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Autore: Polveredigente    08/06/2012    8 recensioni
E' una notte silenziosa ad Hamilton.
Una solita e nevosa notte nel cuore del Canada.
Il mondo tace, solo qualche animale lontano rincorre la propria preda, un ululato squarcia il silenzio, chi rivedrà la luce del sole?
Io scommetto sul più grande, qualsiasi cosa sia.
E' una notte silenziosa ad Hamilton ed una ragazza è pronta a cambiare vita, ancora una volta, ma lei ancora non lo sa.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come on .. is another world!
 
 
"Dove andiamo?" Salto sull'ultimo scalino piena di energia e sorridente, i capelli mi rimbalzano in testa e ancora umidi li friziono portandoli da una parte sola, Danielle mi fissa e ritorna a impazzire con il suo cellulare.
L'asprina inizia a fare effetto e il mal di testa sta piano piano scomparendo, ma al suo posto compaiono immagini sconclusionate e nitidissime, che fanno venire a galla particolari che ieri ho ignorato e che adesso mi sembrano fondamentali. 
Il tono con cui mi ha ordinato di seguirlo, la forza con cui mi ha strattonato per i corridoi, il momento di confusione appena usciti da scuola, gli occhi prima gelati e poi caldi e accoglienti, la voce sollevata con cui mi ha parlato quando ha capito che lo consideravo un vampiro, ma soprattutto l'assurda fermezza con cui mi aveva assicurato di non essere un umano.
"Per scuola puoi pure andare bene ma se devi fare conquiste devi mostrare la merce." Decreta squadrandomi. Cosa? Di cosa parla? Mi sono persa di nuovo. Guardo i miei jeans e la mia t-shirt larga e poi fisso lei.
"Sai che non mi sento a mio agio mezza nuda, e poi merda non sono femminile!" Mi butto accanto a lei sul divano e appoggio la testa sulla sua spalla, diciamo che questi non sono proprio i problemi più importanti della mia vita, ma se proprio ne dobbiamo discutere continuo"E poi non devo conquistare nessuno io."
"Si è femminili per se stesse, non per gli altri. Se ti senti figa lo diventi!"
Ride scuotendo anche me. "Almeno un pò di trucco che dici?" Per lei la vita è cosi facile, sarebbe bello per una volta non avere troppi pensieri per la testa, non pensare a quanti soldi ti restano per mangiare fino a fine mese, non pensare a quante ore di straordinario ti tocca fare, non pensare a quanto poco la vita ti abbia dato, arrivare a casa e preoccuparsi solo di cosa mettere il giorno dopo a scuola, agitarsi del brutto voto in matematica e emozionarsi per le occhiate che un ragazzo continua a lanciarti. La mia vita non può essere cosi facile vero? Guardo Danielle e sorrido, non l'invidio però, anzi le voglio bene e sono felice che la vita per lei sia facile, porta un po' di tranquillità nella mia, che tutto può essere tranne che normale.
"Lo sai che lo amo.. ma non ne sono capace!" Parlare con lei di trucchi, vestiti, cibo, rende le cose meno strane, meno complicate, più sopportabili. Non sapete cosa significhi svegliarsi la mattina e sapere che a nessuno importa di te. Non sapete il nodo allo stomaco quando hai bisogno di qualcuno che ti dica che per te ci sarà sempre, e alla tua porta non si presenta nessuno. Non sapete cosa significhi essere soli al mondo.
"Faccio io!" Fà schioccare le dita con uno sguardo preoccupante.
Mi alzo repentina e mi guarda di nuovo da capo a piedi.
"Andiamo di sopra cosi mi fumo una sigaretta nel frattempo." Fumo da quando ho 14 anni, presi una sigaretta da Madaline, da mia madre cioè, e aspettai una sgridata, uno schiaffo, un riprovero..non arrivò mai nulla.
"Ricominciato?" Si alza appoggiando la scodella quasi vuota sul tavolo, vedo più negli occhi della mia amica un velo di riprovero e di preoccupazione che nei suoi in tutta la mia vita.
"No, solo quando sono nervosa..o ne ho voglia. O faccio gli incubi." Tocca a me sorridere e con lei per fortuna non c'è mai nulla di sforzato.
"Non hai mai smesso, perfetto." 
"Andiamo in camera mamma!" Sbuffo avvicinandomi alla scale per prendere il pacchetto e l'accendino, sarà che ho trovato una nuova mamma qui a Bristol?
"Prendi sorella..dovessi poi non trovarlo!" Vedo il mio cellulare volarmi in contro e con uno scatto della mano lo afferro, prima che vada a frantumarsi contro il muro.
"Merda." E' l'unica parola che riesco a dire, una serie di brividi mi nasce in petto e vorrei sprofondare proprio adesso, ma non posso, mi appoggio al corrimano e ci spingo contro il viso accaldato. Cosa succede? Adrian non c'è, non ci sono ragioni per le crisi di panico, sto bene, sto bene. E poi ricordo il perchè mi sono addormentata sul divano, mi ricordo i messaggi, il sadomaso.. è tutto legato a lui. La mia vita è legata alla sua da un sottilissimo filo che continuo a pensare porti solo del male, ma spezzarlo a cosa può portare?
"Che succede? Stai morendo?" Ancora la voce allarmata mischiata al gioco, ancora il terrore mischiato alla risata. Danielle non deve soffrire, non centra nulla, eppure continuo a svelarle sempre piccoli particolari, continuo a volerla senza riserve, la vita mi ha portato ad essere cosi egoista? Non deve soffrire, ma ho cercato di allontanarla per tanto tempo, adesso ho bisogno del suo sorriso e della sua innata felicità per poter andare avanti.
"Andiamo." Stringo in denti e mi alzo sorridente verso di lei." Muovi il culo babe." Strascico l'ultima lettera come il nostro adorato professore di matematica e salgo ridacchiando le scale.
"Sei una pessima attrice ragazza." Si alza e mi segue, oggi non sarà affatto facile. La vedo sul piede di guerra.
"Ti ha toccato?" Sento la sua presenza dietro di me e capisco che devo una risposta, ma quale?
Danielle sa delle reazioni assurde che il mio corpo ha al tocco di Adrian, gliel'ho dovuto dire a causa dei numerosi giramenti di testa che mi prendevano durante le lezioni solo perchè mi aveva poggiato la mano sulla spalla, o dei semi svenimenti quando mi sfiorava la guancia distrattamente, sa almeno questo, e spesso ne parliamo ma non ne arriviamo mai a capo.
"Raramente"Sospiro aprendo con un calcio la porta "E' come se avesse capito di mandarmi fuori di testa." Mi butto poco delicatamente sulla sedia a dondolo mezza rotta vicino alla finestra accendondomi la sigaretta. Come al solito con lei mi sfuggono troppe cose, non saranno le parole che controllo ancora bene o male, ma il tono in cui le dico o i gesti che le accompagnano sono esageratamente miei, veri, personali..E lei è fin troppo attenta.
"Ne sei triste vero?" Da morire. Ogni volta che le sue dita toccano la mia pelle per sbaglio e non si soffermano abbastanza per sentirne il calore, impazzisco.
"Un po'." Mi sento un merda ogni volta che mento a Danielle, lei mi dice qualsiasi cosa, da quante volte si specchia a quante volte fà la pipì, ed io non riesco nemmeno a dirle la semplice e pura verità. "Okay, parecchio." 
Allento un po' la presa sul mio autocontrollo, che paura ho?
Dan è una bravissima ragazza e l'unica cosa che mi chiede è fiducia, ed io non riesco ad accontentarla in nessun modo.
Prima o poi dovrò pur fidarmi totalmente di qualcuno, perchè non iniziare dalla ragazza dai capelli arancioni e dagli occhi grandi che mi fissa sorridente?
"Hope ti piace, e su questo non ci sono dubbi." Butto fuori velocemente il fumo e sono pronta a ribattere quando continua " Però se prima ti sfiorava per caso, come due amici stupidi e poco intimi, poi ha iniziato a fare battute allusive, a sfiorarti le mani, le guance..Ed il tuo cuore ha iniziato a fare le capriole. Poi le cose sono peggiorate, ogni volta che ti sfiora il tuo cuore rischia di impazzire e tu ti senti di morire. Ma dici che ha capito che ti fà del male?" Mima due virgolette nell'aria e sorride mordendosi il labbro "E quindi che ti tocca per vedere la tua reazione? Reazione che prontamente non manca." Annuisce alla sua stessa affermazione ed io sono quasi dispiaciuta di interrompere il suo monologo, ma devo.
"Veramente questo lo stai dicendo tu." Però in fin dei conti non ha nemmeno tutti i torti, all'inizio, appena arrivata a scuola lui è stato il primo a parlarmi, però era una cosa che finiva lì, frequentavamo quasi tutti i corsi insieme, parlavamo, tanto, a pranzo passava a salutarmi prendendomi in giro per qualche minuto, e poi andava a sedersi tra i suoi amici fighi. 
Adesso le cose non sono cambiate più di tanto, solo che le sue mani si poggiano sempre più spesso sulle mie gambe, i suoi occhi mi cercano durante le lezioni con insistenza e il mio cuore corre più del normale.
Lei si passa una ciocca di capelli prima in bocca poi la butta all'indietro e adesso mi fissa, mi fà paura.
"Siamo nella merda." La guardo, prendo una boccata dalla mia sigaretta e rido piano, poi scoppio in una risata isterica. 
"Davvero? Quante volte abbiamo fatto questo ragionamento? Siamo arrivati sempre alla solita conclusione: siamo nella merda. Sono nella merda."
Sono solo una malata di mente, tutto qui, non posso innamorarmi, non posso vivere, non posso nemmeno farmi toccare da un ragazzo perchè rischio l'infarto. 
La cosa che più mi da' fastidio è l'assoluta certezza che qualcosa da parte sua c'è, Adrian prova qualcosa per me, che sia la voglia di scopare con me o di innamorarsi ancora non lo so, ma è chiaro che non sono una semplice amica, ed io perchè non posso essere una semplice ragazza una volta ogni tanto? Che commette errori, che sbaglia, che si innamora.
 
L'amore non esiste, ricordi tutte le notti che ti sei ripromessa di non cascarci?
 
"Eppure non è una questione di ragazzi in genere. Il tuo corpo non accetta quello di Adrian."
"Ma la mia anima lo cerca disperatamente." La guardo e scuoto la testa, ci stiamo buttando, almeno facciamolo in grande stile. "Ma senza corpo due anime non possono incontrarsi no?"
Una smorfia le si disegna in viso ed entra nel mio bagno sicuramente alla ricerca dei beauty case con i miei trucchi..amo truccarmi, ma non ne sono assolutamente capace.
"Stasera si va in discoteca." Urla dall'altra stanza, io quasi mi strozzo con il fumo e con la mia saliva. 
"Cosa?No, Bull, no non ci vengo." 
"Tu verrai con me devo provare un cosa." Si tratta di farmi infilare la lingua in gola da qualcuno, già immagino.
"Ci ho già provato..nulla." Da dove mi venne di dare corda al ragazzino del bar che ogni mattina ci provava con me?
"Quando? Complimenti bimba." Sbuca dal bagno e si siede sulla scrivania.
"Dopo il primo svenimento, credo. Lui era bellino ma alle prime armi." Ricordo ancora il profumo di cornetti caldi che emanava, l'avevo portato nel retro con la scusa di una sigaretta e poi mi ero ritrovata le sue labbra sulle mie, scuoto la testa.
"E il cuore?" Porto una mano all'altezza del diretto interessato e adesso batte tranquillo, ritmico e silenzioso. Traditore.
"Schifato." In effetti è l'unica cosa che ricordo oltre il tanfo soffocante.
"Hope!" Sgrana gli occhi e incrocia le gambe.
"Niente. Niente brividi, niente paura, niente confusione. Nulla di nulla." Sospiro, una persona normale che bacia un'altra persona.
"Dobbiamo andare oltre il bacio." Si guarda le unghie aspettandosi una mia reazione.
"Cosa?No, non posso." Urlo presa da non so quale furia. "Cazzo, no con uno sconosciuto. Non posso, è contro ogni mia etica." Ho fatto sesso solo con una persona, solo con Stephen e sinceramente non ne ho un ricordo roseo, mi aspettavo tutto tranne il cozzare sordo di due corpi sudati in una macchina vicino al mare.
"Si invece, ti sistemo e andiamo un pò al centro commerciale. E nel frattempo mi spieghi anche la crisi di panico appena ho detto oltre."
"Nessuna crisi, niente panico. Tutto bene." Sono pronta a raccontarle tutto? Non ancora, lo farò. Ho deciso di dare fiducia a Danielle e non sarà certo il ricordo di un ragazzo a frenarmi. 
"Sisi certo. Adesso fatti truccare e non muoverti troppo."
Apro la finestra e butto la cicca della sigaretta, mi risiedo e incrocio le gambe appoggiandoci sopra i gomiti.
"Niente di eccessivo chiaro?" La mia voce suona quasi cattiva, ma le sorrido e sembra capire che tutto va bene visto che mi sorride di rimando e inizia a frugare dentro il mio beauty.
"Perchè hai tutti questi trucchi quando il massimo che ti ho visto in faccia è stato un rossetto e un po' di matita per giunta sbavata?" 
"Mh" Le parlo con gli occhi chiusi e la testa già tra le nuvole " La speranza è sempre l'ultima a morire no?"
"Vieni qua e fa' la brava." Mi raggomitolo ancora di più sulla sedia che mi culla lentamente. 
"Da vicino sei ancora più bella." Questo me lo ripete sempre anche Adrian quando si avvicina per bisbigliarmi qualcosa nell'orecchio durante storia o per abbracciarmi velocemente per farsi perdonare.
"Bella, bella..poi un ragazzo mi sfiora e rischio l'infarto." Come al solito non sono ossessionata, il ragazzo che me l'ha detto più volte è anche quello a cui non posso avvicinarmi, sfigata fino al limite.
"Non un ragazzo, il ragazzo." Precisiamo rigirando il dito nella piaga.
"Perchè lui?" Un sussurro mi esce strozzato dalla gola, non riconosco quasi la mia voce.
"L'amore non è una cosa facile piccola, non lo è mai stato e mai lo sarà. Perchè una persona inizia ad aver bisogno dell'altra in modo sconsiderato e folle? Da cosa nasce questo bisogno? E perchè delle volte nasce per poi finire, mentre altre volte vive in eterno? L'amore và solo accettato e coltivato, al resto ci pensa lui."
Nessuno mi ha mai amato, nessuno mi ha mai dimostrato amore più che altro. Che ci vuole a dirlo? Ti amo. Ti amo, sei tutta la mia vita. Ma i gesti? Le dimostrazioni? Non sono mai stata amata da nessuno. Nessuno mi è stato accanto sempre. Nessuno mi ha mai portato la colazione a letto o un semplice fiore la mattina presto. Nessuno c'è mai stato per me, come posso credere che esista qualcosa grande abbastanza da durare in eterno? Tutto smette di esistere prima o poi.
"Perchè per tutti è facile e per me non può esserlo?" Sospiro e sento le sue mani sul viso.
"Tu..tu non sei tutti. Sei diversa!" Dan è forse la prima persona che cerca di meritarsi un posto nella mia vita, mi aiuta in continuazione, cerca di farmi ragionare, e soprattutto di farmi ridere. Però cosa più importante sembra volermi bene.
"Si mo inizia anche a dire che lui è il problema, che non mi merita e che dovremmo rimanere amici. Mi sentirei davvero dentro un telefilm di seconda categoria."
"No aspetta. Tu e Adrian siete sesso! L'ho già detto?"
"Perchè ti interessi cosi tanto a me?" Dalla mia bocca escono indipendentemente queste parole, non sono da ragazza matura, nè tantomeno da donna, sono da bambina incoscente e stupida.
"Ti voglio bene Hope." La frase che aspettavo di più, ma anche quello che temevo con tutte le mie forze.
"Non te l'ho mai chiesto." Sono sulla difensiva, ho paura, paura di farmi male, di cadere e di non riuscire più ad uscire dal baratro.
"Non si chiede di diventare amiche o di voler bene. Succede e a qualsiasi cosa porti è sempre il massimo. E' solo un altro tipo d'amore." Amore. Sempre la solita domanda. Esiste? E' giusto crederci? E' giusto dirsi innamorate quando dopo una settimana si bacia un altro? E' giusto voler bene ad un'amica quando appena si gira la si critica? Amore, amore e ancora amore. Non c'è altra spiegazione al mondo?
"Non sai nulla di me." Cerco di modulare la mia voce, ma risuona ancora fredda e aspra. Ho paura e l'unico modo per nasconderlo e indossare la mia maschera da dura, quella da intoccabile. 
"Non ce n'è bisogno. Voglio bene ai tuoi occhi che mi hanno guardato sin dalla prima volta pieni di felicità, voglio bene al tuo sorriso contagioso e terribilmente vero, voglio bene alla tua voce melodiosa anche quando mi bestemmi contro. Ti voglio bene perchè mi fai ridere senza rendertene conto, ti voglio bene perchè hai la forza di dieci uomini e la cattiveria di un uccellino, ti voglio bene perchè sei caduta tante volte e non ti vergogni di mostrare le tue cicatrici, anzi ne vai fiera. Ti voglio bene perchè risplendi di luce propria ed io godo del calore che emani. E ti vorrò bene anche se mi dovessi dire di essere una poliziotta infiltrata pronta ad arrestarmi per chissà quale crimine."
"Non merito tutto questo. Sei una persona meravigliosa.." Non riesco più a parlare, le parole si confondono e ne esce solo un sussurro strozzato. "Resta nella mia vita, ho bisogno di te." Ho detto che dipendo da una persona, l'ho appena detto, ho appena ammesso di aver bisogno di qualcuno nella mia vita. Complimenti Hope ammettere la propria malattia è un passo fondamentale per guarire. "Ah e non lo sono, mi dispiace, niente carcere e ragazzoni tatuati."  Ridacchio gettando la testa all'indietro e dondolandomi leggermente con le braccia, ho gli occhi lucidi e non voglio darlo a vedere. Avrò anche ammesso di volerle bene ma piangere no, sono forte, non piango davanti alle persone.
"Chi sei Hope?"
"Sono Hope Anya Evans. Ho 18 anni e sono all'ultimo anno. 
Amo la fotografia e odio la matematica. Leggerei per ore e la musica è una delle poche cose che mi fa' calmare." Non le basterà, sento nell'aria la curiosità e la frenesia, non le basterà sapere quello che a scuola tutti sanno. Danielle vuole sapere di più, come tutti d'altronde, riuscirò a darle quello che vuole?
"E queste cose già le so..Chi sei in realtà Hope?" La sua voce è gentile, le sue mani delicate, il suo profumo dolce e l'atmosfera che mi circonda serena. E cosi lascio che la paura di farmi male, la paura di fidarmi troppo vada lontano, cerco di dare la mia più completa fiducia a Danielle, la mia Danielle e credo di non sbagliarmi, lei non mi farà del male.
"Sono Hope Anya Evans. Ho sempre amato il mio nome perchè ognuno deve sempre avere un po' di speranza nella vita. Mio padre è morto quando avevo 2 anni, non ricordo nulla di lui, neppure il suo nome." Credo di non ricordare nemmeno la sua faccia, prima lo ricordavo bene, ricordavo i suoi occhi grandi e grigi, e la sua voce quando chiamò mia madre perchè l'avevo chiamato papà per la prima volta."Mia madre mi ha abbandonando scappando in Asia con il suo nuovo fidanzato quando ne avevo 14. Non è mai stata una mamma per me, ogni sera entrava in casa con un uomo diverso, ogni sera piangevo lacrime amare da sola nel mio letto. Mi sono rimboccata le maniche e ho vissuto tra scuola e lavoro fino all'anno scorso, quando stanca della mia vita ho fatto le valige e ho deciso di partire. Ho viaggiato per mesi quando mi andava bene su autobus sgangherati, se no facevo l'autostop sotto la pioggia o magari la neve. Però ho fatto tante foto, ho conosciuto tanta gente, e non sono riuscita a fidarmi mai di nessuno."
Prendo un respiro e apro gli occhi, ho buttato davvero tutto fuori?
La sua faccia non è cambiata di un millimetro: occhi verdi e grandi, capelli arancioni e liscissimi, ed il suo sorriso meraviglioso, mentre armeggia con la mia faccia. Quante persone ho incontrato sulla strada? Ho cambiato sempre nome, ho cambiato sempre storia.. adesso una ragazza qualsiasi sa' tutta la mia storia, ed ha in pugno la mia vita.
"Di me si, adesso. Continua."  Ed è vero. Mi sto fidando di lei, non dovrei, non potrei, quando la mia vita è un intrico complicato, però alla fine ti stanchi di combattere da sola, ogni tanto hai bisogno di qualcuno che ti tenga per mano.
"Sono arrivata a Londra dopo quasi sei mesi di viaggio. Avevo trovato dei ragazzi con cui mi trovavo bene, ma l'Inghilterra mi aveva catturato.
Sono venuta a Bristol solo perchè Cristina era di qui, lei e Scott erano venuti a prendere chissà cosa, loro volevano portarmi in giro, ancora, ma ero davvero stanca del vagabondaggio." Ricordo la prima volta che avevo chiesto un passaggio a Cristina, eravamo in autogrill ed io avevo assolutamente bisogno di una sigaretta, lei mi guardò e senza nemmeno aprir bocca me ne passo una, presentandosi. Non dimenticherò mai i suoi capelli riccissimi e le gote perennemente rosse. E' stata la persona con cui ho legato di più, l'unica che potessi anche lontanamente considerare amica." Volevo stabilirmi da qualche parte e lei me ne ha dato l'occasione giusta: non avevo soldi e lei mi offrì casa sua, a patto che la mantenessi pulita. Mi ha fatto un regalo, ma non immaginavo cosi grande." Apro le braccia cercando cercando di comprendere la meravigliosa villetta sperduta nel bosco che avevo trovato seguendo le istruzioni disegnate su una tovaglietta da bar. " Bella vero? Ormai è mia. L'ho arredata a gusto mio, faccio quello che voglio, ma se un giorno Cristina venisse potrebbe benissimo cacciarmi, anche se non credo. E' ricca sfondata!"
"Perchè eri stanca della tua vita?" Dondolo lentamente cercando di non darle fastidio e lei non è dispiaciuta.
"Sai quel senso d'infinita apatia che riescono a portare solo le delusioni? Vedi la vita passarti davanti e non fai niente per cambiare le cose. Ero semplicemente stanca di vedere sempre le stesse facce, di provare sempre le solite emozioni.." Mi fermo per riflettere, sono proprio io quella che sta parlando? No perchè ero dell'idea che qui a Bristol non avrei avuto vita, non avrei avuto passato, non avrei avuto ricordi. Ed invece sono su una sedia a dondolo a parlare del mio passato, come una qualsiasi vecchia di paese.
"Che delusione? D'amore?" Ah, amore. Prima ci credevo sapete?
Quando ero piccola e fissavo il soffitto della mia camera desideravo trovare un ragazzo capace di portarmi via da quello schifo di casa e farmi vivere la favola. Doveva portarmi via da quell'incubo sopra ad un cavallo bianco e possibilmente doveva avere gli occhi chiari. E una voce dolce e allo stesso tempo ferma. Doveva farmi innamorare, giorno dopo giorno, ed io dovevo amarlo continuamente, senza freni e limiti, sempre noi due ed il nostre amore. Scuoto la testa. Via cavallo, via ragazzo, via amore. Vivo benissimo da sola.
"Quasi." Non chiedermi questo, non sono pronta, non loro.
"Me lo racconti?" 
"NO." Un urletto strozzato mi esce dalla bocca involontariamente, apro un occhio e la vedo armeggiare con spugnetta e fondotinta, mi lancia un sorriso pieno d'amore, di felicità e di felicità ancora. "Si..diciamo che è una puttanata."
"Racconta." La bocca si secca e il solo aprir la porta di questo ricordo amaro mi fà male al cuore, dopo un pò il dolore passa no?
"La mia migliore amica se la faceva con il mio fidanzato" Un groppo mi sale in gola, Margaret, quanto bene le ho voluto? Non è possibile dimenticare tutto vero? Schiacciare un dannato pulsante e ricominciare da zero, ogni volta, promettendo continuamente che sia l'ultima, ma sapendo nel profondo che non sarà cosi. La vita non è cosi semplice.  "..se fidanzato si potesse chiamare."
"Ma in che senso? Cosa facevano insieme?" Amica mia, proprio tu non immagini? Ricordo quel giorno come fosse ieri, come se avessi ancora chiusa nel portafoglio la fotografia di loro due, avvinghiati.
"Fai vagare l'immaginazione amica."
"COSA?" Schiudo un occhio e lei mi fissa contrariata, in mano ha svariati prodotti e sul naso un pò di fondotinta troppo chiaro.
"Stavano scopando. Solo che non li ho visti solo io, tutta la scuola era tappezzata dalle loro foto. Nudi come vermi, in tutti i corridoi, su tutti gli armadietti, in tutti i bagni,nelle pose più strane e umilianti." Mi iniziano a sudare le mani, quel ricordo nonostante tutto fa' un male cane.. quel dolore che ti nasce dal petto e si diffonde in ogni possibile lembo di pelle. 
"E a lui? A lui che hai fatto?" La sua voce prende la curiosità che si ha quando si vuol sapere la fine di un libro o di un film.
"Di Stephen non m'importava nulla." Mi scappa un risolino ma le sue mani mi riportano alla serietà. "Ero diversa..ero più timida e silenziosa e quando questo ragazzo biondino, famoso in tutta la scuola mi chiese di uscire accettai. Anche se i biondi di solito non mi piacciono, anche se quando lo vedevo per i corridoi non provavo nulla, anche se non era il mio tipo." Anzi odiavo la sua faccia, odiavo quella faccia da cane bastonato, ma anche quella da figo che indossava con le ragazze, odiavo le occhiate che lanciava a tutte, odiavo come i capelli li ricadevano sul collo, odiavo tutto di lui." E anche se sapevo che per lui sarebbe stata solo una sfida accettai, e nel giro di una settimana diventai la sua ragazza." Quella da esporre nelle giornate importanti, quella carina e seria, quella intelligente e allo stesso tempo innocua, la solita cogliona.
"Ma?" Il sole inizia a filtrare attraverso la finestra e le mani di Danielle sul mio viso diventano quasi rilassanti.
"Ma fu lei a sconvolgermi. Fu lei a farmi male. Fu lei a dilaniarmi. Eravamo cresciute insieme, Margaret era un pezzo di cuore. Le avevo dato tutto, sapeva ogni mio problema, ogni mio dubbio..tutto. Ed è proprio per colpa sua se non mi fido di nessuno." Il nostro primo incontro fu sotto un fiume di lacrime. Lei piangeva e si stringeva le esili gambe al petto, aveva i capelli di un un biondo smunto e chiarissimo, era bella sin da piccola ed io le chiedi cosa succedeva.. perchè piangeva?
Lei mi guardò dicendomi che le avevano rubato la merendina, io presi la mia e gliela passai, diventammo subito amiche. Ed iniziammo a dividere ben più di un panino al prosciutto, era la mia compagna di vita.
"Di me ti stai fidando." Le ho raccontato una vita che sembra un film, le ho scaricato addosso una storia che fatico a credere anche io, mi sembra impossibile essere riuscita a superare tutto eppure lei continua a fidarsi di me..non ha avuto la minima esitazione. E mette in primo piano la mia fiducia nei suo confronti.
"Dopo quanto? Non pensi sia un pò troppo?" Pensavo mi buttasse la spugnetta contro e mi mandasse al diavolo, pensavo non credesse a nulla, pensavo sparisse dalla mia vita spaventata, è ancora qui.
"L'importante è che tu mi stia dando fiducia. Lo apprezzo. E giuro che tutto quello che mi stai dicendo non uscirà mai dalla mia bocca, anche se fossi ubriaca o sotto tortura." Mi scappa un sorriso, ma capisco che lei mi considera sua amica, una sua buona amica, ed io le tengo nascosta anche una cazzata, un domani cosa potrei nasconderle? Mi sto aprendo con Danielle, mi sto aprendo ma non riesco a dirle una delle tante puttanate fatte, questa è amicizia? Le mie labbra si muovono da sole, ancora una volta, dicendo quello che non avrei mai dovuto nemmeno pensare. 
"Ho detto ad Adrian che è un vampiro." Pronunciare quel nome mi provoca la pelle d'oca sul braccio sinistro, quello dove sfoggio ancora il braccialetto rosso, che ormai sta diventando di un viola pallido e giallognolo.
"Spiegami perchè sei cosi cogliona da avermelo detto solo adesso..FINITO." 
"CHE?" Apro gli occhi spaventata e una luce accecante mi spinge a richiuderli immediatamente. "Cosa mi hai fatto?"
"Sei solo bellissima." La sua voce soddisfatta mi arriva direttamente nelle orecchie ed infatti immediatamente le sue mani si posano sulle mie spalle, schiudo gli occhi piano e lo specchio riflette ancora troppa luce. Vedo però una figura pallida e dai capelli biondi con gli occhi spalancati e la bocca disegnata da un fuxia meravigliosamente intenso. Le lentiggini sono ancora in bella mostra ma danno al viso un'aria infantile, al viso, al mio viso. 
"Sono proprio io?" Ecco di cosa parlavo, riesce a rendermi anche se per pochi minuti o per qualche ora una ragazza semplice e magari frivola, che si lascia truccare e vestire, che si vuol vedere bella e non lo nega.
"E chi se no? La mia bellissima amica e ora corri a metterti na cosetta carina che andiamo al bar. Ho bisogno di un buon caffè e tu dovresti mangiare qualcosa di caldo ogni tanto." Mi scompiglia leggermente i capelli e me li sistema di lato, io corro velocemente verso l'armadio e lo fisso sconsolata, poi tiro fuori una maglietta bianca sblusata e larga, la misuro di slancio, non ricordavo nemmeno di averla. 
"Taaadan." Mi guardo allo specchio e rimango delusa. "Merda mi scopre metà pancia" cerco di togliermela ma Dan mi interrompe.
"Cosa diamine fai? Lasciati questa maglietta, ti sta divinamente. "
Mi tira per un braccio e mi trascina verso le scale, la lascio fare, mi diverte essere una bambola nelle mani della bimba sadica ogni tanto.
"Aspetta, no, no. Devo prendere la borsa con sigarette e soldi."
"Velocemente prego. Ho bisogno di rimetterti a nuovo." La guardo torva cercando svincolarmi dalla sua presa.
"Ehi sono cosi male?" Cerco di fare una faccia da finta offesa, ma lei non mi guarda nemmeno, so che Danielle mi ama, e so anche cosa vogliano dire le sue parole, ma con lei spesso e volentieri cerchiamo di non prenderci sul serio.
"Assolutamente no. Ma devi essere al massimo. Se non puoi avere Adrian devi avere qualcuno alla sua altezza." Ci guardiamo fisse negli occhi per pochi secondi, poi scoppiamo a ridere.
"Impossibile." Diciamo all'unisono, una gridando e l'altra borbottando.
"Hope Evans hai trovato la tua futura migliore amica e ti farò felice, costi quel che costi. Non ti libererai di me cosi facilmente." Sorrido con la testa bassa, ha già occupato un posto che non avevo mai nemmeno preso in considerazione, ha preso la sua posizione quando io non l'ho mai avuta.
"Aspetta chi è la mia migliore amica? Mi sono forse persa qualcosa?"
"Sono qui, non mi vedi? Amica migliore di me non potevi avere, quindi adesso stai zitta e andiamo." Ho trovato un'amica, una spalla su cui piangere. Una persona a cui dare amore. Una persona da cui ricevere amore. L'amicizia non è solo un tipo diverso d'amore?
 
 
"Non posso, scordatelo Dan." Scuoto la testa cercando di allungare quella specie di minigonna a vita alta con gli occhi chiusi e le mani di lei in faccia"Credo di essere stata più vestita anche al mare!" Mi rifiuto cazzo.
"Taci. Stai benissimo e l'azzurro ti sta da dio." La gonna è di uno sgargiante azzurro cielo e sopra una piccola canotta bianca.
"Ma la gonna è corta!" Sbuffo sbattendo i piedi per terra.
"Non troppo." Odio come riesce a mantenere la calma, in tutte le situazioni. 
"Ma.." Cerco appigli, non posso uscire di casa cosi, datemi i miei jeans!
"Ti piaceva questo abbinamento però Hope!" Ecco la nota spazientita che aspettavo.
"Mi piace.. lo vedo solo esagerato per una serata in discoteca." Mi giustifico, il problema non sta nei vestiti, o nei capelli, il problema è semplicemente che non voglio andare in discoteca.. ho un brutto presentimento. Ed io raramente sbaglio.
"Credo di aver capito che ciò che per te è esagerato per me è perfetto..stai zitta."
"Dan?"Sento la punta bagnata e fredda dell'eyeliner delinearmi l'occhio e le sue mani vogliono tapparmi la bocca, ma riesco a bofonchiare."Grazie di tutto."
"Di nulla babe. E ricorda che ti ho fatto una promessa, cioè l'ho fatta più a me che a te, ma Danielle Bull mantiene la parola data. Sempre." Apro gli occhi e la guardo..mi sto fidando totalmente di lei, la sto facendo entrare nella vita e stranamente non ne sono spaventata.
Sono fiduciosa nei suoi confronti, sapete cosa significa? E' una delle sensazioni più belle del mondo. So' di potermi fidare della ragazza di fronte a me, non è una fiducia che dai con il tempo, quella che scatta quando conosci sempre più aspetti di una persona, è semplice e pura chimica. Mi fido perchè sento di poterlo fare.
"Andiamo adesso madame?" Continua lei sorridente porgendomi il braccio.
"Certamente monsieur. E si alzi il top se vuole arrivare almeno in discoteca." Usciamo da casa ridendo e parlando. Mi chiudo la porta rumorosamente alle spalle e Danielle si guarda intorno. "Che succede? C'è il lupo?" Anche io setaccio il cortile dove l'unica cosa in movimento sono due uccellini sull'albero accanto alla sua macchina.
"Cogliona mi sembra di aver sentito un sospiro."
"Impossibile siamo sole. " Qui vicino non abita nessuno tranne i signori con le 3 gemelline e i 4 cani, che però sono in vacanza. E quei vecchietti difronte.
Entriamo in macchina e tutto il lavoro fatto durante il giorno cade miseramente ai miei piedi.
Ho cercato di mantenere la testa piena per tutto questo tempo, ho provato ad isolare ermeticamente tutti i pensieri e i ricordi di ieri, ma in questo momento di pace dove Danielle non parla ma guida canticchiando una canzone di Bruno Mars ed io fumo non può essere altrimenti. 
Ho fatto la cazzata più grande della mia vita? Ho rovinato tutto? Cosa potrebbe essere stato? Immagini di noi due abbracciati mi scorrono davanti: alcune nitide e dolorose, altre sbiadite e incolori dilaniate probabilmente dal battito frenetico o da qualche svenimento.
Eravamo belli mentre bisticciavamo fuori scuola sotto la pioggia sai?
Io ero come al solito senza macchina, ma mi ostinavo a voler andare a piedi, mentre tu continuavi ad insistere per darmi un passaggio. Avevamo litigato, per l'ennesima volta, non ricordo nemmeno il motivo. Però eravamo felici, io bagnata e insolente, tu al caldo nella tua macchina ma insistente e sfacciato. 
Ho rovinato tutto e ne sono purtroppo l'unica artefice. 
"Hope Hope." Una mano mi scrolla forte il braccio. "Preparati siamo quasi arrivate." Guardo Danielle e vedo il sorriso sulle sue labbra e l'eccitazione nei suoi occhi, non sarebbe giusto chiederle di tornare a casa vero? "Devo solo trovare parcheggio." Guardo verso il basso e cerco di pensare a come quelle scarpe potrebbero uccidermi anche senza volerlo, ritiro le gambe al petto. Lei nel frattempo trova un posto non troppo lontano dal locale ed esce dalla macchina fluidamente. 
"Si, si parcheggia. Io rimango chiusa in macchina!" Sbuffo ancorandomi ai sedili stinti di un colore indefinito tra il marrone ed il rosso.
"Esci immediatamente dalla mia Lancia o mi metto a gridare." Giro la testa e mi guardo intorno, c'è poca gente vicino a noi, ma la fila spaventosa fuori alla discoteca mi spaventa e soprattutto mi lasciano perplessi i ragazzi che fissano ammaliati la ragazza sgargiante dai capelli arancioni e i pantaloncini inguinali che sbatte i pugni violentemente contro una macchina.
"Esco se ti calmi e eviti di attirare l'attenzione. " Dico prima di lanciarle una linguaccia, lei però incrocia le braccia al petto e mi sorride bonariamente.
"Quando mai attiro l'attenzione?" 
"Dan tu sei egocentrica anche mentre dormi."
"Sta zitta ed esci dalla mia macchina!" Si allontana fissandomi ed io non posso far altro che obbedirle.
Fuori dalla macchina musica e rumori si fondono in un unico suono fastidioso e ritmato, le voci si sovrappongono come il suono di una cascata ed il mio cuore inizia a battere quando vedo un guizzo di capelli neri entrare nel locale. Non sarà una serata facile ma la scritta bianca mi invita a farmi avanti e a far vedere al mondo chi sono realmente, la scritta bianca mi invita e come posso rifiutare un invito? Non è educato.
"The Bunker." Sussurro e Danielle mi stringe ancora più forte la mano.
"Questo è un altro mondo bambina. Vivi perchè so che ti piace farlo."
Sorrido alle sua parole e subito dopo un uomo, o meglio un armadio perchè è quasi più largo che alto, ci fà entrare sorridente, passiamo davanti ad una fila interminabile di persone che ci guardano maligne, Dan continua a sorridere mentre io la guardo interrogativa. "Tutto merito mio." Poi continua abbracciandomi. "Divertiti Hope, è il tuo momento."





Buongiorno ragazze belle!
Per me oggi è ufficialmente finita la scuola e quindi fatemi felice dicendomi la vostra!
Allora come detto l'altra volta questo è un capitolo abbastanza di passaggio, però credo si capisca parecchio della vita di Hope e si stiano chiarendo un po' di cose, o sbaglio?

Fatemi sapere cosa ne pensate, sempre e comunque, come dico sanche se faccio schifo e devo andarmi a ritirare, ditemelo.

Grazie a tutte..e buona lettura!
 
-Allen
  
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