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Autore: Tribute    09/06/2012    2 recensioni
Ciao! Sono ormai da mesi una Directioner, ho scritto questa storia perchè mi piace scrivere e condividere con gli altri quello che immagino. Parla di una ragazza diciottenne che vive da sola, un giorno riesce a realizzare il suo sogno di inconrtare i One Direction, e di avere una storia con Niall Horan, il suo idolo da sempre. Spero vi piaccia, Buona Lettura.
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Una sagoma nera in lontananza stava venendo verso di me. Quando fu più vicina vidi il suo volto. Era tutto offuscato e vedevo solo una bocca aperta in un tremendo ghigno. Poco più sopra due occhi neri come la pece mi scrutavano maligni. Cercavo di urlare ma dalla mia gola non usciva alcun suono. Ad un certo punto vidi passare Niall, lo chiamai con tutte le forze che avevo in corpo, ma lui, senza fare una piega, continuò a camminare, lasciandomi lì, sola con quell’uomo.”.

Mi svegliai di soprassalto, avevo la fronte imperlata di sudore e stavo urlando. Niall, che dormiva affianco a me,  era smarrito, non capiva che stava succedendo. Mi guardò impaurito, quasi a controllare che stessi bene. Io ero immobile, con gli occhi sbarrati. Le lacrime solcavano la mia pelle calda e la mia mente era quasi totalmente offuscata. “Ehi, ehi è stato solo un brutto sogno, ci sono qua io. Calmati” disse Niall accogliendomi fra le sue braccia.

Erano passati circa 4 mesi da quando avevo scoperto di aspettare un bambino e la pancia si vedeva abbastanza. Da allora incubi come questo erano frequenti. Frequentavo anche uno strizza cervelli, lui diceva che tutta questa ansia faceva male al piccolo, ma io non sapevo che farci. Era come se avessi un brutto presentimento, che mi portava poi ad avere questi incubi. Mi sentivo una cattiva madre, stavo facendo male a mio figlio anche se Niall mi ripeteva che non era colpa mia.
Quel giorno, dopo aver fatto colazione, decisi di farmi una doccia. Quando arrivai alla porta del bagno prima di aprirla appoggiai l’orecchio sul legno scuro della porta e sentii qualcuno che singhiozzava e ripeteva: “non sono pronto, non posso, non posso.”. Era Niall. Capivo la sua paura, eravamo giovani, neanche io mi sentivo pronta di diventare madre. Ma pensavo che l’avremmo affrontato assieme. Perché non me ne aveva parlato? L’avrei capito. Asciugai con una mano le lacrime che avevano ripreso a scorrere e corsi in camera. Dopo essermi chiusa dentro a chiave mi fiondai sull’armadio, raccolsi tutti i miei vestiti e li buttai dentro una enorme valigia.  Non avrei voluto andarmene dalla mia casa, ma evidentemente avevo portato solo del male a Niall, non potevo continuare a rovinargli la vita così. Presi il cellulare e, mentre lasciavo la casa in taxi chiamai l’aeroporto. Fortunatamente sarei riuscita a prendere il primo volo per New York. Mentre ero seduta sul taxi, i palazzi sfilavano veloci al fianco della strada. Io li guardavo nostalgica, sapevo che non avrei più rivisto la mia cara Inghilterra. Chissà se Niall si era già accorto che ero scappata. No. Non dovevo, non potevo pensare a lui. Alla fine lo stavo facendo solo per il suo bene, perché lo amavo. Mi venne in mente la mia amica Arianna e decisi di telefonarle per un ultimo saluto. Lei si, mi sarebbe mancata davvero molto. ”Ari, ciao sono Jam…”. “Sei pazza??? Ritorna subito indietro. Niall sta impazzendo e non hai avvisato nessuno della tua partenza.” Strillò di tutta risposta. “Non posso, davvero, non posso. Ti spiegherò tutto quando arriverò a New York…”. “NEW YORK????!?!!?!?!!? Ma sei pazza????”. “Mi dispiace devo andare, ti chiamo quando atterro, ciao.” risposi riattaccandole il telefono in faccia. Mi dispiaceva riattaccarle in faccia, ma non avevo proprio voglia di discutere, non con lei. Sicuramente se le avessi parlato prima della partenza non mi avrebbe lasciata andare. Mi voleva bene, ed era lo stesso per me. Ma io ero convinta di star facendo la cosa giusta.  Arrivai a New York verso le 7 di sera. La città era meravigliosa, tutta illuminata, con moltissima gente in giro per le strade… Amavo New York. Credevo che fosse il posto migliore per ricominciare. Arrivata in hotel mi sistemai un po’ e accesi il cellulare. 13 messaggi nella segreteria telefonica. Uno per uno li ascoltai tutti, ma non risposi a nessuno. Erano tutti o di Niall o di Arianna, tutti dicevano: “Torna subito” o “Richiama immediatamente” o “Che diavolo ti è saltato in mente?”. No. Non avevo proprio voglia di rispondere. Avrei dovuto chiamare Arianna ma decisi che era meglio di no se magari si trovava con Niall e lui le avesse chiesto di passargli il telefono… Dovevo interrompere i contatti. Non volevo fargli altro male. Mi buttai sul letto di peso e mi addormentai con le lacrime agli occhi. “Buona notte Niall” sussurrai nel buio.

   
 
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