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Autore: Ariacqua    12/06/2012    4 recensioni
-- FAN FICTION SOSPESA --
Peeta è tornato da due settimane. Dorme a casa di Katniss, ed entrambi sono alle prese con il "Libro della memoria". Potrebbero cominciare finalmente ad essere felici, se non fosse per i terribili ricordi che si celano sotto ogni frontiera di forza ostentata. I ricordi uccidono. Peeta non ha mai parlato della sua tortura, di cosa fu costretto a subire, a fare, per tutto quel tempo. Ma ora è tempo di parlare. E' tempo di cacciare tutte quelle lacrime sepolte da mesi. E' tempo di amare, di scegliere.
I don’t want to forget.
PERICOLO SPOILER PER 'CATHING FIRE' E 'MOCKINGJAY'!
Buona lettura, sweethearts.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Guardo il soffitto in cerca di ispirazione. Le parole non possono esprimere neanche la metà delle cose che sento e che provo quando ricordo di Rue e Prim, ma voglio assolutamente portare a termine ciò che ho iniziato. “Il Libro della memoria”, così abbiamo deciso di chiamarlo io e Peeta. Un libro con la raccolta di tutte le persone morte durante gli Hunger Games e durante le rivolte. Non sempre abbiamo una foto della persona di cui vogliamo scrivere, ma a che serve quando abbiamo la mano ingegnosa di Peeta a disegnare i loro volti?

 
E’ così che passiamo la maggior parte del nostro tempo. A riempire di disegni, scritte, ricordi e,a volte, anche lacrime questo libro. Anche ora, che è mezzanotte inoltrata, ricordo quando alla fine dei miei primi Hunger Games, Peeta mi chiese:
-Ed ora? …Cosa faremo?-

-Cercheremo di dimenticare.- dissi.

-Non voglio dimenticare.- rispose lui, con decisione.

Quelle parole mi rimbombano nella testa. “Bhe,” penso, “è proprio quello che stiamo facendo…non stiamo dimenticando” … Solo ora capisco appieno le sue parole. Ed ha ragione. Certe cose non si dimenticano.
 
-Ecco. Che te ne pare?- dice sottovoce Peeta, riportandomi bruscamente alla realtà.
La vista del corpo di Rue metà cosparso di fiori, e di me che cospargo l’altra metà del corpo con degli altri mi fa salire uno strano senso di nausea. Sento la mia mente che combatte contro la fuoriuscita di lacrime, ma invano:
 
 
 -E’…a dir poco meraviglioso…-

dico con voce strozzata. Credo che non si sia capita una sola parola di quello che ho detto, ma nonostante questo Peeta mi sorride e mi guarda intensamente.
 
-Non tenerle dentro, Katniss. Le hai tenute sempre lì, sepolte da una forza che so essere tua, ma a volte è meglio cacciarle. Tu che puoi liberamente…-

si interrompe improvvisamente, come col timore che se fosse andato avanti se ne sarebbe pentito. Non capisco proprio quel “tu che puoi liberamente…” ma per il resto ha ragione. Appoggio le braccia e la testa sul tavolo, mentre una lacrima scende dal mio occhio sinistro. Penso a Rue, a mia sorella...
Piango silenziosamente tra le mie stesse braccia, mentre Peeta cerca di darmi un po’ di coraggio accarezzandomi i capelli. Ad un certo punto però, i miei pensieri si estendono ben oltre Rue e Prim. Comincio a pensare a Finnick sbranato dagli Ibridi, a Gale frustato, mi figuro Peeta torturato.

Mi sforzo di restare calma, ma proprio non ci riesco. Singhiozzi si uniscono alle mie lacrime. Non mi do neanche la pena di asciugarmele, perché so che tanto ce ne saranno delle altre.
Molte altre.
La situazione mi sta letteralmente sfuggendo di mano. Così mi alzo e faccio dei passi verso la porta, diretta nella mia camera. Scossa dai singhiozzi, dai tremiti e dalle lacrime, sento Peeta alzarsi dietro di me. So che vorrebbe venire a dormire con me, come facevamo una volta per chiudere gli incubi fuori da tutto il resto, ma è molto tempo che non lo facciamo. Non so neanche esattamente il perché.

 
-Katniss… sicura…che…insomma…-

dice lui timidamente e sottovoce. Mi giro verso di lui e annuisco. Mi impongo ancora una volta di smettere di piangere ma, ancora una volta, invano. Corro verso la mia camera e mi chiudo la porta alle spalle. Non dormo da giorni, sono maledettamente stanca, ma nonostante questo non riesco proprio a dormire, né tantomeno a calmarmi. Non so esattamente per quanto tempo ancora piango. Sta di fatto che, finalmente, mi assopisco un po’, con tutto il cuscino bagnato di lacrime sotto la mia testa.
 
Un bosco. Un bosco fittissimo. Cammino velocemente tra gli alberi, mi faccio strada tra le piante. Prendo a correre, disperata. Sento una voce chiamarmi. “Katniss! Katniss!”. E’ Rue. Ma non è sola. C’è anche Prim accanto a lei, che viene frustata da un Pacificatore. “Katniss! Katniss!”. Rue urla con tutta la forza che ha. Mi giro a guardarla, mentre un altro Pacificatore la trafigge con una lancia.
 
Mi sveglia un urlo. Lacerante, straziante. Ma non è il mio.
  
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