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Autore: Manila    08/06/2012    6 recensioni
Chi ha detto che si possono vivere delle avventure solo durante una guerra in corso?Per non parlare delle disavventure! Ecco cosa succede a Cloud e agli altri in periodo di pace (?).
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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 Salve a tutti!
Prima di questo nuovo capitolo urge una precisazione da parte mia. Nell’introduzione del primo capitolo ho affermato che le vicende narrate si sviluppano dopo FF VII Advent Children. Ebbene, rettifico, ci troviamo un po’ di tempo dopo i fatti di FF VII Dirge of Cerberus. Mi scuso per l’inconveniente e vi lascio alla lettura del nuovo capitolo.

 
5. Vero uomo
(Cid)

 
Le brioches  su due gambe del Seventh Heaven sono “buonissime” e da quando Tifa ha deciso di farsi dare una mano da studentesse che si sono offerte di lavorare part-time sono ancora meglio! A dirla tutta neanche il cibo è malaccio, la Lockheart prepara dei cornetti che non sono affatto male.
Sono seduto ad un tavolo appartato e mi godo un bel bicchiere di birra e una di pizza dopo una giornata trascorsa tra i rifornitori di Midgar.
Da dietro il bancone arriva la conversazione animata della bella barista con il biondo centauro. Non voglio origliare, però parlano non proprio a bassa voce, quindi riesco a sentire tutto ciò che si dicono.
 - Oh, Cloud, ti avevo chiesto di fare una cosa semplice, non puoi stare un po’ più attento? -
La padrona di casa strepita.
- Beh, ecco io … veramente … però … -
- Era un compito molto elementare: dividere i panni colorati dai bianchi e mettere questi ultimi in lavatrice-
- Ma l’ho fatto!- cerca di spiegarsi lui.
- Sì ma non nel modo giusto, altrimenti mi spieghi perché le lenzuola e l’intimo sono diventati tutti rosa?-
Lui scuote la testa e alza le spalle dimostrando di non avere una spiegazione plausibile all’accaduto.
- Te lo dico io, con la roba dai lavare hai infilato in lavatrice anche questo!- e gli mostra un calzino minuscolo di color fucsia.
- E’ di Marlene e adesso le tue mutande sono dello stesso colore, insieme ai cambi per il letto e le tovaglie del bar!- spiega sempre più alterata.
- Io davvero non ti capisco, ma a cosa pensi quando fai le cose? Non posso fare tutto io e cerco solo un po’ di collaborazione. Gli unici adulti presenti in casa siamo io e te, dai bambini non posso pretendere troppo, riesci a capire ciò che dico? E’ troppo ottenere un po’ d’impegno da parte tua? E’ mai possibile che … -
E bla, bla, bla … Giù a sgridarlo come se fosse un moccioso. In questa casa è lei che porta i pantaloni e non sono sicuro che sia un bene. Inoltre sembra un po’ troppo nervosa, il che suggerisce un’unica grande verità. Addento il mio spicchio di pizza con una consapevolezza che mi mette un po’ di dispiacere: Cloud Strife morirà vergine. Ancora non ha capito come e quando infilare il calzino  nella lavatrice … E a lei la cosa non piace affatto. Se ci aggiungiamo anche che continua a far scambiare il bucato la frustrazione di Tifa è più che giustificata. Da adolescente si faceva seghe mentali su di lei e adesso … continua a farsele, però sicuramente non solo con il pensiero. Non sa cosa significhi essere un vero uomo!
E se insieme alla pizza ordinassi anche delle patatine fritte?Ok, chiamo una brioches e ordino.
La porta del bar si spalanca ed entra Marlene tutta arrossata e con il fiatone, subito seguita da Denzel.
- Sono arrivata prima, ho vinto!- saltella tutta contenta.
- Ma non è giusto, ho avuto un problema!- protesta lui. Cioè hanno fatto a gara a chi arriva prima e ha vinto lei?!
- Oh, non è colpa mia se hai inciampato . Hai perso e paghi pegno- puntualizza lei.
- Ti prego, mi scoccio troppo di giocare a prendere il thé con le bambole! È un gioco da scemi, non dovresti farlo neanche tu. Se qualcuno lo sapesse ti rinchiuderebbe in un manicomio e butterebbe via la chiave. Non lo faccio quello stupido gioco, fallo da sola! -
Sono orgoglioso di quest’ometto, così piccolo e già con le palle solide come la roccia!
Le labbra di Marlene tremano un momento, poi si porta le mani agli occhi e comincia a frignare .
- Sei cattivo, io non sono una scema, il mio gioco è bello e non voglio andare al manicomioooooooooo -
Piange, piange come una fontana e lui comincia a sentirsi in difficoltà.
Su ragazzo, non vorrai cedere per qualche lacrima? Pensa che umiliazione se i tuoi amici sapessero che ti sei messo a fare gossip con Barbie!
- M … ma no, dai … non fare così … - fa qualche passo e le mette una mano sulla testa per consolarla ma non appena abbassa un po’ la guardia, lei gli rifila un calcio sul ginocchio  con la punta del piede.
Beh, io glielo avevo detto …
In parte lo giustifico, è piccolo e non sa che danno possono essere le donne. Eh, la strada da percorrere è ancora lunga prima che possa considerarsi un vero uomo.
La mocciosa, comunque, è insistente, perché continua a piagnucolare fino a quando Barret non accede al locale. Appena lo vede gli corre in contro e gli salta al collo.
Ecco un altro modo in cui le donne ci tengono per le palle: sono piccoline? Piangono? Sono tua figlia? Bene, sei fottuto.
- Ma cosa c’è? Cos’è successo? Cosa sono quei lacrimoni? Racconta tutto al tuo papone!-
Oh mio Dio, due metri di muscoli che definiscono se stessi “papone”... Non ho parole, ecco!
- Io e Denzel abbiamo fatto una gara e chi perdeva doveva pagare pegno. Ho vinto io, lui doveva giocare a prendere il thé con me e le bambole però non vuole farlo!- e giù a lacrimare. Mi chiedo se i suoi occhi abbiamo la stessa portata d’acqua di una diga.
- Ma non devi mica piangere! Gioco io con te! -
Perché me lo sentivo che sarebbe accaduto? Mentre si allontanano mano nella mano ordino un altro boccale di birra o temo che non sopravvivrò.
Rimasto solo, Denzel li guarda per qualche secondo, poi spinge la lama un po’ più dentro nel mio orgoglio maschile.
-Hey, aspettatemi, vengo anch’io!-
Loro sì che sono veri uomini
Torno a dedicarmi alle patatine fritte che intanto mi sono state servite. La brioches rossa non è affatto male, fossi in Tifa starei attenta a far passare il biondastro di qua.
- Te l’avevo detto, l’ultimo modello è bellissimo, ha un sacco di funzioni! Però è possibile fargli anche delle modifiche e il sistema operativo è super. I colori sono bellissimi, c’è anche il rosso! Certo che sono cellulari un po’ costosi, forse è meglio aspettare che vengano messi in offerta, però anche l’altro modello non era male … -
Non ho bisogno di alzare la testa dal piatto, questo chiacchiericcio può appartenere solo a Yuffie.
- La prossima volta che usciamo posso prendere anche il vestitino con il fiocco rosa? Era molto carino-
Com’è che si chiama l’altra che gli tira il mantello con fare petulante?
-Anche quello col fiocco rosso era bello, Shelke!- la principessa di Wutai mi rinfresca la memoria.
Il peggio messo con le donne è Vincent Valentine, quando era un essere umano si è fatto fottere da una dottoressina tutta tacchi e niente sotto al camice bianco (beh, credo che neanche gliel’abbia data, semplicemente ha giocato come il gatto fa col topo) mentre adesso ha deciso di fare da baby sitter a una mocciosa che ha vent’anni all’anagrafe ma se n’è accorta solo di recente. Fisicamente ha l’aspetto di una bambina e mentalmente … pure! Tanto che ha deciso di voler recuperare il tempo perso e d’imparare tutto ciò che non conosce. Per completare l’opera, la Kirasagi deve essersi presa una cotta pazzesca per lui e lo segue tipo cagnetta in calore. Non sarebbe neanche male fisicamente parlando, però non si riesce a metterla a tacere, bisognerebbe ammazzarla! Vincent, dal canto suo, non ne approfitta per zittirla mettendola distesa e poco vestita. Sessant’anni di cui un trentina passati in una bara e cosa fa? Il rispettoso!
Non è un vero uomo, ecco.
Credo di aver visto anche troppo, è ora di una bella sigaretta. Ignorando bellamente il cartello che mi rammenta che è vietato fumare, estraggo dalla tasta il pacchetto e l’accendino. Tifa sta ancora spiegando a Cloud come fare la donnina di casa e voglio approfittarne. Proprio mentre sto per accenderla, qualcuno mi strappa la sigaretta di bocca. Chi ha osato tanto? Mi giro verso l’uomo morto che si è preso una simile libertà e mi accorgo che è una donna. La mia donna.
- Il vassoio di una pizza, patatine fritte e due birre?- Shera fa un veloce resoconto di ciò che c’è sul mio tavolo e io alzo gli occhi in aria.
- Alle tue coronarie non ci pensi???-
Eccola che ricomincia con questa storia!
- E questa qui?- solleva la sigaretta che mi ha strappato di bocca – non avevi promesso di smettere?- mi ricorda sempre più adirata.
- Che cazzo, Shera, quando affermi che ne abbiamo parlato io ero disteso e tu eri nuda, mi sono limitato a rispondere di sì a tutto ciò che dicevi ma mica ti stavo ascoltando! Avrei detto di sì anche se mi avessi proposto di fare la ceretta sulle cosce!-  
Il suo volto diventa verde, con un movimento fulmineo mi afferra per un orecchio e mi trascina fuori dal bar.
- Hey, ma che fai?- protesto senza riuscire a liberarmi dalla sua morsa.
- Ti riporto a casa, mi sembra ovvio, adesso ti mostro io cosa significa essere un vero uomo!-




Altra piccola nota di fine capitolo. Credo che il mio Cid sia malato di OOC acuta, per questo vi autorizzo a:
1. fustigarmi;
2. chiamare i gentili signori dell’igiene mentale;
3. far finta che questo capitolo non sia stato pubblicato;
4. lasciare una recensione in cui mi suggerite (anche poco gentilmente) di lasciar perdere la scrittura e darmi all’ippica;
5. Organizzare un concerto di pernacchie tutto per me;
6. Varie ed eventuali.



A casa vostra chi porta i pantaloni?
Un bacio a tutti .


  
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