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Autore: Evaney Alelyade Eve    14/06/2012    2 recensioni
Jensen Ackles è un detective di Chicago, Misha Collins è un giornalista del Chicago News. Due vite lontane che s'incroceranno alla morte della giornalista Julie Mcniven amica di Misha. Nel corso delle indagini i due scopriranno segreti sconvolgenti che riguardano persone importanti, ma soprattutto scopriranno l'amore.
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VII

Consapevolezze, segreti ed ammissioni.


Quello che Jensen, in tutta quella faccenda, non aveva preso in considerazione era la straordinaria abilità di Misha nel rendere le sue decisioni friabili come un biscotto. Che diamine?! Era sempre stato un tipo deciso, che quando prendeva una decisione non tornava mai sui suoi passi. Beh, lo era stato, prima di incontrare Misha.
- Ti prego...ti prego, Jensen - l'aveva supplicato l'altro, afferrandogli il polso con una forza di cui Jensen non lo riteneva capace - non andartene. Ti prego. So che il mio comportamento..so che tutto questo può sembrare strano, ma...ma non andartene. - e mentre il detective si aggrappava disperatamente all'ancora del proprio buonsenso, Misha ebbe la grande - involontaria - idea di posare su di lui una puppy face....devastante. Sospirando  si lasciò sfuggire di mano l'ancora di salvezza che si allontanò velocemente fino ad affondare negli occhi di Misha.
- D-d'accordo.....- mormorò rassegnato, tornando ad accomodarsi accanto al moro, che in tutto quello non gli aveva lasciato il polso nemmeno per un attimo.  A dire la verità la bestia annidata 
da qualche tempo nelle profondità delle sue viscere, stava ruggendo tutta la sua approvazione per quella decisione.
- Grazie - aveva mormorato Misha, abbassando lo sguardo sulla mano che teneva stretto il suo polso, magari decidendo se era il caso di mollarlo o meno. Jensen sorrise e gli scompigliò i capelli : in quel momento sembrava tanto un cucciolo. "Oddio Jensen, contieniti!" si rimproverò acido. La bestia gli ringhiò contro : a lei non dispiaceva  poter  sfiorare i disordinatissimi capelli di Misha.
- Ho detto che rimango Misha, ma ad una condizione - avvisò poi, perchè diamine aveva pur diritto a poter imporre qualcosa.
- C-certo....- rispose titubante l'altro, inclinando la testa di lato, perplesso da tanta serietà.
- Domani dovrai spiegarmi che diavolo ti è successo. E voglio tutta la verità, Mish. E ti farai dare una controllata visto che sei pallido come le mie mutande! - e dall'iniziale tono serioso, passò ad uno più leggero anche per distrarre Misha da qualsiasi cosa quella notte sfiancante gli avesse regalato.
- D'accordo! - assentì -...hai delle mutande bianche, addosso? - chiese poi, alzando un sopracciglio. Jensen aveva raggiunto l'obiettivo, e adesso il giornalista gli sembrava un po più rilassato.
- Si, perchè? -
- Perchè in questo momento ne ho un paio anche io, bianche. -
- Ma davvero? - ribattè ridendo il biondo. L'altro annuì, poi stese il busto all'indietro per afferrare l'orlo delle mutande dal jeans, e mostrarglielo : erano davvero bianche. Jensen osservò tutti i movimenti di Misha senza staccargli gli occhi di dosso nemmeno un attimo. Insomma sembrava che Misha lo stesse provocando! Già faceva fatica a resistere al desiderio di premere le sue labbra sulle sue  e constatarne la morbidezza, e lui si metteva semi-disteso e si infilava le mani nei pantaloni - anche se in modo innocente - ...! No, decisamente quelli erano assalti gratuiti al suo autocontrollo, cazzo!
- Jensen? - lo richiamò Misha, preoccupato per la fissità con cui lo guardava - tutto okay? -
- Eh..oh, ecco, si. - ribattè balbettando, passandosi una mano dietro alla nuca - ti dispiacerebbe indicarmi dov'è il bagno? -
- In fondo al corridoio, terza porta a sinistra. -
- Grazie. - e se la filò in bagno.


§§§

Jensen era diventato, nell'immaginario di Misha, l'equivalente di Superman, con l'unica differenza che non andava in giro vestito di blu e rosso e non volava. Sembrava inoltre che il detective avesse l'involontaria capacità di calmare la sua mente, e distrarlo da qualunque fosse il problema del momento. Se il detective non fosse arrivato..se Jensen non fosse arrivato non ce l'avrebbe fatta ad affrontare quello.
Mentre leggeva la lettera di Julie, per un folle momento aveva creduto che fosse viva, aveva creduto di sentirne la voce..come se quelle non fossero parole che aveva scritto ma che gli stava dicendo in quel momento, seduta sul divano, di fronte a lui. E l'aveva vista.....però poi il suo cervello, la ragione o qualsiasi altra parte bastarda e cinica del suo essere gli aveva ripresentato dinanzi agli occhi l'immagine del suo  volto cinereo contornato dai capelli rossi acceso mentre era distesa, come addormentata, in una bara scura, in un'altrattanto oscura camera ardente. Così aveva ricordato che lei era morta, le parole erano tornate a vivere solo sulla carta, e la sua immagine era scomparsa, così come la sua presenza. A parlare così si poteva pensare che Misha fosse innamorato di Julie, ma non era così. Julie era stata una sorella per lui, l'aveva conosciuta prima di Richard e Sebastian. Era stata la prima con cui era uscito e con cui era rimasto amico. La prima ad esserci quando suo padre era morto, la prima quando lui aveva capito di essere gay o bisessuale, a seconda dei punti di vista. L'aveva aiutato a riprendersi quando il suo primo ragazzo l'aveva lasciato, e l'aveva incoraggiato sul lavoro, quando ai primi tempi era abbastanza dura sopportare quell'idiota di Zach. E ancora, anche se era morta, aveva fatto in modo che lui incontrasse Jensen.
Immerso nei suoi pensieri, recuperò la lettera che in tutto quel casino era finita sotto il tavolino di legno, e dopo averla ripiegata la depose nella tasca dei jeans. Era consapevole che prima o poi avrebbe dovuto parlarne al detective....però sentiva che quella era una faccenda personale, qualcosa che Julie voleva facesse da solo. Insomma, se avesse voluto includere la polizia avrebbe potuto far spedire una lettera al Capo di Jensen, no? Lui la conosceva bene, Julie non faceva mai nulla senza una ragione.
"Non credi che Jensen meriti di sapere? Dopotutto quello che sta facendo per te?" lo rimproverò la  sua ragione, che aveva preso momentaneamente - e abbastanza ironicamente - la voce di Richard.
"Certo. Credi che non lo sappia? Ma devo prima essere sicuro...." rispose, sommessamente.
"Bugiardo. Lo fai perchè voi soddisfare la tua curiosità. E' tipico di voi giornalisti!" continuò quella.
"Ti sbagli!" esclamò, strofinandosi gli occhi per mettere fine a quella discussione. Forse aveva ragione: era un bugiardo. Non avrebbe mentito solo a Jensen, ma stava mentendo anche a se stesso....tuttavia, era troppo esausto per farsi un'esame di coscienza, così, visto che la sua testa aveva ripreso a far male, si distese completamente sul divano, chiudendo gli occhi.

§§§

Jensen stava cominciando a sentirsi male : tutta quella pressione, tutto quel.....trattenersi, quello stare vicini, quella preoccupazione.....sarebbe diventato vecchio prima del tempo. Si appoggiò con le mani al lavandino, sorregendosi almeno in parte.
- Dio mio Jensen - disse, guardando il proprio riflesso nello specchio - come diavolo hai fatto a ridurti così? - . Questo era il fottutissimo motivo per cui Jensen aveva sempre avuto rapporti brevi, facili ed indolori. No preoccupazioni, no problemi! Solo divertimento. Non poteva credere di esserci cascato così......con un giornalista goffo ed imbranato poi!
Chiuse gli occhi per un attimo, cercando di rilassarsi, ed espirò un paio di volte, prima di riaprire il sipario sui suoi occhi verde smeraldo, e tornare a guardarsi nello specchio.
- Facile la vita, eh? E' facile quando devi solo ripetere i miei gesti....-  il suo riflesso rimase esattamente nella sua stessa posizione, ricopiando la sua espressione cupa, poi cambiò d'improvviso : divenne strafottente e aggressiva e con tono arrogante rispose :
- E' difficile affrontare un rapporto vero! Andiamo amico, prendi giacca e chiavi e filiamocela via da quì! Il secondo nome di quel tipo è "Problema"...in tutti i sensi! Non fa per noi! Non ne abbiamo abbastanza noi, di problemi?! Lascialo perdere e...-  ma non potè finire, perchè la bestiola che era cresciuta dentro di lui, quella che era strettamente legata a Misha, e che lo tormentava da quando aveva capito che il giornalista gli piaceva, ruggì tutta la sua disapprovazione per quelle parole, agitando la coda innervosita al pensiero di separarsi da Misha pee poi morire subito dopo. Il suo riflesso si zittì di colpo, e tornò semplicemente  a riflettere il suo viso sporcato dalla barba che non si faceva da tre giorni, gli occhi verdi brillanti e l'espressione tormentata di chi non sa che fare. Un ruggito però che nonostante si fosse spento, continuava a risuonare nelle orecchie di Jensen...
- D'accordo! Basta fare il  codardo. E' troppo tardi per tornare indietro.- si rinfrescò il viso, mentre la bestia faceva le fusa, incoraggiandolo.
Uscito dal bagno si diresse di gran carriera verso il salotto, dove aveva lasciato Misha, e  lo ritrovò sul divano, steso e , almeno sembrava, profondamente addormentato. Gli si avvicinò silenzioso per non svegliarlo, e recuperò la sua giacca per coprirlo. Non poteva di certo sollevarlo e portarlo in camera sua, non era un bambino inoltre sarebbe stato....l'avrebbe svegliato. Sistemata la giacca delicatamente, si accomodò  sulla poltrona accanto al divano, fissandolo. Era ancora un po pallido, e aveva un brutto paio di occhiaie, ma questo a parte il suo viso era rilassato e il suo respiro regolare. Le labbra piene erano dischiuse, e ogni tanto queste si muovevano per comporre un borbottio indistinto.  Più lo guardava e più Jensen non poteva capacitarsi del fatto che esistesse un tipo del genere. Se già da sveglio era....beh, era adorabile, questo era...davvero troppo. Più lo guardava e più non capiva come aveva fatto a fregarlo.
Ad un certo punto, proprio mentre Jensen decideva che aveva bisogno di un caffè o un cuscino, Misha borbottò qualcosa che somigliava parecchio al suo nome e quasi d'istinto si mosse verso di lui, abbassandosi poi all'altezza del suo viso. Stava per sussurrargli qualcosa, quando il giornalista spalancò gli occhi, aprendo il sipario di ciglia nere su fondali marini inesplorati. Occhi verdi in occhi blu, e d'improvviso Jensen capì perchè era fregato.
- Misha....sei sveglio? - domandò, un po preso in contropiede.
- Si...- rispose , quasi sussurrando, la voce resa ancor più roca del normale da sonno.
- Mi dispiace...ti ho svegliato! - si scusò Jensen, rammaricato per aver interrotto quel poco di sonno che Misha poteva fare.
- Non dire sciocchezze! - esclamò agitato il moro, mettendosi  subitaneamente seduto - devo scusarmi io...insomma non solo ti ho disturbato, ma mi sono persino addormentato...mi disp-  - 
- Credodiamarti! - strabuzzò gli occhi, sorpreso dalla sua stessa audacia. Non credeva di averlo detto sul serio! Okay, che forse di lì a poco avrebbe dovuto ripeterlo perchè Misha non ci aveva capito un tubo, ma lui si sentiva incredibilmente...sollevato. Aveva espresso quello che lo tormentava da settimane. Quello che non era riuscito a ribattere al suo riflesso di prima; ad ammettere pienamente a sè stesso. E la bestia che fino a quel momento se n'era stata quieta e buona nelle sue viscere, prese a girare in tondo, agitata.
- C-come...scusa? - domandò il moro, incredulo; prese un profondo respiro più che altro per calmare la bestia che si agitava dentro di sè, e questa volta scandì  lentamente la frase.
- Misha.io.credo.di.amarti. - e si zittì, lasciando il tempo all'uomo di assorbire in pieno il significato di quanto aveva detto. La bestia si immobilizzò, in tesa quanto paziente attesa del verdetto.


§§§

Amarlo. Jensen aveva detto di amarlo. Non poteva crederci. NON RIUSCIVA A CREDERCI. Forse stava sognando, o forse quando aveva letto la lettera non era semplicemente svenuto, era morto. Così quello era il paradiso!
"Oddio" pensò " ti prego fa che non sia morto! " diamine se era morto, non voleva che Jensen dicesse di amarlo solo perchè quello era il paradiso. Inoltre se Jensen era lì.......mica voleva dire che era morto anche lui?!
"ODDIO" pensò, orripilato " ho ucciso Jensen! Non so come ma l'ho fatto! OhmioDio...ohmioD- " ma i suoi pensieri assurdi furono interrotti da un calore improvviso; un calore che nasceva dalla consapevolezza di quanto gli stava accadendo realmente.
"Dio, non sono morto, sono solo idiota. Devo rispondere. Che...che devo rispondere?!"  
ed ecco il panico. L'ultima volta che aveva detto di amare qualcuno era stato tre anni prima. Non era sicuro di quello che sarebbe accaduto poi. Il suo ex ragazzo aveva lasciato una ferita profonda quanto fresca, e nonostante sapeva di amare Jensen, non sapeva come sarebbe andata a finire. Non voleva stare male di nuovo. Non poteva sopportarlo, non senza Julie ad  ascoltarlo ed aiutarlo. Non era sicuro di farcela.
"Di cosa diavolo non sei sicuro, idiota?! " lo riprese la voce di Sebastian.
" Già, vorrei proprio saperlo! " rimbeccò Richard.
"Crah! CRAH!" persino i Choco&Coco nella sua testa lo rimproverarono. Respirò a fondo, mettendo a fuoco gli occhi di Jensen, in quel mare di confusione. Erano verde chiaro, e lo fissavano in attesa di una risposta, Misha lo sapeva. Si lasciò trasportare in un campo smisurato di erba verde, con spruzzate di fiori colorati quà e là. Un paesaggio bellissimo, confortante e familiare. D'improvviso Misha capì perchè non poteva esitare oltre. 'Fanculo al passato.
- Anch'io. - mormorò prima sommessamente. Jensen gli prese la mano, intrecciando le dita alle proprie , e strinse.
- Anch'io credo di amarti, Jensen. - ripetè poi, più sicuro.







Spazio Autrice.
Si lo so. So che volete uccidermi per averci messo così tanto a finire un capitolo, soprattutto se vi ho lasciate nel precedente con la SUSPENCE. Sono anche sicura che mi comprenderete, mie adorate, che gli ultimi giorni di scuola sono stati oltremodo stressanti, più dei nove mesi interi! Dunque, visto che finita la scuola mi son potuta concentrare tranquillamente sul capitolo, ecchime quì.
Allora a dirvi la verità non so come prendere questo capitolo, nel senso che non so che valutazione dargli. ( E' anche risaputo che io non sono mai soddisfatta dei miei lavori) quindi lascio il compito di giudicare a voi.
* Considerate che Sebastian e Richard sanno dove abitate e.e*
...Finalmente si sono confessati! OLLèèèè! Le loro seghe mentali abnormi iniziavano a stressarmi! Insomma vi amate..e gettetaevi l'uno addosso all'altro e facciamola finita! Che ne pensate di queste dichiarazioni tra i due picciUoncini?
*Ricordatevi di Sebs e Richard e.e  in caso....I HAVE A HULK.( Che ha visto Avengers può comprendermi <3)*
Non so più che dirvi..ah, si!
[SPOILER :
.....
....
...
..
..
.
Choco&Coco sono dei pappagalli mutanti alieni! ]   *la fecero rinchiudere in una casa di igiene mentale*
XD
Vabè, adesso che vi ho distratto, rendendomi ridicola, dal mio ritardo, vi saluto.
Ciaooo
























 



















 
   
 
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