ICE FLOWER
CAPITOLO
1: VISITA AD AZKABAN
La
fortezza si stagliava alta sulla montagna nera. Tutto sembrava incutere terrore,
dalla torre più alta a quella più bassa;persino le
onde del mare sembravano ritirarsi di fronte a quella cupa prigione. Una barca
emerse dalla foschia. Un brivido corse lungo la schiena della ragazza sulla
barca.
“ Paura vero?”chiese il barcaiolo guardandola.
Lei
gli lanciò un’occhiata sprezzante, ma lui la ignorò.
“Quando c’erano i Dissennatori era
anche peggio”.
Lei
non rispose e lui desistette. Era una ragazza strana. Indubbiamente era molto
bella: aveva dei lunghi capelli biondo platino,e gli
occhi azzurri,quasi grigi e la pelle bianca come la spuma delle onde. L’uomo non
aveva idea del motivo della sua visita, e non aveva intenzione di
chiederglielo. L’avevano accompagnata due uomini del Ministero e questo
significava che lei era una persona importante.
La
barca attraccò ad un piccolo porticciolo di legno, lì un
altro uomo l’aiutò a scendere. Una piccola stradina saliva fin sulla
cima,era tortuosa e facilmente franabile.
Senza una parola i due si incamminarono. L’aria
salmastra le entrava nelle narici confondendosi con il freddo pungente. Dopo
più di un’ora arrivarono davanti ad un enorme cancello di ferro, che fu aperto
cigolando da un anziano guardiano; sul cancello con lettere di ferro c’era
scritto “PRIGIONE DI AZKABAN”.
Ad
un tratto il suo accompagnatore si fermò e le indicò una specie di portineria
nel castello. Lei si avvicinò; dentro c’era un Auror del Ministero che la
guardò come se non avesse mai visto una donna in vita sua.
“Desidera
?” chiese con voce roca.
Lei
gli diede un foglio di pergamena con il timbro del ministero. Lui lo prese e lo lesse attentamente, si fermò su un punto, alzò
gli occhi e poi continuò. Quando ebbe finito si alzò e
prese un grosso mazzo di chiavi.
“Chi
desidera vedere?”chiese.
“Draco
Malfoy”rispose lei con voce sicura.
L’uomo
si avviò verso una scala tortuosa e rovinata dal tempo e lei lo seguì. I
corridoi iniziali erano stretti e umidi con qualche finestra qua e là. Salirono
molte scale finché non arrivarono al piano dove cominciarono le celle. Le celle
erano buie ed era difficile vedere chi ci fosse
dentro, non c’erano finestre e l’unica luce proveniva dalle fiaccole sulle
pareti e dalla bacchetta dell’Auror . Le sbarre erano consumate, ma ancora ben
salde e affianco era appesa una targhetta con il nome
del carcerato. Salirono altre scale e passarono per altri
corridoi. La ragazza si guardava intorno scorgendo talvolta dei nomi familiari:
Avery, Nott, Mcnair …
Poi
passarono vicino ad una cella, dalla quale provenivano dei lamenti e dei
borbottii: sulla targhetta c’era scritto Peter Minus.
L’uomo
si avvicinò alla cella che non aveva sbarre, e urlò: ”Sta zitto, Minus!” poi continuò a camminare. Lei rimase interdetta, poi
chiese: ”Pensavo che i prigionieri non impazzissero più senza Dissennatori”.
“Alcuni
ci riescono, altri, come quello lì, che sa di poter scappare, ma non può, impazziscono
comunque”.
La
ragazza annuì: ”Perché non ci sono le sbarre a quella cella?”
“Perché Minus è un Animagus, può trasformarsi e scappare. Per questo ci sono
strani incantesimi a quella cella”.
Continuarono
a camminare in silenzio finché non arrivarono ad un altro corridoio.
“La
sua porta è da questa parte”.
Girarono
e incontrarono una cella uguale alle altre con la scritta “Draco Malfoy”. La
ragazza si sentì mancare. L’ uomo prese la chiave ,
aprì e si affacciò.
“Malfoy
hai visite!” poi si girò verso di lei e disse : “Avete
solo un’ora”.
“Basterà
di meno” sussurrò.
Quando
entrò vide che effettivamente la cella era piccola: c’era un bagno, con
lavandino e water e un letto di legno. Sul letto stava lui, più magro con la
barba folta, il volto scavato e i capelli biondi sporchi e lunghi. Stava male e
si vedeva, ma nonostante tutto era ancora un bel giovane che emanava rispetto.
Lui la guardò con sguardo interrogativo senza, evidentemente, vedere la sorpresa di lei.
“Chi
sei?” chiese con voce forte e chiara, anche se un po’ rauca. Lei deglutì, prese coraggio e parlò :
“Sono
Isabelle , tua sorella”.
Per
un attimo sembro che volesse svenire , si raddrizzò,
si mise a sedere , la guardò dritto negli occhi e si mise a ridere: “Questa è
davvero bella! E io che pensavo che tu non esistessi
!”
Lei
lo guardò sorpresa: “Tu sapevi?”chiese.
“Certo!
Ma credevo che fossi una delle invenzioni di nostra
madre!”
Isabel
rimase interdetta.
“Non
immaginavo che fossi così coraggiosa da venire fin qui. Cosa
vuoi sorellina?” chiese Draco sprezzante!
“Volevo
spiegarti!”
Rise
di nuovo. “Spiegarmi cosa? Forse perché non sei nella cella
acconto alla mia ? o piuttosto dove sei stata negli ultimi vent’anni?”
Lei
lo guardò cercando di capire se stesse scherzando o no.
“Su
cosa aspetti, sei venuta fin qui no? Spiegami”disse
quasi come se lo stesse ordinando.
Lei
respirò a fondo e cominciò a parlare: “ Quando siamo nati, nostra madre, che
sapeva che il nostro destino era segnato, decise di
salvare almeno uno di noi due e … scelse me”.
Draco
non parlava, ma la guardava con disgusto.
“Tu
eri il figlio maschio, nostro padre non avrebbe mai permesso
che tu ti allontanassi! Eri l’erede che voleva, io invece…” Isabel si fermò.
Lui sbuffò.
“Vuoi
farmi credere che perché eri una donna lui
ti avrebbe lasciato andare?” chiese Draco, che conoscendo suo padre dubitava
fortemente che quella fosse la ragione.
“Sì
almeno così mi ha raccontato nostra madre” rispose Isabel, Draco non parlò e
lei continuò: “ Per alcuni anni sono stata cresciuta da una nutrice e poi sono stata
mandata in un collegio in Svizzera dove ho passato tutta la vita” si fermò, ma
visto che Draco continuava a stare ostinatamente zitto continuò: “Lei, nostra
madre, mi scriveva spesso e mi raccontava spesso di quello che accadeva, della
guerra, del Signore Oscuro, di Harry Potter …” a
sentire quel nome Draco la guardò con uno sguardo carico d’odio, che dimostrava
quanto disprezzo provasse per lui.
“Non
mi è mai stato permesso di tornare, solo, quando il Signore
Oscuro è tornato , io sono tornata , ma nostra madre mi ha mandato via
riempiendomi di promesse che non ha mai mantenuto. Tre mesi fa visto che non
ricevevo più lettere, sono venuta a controllare e ho trovato questo”.
Accorgendosi
che Isabel aveva finito Draco disse “ Lei è pazza”.
“Lo
so”.
Sospirò:
“ Nono ci saranno abbracci, baci e pianti di fratelli ritrovati. Per me tu eri
una sua invenzione – disse riferendosi alla madre – non hai passato tutta la
vita sentendoti dire cosa vuol dire essere un Malfoy .
Non hai mai significato niente per me e non significhi niente neanche adesso!”
prese fiato “Sai che papà è morto?”
Isabel
annuì.
“Bene
! Sei libera, vattene, sparisci, per me tu continui ad
essere un’invenzione e lo sarai sempre. Io sono l’unico Malfoy !”
Isabel
lo guardò. Si era aspettata quel comportamento, ma non voleva ammetterlo con se
stessa. Rimasero a fissarsi per qualche secondo, poi lui si distolse lo sguardo
e lei uscì dalla cella.
“Potete
chiudere” disse all’Auror una volta uscita. Sentì la pesante porta chiudersi
alle spalle e fu come se qualcosa dentro di lei si spezzasse. Il mago
l’accompagnò fino all’uscita. Lì continuò da sola. Ad un tratto si fermò vicino
al cancello. A destra c’era un altro cancello che prima non aveva notato: era
più piccolo del precedente, ma comunque arrugginito
dalla salsedine. Si voltò verso il guardiano e chiese: “ Cosa c’è lì?”
“Il
cimitero” rispose senza guardarla “ Vuole andarci?”
Lei
lo guardò: “Lucius Malfoy è sepolto lì?”
“Sì”.
Guardò
il cimitero: tra la nebbia intravedeva le croci di legno senza nome. Rimase
ferma per molto tempo. Cosa aveva significato per lei
suo padre? Rivolse uno sguardo triste alla prigione. Lì aveva trovato quello
che si aspettava: un muro d’indifferenza. Si voltò verso l’uscita e tornò da
dove era venuta.