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Autore: IvanaEfp    11/06/2012    8 recensioni
Ti ricordi di quando, improvvisamente, non sapevi più chi eri e chi ero io e cos’eravamo noi?
Probabilmente non puoi ricordarlo; non puoi ricordare proprio niente, in verità.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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A chi vive tutta  la vita in un giorno,

temendo che  qualcuno gli mangi i ricordi.







Tutto cominciò che eri una bambina: una di quelle che sanno di sapere sempre tutto e  non perdono un attimo per sottolineare quanto tu sia stupido, al confronto. Eri una bambina che credeva di cambiare il mondo, di coniare una nuova moneta che avrebbe portato il nome di un grasso cibo italiano e di mischiare maghi e Babbani, per vivere felici e contenti. 

Nonostante ciò, eri sempre stata una brava bambina, coi ricci scompigliati e la bocca piena di parole. A volte Ron mi lasciava credere che ti nutrissi volutamente di libri, evitando carboidrati e calorie inutili. È forse vero, Hermione?

Dopodiché, improvvisamente – come è improvviso un temporale o una violenta scossa sismica o un’eruzione vulcanica – sei cresciuta.

Non sono sicuro di ricordare quando mi sono innamorato di te. Forse durante il primo anno, forse quando Ron ti ha spezzato il cuore, forse quando c’eri solo tu, per me, e io c’ero per te, uno a curare le ferite dell’altro. 

Fatto sta, Hermione, che il tempo è passato in fretta e ogni ruga segna un anno, o forse un giorno, passato insieme. Quella sulla fronte ci racconta decisamente di quando ti sei ostinata a comprare quell’orribile divano verde. Quella sul mento è per la camera dei bambini. Quella sul collo per i tuoi capelli. 

Ogni giorno ci racconta una storia, che tu voglia ascoltarla o meno. Io le ascolto sempre, quando dormi, nella speranza che al tuo risveglio ci sia la mia Hermione a salutarmi.

Eppure non succede mai: non ti ricordi mai di me.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

«La signora sta peggiorando, signor Potter. Stanotte farfugliava qualcosa su un divano… verde.»

 

 

 

 

 

*


 

Sai, Hermione, quel divano era davvero un gran brutto divano. Tra tutti i divani del mondo, tu avevi scelto proprio quello più brutto.

Una volta mi avevi detto che il verde era l’unico colore di cui non avevi niente. La gente non compra quasi mai nulla di verde, a meno che non sia una collezionista di colori: e credimi, avevi detto ridendo, ce ne sono parecchie, di donne così, in giro. 

Mi sono sempre ritenuto un uomo fortunato, perché tu brillavi  sempre e facevi brillare anche noi: me e i nostri figli. 

Eppure, avevi scelto quel brutto divano e avevi costretto me a comprarlo. Ricordo che per due giorni circa nessuno aveva potuto sedersi o solo guardarlo. Era tuo; desideravi ardentemente qualcosa di solo tuo. 

Non ti sono mai bastato solo io, Hermione?

 

 

 

 

 

*

 

 

 

Tutte le coppie hanno dei brutti momenti: c’è chi va in crisi dopo due anni di matrimonio, chi dopo sette e chi dopo cinquantacinque.

Noi due non eravamo neppure sposati ancora. Io ero impegnato a leccarmi le ferite e tremavo nel letto, ogni sera, sognando che Voldemort ci uccidesse tutti. 

Tu, al tempo, cercavi di disfarti del vestito perfetto e di cambiare pettinatura. Avevi scelto di farti bionda e se qualcuno osava domandarti il perché, quasi ti rifiutavi di rispondere.

“Agli uomini piacciono le bionde” avevi poi, detto una volta, e io avevo riso di gusto.

Quella notte dormii sul mio vecchio divano. A proposito, Hermione, che fine ha fatto il mio divano?

 

 

 

 

 

*

 

 

 

I medici dicono che non stai affatto bene. Le rughe sono così impresse sulla tua fronte che quasi mi fa paura baciarti. O forse ho paura di spaventarti. O, chi può dirlo? ho paura che tu non mi riconosca ancora una volta. Il mio vecchio cuore non potrebbe sopportare un simile dispiacere.

Ecco perché vengo qui solo quando dormi. Così posso chiudere gli occhi, raccontarti di noi, e immaginare che tu ci sia e stia meglio. 

Eppure i medici dicono che stai peggiorando e che forse non dovrei venire più. Mi fa tanta tristezza dormire da solo a casa, accoccolato sul tuo orribile divano verde e mangiare spaghetti all’olio, cotti decisamente male. Però sono costretto a tornare via ogni volta. E senza di te non mi sento mai a casa mia.

 

 

 

*

 

 

 

Ti ricordi di quando, improvvisamente, non sapevi più chi eri e chi ero io e cos’eravamo noi? 

Probabilmente non puoi ricordarlo; non puoi ricordare proprio niente, in verità. 

Quella mattina faceva assai caldo, eppure un leggero venticello infastidiva i passanti. Era il nostro trentesimo anniversario e avevo organizzato un pranzo in riva al fiume e una passeggiata in giro per il mondo. 

I biglietti erano nascosti in fondo al mio cassetto, sotto lo spazzolino vecchio, quello che io testardamente volevo tenere. Sapevo che quello era l’unico posto dove non saresti andata a ficcanasare. Quella mattina, però, servì tutto a ben poco. 

L’aria era calda e i tuoi capelli erano disordinati e sudati. Appena sveglia urlasti e io risi, divertito e spaventato. «Buon anniversario anche a te, amore.» 

Dalla tua faccia notai che non te n’eri ricordata. Perdio, non siamo noi uomini a non ricordarcene mai?

Però penso anche che non è importante e che il nostro amore è sempre bastato e che basterà anche quella volta.

Un vero peccato che tu avessi dimenticato anche cos’era l’amore. Come spiegare a una donna divenuta improvvisamente bambina, che quello sconosciuto non è altro che l’uomo che ti ama? 

Feci un grosso errore, quella volta. Non combattei per te. È per questo che ti ho perso per sempre.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

Ogni giorno mi sono pentito di non esserti stato più accanto. Ora sto cercando di rimediare anche se so che è troppo tardi e che probabilmente non servirà a niente. 

Quando entra l’infermiera con le tue medicine, mi accorgo che è quasi mattina e che devo proprio andare via. Allora lo faccio, come ogni volta, e a fatica mi trascino verso la porta. 

«Harry… Harry, stai davvero andando via senza salutarmi?»

 

 

 

 

*

 

 

 

Saranno stati tre secondi di lucidità o anche meno. Tu mi guardi, io ti sorrido e quasi sento le ginocchia cedere. In un attimo ci rivedo bambini, innamorati di noi stessi e di nessun altro. Ti rivedo all’altare, stretta al braccio di Ron. Poi ti rivedo stretta a me, raggiante. Penso alle vacanze con i nostri bambini e alle cene davanti al caminetto scoppiettante. Ti rivedo in tuta, sporca di vernice a dipingere di bianco le finestre e poi seduta in camera a truccarti, per farti bella per me. 

Non faccio in tempo a finire di ricordare che i tuoi occhi si perdono ancora e chiedi all’infermiera di farmi uscire.

Quel giorno perdo un altro pezzo di cuore. Un frammento di ricordi che non ritornerà più.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

E’ passato un anno da quando sei morta. L’undici Giugno è diventato il nostro nuovo anniversario. Prima di morire ti sei ricordata di me, anche se solo per un secondo. La consapevolezza che ci sei stata, prima di andartene via per sempre, mi fa dormire da solo sul tuo vecchio divano verde e mi spinge a vivere ancora. 

A un anno dalla tua scomparsa, il cuore fa meno male e i ricordi diventano pesanti, come dei macigni che ti bloccano il respiro, come scarponi che ti rallentano il passo.

Più passa il tempo, più sento di non riuscire a ricordare per entrambi. 

Però ricordo ancora che oggi è l’11 giugno e che dovrò comprarti dei fiori e pregare o piangere sulla tua foto. Ho preferito non farlo per un anno intero, nell’attesa che questo giorno fosse più speciale.

Ho scelto una margherita per te, Hermione. Le margherite sono dei bellissimi fiori, non credi? Una mi ha sussurrato che tu mi ami ancora.

Dimmi una cosa, Hermione, ora ti ricordi di me?












 




Sono onoratissima di aver avuto l'occasione di scrivere di questra sconvolgente coppia. Sicuramente non è il mio punto di forza, ma bisogna saper mettersi in gioco sempre. Spero che questa storia non sfiori il limite dei cliché e che vi tenga compagnia in questo caldo lunedì. Nel mio piccolo posso dirmi piuttosto soddisfatta, successivamente m'impegno seriamente a fare di meglio. Un grosso abbraccio.











"It's just one year- Big BDA" del gruppo Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione]







   
 
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