tutta la schiena.
Sbuffando si avviò al tavolo che gli avevo indicato, poco prima che Gale e Alessia mi raggiungessero.
"Allora, pronta per dare inizio al piano di riconquista, Catnip?" disse Gale.
"Pronta, e ricordati che deve sembrare che io non me l'aspetti."
Gale annuì.
"Beh, io vado, a dopo, e.. Katniss? Mi fido di te, ma ricordati che lui è impegnato" disse Alessia facendoci l'occhiolino.
Mi avvicinai a Gale, feci un respiro profondo e chiusi gli occhi, dopo essermi assicurata che Peeta stesse guardando nella nostra direzione.
Due secondi dopo sentii le labbra di Gale appoggiarsi sulle mie, calde e dolci come le ricordavo.
Poi accadde tutto molto velocemente.
Non feci in tempo a pensare a niente che le nostre bocche si staccarono prepotentemente e, appena aprii gli occhi, vidi Gale disteso a terra con un labbro sanguinante e Peeta che si allontanava velocemente, aprendo e chiudendo nervosamente la mano con cui aveva tirato il pugno al mio amico.
"Gale, oh mio Dio, ti sei fatto male?!" sentii chiedere da Alessia, con voce preoccupata
"Tranquilla, è tutto a posto" la rassicurò sorridendo per quanto gli permetteva il labbro rotto, mentre tutti gli invitati, sposi compresi, si voltarono a vedere cos'era successo.
"Va da lui, Catnip, io sto bene" mi disse lui, indicando l'uscita.
Lo ringraziai con un cenno del capo, e poi mi dirigei avviai verso l'uscita, da Peeta, sapendo già a cosa stavo andando incontro.



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Scusatescusatescusate per il ritardo!!!
E' solo che questo capitolo è stato un parto!!
Spero comunque che vi sia piaciuto!!
Cercherò di postare il capitolo 12 il più presto possibile!
Grazie ancora a tutti per tutto,
alla prossima, un bacio!!

katnisspeeta_krlove

  
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